domenica 2 giugno 2019

Malta 11 - Traversare lo stretto di Gozo

Mgarr


Malta e Comino dalla cittadella di Gozo
Ed è venuto il tempo anche dell'altra Malta. Quella che dalla parte ovest dell'isola o anche da un qualunque punto solamente un poco più alto, vedi come una striscia lontana, una scogliera misteriosa al largo, carica di promesse. E' (sarà, forse?) quella parte dell'arcipelago ancora non invasa da quel flusso turistico che ha portato, è vero, benessere e sviluppo economico generalizzato, ma che ha anche in parte fatto scomparire quell'atmosfera di lontano e sdilinquente abbandono in cui si crogiolano le isole sperdute al largo di mari lontani e che le folle vacanziere, favoleggiandone, ricercano affannosamente, salvo come naturale, perderne la natura, non appena le folle stesse le abbiano raggiunte. D'altra parte è una conseguenza naturale e tautologica che la folla generalizzata, annulli con la sua sola presenza l'esclusiva solitudine e immantinente se ne dispiaccia, come quel bimbo che affascinato dalla bellezza delle ali di una farfalla la afferri maldestramente con le mani e ne distrugga all'istante la meraviglia. Ovviamente di contro, tutto questo è benedetto e auspicato da chi in quei luoghi ci vive e baratta ben volentieri la pace letteraria e cimiteriale, che costringe all'emigrazione forzata, con il caos portatore di copiose svanziche con cui finalmente diventa possibile avere una vita decente. Insomma come sempre tra le utopie filosofiche, i loro idilli parnasici e la dura realtà del campare quotidiano, ci sono intemerati spazi, direbbe pure il poeta.

Fort Chambray
Ma noi, lasciato nuovamente il molo di Cirkewwa, questa volta con un grande traghetto nella cui pancia capiente ha trovato spazio il nostro mezzo, portatore di ulteriore benedetto inquinamento, guardiamo la calma superficie marina dello stretto che separa Malta da Gozo, mentre le scogliere dell'isola sorella si avvicinano sempre di più. Già scorgi le alte falesie che bordano la nuova terra e finalmente lo squarcio nella costa che ti consente di penetrarla per renderla finalmente tua. La rada in cui entri è bordata nell'alto dalle mura turrite di una cittadella, opera di difesa e di monito, alla quale sembra non sia consentito accedere così facilmente. Ma questo era il passato, dagli "altri" bisogna difendersi sempre. Qui non entra nessuno, porti chiusi. Noi invece sbarchiamo comunque, nessuno ci impone la gabella di un fiorino e col nostro calesse di metallo (più di plastica in verità) saliamo proprio a questo misterioso castello, certo scudo difensivo, forse dal nero periglio che vien dallo mare, oggi chissà. La strada, ampio nastro scuro, porta fino all'interno della piazzaforte. Nessuno sbarramento difensivo, ponte levatoio sbarrato o bocche da cui possa colare olio bollente. Nel grande spazio affacciato sul mare, nessun cavaliere a sbarrarti la strada, anzi un cartello ammiccante che recita: Ultimi appartamenti de lux in vendita. 

Kewkija
Già perché l'ultima barriera difensiva contro il nemico che arriva dal mare è stato lottizzata e trasformata in esclusivo condominio di lussuosi appartamenti. La piazza d'armi è ormai solo una immensa piscina azzurra. Al crudele nemico straniero, non barriere e palizzate difensive, ma ponti dorati, purché arrivi carico di dobloni da versare come caparra, poi si vedrà. Così va il mondo, inutile fare previsioni alla lunga, tutto si può ribaltare, quando i tempi cambiano. Bisogna pur dire che la vista da quassù merita la spesa. Le scogliere di Malta, ormai lontane, sono in parte coperte dalla sagoma di Comino contro cui si frangono le onde, sollevando spruzzi di spuma bianchissima. A questo punto ormai siamo sbarcati, la resistenza è stata vinta, nessun cannone ha sparato dagli spalti, possiamo dunque dilagare su questa nuova terra per prenderne possesso, quantomeno psicologicamente. Tutta l'isola è un altopiano ondulato circondato da alte scogliere, rotte qua e là da incisioni scavate nella roccia viva nelle quali il mare penetra con violenza o da piccole arcuate insenature dove la furia degli elementi naturali diventa più dolce, stemperandosi quasi in lievi carezze che un'onda, questa volta gentile, concede a lingue di sabbie dorate. Su ogni rilievo che si eleva anche di poco, sul falsopiano, un gruppo più o meno grande di case color miele, al centro delle quali, sempre, campeggia la sagoma di una enorme chiesa, del tutto sproporzionata all'abitato circostante e che mostra all'intorno, con una certa spocchia, la sua cupola ridondante, come una tetta esageratamente formosa, offerta al cliente per invogliarlo.

