lunedì 28 febbraio 2022

Dont cry for me Ukraina

dal web


Ukraina amarcord. Davanti agli occhi ho una carta dell'Ukraina, con i confini ben segnati e i nomi delle principali città scritti in maiuscolo in nero. Vicino alla maggior parte di essi ci sono piccoli segni di scoppi o di carri armati. Non è diversa da una delle tante cartine che abbiamo visto di Siria, Yemen, Etiopia, Afganistan e di tanti altri luoghi dove adesso le guerre, approfittando di questa situazione di cambio di punto di vista, si sono rinfocolate con grande vigore, con distruzioni e morti, che però diventano, proprio perché sono andati fuori dalle telecamere, automaticamente meno importanti, anzi non esistono più. Più che mai vale oggi l'assunto: appari in TV, quindi esisti. Ma riguardando quella carta, io mi trovo in una situazione particolare, quelle scritte per me non sono semplici nomi di città lontane, ma luoghi reali, vissuti e calcati sulla terra per quasi quindici anni della mia vita, in cui molte volte ho percorso quelle rotte. I grandi corsi di Kiev, adesso deserti, che brulicavano di gente vogliosa di nuove esperienze, (l'URSS si era appena dissolta) che sognava un futuro radioso, con in mano i cuponi di carta straccia che sembravano i soldi del Monopoli, di cui ho ancora la collezione completa da 1 a 200.000, perché in sei mesi, proprio questa era stata la variazione del cambio contro dollaro. Quello che nei decenni a venire avrebbe portato solo sofferenza e altre privazioni. Valentino e la sua compagna che mi accompagnavano con una torta in mano attraverso i giardini bellissimi e fioriti da una primavera precoce e mi assicuravano che tutti i problemi dell'economia erano risolti e che stava uscendo la Grivna, una nuova moneta forte e salda, che poi perse l'80 per cento del suo valore in pochi mesi. 

Le sponde verdi del fiume con il monastero che scendeva verso la riva. La splendida cattedrale. Quel ristorantino che un italiano aveva aperto previdente e speranzoso, dove passavamo le sere. Il negozio di apparecchi fotografici dove Eugenio mi accompagnava in cerca della mitica Kiev 88 e dei suoi spettacolari obiettivi. Ne comprai uno da un ragazzo che sognava di andare in Germania. Oggi avrà cinquanta anni e forse invece è la con un mitra in mano o saràa manifestare allaporta di Brandeburgo. Poco più in là, sulla cartina sono solo quattro dita, Karkhov, allora non la chiamavano ancora Karkiv in ukraino, con le sue chiese azzurre. Alexander, stretto in un cappotto nero e liso, con una barbetta incolta e la voce bassa e roca, che ne faceva un personaggio uscito da un romanzo di Dostojeski, un Raskolnikov sui generis, in cui lui sembrava sempre sul punto di consegnarsi alla polizia, dietro alla cattedrale dai colori pastello. Lui i cuponi li chiamava karbovanzi, il vecchio termine con cui si indicavano i soldi, forse sotto lo zar, ma ne portava sempre un po' di piccolo taglio, da dare in elemosina alle file di vecchiette con la pensione da 5 dollari che stavano appostate fuori dalle chiese. Mi portò a teatro a vedere la Traviata cantata in Ukraino, dove i lieti calici diventavano schashlivi bakàli. Le signore erano tutte vestite con cura e nella hall si cambiavano i gambaletti, fuori c'era la neve, con scarpe col tacco alto. Scomparì negli anni successivi Alexander, mi dicono che mise su una catena di farmacie con la moglie, collaborando con affaristi tedeschi. 

Se c'è ancora di sicuro verrà utile in questi momenti. E Lugansk e poi Donetz, una città che ricordo così buia di notte, dove per mangiare trovavi solo locali misti, con forti sentori di mafia, dove il ristorante era su una balconata e sotto si ballava, mentre sul palco si esibivano ballerine discinte, con perizomi ristretti che poi scendeva tra i tavoli, disposte a togliersi anche quelli, pagando se del caso, s'intende. Sopra accanto a noi, signore e mariti del tutto avulse dalla scena come se fossero alla trattoria della Sora Lella che ordinavano balìk, blinì e caviale rosso, come si mangiava ieri a Mosca, dato che era festa, così almeno mi manda l'illustrazione il mio amico, che non mi parla più della situazione politicada qualche giorno, ma mi manda solo messaggi subliminali, con pesca della trota con il bico nel ghiaccio dei laghetti vicino a Domodiedovo. Poco più in basso Mariupol, che sembra un punto chiave, circondato da una campagna ferace, di ciernosiòm neri e produttivi. Erano coperti di frumento quando sono stato qualche giorno nel kolcoz Rodina, lì vicino, dove potevi misurare tutto lo sfacelo di una gestione statalizzata completamente fallimentare, perché sulla carta tutto è perfetto, etico e funzionale, ma poi subentra l'animo umano, il naturale egoismo, la voglia di fare quello che ti pare, non vuoi dividere col vicino sempre ubriaco di vodka Gorilka o di samagòn fatto in casa con le bucce di patate e tutto il castello si sfascia. 

Un responsaiile che passava il suo tempo a trastullarsi nei ricordi dolci e carichi di rum di quando faceva il "consigliere" a Cuba, le attività agricole, dall'allevamento dei maiali che pareva un condominio di tre piani bombardato, alla fabbrichetta di patatine, con tutte le attrezzature e le macchine in rovina, ma senza un soldo da investire per rinnovarle per destinarle poi ad una successiva rovina. Micha che occhieggiava la segretaria che gli dava retta solo perché ansiosa di andare a Mosca, dove stava per scoppiare l'eldorado e avevano addirittura aperto un McDonald, sogno di tutta la gioventù locale. Uno del kolcoz ci era stato e come prova aveva portato a casa i sacchetti dell'Гамбургер  (hamburger) come prova per timore di non essere creduto e aveva parlato di 800 metri di coda all'esterno, ed era febbraio con -15°. I campi intorno erano vuoti e quell'anno non si erano seminati per mancanza di sementi. Le strade del Donbass erano dritte e senza fine, l'occhio arrivava all'orizzonte lontano tra terre nere e senza confini e girasoli in estate. Quando poi le pianure si mutavano in lunghe colline ondulate vedevi il segno azzurro di qualche monastero sulle sommità. A Poltava, dalla balconata della piazza cebtrale si respirava solo la tranquillità di una miseria accettata come pena accessoria per essere nati lì, nelle campagne sotto il mirino di ogni potente che era arrivato da quelle parti negli ultimi mille anni. 

