Avanti con l’avventura con Wilbur Smith, assolutamente un classico
del genere, con questo libro che mi si dice essere uno dei suoi migliori. Pur
essendo uno dei maestri della letteratura di consumo, bisogna dire che è sempre
uno che si lascia leggere con un certo gusto e rimane in ogni caso un ottimo
artigiano che sa fare il suo mestiere di produttore di libri che i suoi cultori
attendono come bibbie. Ovviamente mai meno di 500 pagine così perlomeno ha la
sensazione di aver speso bene i tuoi soldi. Questo lavoro risale nientemeno che
a quasi cinquanta anni fa, dunque il fatto che non sembra risentirne, è prova
ulteriore che insomma, il nostro è uno che sa fare il suo mestiere. Per averne
una ulteriore prova, vi sottolineo che non so quanti siano gli scrittori capaci
di tirare avanti la descrizione di una tempesta marina per quasi cento pagine
senza far cadere di noia qualunque anche ben disposto lettore. E qui ce ne sono
addirittura un paio. Già perché la storia si svolge quasi completamente sul
mare e questo è il tema di fondo che fa da quinta alla storia e dalla quale si
evince anche che l’autore è uno che di mare se ne intende. Certo lo stile di
cinque decenni fa si sente, tutto è estremizzato, superlativo, inavvicinabile.
Le donne tutte bellissime, anzi di più, con pelle color del miele, sensualissime,
irresistibili, gli uomini parimenti. La sensazione è proprio questa che tutto è
sempre esagerato, senza mai ricadere neppure per un attimo nella normalità. Mai
che ci sia un tramonto o un’alba di caratteristiche anonime, tutto talmente
spettacolare da rimanere a bocca aperta, anche il marinaio che ne ha già visto
di uguali a migliaia. I cattivi sono talmente cattivi che non si riesce neppure
ad averne un po’ di comprensione umana, mentre i buoni sono anche
intelligentissimi, coraggiosissimi e ça va sens dire sensualissimi. Le aragoste
si sprecano ma solo all’armoricaine e per i vini solo etichette di altissima
classe. Ci sta, l’avventura inoltre si svolge nelle acque antartiche e
successivamente nel Caribe, per cui il palcoscenico non ha bisogno di ulteriori
magnificazioni. Insomma un classico del genere. Almeno un giorno di passatempo
garantiti senza sorprese, al tempo tutte le avventure finivano bene.
martedì 19 settembre 2023
Recensione - W. Smith - Come il mare
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