sabato 23 settembre 2023

Casualità


A volte emergono dal passato fantasmi lontani dei quali evidentemente mantenevi una traccia in un lontanissimo angolino della tua mente consunta e credevi ormai irrimediabilmente perduti, fino a quando una casualità assolutamente bizzarra ed impensabile, una congiunzione astrale davvero difficile a verificarsi, le ricrea davanti ai tuoi occhi increduli e ricostruisce un mondo lontano ed ormai scomparso per sempre. Ecco qua, qualche giorno addietro, incontro due care amiche del tempo che fu, allaccio di un'infanzia vissuta in un altro secolo a tutti gli effetti e per assoluta casualità ecco che da un cassetto salta fuori una collezione di cartoline che il padre di una di loro, ha messo insieme in una vita intera. Tutte rappresentavano vedute del nostro paesello nel quale, bambini, trscorrevamo a casa dei nonni, quella che un tempo si chiamava la villeggiatura. Decine e decine di cartoline, puntigliosamente ordinate per data, che raffiguravano aspetti diversi di Valle S. Bartolomeo, una delle frazioni alessandrine. Alcune risalgono addirittura ai primi anni del '900 e per la maggior parte, come dicono i collezionisti, rigorosamente viaggiate. Già, perché il bello della cartolina è che, al di là della illustrazione che spesso, essendo tematica, riporta con piccole varianti, lo stesso tema all'infinito, anche se trattandosi di un paesello ne puoi apprezzare i piccoli cambiamenti temporali, che ti rammentano su quale panchina ti sedevi sulla piazza, il piccolo messaggio scritto sul retro della stessa, racconta una storia di un tempo lontanissimo che suscita tenere considerazioni e spesso fa immaginare storie ormai svanite. 

Bene, potete dunque pensare quale sia stato lo stranito stupore del ritrovamento di una di queste cartoline spedita da me stesso tredicenne, nel 1959, quasi sessantacinque anni fa, alla mia professoressa di matematica delle medie, la anzianissima, così almeno mi sembrava allora, signorina Trucco Carolina, un nome che la descriveva appieno, con la quale le auguravo buone vacanze. Di certo la cosa era stata ispirata dalla mia mamma attentissima alle relazioni scolastiche, che curava in ogni loro aspetto. Questa straordinaria professoressa, che oltre ad insegnare nelle nostre scuole medie, viveva a Boscomarengo, avendo dedicato tutta la vita ai ragazzi dell'istituto correzionale che aveva sede nell'attuale complesso di S. Pio V, aveva la capacità di rendere la matematica, materia assai attrattiva a noi teste quadre e sono certo che l'interesse che ha sempre suscitato in me fosse dovuto proprio a lei. Era piccolissima e magra, sempre vestita di nero, con camicette di pizzo accollatissime, che ricordo avvicinarsi alla cattedra imbracciando il registro di classe e poi, davanti alla lavagna munita di gessetto e cancellino, che riempiva all'infinito di espessioni da risolvere. Così pensate alla assoluta sorpresa e all'emozione che ho avuto nel ritrovare questo reperto, approdato lì, per assoluta casualità, trovato probabilmente su una bancarella dove era finita, quando alla morte della mia cara prof, avevano smantellato i suoi poveri averi. Le cose che lei aveva evidentemente religiosamente conservato, le tracce dei suoi ragazzi che le avevano fatto compagnia fino alla fine e che come per tutti noi, dopo, vengono disperse nel vento. Una grande emozione, vi assicuro, anche io in fondo, nel mio piccolo sono umano.




 

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