Sulla costa invece tirava un'aria piu' mondana, la Crimea è sempre stata un luogo privilegiato, paesi che si potevanpo dire turistici, bianche costruzioni bunker che invece erano i cosiddetti sanatorij dove trascorrere le putjiovke, le vacanze premio che ogni fabbrica assegnava ai lavoratori benemeriti, perché nell'URSS, ma anche tra gli odierni epigoni, non c'è mai la normalità della vita, ma o il menefreghismo assoluto che conduce tutto al disfacimentosupposto cliente che aveva mirabolanti progetto o il sacrificio estremo, l'eroismo stakanoviano, in cui l'eroe non si cura della sua vita e entra a Chernobil senza tuta, perché qualcuno lo deve pur fare. I paesi della costa, la Forteza genovese, che aveva conservato da 800 anni questo nome, il mar dAzov, Sinferopoli, la capitale con i manifesti che consigliavano di mantenere l'igiene e disinfettarsi le mani a causa dei casi di peste bubbonica registrati nele ultime settimane, che comunque da quelle parti era endemica. Valentino che mi accompagnava sulla sua Pabieda del '39, desideroso di venderla a "ricco collezionista di Occidente", per risolvere definitivamente il problema della sua pensione di colonnello dell'esercito di 20 dollari al mese e quando mi portava da qualche cliente che proponeva mirabolanti progetti per impianti alimentari, alla mia perenne domanda dinghij iest (ci sono i soldi?) volgeva gli occhi al cielo come scusa per avermi fatto perdere tempo. 

E ancora Odessa, la multiculturale, la folle, la maliarda, crogiolo di tutte le razze caucasiche che l'hanno popolata da sempre. Incrociavi turchi, greci, bulgari, rumeni, russi e facce che venivano da oriente, a mescolare affari misteriosi e intrighi di mafia locale, mentre il nostro cliente, orgoglioso nel suo capannone disastrato sfornava milioni di tappi per le acque minerali che comparivano finalmente sulle tavole dell'impero crollato. Dall'alto della scalinata ti sembrava di vedere ancora la carrozzina che scendeva a balzi un gradino dopo l'altro. Tutto questo adesso è in questa carta geografica che ho davanti. La gente piena di speranze, liberatasi dal cappio sovietico, in fondo non odiava affatto i russi, solo il sistema che aveva mostrato la sua sconfitta storica e, credo non pensava certo che i suoi figli dopo trenta anni, girassero per le strade di Kiev con le molotov in mano. Chiedo pietà vera per questa gente, non chiamata alle armi, come pietà per quei soldati, mandati a combattere su quelle file di carri e di camion a cui forse è stato detto che sarebbero stati accolti come liberatori da fiori e ragazze sorridenti. Non gioite del fatto che la gente di Ukraina si dia al martirio, nessun paese DEVE aver bisogno di eroi. Ogni giorno qualcuno dall'esterno, soffia sul fuoco, vi getta altra benzina e alza un pochino l'asticella fino a quando un uomo forte (quello che tanti vorrebbero anche a casa loro), folle e sventurato come lo sono tutti i tiranni, metterà la mano sul bottone rosso. Alzate ancora un po' quell'asta e il bottone sarà schiacciato, subito dopo ne sarà schiacciato un altro e infine non ci sarà piu' bisogno di eroi da nessuna parte del mondo.


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domenica 27 febbraio 2022

Posizione di stallo

dal web

Capisco che a lungo andare si diventa noiosi, ma d'altra parte, di che argomento vuoi parlare, col Covid in calo costante e le diatribe politiche in sonno, come direbbero alla loggia Ungheria. Dunque la situazione si incancrenisce e ogni giorno che passa lavora contro Putin, che sempre di più vede diminuire i suoi ammiratori. Più Ukraini vengono trucidati e più il mondo si stringe (a parole) a Kiev. Un Kerensky che si immola alla Allende, con la famiglia deportata e sparita tra i ghiacci siberiani, già circolano i meme, sarebbe una vittoria definitiva per l'Ukraina. E inoltre, ma come, il secondo esercito più potente del mondo non riesce a piegare quattro scalzacani guidati da un Grillo qualsiasi? Già, le cose non sono mai così facili come sembrano. Da una parte il grande esercito, non si sa bene quanto motivato (mica sono tutti Spetnaz pronti a trucidare tutti quelli che vedono come a Grozny), ci saranno anche tanti ragazzi calati tra i campi neri di cernosiom ukraini come sulla luna, a chiedersi cosa ci fanno tra quelle donne e bambini, ponendo magari poca attenzione alle brigate che cercano di fargli la festa. Ricordo un amico russo circasso che mi raccontava, di quando diciottenne era stato mandato su un carro armato a Praga e non riusciva a capire perché per le strade della capitale cecoslovacca (la sera prima al campo c'era stata vodka libera per tutti), invece di essere accolto come un liberatore e con le grida festanti e i baci lanciati dalle ragazze, tutti gli sputavano addosso e gli lanciavano insulti. Mi disse che non si era mai sentito così fuori posto, deluso e tradito da chi lo aveva mandato lì. 