La cattedrale di Mgarr
Questi saranno comunque punti di riferimento fissi e sempre ben visibili, quando percorrerai le strade che traversano questa terra, comunque minima, se pensi che al più, in linea d'aria, non supera la quindicina di chilometri di lunghezza, per sei o sette di larghezza. Da qualche punto, maggiormente privilegiato e più alto, puoi addirittura vedere la linea azzurra del mare che ti circonda da ogni lato. Dunque cominciamo la nostra brava operatività di attento e preparato visitatore, percorrendo l'isola, precedentemente sulla carta divisa in settori, con calma, per vederne tutti i suoi punti più notevoli. Così dopo aver lasciati i bastioni severi di Fort Chambray, rimandando l'acquisto di un bilocale a tempi migliori, risaliamo i tourniquet che portano a Mgarr per una breve sosta sul sagrato della Cattedrale che lo domina con la sua facciata caratterizzata da un'alta torre centrale, con una imponente navata un po' spoglia. Tutte queste chiese, costruite attorno alla fine del '700 e nel secolo successivo, hanno in fondo un interesse piuttosto relativo negli interni, mentre presentano, soprattutto nelle facciate, una loro imponente dignità, di barocco lineare o di falso gotico semplificato, accompagnate da una piazza antistante che ne corona l'importanza, spesso cinta da scalinate che ne compensano i dislivelli e che ne definiscono un aspetto piacevole, sempre accentuato dal colore delicato delle ocre dorate, caratteristiche della pietra dell'isola, che risplende tutta la sua magnificenza nel sole del tramonto.

Una piazza
Qui a Gozo, poi, il tutto è più dolce e piacevole, proprio per quell'aspetto di calma e solitudine, che forse non speravi di trovare e che invece c'è, specialmente in questa stagione. Niente assedi di pullman, niente masse di croceristi con cappellini bianchi e coccarda numerata, solo tranquillo silenzio di piazze deserte, piccoli locali con qualche sedia di legno occupata da anziani che bevono un bicchiere di rosato fresco dell'isola, all'ombra degli oleandri fioriti, piccole macchie di rosso violaceo, minuscole ferite sanguinanti sul miele della pietra. Se questo è quello che cercavi, questo forse hai trovato. Poi, solo qualche chilometro, addirittura poche centinaia di metri da un'altura all'altra e passi per Qala, Nadur, Xaghra, piccoli deliziosi paesi che il sole ormai alto sbianca e stinge, non ancora completamente sgorbiati dalla furia edilizia, il cui malevolo virus pure è arrivato, anche se l'epidemia deve ancora esplodere, ma della quale puoi già intravedere le prime timide gru che spuntano, come pustole malefiche e prodromiche all'esplosione della prossima pestilenza, tra le case basse, dai bovindi deliziosi di legno o di pietra, coi balconi fioriti e ornati da colonnine tornite, che aggettano sulle strette stradine di paese. Eccoci qua dunque, puoi parcheggiare dove vuoi in questi spazi ancora relativamente poveri di auto e cominciare ad esplorare le antiche vestigia dell'isola. 

L'interno

SURVIVAL KIT

Vie di Xaghra
Traghetto per Gozo - Partenza dal molo di sinistra arrivando a Cirkewwa. I traghetti sono numerosissimi, di giorno ogni mezz'ora, presenti anche la notte e sono incrementati in estate. Se siete a piedi potrete arrivare col comodo bus, il 41,42, 101, 212 e altri, controllate sul sito, a seconda del punto dell'isola in cui siete (Stessa cosa a Gozo per raggiungere il molo di Mgarr). Il costo è di 4,65 € per adulti e 15,70 €, per macchina + autista, A/R. anche con carta di credito. Curiosamente si paga solo al ritorno da Gozo, mentre fate la fila per salire, tanto dove volete scappare. Come vedete molto economico. Il tragitto dura 20 minuti. Se arrivate in macchina, raggiungete la fila e mettetevi in coda, dove sarete indirizzati per salire sul ferry. Godetevi la traversata che è pure un bello spettacolo.


Nadur



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