Un bel libro di questo che annovero ormai tra i miei autori preferiti, un giornalista poeta, un grande viaggiatore che riesce a cogliere l'anima dei luoghi che attraversa, dipingendoli con un pennello lieve, ma che scava in profondità. Questo lavoro, che raccoglie il racconto di sei viaggi in quella Mitteleuropa che gli appartiene per nascita e per sentimento, ci racconta questo vicino oriente, da noi generalmente neppure percepito come tale e che invece è proprio il confine aperto verso quello immaginifico e lontanissimo. I racconti sono stati scritti alla fine del millennio, oltre venti anni fa, alla fine del decennio della mattanza balcanica, la prima guerra in Europa, quella che non pensavamo possibile e che ha aperto la strada alla possibilità di quanto è accaduto in seguito e di chissà cosa ancora accadrà. Sono viaggi lenti, in bicicletta o coi treni locali o lungo i fiumi su di una piccola chiatta, proprio per cercare di assorbire la vera realtà dei luoghi attraversati e soprattutto per toccare con mano il sentire della gente. Da Trieste a Vienna, da Berlino a Istanbul, da Trieste a Kiev, da Budapest al Mar Nero. Alle sue spalle, lontani, gli ultimi colpi di quelle cannonate che hanno distrutto la nostra verginità di moderni Europei. Uno spostarsi da un paesino all'altro, femandosi nelle locande a bere birra e, mangiando spiedini e polpette, incontrando gente col taccuino in mano e una matita. Un po' quello che dovrebbe fare il viaggiatore vero. Quello che cerca di capire. Se amate il viaggio di per se stesso, vi piacerà.
domenica 18 febbraio 2024
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