Intanto questo banco di prova, se trascuriamo i poveri morti incolpevoli che ogni battaglia lascia colpevolmente dietro di sé, è molto interessante per capire come cambiano i modi e i sistemi di fare le guerre. Già si intravede la preponderante importanza della guerra elettronica, che in questo momento si sta combattendo all'impazzata silenziosamente da ambo le parti, sia sul danneggiamento dei sistemi di arma e di combattimento, giacché ormai tutto ha smesso da tempo di funzionare in manuale, alla cosiddetta disinformazja, che è parte vitale per conquistare consenso e aiuti, morali e materiali, soprattutto armi incluse, mostrando al mondo porcherie e crimini di guerra, veri o presunti, non ha nessuna importanza, tutto, come ha insegnato Trumpo, diventa verità, basta dirla con convinzione. Ha detto bene lo scacchista Kasparov, grande nemico di Putin, lo potete piegare solo rovinandolo economicamente, dovete portare la Russia alla bancarotta. Ma non è così semplice come pensano in molti. Il mondo economico ha tali e tante implicazioni che ogni mossa che si fa, provoca conseguenze che rischiano di essere più dannose per chi le impone che per chi le subisce. Certo colpire i circa 200 miliardi che Putin ha nascosto all'estero servirebbe, ma non si sa neanche bene dove siano. Colpire i movimenti di denaro della Russia col mondo tramite il blocco dello Swift, abbiamo visto che danneggia di più l'occidente e potrebbe innescare una crisi monetaria mondiale peggio della Lemann Br., inoltre le riserve in dollari della Russia, grazie a tutte le vendite di materie prime e idrocarburi innanzi tutto sono immense e prima che le esaurisca ci potrebbero volere anni. Bisogna lavorare in questa direzione ma con sagacia e consultando bene gli aborriti bancari che conoscno i meccanismi del danaro. 

Sono certo che non è cosa facile trovare la strada giusta. Intanto questa guerra si sta combattendo pesantemente, sembra davvero ridicolo dirlo, soprattutto sui social, Twitter, Telegram, Tiktok e Facebook, che tra le altre cose non si riescono, cosa incredibile, neppure ad oscurare. La Cina dovrebbe meditare molto su questo. Per Putin si sta facendo sempre più difficile, se non decide di peggiorare la situazione radendo al suolo Kiev e qualche altra città, Dnipro o Karkhov, come ha fatto in Cecenia, ma qui misembra più difficile. Leggiamo con attenzione Sun Tzu: se non hai forze sufficienti e preponderanti, evita di invadere il territorio nemico che non riesci a controllare completamente. E qui non vorrei dire, se si va al di là di una azione isolata da specialisti, quando si deve muovere una massa organizzata, mi sembra che stia emergendo la ben nota efficienza russa, pronti via, una volta manca la benzina, un'altra volta il martello, un'altra volta il coglione da metterci sotto. In generale, per quanto ne ho esperienza io, i russi sono magnifici solo se c'è da fare il supremo sacrificio, l'eroismo stakanoviano una tantum o lo spianamento al suolo, chi c'è, c'è. Diversamente l'organizzazione difetta un po'. Comunque, se la cosa si prolunga per un'altra settimana, bsognerà sedersi forzatamente a un tavolo e parlare. Bisogna vedere però, al di là delle boutade ridicole di offrire una sede in Bielorussia, chi ha l'autorevolezza di essere ascoltato da entrambi. Difficilmente mi sembra possano avere successo Turchia o Polonia, troppo legate ai contendenti e anche l'Europa si è schierata. Potrebbe avere successso secondo me la Cina, e non fate gli spiritosi dicendo che la sede scelta potrebbe essere Taipei, così magari dopo Xi Jin Ping rimane lì. 

Io butto lì la mia proposta che sarebbe epocale. Si proponga Papa Francesco. Un tavolo di discussione in Vaticano e lui vestito di bianco che li accoglie e di fronte al mondo e soprattutto alle telecamere, si inginocchia davanti a loro, come sa fare lui e gli chiede, per pietà di cessare di uccidere. Sarebbe impossibile non piegarsi alla richiesta. Chiusi nella Cappella Sistina, si troverebbe di certo un accordo.


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sabato 26 febbraio 2022

Contare i morti

dal web

Facciamo il punto della situazione quando ci avviciniamo al termine della prima settimana di guerra. Intanto chiamiamo le cose con il loro nome. Questa è guerra a tutti gli effetti, in Europa e sono coinvolte tutte le potenze mondiali a vario titolo, quindi una cosa di serietà inaudita. Capisco che è difficilissimo cercare di esaminare le cose e soprattutto fare previsioni sulle conseguenze, con mente obiettiva. Ognuno rimane comunque condizionato dai suoi credi e dalla sua formazione, ma bisogna cercare di essere il più possibile asettici e pragmatici se si vuole cercare di capire qualche cosa. Ovviamente anche io non lo sono, ma cercherò di esserlo il più possibile. Intanto si sono chiarite le intenzioni russe, almeno quelle immediate. Arrivare a Kiev, conquistare l'Ukraina e sostituirne il governo con uno fantoccio, tipo quello Bielorusso a loro favorevole. E ovvio che questo è molto assimilabile a quanto hanno fatto per decenni gli USA nell'America latina, direte voi, ma qui siamo nel cuore dell'Europa e la sensazione per noi è del tutto diversa e più bruciante, gli Ukraini hanno la nostra faccia, le nostre case, le nostre auto, non sono arabi, neri o indios, che comprensibilmente sentiamo pure vicini, se c'è da piangere su qualche foto di bambini straziati dalle bombe, ma poi per carità stiano a casa loro che li aiutiamo là. E' molto facile, invece, che non solo nei vertici ma anche nella gente si faccia largo la sensazione che questa è solo la prima mossa della Russia, poi toccherà alle Repubbliche Baltiche e così via. 

