martedì 19 settembre 2023

Recensione - W. Smith - Come il mare

 

Avanti con l’avventura con Wilbur Smith, assolutamente un classico del genere, con questo libro che mi si dice essere uno dei suoi migliori. Pur essendo uno dei maestri della letteratura di consumo, bisogna dire che è sempre uno che si lascia leggere con un certo gusto e rimane in ogni caso un ottimo artigiano che sa fare il suo mestiere di produttore di libri che i suoi cultori attendono come bibbie. Ovviamente mai meno di 500 pagine così perlomeno ha la sensazione di aver speso bene i tuoi soldi. Questo lavoro risale nientemeno che a quasi cinquanta anni fa, dunque il fatto che non sembra risentirne, è prova ulteriore che insomma, il nostro è uno che sa fare il suo mestiere. Per averne una ulteriore prova, vi sottolineo che non so quanti siano gli scrittori capaci di tirare avanti la descrizione di una tempesta marina per quasi cento pagine senza far cadere di noia qualunque anche ben disposto lettore. E qui ce ne sono addirittura un paio. Già perché la storia si svolge quasi completamente sul mare e questo è il tema di fondo che fa da quinta alla storia e dalla quale si evince anche che l’autore è uno che di mare se ne intende. Certo lo stile di cinque decenni fa si sente, tutto è estremizzato, superlativo, inavvicinabile. Le donne tutte bellissime, anzi di più, con pelle color del miele, sensualissime, irresistibili, gli uomini parimenti. La sensazione è proprio questa che tutto è sempre esagerato, senza mai ricadere neppure per un attimo nella normalità. Mai che ci sia un tramonto o un’alba di caratteristiche anonime, tutto talmente spettacolare da rimanere a bocca aperta, anche il marinaio che ne ha già visto di uguali a migliaia. I cattivi sono talmente cattivi che non si riesce neppure ad averne un po’ di comprensione umana, mentre i buoni sono anche intelligentissimi, coraggiosissimi e ça va sens dire sensualissimi. Le aragoste si sprecano ma solo all’armoricaine e per i vini solo etichette di altissima classe. Ci sta, l’avventura inoltre si svolge nelle acque antartiche e successivamente nel Caribe, per cui il palcoscenico non ha bisogno di ulteriori magnificazioni. Insomma un classico del genere. Almeno un giorno di passatempo garantiti senza sorprese, al tempo tutte le avventure finivano bene.


Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:




Nessun commento:

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 116 (a seconda dei calcoli) su 250!