mercoledì 14 febbraio 2024

Cronache di Surakhis 105 - Il nuoovo corso

dal web
 


La grande sala della residenza di piacere era immersa nella penombra. Dopo il movimento della sera precedente, Paularius aveva riposato per qualche ora, sfinito dal lavorio incessante in cui le multivulvate di Riegel, fatte appositamente arrivare attraverso conoscenze in ambasciata, senza aver passato le forche caudine dell'immigrazione, che era diventata sempre più severa, da quando era iniziato il nuovo corso. si erano prodigate. Da qualche mese infatti era stato inaugurato il nuovo sistema di riconoscimento facciale, con il quale, un accurato sistema di droni individuava automaticamente chiunque sbarcasse sul pianeta e, non riconoscendolo lo inceneriva all'istante. Certo poi, nella realtà il sistema non funzionava ancora benissimo e gli ingressi clandestini erano raddoppiati, nell'ultimo anno, ma che ci vogliamo fare, nessuno è perfetto e tra gli annunci e la realtà, la distanza è sempre grande e poi si sa che son cose che servono soprattutto ad aumentare il consenso, anche se Paularius era sempre stato convinto che un bell'inceneritore automatico in cabina elettorale che agisse in conseguenza del cosiddetto voto "sbagliato", era sempre stata la soluzione più efficace. In fondo era piuttosto sereno e poteva permettersi di ammirare nel dolce deliquio postcoitale, le sfumature di verde che dipingevano con tocchi pastello le nuvole di cloro, che si mischiavano piano a quelle color nocciola che salivano lente, dietro le immense vetrate del salone, dalle ciminiere delle ecologiche centrali a merda di ultima generazione, costruite dentro le mura della capitale. 

Gli venne un moto di riso a pensare al grande successo avuto dal partito ecologista nazionale, quando erano riusciti a convincere il popolo della svolta green che aveva portato alla costruzione di quelle nuove centrali ad energia circolare, dove gli abitanti fornivano tutte le loro deiezioni giornaliere, ogni mancanza era punita con la deportazione alla stazione espianto organi, e queste producevano l'energia necessaria alla città prima di essere trasformate in ottimo cibo, che gli abitanti stessi ricevevano in cambio del loro lavoro nelle miniere di pietra di Baum che intanto, avevano ripreso a funzionare a pieno regime. Certo c'era il problemino dei fumi, ma si era superato con una certa facilità puntando sulla bellezza delle sfumature di colore degli stessi che riempivano il cielo del pianeta formando una nebbiolina leggera e delicata, anche se dal profumo discutibile, ma la classe dirigente disponeva di purificatori automatici in tutte le residenze ed i lavoratori erano abituati all'atmosfera densa delle miniere, dove stavano per 23 ore al giorno, quindi si poteva parlare addirittura di un miglioramento delle condizioni. Certo l'introduzione della schiavitù obbligatoria per tutti aveva rappresentato un bel passo avanti per i lavoratori. A lungo richiesta dai sindacati, sempre negata, era stata finalmente introdotta, assicurando quantomeno il nutrimento ai lavoratori, al contrario di prima, quando si forniva il cosiddetto salario, una cifra sempre insufficiente anche a questa necessità, certo in cambio dell'introduzione delle catene fisse, ma, quante pretese; e poi, quanto mangiano questi scansafatiche! Però, cosa non si fa per aiutare la classe lavoratrice! In fondo è questa la democrazia. Avevano lavorato a lungo e con grande lungimiranza quando avevano convinto l'opposizione a fare una magnifica legge elettorale secondo la quale avrebbe governato chi raccoglieva meno voti, cosa del resto che ci veniva richiesto anche dall'Unione Galattica, dove questo sistema era ormai seguito in utti i pianeti e con successo, dunque adesso cosa si lamentano. 

Mai contenti davvero! E poi giù a protestare se non potevano dire la loro. Grazie al cielo. Il sistema dell'intelligenza artificiale, che opportunamente era stata calibrata alla fonte, inceneriva automaticamente tutti coloro che dall'esame delle espressioni facciali facevano presagire di stare per esprimere dissenso, così tutti i dibattiti olografici nei vari media di Surakhis, filavano via lisci senza grane residue, a parte dover spazzare via quel poco di cenere che rimaneva sulle sedie delle teste calde, gentaglia che voleva continuamente aprire gli orifizi e dare fiato, anche se erano proctolali Capelliani. Il pianeta non era mai andato così bene, i risultati economici erano tutti col segno più, dal mumero di schiavi in esercizio a quello degli smaltiti per cattiva produttività, i cui corpi venivano poi passati alle centrali a merda aumentandone così egregiamente il rendimento. Tutto insomma funzionava alla perfezione. Le guerre planetarie erano in fondo lontane e andavano avanti come accadeva da secoli e al di là delle rassicuranti e doverose dichiarazioni di sdegno, qualche miliardo di cadaveri in più o in meno, poco spostava nell'equilibrio naturale, altro combustibile per gli smaltitoi. Sì, qua e là, c'era ancora qualche pianeta riottoso che si permetteva forme di governo antiche ed inefficienti, in qualcuno addirittura permettevano all'opposizione di dichiarare il loro pensiero prima delle votazioni, ma era solo questione di tempo, le bandiere quadriuncinate stavano ormai sventolando su tutta la galassia, alla faccia degli Andromediani, quei saltafossi cercagrane che cercavano solamente di infilare pensieri deleteri nelle zucche delle brave persone, che avevano richiesto così tanto tempo per essere ben controllate. 

C'era da essere ben soddisfatti. Così Paularius si distese meglio, affondando nei cuscini di piume foderati di tricodermi vulvari e suonò un campanello per richiamare le massaggiatrici Riegheliane. Tremila metri più in basso, in uno dei tunnel di scavo più profondi, Haevner, un aracnide di Betelgeuse, deportato su Surakhis per debiti, cercò di tamponarsi la linfa verdastra che stava perdendo abbondantemente dall'arto mozzato dalla scavatrice, cercando di resistere fino all'abbozzo di ricrescita, mentre i compagni attorno a lui tentavano di aiutarlo. Lo portarono fino all'anfratto che era stato scavato a mani nude, per non incorrere nei controlli, in una galleria laterale, dove da qualche mese, con infinita pazienza stavano nascondento le armi per la rivolta imminente. "Tranquillo Haev, resisti, che il  momento del riscatto è vicino, per te, le  tue 24 mogli e i tuoi 12.000 figli" gli diceva Staub sfregandogli i peli addominali per attutigli il dolore. I suoi otto ocelli avevano uno sguardo carezzevole in sintonia con le empatiche relazioni dei Betelgeusiani del IV pianeta. Soffrire insieme era una dei loro insopprimibili bisogni. Così non sentì neppure arrivare i Sarkis coi visori crepuscolari accesi al massimo. Avvertirono solamente il bianco intenso delle fiammate degli inceneritori che in pochi secondi ripulirono tutta l'area. Finito il lavoro, il graduato che guidava la pattuglia si mise subito in contatto con la base di superficie. " Cercate di mandar giù al più presto, un'altra squadra di operai, se non volete perdere ancora produzione", gracchiò nel suo pesante accento Denebiano. Poi spense il phone, masticando un dito di ragno essiccato.


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