In questa fase non starò ad esaminare quali siano stati gli errori precedenti che hanno condotto a questa situazione, tanto l'acqua passata non macina piu'. Teniamoci sempre vicino, sul tavolino da notte, invece l'opera strategica di Sun Tsu, per giudicare i fatti. Partiamo da Mosca. Putin che, come sappiamo, ha condotto l'operazione soprattutto per rafforzare la sua debolezza interna, apparentemmente sta vincendo, ma nella realtà cosa succede? Intanto le cose si rivelano molto più complicate di quanto sembrano all'inizio (e qui sono passati solo 5 gorni). Ricordatevi che le blietzkrieg che durano una settimana, poi sono sempre durate anni anche quando Golia ha pensato di liberarsi facilmente diDavide e di norma in queste melme ci si impelaga per anni. Vietnam e Afganistan sono gli esempi più classici. Quando una guerra è insostenibile da una delle parti per manifesta inferiorità di uomini e mezzi, si passa alla guerriglia, l'incubo di qualunque invasore, mentre dall'esterno, l'interesse è quella di farla durare il più a lungo possibile per impegnare e indebiolire il grande nemico. Certo qui Putin può adottare il metodo della carneficina a tabula rasa che ha usato per soffocare la Cecenia, ma ricordiamo qualla era proprio casa sua e che lì, gli aiuti arrivavano dagli islamici invisi a tutti, mentre in Georgia ha dovuto limitare l'azione, rinunciando ad arrivare a Tiblisi per cambiare il governo e tenersi solo i piccoli territori di Abkazia e Ossezia, cosa di cui si sarebbe analogamente dovuto accontentare qui nel Donbass, cosa che avrebbe avuto successo senza troppo colpo ferire. 

Impelagarsi invece in anni di guerriglia, di stragi e di morti, con le televisioni nternazionali che diffondono milioni di immagini di bambini e di donne straziati dalle bombe, potrebbe rivelarsi per lo zar una vittoria di Pirro, pericolosissima anche sul fronte interno. L'occidente a quanto sivede, dall'innalzamento del livello di scontro mediatico e delle dichiarazioni ufficiali, sembra puntare proprio a questo. Cronicizzare il conflitto per farlo durare il più a lungo possibile, sulla pelle del popolo ukraino, agnello sacrificale, nenche troppo simpatico per le sue simpatie per le croci uncinate, per danneggiare al massimo Putin, altro che sanzioni controproducenti. Intanto oggi, tanto per aumentare il casino, i Russi hanno colpito un mercantile giapponese nel mar Nero. Dunque Putin è di fronte ad un dilemma che purtroppo è superato dal fatto che ormai si è spinto troppo avanti e fermarsi adesso, sarebbe una ammissione di sconfitta troppo pesante. Sempre che sia in grado ancora di un ragionamento lucido, in questo momento dovrebbe cercare di ottenere un tavolo di trattativa che lo vede ancora in posizione di forza e farlo uscire indenne dalla palude in cui si è cacciato. Ma il problema è, Putin è ancora lucido oppure è stato preso, ormai definitivamente dall'appannamento mentale tipico degli anziani imperatori assillati dalla sindrome dell'accerchiamento e dal terrore di essere avvelenato da chi lo circorda, in perenne attesa del Tigellino di turno che arrivi a pugnalarlo. In questo caso le reazioni non potranno essere che scomposte e pericolose per il mondo intero. L'occidente, a mio parere, dovrebbe seguire solamente la strada di rafforzare chi nel suo entourage ha interesse e intenzione di eliminarlo definitivamente, posto che ci sia questa vaga possibilità. Ricordandosi però sempre, e anche la storia recente lo insegna, che dopo uno cattivo ne viene sempre uno peggiore. Dunque credo che nei prossimi giorni l'avanzata russa sarà più difficile del previsto. 

Il contendente ukraino invece si trova in una situazione classica. Per la popolazione comune, per la gente come noi insomma, la cosa più favorevole e conveniente sarbbe che il loro esercito deponesse le armi, riuscisse ad ottenere un tavolo di trattativa finché è ancora al potere l'atttuale governo, cedendo alla fine i territori indipendenti e rinunciando almeno ufficialmente a Nato et similia, riuscendo a mantenere il potere. Questo èal momento il massimo ottenibile e porterebbe indietro l'orologio ad una situazione georgiana ed i danni sarebbero limitati, soprattutto per noi ed il resto del mondo. Tuttavia dobbiamo tener conto che qui potrebbe prevalere, spinta alle spalle daUSA e dai falchi dell'alleanza, la logica del martirio, che deturperebbe sempre di più l'immagine russa nel mondo. Zelensky cerca in ogni modo e Biden lo pompa, di fare la fine di Allende, meglio se con la famiglia inclusa e le ultime dichiarazioni lo dimostrano, compresa la benzina sul fuoco dei proclami di massicci armamenti fatti filtrare attraverso i confini ancora aperti. Insomma anche qui le azioni logiche e meno dannose sono, purtoppo le meno probabili. Gli USA dal canto loro sono i maggiori beneficiari di questa operazione. E' chiaro il rafforzamento di Biden sul piano interno, la cosa più importante ricercata fin dall'inizio, il mantenimento di un alto livello dei prezzi dell'energia, che consente l'uso dello shale gas e un isolamento sempre maggiore della Russia. Politica funzionante nell'immediato certo, ma nuovamente miope nel medio lungo periodo, perché favorisce la Cina, che è il vero e sempre sottovalutato  nemico dell'Occidente, mentre il nostro interesse sarebbe stato stato quello di far fronte comune, anche con la Russia, contro il gigante asiatico, invece di spingerla nelle sue accoglienti e velenose braccia. 

In mezzo come al solito la debole Europa, un po' travolta dai fatti e con poca possibilità di operare convenientemente, pur se l'azione putiniana, altro punto perso, è riuscita a compattarla un po' di più, almeno sulla carta. E veniamo alle sanzioni che sembrano l'unica arma pratica oltre alle parole di minaccia e alle grida per spaventare il nemico, come accadeva agli uomin di Bravehart, manca solo che alziamo i gonnellini mostrandogli il culo e poi il più è fatto. Qui bisogna capire bene come stanno le cose. In questo campo la Russia sta dalla parte del manico. Ogni sanzione che non sia quella terrificante dello spostamento della finale di Champions, fa più danni all'Europa che non alla Russia; per la verità anche quella dato che il Gazprom è il main sponsor della manifestazione. Già sono stati messi da parte gas e petrolio, per non suicidarci da soli, ma anche il famoso Swift è un arma che danneggerebbe più noi che loro. Intanto la Russia previdentemente dal 2014 accede al circuito secondario cinese per quasi il 30% e potrebbe quind allargarlo assai di più con grande contentezza di Xi Jin PIng; inoltre il blocco di questo sistema comporterebbe, pronti via, un danno di circa 40 miliardi alle banche nostre che operano là, un danno ancor peggiore alle banche ed alla piazza finanziaria di Londra e alla fine non saremmo neppure in grado noi di pagare le forniture dell'indispensabile gas, tanto per cominciare, augurandoci in futuro che gli inscipienti verdi e grillini (ma più ancora chi li vota) ci consentano di usare almeno il nostro e di rifornirci da sud facendo i necessari rigasificatori e così via, pensate che se li stavamo a sentire non avremmo neppure il TAP. Insomma bisogna che, anche se ufficialmente si dovranno dire peste e corna dell'Orso russo, minacciando sanzioni terrificanti, nelle segrete stanze, noi che siamo quelli economicamente più deboli, assieme a francesi e tedeschi, dobbiamo puntare i piedi con chiarezza di fronte a Biden dicendo, se vuoi sanzioni che avvantaggiano te e danneggiano noi, devi pagartele tutte, dal primo all'ultimo dollaro, se no le fai da solo (e mi sembra che proprio questo sia già stato fatto sullo Swift). Da tutto ciò emerge una lezione importante di cui si dovrebbe tenere conto in futuro. Quanto più ci sono tra stati e blocchi, relazioni economiche, commerci, transazioni, sistemi comuni, tanto meno è conveniente economicamte spaccare tutto per fare guerre che distruggano queste correlazioni. E siccome nelle guerre alla fine quello che più conta è il grano, questo aiuterebbe paradossalmente la pace. 


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mercoledì 23 febbraio 2022

L'affare s'ingrossa

dal web

Diceva il sultano coi Dardanelli in mano, mi dico guardando lo sciabordio del mare sulla riva. Già, la situazione sta precipitando e la gran massa della gente sembra non capire cosa stia succedendo davvero, anzi grida viva questo, viva quello senza comprendere che chiunque vinca avrà perso. Come mai nessuno, non dico tra il popolo bue come si chiamava una volta che non vede al di là dei pericolosissimi sbarchi, ma tra i commentatori più titolati non fa paragoni tra gli eventi degli ultimi anni attuali e quelli degli ultimi anni trenta. Annessione senza colpo ferire dell'Austria, tramite una specie di referendum, invasione dei Sudeti mentre tutti si chiedevano, beh in fondo cosa possiamo fare, questo pazzosi fermerà primao poi, deliranti proclami sulla correttezza di questo modo di agire per aiutare i fratelli perseguitati, con stuoli di ammiratori anche nelle nazioni avverse ed infine le truppe che abbattono le barriere per arrivare a Danzica. La successione pare identica sotto ogni aspetto, anche nella tempistica e nella successione dei fatti. La grancassa della propaganda è identica. All'interno il popolo che applaude, rinfocolato dall'orgpoglio nazionale a lungo vilipeso e finalmente ritrovato (tutti si ricordano bene laggiu', le umiliazioni delle fabbriche di carri armati ricondizionate a imbottigliamento di Coca Cola), all'esterno, suoi ammiratori che lo plaudono e gli altri che non sanno come fare per fermarlo. Gli USA nella stessa posizione di sempre, interessati solo a quello che sta succedendo a casa loro, che si muovono a casaccio, ad uso interno, facendo solo danni come gli elefanti nelle cristallerie, tanto tutto avviene lontano e ce ne vuole prima che i cosacchi arrivino alle pianure del Texas, al piu' li abbevereranno nelle acquasantiere della basilica di S. Pietro. Si organizzano veglie di preghiera nella speranza che non avvenga il peggio. 

Intanto nel lontano Est del mondo, si sta compiaciuti alla finestra in attesa di godere dei copiosi vantaggi di un evento spaccatutto. Solo che adesso ci sono i missili nucleari, forse qualcuno non ci pensa ancora, ma ce ne sono tanti, tanti e nuovi e tutti perfettamente funzionanti, assieme ad immensi depositi di gas nervini pronti ad essere irrorati sulle città del mondo in un attimo, altro che preoccuparsi del Gliphosate! E stavolta non ammazzeranno e storpieranno per sempre le genti di villaggi sconosciuti nelle steppe siriane o kurde. E adesso non saranno piu' qualche centinaio di disgraziati di cui la metà affoga nel Mediterraneo o mille disperati che i caritatevoli Polacchi fanno congelare nel fiume della frontiera, ma milioni e milioni di poveracci che si riverseranno come un fiume senza fine, inarrestabile Stige di disgrazie pronto ad abbattersi sulla grassa Europa, spazzando via tutti i paletti dei distinguo e degli io non sono razzista, ma. Guardate che se riuscite ad esaminare i fatti con occhi neutrali e distanti, senza lasciarvi prendere dall'affando e dall'angoscia, è difficile trovare soluzioni percorribili, anche guardando appunto al passato. Se ci voltiamo indietro vediamo che quando si è lasciato fare, sperando che la fame del lupo si calmasse, le pretese sono diventate soltanto sempre piu' ingorde e pressanti, una fetta oggi, l'intero salame domani. Io non saprei davvero suggerire un modus operandi che avesse probabilità di successo. Per prima cosa, non ha speranze il contrapporre l'uso della forza. Lo scontro frontale, con gli USA tra l'altro assolutamente contrari ad intervenire (come allora, fino a che ci fu tirata per i capelli da Pearl Harbour), mi sembra la via piu' perdente, oltretutto contro uno che la guerra vera la sa fare, basta guardare gli orrori Ceceni per capirlo. 

Stare fermi a guardare, lasciando che l'invaso soccomba, magari con un pizzico di compiacimento per le sue simpatie filolonaziste, come ho già detto e come ha dimostrato la storia é perdente allo stesso modo. Lingodigia bulimica èinsaziabile, dopo Transnistria, Ossezia, Abkazia, Crimea e Ukraina,verrà la volta della Lituania e di tutte le altre repubbliche circostanti, d'altra parte lo ha affermato lui stesso che questa è la strada. Dunque abbiamo sempre detto che la gente capisce solo quando la tocchi nel portafoglio. Ma qui la cosa è ancora più difficile da mettere in atto, perché il rischio è che se si colpisce a casaccio si rischia, come è avvenuto fino ad adesso, di farsi piu' male ancora. Lo Zar ha in mano le fonti energetiche, cosa che nelle guerre è sempre stata vincente, oltretutto da noi stiamo gridando come spellati vivi se la benzina è aumentata di 10 cent e le bollette di cento euro, non so cosa succederebbe se i prezzi del gas schizzassero davvero in su e il petrolio arrivasse ai 2/300 euro a barile. Forse solo agendo tramite le odiate banche mondiali, tagliando la terra sotto i piedi a tutti quelli che lo sostengono facendogli perdere di colpo la massa di miliardi e di immobili che hanno sparsi per i paradisi fiscali di tutto il mondo si potrebbe creare quello scontento interno necessario. Ma mi sembra una cosa difficile smuovere situazioni tipo Credit Suisse. Diversamente cosa farebbe Sun Tsu? Seguendo il suo famoso manuale, se sai di essere inferiore come forze e pensi che sia impossibile vincere, fatti amico del tuo nemico e aspetta che si indebolisca da solo. Lasciamo stare Draghi e Giggino, mandiamo Salvini che ha dimostrato di amarlo tanto e facciomogli telefonare da Berlusconi, che avrà mille argomenti per convincerlo, sicuramente migliori del giuggiolone inglese o dello scoreggione d'oltreoceano e incrociamo le dita. Lo Zar è in preda ad una euforia di potenza assoluta e lo potranno fermare solo dall'interno a mio parere, diversamente cominciamo a prepararci a quello che potrebbe arrivare dal cielo. E in questo caso io non so se me la cavo.


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martedì 22 febbraio 2022

E' fatta, invasione!

da Limes

Tanto tuonò che piovve. Da un lato Biden che sperava evidentemente, a forza di gridare al lupo al lupo, che lo Zar che lo smentiva irridendolo, non avesse poi il coraggio di sputtanarsi mostrando al mondo la sua assoluta mencanza di credibilità, dall'altra Putin, che in spregio ad ogni trattato internazionale ha voluto mostrare al mondo, ma soprattutto ai suoi sudditi, che io ho le palle d'acciaio e faccio quello che mi pare. L'invasione è cominciata nella notte con l'occupazione conclamata (prima c'era già, eh, ma fittizia e non ufficiale) del Donbass. Ovviamente la domanda di tutti è: adesso che succede? Biden si trova in una situazione di sempre maggiore debolezza, l'avversario ha mostrato i muscoli e ha sparato i primi pugni e se non reagisci in qualche modo, andrà fino a Kiev. Il suo elettorato è contrarissimo ad ogni intervento, ma, da buona gente sempre con la Colt inmano, vorrebbe vedere che le palle le ha anche il Pentagono. Se non mostra reazioni, significa che hanno ragione tutti i regimi dittatoriali del mondo quando pensano e dicono che il mondo occidentale è ormai alla fine della sua parabola ed i loro sistemi sono quelli migliori e più efficienti. Certo può prendere decisioni che inguaino solo gli Europei che per gli USA più sono deboli e meglio è. La Cina al balcone non aspetta altro. Ma perché Putin ha agito in questo modo, apparentemente però dannoso anche per lui? 

Bisogna fare qualche considerazione per capire l'uomo e la sua situazione, molto diversa da quella americana, dove comunque devi rispondere ad un elettorato e ad avversari politici sempre pronti a farti la festa. Putin è un uomo solo, fortemente impregnato della mentalità del KGB, assillato come tutti i tiranni anziani dalla sindrome dell'accerchiamento, inoltre alle prese con una crisi economica interna che lo ha indebolito. Da sempre convinto della assoluta necessità di ricostruire l'URSS, distrutta dall'odiato Gobaciov, è  predisposto a tutto per questo. Non essendo soggetto a guardarsi dall'opposizione interna, al massimo li fa ammazzare o li mette in galera, delle eventuali sanzioni che possano far soffrire la popolazione se ne frega altamente, può sempre dire che ogni cosa che non funziona è colpa del nemico alle porte, come accade nella Korea del Nord, solleticando il senso patriottico russo sempre fortissimo. Con la tattica della cosiddetta fetta di salame, continua ad appropriarsi di un pezzetto per volta di quello che ritiene gli serva, mettendo al comando fantocci che gli facciano da altoparlante. Ha già in mano tutti gli -stan dell'Asia centrale, recentemente ha sistemato le cose in Kazakistan, ha Lukashenko in Bielorussia, dal 92 ha la 14° armata che controlla la Transnistria, ha occupato la Crimea e ha operato come sta facendo adesso, in Georgia, occupando Abkazia e Ossezia del sud. Tutto una fetta alla volta, senza che nessuno lo fermi. 

Aveva già agito così con le guerre in Cecenia, confalsi attentati e così via,ma quellasi poteva considerare un problema interno, alla pari degli Uiguri cinesi. Certo, lo stesso sistema operato da Hitler coi Sudeti e via via fino a Danzica. Il modus operandi è sempre uguale, chiamata al patriottismo per riscaldare gli animi all'interno, facendo diminuire l'eventuale dissenso, poi invasione, giustificata dalla chiamata dei fratelli discriminati e oppressi, con gran battage propagandistico, servizi sui profughi, donne e bambini convinti a pagamento ad andar via sugli autobus e via. Ricordo un analogo bellissimo discorso di Mussolini, che raccontava la straordinaria accoglienza degli abitanti  del Dodecanneso da parte delle truppe italiane che occupavano quelle "italianissime isole"! Stesse parole, pensa te, ai  confini della Turchia! Oppure degli irredentisti che berciavano per la conquista della Dalmazia. Guardate che tutto funziona sempre nello stesso modo da sempre, stesse tecniche, stessi stilemi. A quando l'Austria che invade l'Alto Adige per liberare i fratelli oppressi del Sud Tirolo? Historia docet. Quello che stupisce invece è che lo Zar sia ancora legato a questa idea ottocentesca della necessità di occupare territorio, di conquistare nazioni anzichè allargare le zone di influenza, come inveceha intelligentemente fatto in Medio Oriente ed in Nord Africa, occupandogli spazi lasciati liberi da USA e Francia. 

Anche la Cina usa ormai queste tecniche. Molto più efficace e redditizio comprarli i paesi, appropriarsene economicamente, coi prestiti, con gli accordi commerciali, con le concessioni, col finanziamento di governi amici. Ormai l'80 % dell'Africa e molta parte del Sud Est asiatico è in mano alla Cina e lo stesso tipo di penetrazione viene attuato verso i paesi europei più deboli economicamente acquistando porti, aziende chiave e così via. Molto meno impegno e molto risultato in più. Il nostro Putin invece crede ancora alla forza dei cannoni e dei soldati che controllano le città col mitra imbracciato. Vecchia scuola KGB come dicevamo. Può darsi che abbia ragione lui. Ma adesso si ferma o va avanti? Secondo me se è furbo si ferma, aspetta di vedere se nessuno reagisce, salvo qualche blanda ed inutile sanzione dannosa più a chi la fa che a lui, ma attuata per salvare la faccia, poi ci sarà tempo per prendere Kiev. Se diversamente, preso da smanie di grandezza, vuole proseguire l'avanzata, potrebbe scoppiare un bottiglione assai più grosso. L'Europa, pur presa un po' di sorpresa, ormai dovrebbe aver capito che il personaggio dice una cosa e domani fa il contrario, che riceve Macron e Scholz, concorda una cosa al di là del tavolone (altra segno della sindrome dell'imperatore che non vuole essere avvicinato) e poi appena sono usciti, li smerda pubblicamente sconfessando tutti gli accordi. Una specie di Salvini, con le dovute proporzioni naturalmente, anzi sarebbe interessante sapere cosa dice il nostro, che a suo tempo blaterava sul sentirsi a casa a Mosca più che in Europa, ahahahahah. 

Comunque in tutti i casi, anche se la cosa avrà una battuta di arresto e tutto si gonfia, per l'Europa son solo danni, a parte il fatto che questo ci ha unito meglio che in tutti gli ultimi decenni (è un segno buono che di fronte alle grandi crisi, vedi Covid, gli Europei riescano a rinserrare i ranghi). Le sanzioni più saranno forti e più ci danneggeranno, specialmente noi che siamo il paese economicamente e politicamente più debole. Aspettatevi dunque che aumentino i costi dell'energia e di conseguenza l'inflazione, anche in maniera potente, intendo a due cifre e questo dovrebbe far cagare addosso redditi fissi e pensionati, ma anche tutti gli altri, se questi non hanno più potere d'acquisto. Inevitabile poi un crollo delleborse e dell'import-export verso la Russia che per l'Italia è molto importante, mentre per loro se non arriva più parmigiano e Asti spumante se ne possono tranquillamente sbattere i cabbasisi. Tutto questo poi si abbatterà sinistramente sulle previsioni di crescita che faticosamente potevamo raggiungere grazie ad azioni di buon governo, già messe in forse dalla logica litigiosità preelettorale. Quindi forza e coraggio ragazzi, se tutto va bene, siamo rovinati. Mala tempora currunt, anche per chi crede che saranno cazzi degli ukraini.


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lunedì 21 febbraio 2022

Haiku stanco

foto T. Sofi

cercando pace 

stanco per l'incertezza -

godo il mio cielo


domenica 20 febbraio 2022

Annus horribilis

dal web


 Eccolallà, le olimpiadi adesso sono finite, si può ricominciare a sparare come se non ci fosse un domani. Putin fa evacuare un po' di profughi, forse spera che qualche cannonata ne centri uno con donne e bambini per avere la scusa buona, oppure lo faranno gli altri con lo stesso motivo, ricordatevi che in quei posti, il più bravo ha mangiato la mamma. D'altra parte ricordate che hanno già abbattuto un aereo civile con gli stessi scopi e non si sa chi. E noi, intanto, siamo alle prese con un annus horribilis alle porte. Problemi esterni, inflazione che va su senza freni, i prezzi delle commodities alimentari ed energetiche che dobbiamo importare crescono senza speranza di discesa, con i partiti, sempre di più molteplici nullità, che si accapigliano come i polli di Renzo, solo per posizionarsi in vista delle varie votazioni. Mi dispiace davvero essere diventato così populista e antipolitico, ma con soggetti del genere come si fa a non esserlo. In un anno come questo, dove tutti dovrebbero solamente spingere il carro nella stessa direzione, tanto è difficile mantenerlo diritto e farlo arrivare alla meta, tutti, invece di aiutare il cocchiere, che hanno accettato di comune accordo ed a parole osannato, cercano di farlo deragliare in ogni modo. Davvero un comportamento suicida e schifoso a vedersi. L'opposizione almeno fa il suo mestiere, anche se godere nel cercare di far andare male le cose solo per accaparrarsi voti è moralmente indecente, ma è un poco più comprensibile, però minare ogni decisione dal di dentro, per me è cosa assolutamente insopportabile. 

Certo si può votare contro i 1000 euro di contanti e ritornare a 2000 come prima. In fondo è una cosa di poco importanza in sé, ma è il messaggio quello che conta: Noi siamo il partito che protegge gli evasori, state tranquilli, votate noi e avremo sempre un occhio di riguardo verso chi evade le tasse, ci sarà sempre una scusa per proteggere i ladri, tranquilli, ed è così che si va su nei sondaggi, chi è che ama pagare le tasse! Già, inoltre ci saranno quelle inutili, anzi dannose porcherie di referendum a disturbare il lavoro da portare a termine, no, bisogna anche mettere inciampi e fare sgambetti ad ogni decisione che cerca di portare a casa i soldi europei e cercare di non far avvitare il paese in uno scivolo verso l'abisso. Draghi non può neanche mandarli tutti affancxxx, anche se di certo lo vorrebbe e lo meriterebbero. E' un servitore serio dello stato e fa quello che per cui è stato messo lì, potrà anche sbagliare ma intanto è l'unico che cerca di fare. Poi alla fine tutti si chiederanno come mai la gente non va più a votare, certo sbagliano, ma porca miseria, come fai a resistere di fronte a tanta pochezza, incapacità dei supposti onesti, perfidia dei mestieranti, miserabilità degli infingardi, inanità dei parolai, accidia dei calcolatori di voti, disinteresse di tutti per le necessità del paese. E anche tutti i lobbisti di parte, che chiocciano solamente per spillare quattrini per le loro spesso solo supposte disgrazie in un assalto alla diligenza che chiede solo soldi, soldi, soldi come dice Mahmood, l'unico profeta riconoscibile di questo tempo di metaverso. 

Il tutto senza pensare che lo stato non è un ente superiore che i soldi li prende da un grande mucchio che sta alle sue spalle e le ditribuisce magnanimo a chi decide o che lo convince di essere meritevole o bisognoso in quel momento. No, i soldi, lo stato, se li dà a qualcuno, li DEVE prendere a qualcun altro, ma nessuno vuol capire evidentemente che bisogna identificarlo quel qualcun altro. Però tutti vogliono essere nel gruppo di chi li prende e nessun lobbista vuole essere in questo secondo gruppo, mentre la gente sotto il palco che grida bravo, bene, bis, nenche lo capisce questo e pensa che i soldi vengano giù da una cornucopia sempre piena che vomita monete d'oro e basta mettersi lì a raccoglierle. Ricordatevi che se si dà un euro a qualcuno, bisogna nello stesso momento dire a chi lo si prende, chiaro? E' una persona fisica, che si deve convincere a darlo, se no, non funziona niente. Preparatevi ad un anno difficilissimo, sempre che non scoppi un conflitto di grandi proporzione, di fronte al quale tutto il resto è una stupidaggine. Ma anche in caso di solo mantenimento di una tensione alta, sarà un gran problema tenere la barra dritta ed arrivare in un porto sicuro. E' finito il periodo dei pasti gratis, qualcuno deve cominciare a pagare, bisogna decidere senza infingimenti, chi e come, per andare avanti. E se pensate: so ben io dove andare a prendere i soldi che servono, a questi , a quelli, gli sprechi, i ladri (gli altri), a tutti meno che a me che ne ho già dati tanti, vuol proprio dire che non avete capito niente. Poi se siete convinti che i partiti si disperino perché la gente non va a votare, non avete capito niente di nuovo. Si disperano solo se votano altri invece di loro. Per il resto,basta che vadano a votare 1000 persone, il giorno dopo ci sarà quelche commento compunto e poi chi se ne frega, dopo due giorni tutto dimenticato tanto l'elezione vale lo stesso.


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sabato 19 febbraio 2022

L'incubo continua

Mercenari - dal web


 Certo che si pensava che ormai tutto fosse risolto, io per primo. Avevano vinto tutti, Putin che prendeva in giro gli USA chiedendo a che ora doveva attaccare e che con nonchallance, dice al nostro Giggino di salutare l'amico Silvio; Biden che a forza di dire che gli altri stavano per far partire l'invasione, con cronaca puntuale di tutti i movimenti, dimostrazione di efficienza tecnologica; gli Ukraini in mezzo, che non sanno più da che parte sbattere, dai poveracci alla fame, ai nazisti che fanno come sempre più casino possibile all'insegna del tanto peggio, tanto meglio, da una parte a dire agli USA di stare calmi che a forza di al lupo al lupo, se ne vanno i capitali della loro disastrata economia, essendo uno stato talmente sbandato da non riuscire a stare in piedi da solo senza aiuti, peggio di una repubblica delle banane; godevano e continuano a godere solo i mercenari di entrambi le parti, continuando a mietere i  frutti purulenti del loro lurido lavoro. Invece ecco che i principali attori non si accontentano del risultato raggiunto. Avrebbero vinto tutti, ma fino a un certo punto. Così Putin insiste, spingendo ancora piu' a fondo e facendo la figura del furbastro inaffidabile, proseguendo con gli attacchi informatici, spostando le truppe invece di ritirarle e mostrando la sua evidente volontà di spingere a fondo sulla definitiva conquista dellUkraina o quantomeno parte di essa. Biden insiste invece con le minacce di fortissime ritorsioni, interessato soprattutto al definitivo blocco del Northstream 2. 

L'Europa, che piu' di tutti ha da perdere in questo braccio di ferro, continua a mostrare compattezza ufficiale a sostegno del socio atlantico, ma sotto sotto tutti friggono per tenersi fuori il piu' possibile, suscitando lo stesso fastidio nei due contendenti principali per le stesse motivazioni. Insomma, tutto potrebbe accadere, dal peggio assoluto, con una esplosione di un conflitto globale, ad una sistuazione persistente di guerra tiepida e localizzata, in cui operano sul terreno solo i comprimari, con grande gioia dei mercenari e dei commercianti di armi. Adesso cominceranno gli incidenti veri e falsi, provocati e subiti da entrambi i contendenti, per mantenere viva la tensione, con un po' di bambini e donne morti, meglio se coi gas, tanto per fare piu' orrore e suscitare maggiori reazioni o per provocare decisamente un conflitto deciso. Putin lo vuole e lo ha dimostrato facendo richieste che già sapeva irricevibili e mostrando tutta la sua forza definitivamente dispiegata attorno al terreno di  battaglia. Biden lo vuole per mostrare nella sua estrema debolezza interna, di avere le palle e di essere comunque la potenza mondiale numero uno incontrastata e continuare a mantenere isolata la Russia rispetto ad una Europa sempre meno controllabile. Questo stato di fatto purtroppo inoppugnabile e difficilmente risolvibile  continuerà temo a lungo, rimanendo uno dei principali freni alla ripartenza economica di cui abbiamo tutti tanto bisogno e che nasconderebbe le mancanze fatte e le incapacità delle scelte politiche. Per noi in particolare non ci voleva proprio, ma dei nostri problemi magari ne parliamo domani.


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