domenica 11 febbraio 2024

Passato San Remo

dal web

 

Dai, due parole su San Remo bisognerà pur dirle. Diversamente non sarebbe l'innegabile fenomeno nazionalpopolare che è, e che qualcuno, nonostante tutto, si ostina a disprezzare con frasi pesanti e asssolutamente snobistiche. Posso ancora capire chi, preso da interessi diversi e comprensibilissimi, ignori e segua le sue preferenze, ma quelli che vomitano spiacevolezze a raffica solo per il gusto di farlo, solo per voler informare tutti che loro non hanno perso un minuto dietro a queste schifezze, contraddicendosi ossimoricamente, sono evidentemente colpevoli di odio generico a prescindere e neanche si può classificare questo atteggiamento come semplice ignoranza, in generale è sintomo di voglia spregiativa dettata dal desiderio di fare emergere linee contro e posizioni di contestazione malata. Come puoi disconoscere la rilevanza di uno spettacolo che, in un tempo dove è quasi impossibile mantenere l'attenzione dello spettatore per più di 10/15 minuti e poi questa cala di colpo, riesce per cinque giorni ad incollare al televisore per sei ore consecutive, inoltre infarcite al massimo possibile di pubblicità, oltre il 70% con punte del 75% degli spettatori televisivi. Se non considerate questo fenomeno, senza scendere in particolari di contenuto, non ragionate con chiarezza. E qui bisogna dire che il merito è evidentemente del conduttore e di chi lo circonda che è riuscito a fiutare l'aria e a confezionare un prodotto che richiamasse tutte le tendenze del momento sfruttandone ogni potenzialità ed interpretando anche le sfumature del tempo. 

Avrete sicuramente notato infatti che quest'anno le asperità ed i punti di frizione, sono stati accuratamente smussati, quasi nessuna parolaccia, vestiti molto meno estremi del consueto considerando che si tratta sempre di spettacolo in cui la provocazione deve avere una sua parte importante; temi divisivi quasi snobbati, insomma un festival molto democristiano, assolutamente in linea con il nuovo andazzo di telemeloni, la cui parte politica avrà di certo apprezzato, con grande esibizione di mamme e di invitoi implicito a fare molti figli alla patria, oltre ad aver dettato le linee di base. Certo qualcosa è stato comunque concesso a tutti per un cercato e trovato benissimo cerchiobottismo utile ad aumentare i consensi. Perché il festival, assomiglia e deve assomiliare al paese che lo circonda e dare immagini di tutta l'italianità, mescolando sfumature patrie a temi sociali sentiti, a fermenti che arrivano dal basso, fino a contestazioncine e borborigmi vari ma popolari e non troppo disturbanti, meglio se folkloristiche. Naturalmente anche quest'anno emergono qua e là i classici conati dei soldi del contribuente buttati, ma è evidente che questi soloni, tranne forse pochi, non sono degli imbecilli,  che non riescono a capire che questa è una delle pochissime, anzi la più riuscita, operazioni commerciale che, al contrario porta a casa tanti benedetti soldini per l'Ente che ne ha tanto bisogno, tanto utile al limite, proprio per ridurli gli oneri al contribuente. Inoltre considerate che tutto il carrozzone Rai ci campa non solo per questa settimana, ma anche molto nelle settimane precedenti e per almeno un paio delle successive e quindi i costi, sempre assai inferiori all'incasso pubblicitario ottenuto (si parla di una ventina di milioni contro cinquanta, anzi sessanta dall'ultimo conteggio visti gli ascolti, già si paga in base a questi, sapevatelo), si spalma su moltissime ore di programmazione. 

Ma lo sanno anche loro, solo che è una canzone acchiappagonzi che nella narrazione ci sta. Il festival riesce ad abbracciare tutto ed il contrario di tutto pur che se ne parli. Ma veniamo alla musica che è poi la parte fondativa dello spettacolo. Anche qui bisogna dire che il conduttore ha saputo con intelligenza a radunare con il piacere generale, tutte le tendenze del momento e quelle del passato che grazie al loro valore hanno resistito nel tempo, creando un mix molto ben assortito che ha saputo soddisfare un po' tutti i gusti. La cinquina finale ha poi appunto radunato senza troppe grandi sorprese, un po' il meglio del progetto, certo qualcuno meritevole è rimasto fuori, ma ci sta, naturalmente i posti erano solo cinque. Un esame approfondito fa emergere anche il fatto che sono i talent ed in particolare Amici, le scuole che fanno emergere i talenti musicali oggi, basta contare quanti partecipanti arrivano proprio da lì. Il mix presentato dimostra che ormai il rap e il trap, non sono solamente mode prive di significato, ma modi di espressione che hanno il loro interesse artistico e di contenuti, poi naturalmente di tutta la massa di materiale, come è ovvio, molto, generalmente il meno valido, sarà dimenticato nel tempo e poco, normalmente il meglio, rimarrà e ce la ritroveremo tra molti anni, come accade oggi per la produzione del passato. Tutto secondo le regole dunque. Dunque niente critiche. Ma ci mancherebbe! Ovviamente c'è la pesantezza dovuta agli obblighi pubblicitari che pure si è cercato di variare e mascherare con siparietti appositi. Poi, io punterei il dito sulla presenza assolutamente inutile e sprecata degli sportivi, che non solo non hanno aggiunto nulla allo spettacolo ma sono in realtà risultati spesso di imbarazzante presenza, vedi la Brignone, Bagnaia o la marchetta a cui ha dovuto sottoporsi la Kostner. Solo Ibra è stato sfruttato per quel poco che può dare, per il resto sarebbe stato meglio evitare, a mio parere. 

Anche le polemiche, aspetto importantissimo per l'equilibrio festivaliero, sono state poche e subito sedate, i trattori, il filonapoletanismo dei voti e fin troppo poco altro. Sul fatto Travolta, sospendo il giudizio, perché se di primo acchito potrebbe apparire come una colossale belinata e una caduta di stile terribilmente mal riuscita e tale da far cascare le braccia al critico più indulgente, a mente fredda bisogna ragionarci su. E' molto difficle che uno staff così professionale e capace, visto il resto e gli anni di esperienza, non abbia rilevato la pochezza della cosa, che naturalmente era, come ovvio, prevista nei minimi particolari, conosciuti da tutti, essendo stata provata per ore precedentemente. La ditta scarparia, poi aveva strombazzato comunicati da giorni e infatti sta ancora festeggiando il successo che non avrebbe certo potuto avere in assenza delle polemiche succedutesi, anzi. Che la stessa RAI abbia fatto finta di ignorare, mi fa ballare un occhio, pur non essendo di natura un complottista. Se è come penso, credo che anche in questo caso siano stati geniali, combinare una cosa talmente banale ed imbarazzante da costringere tutto il parterre a parlarne per giorni, come desiderato! Straordinario, visti i risultati. Poi intanto non lo sapremo mai. Vi do anche le mie preferenze posto che vi interessino. La serata più riuscita quella delle cover dove sono stati grandi Il volo, Geolier, Ghali e i Santi Francesi. La cinquina finale mi sta bene, anche se sono rimasti fuori Berté, Diodato, Mahmood, Amoruso e Mannoia, ma cinque erano. Dunque a conclusione anche quest'anno possiamo archiviare la grande messa cantata dello spettacolo popolare italiano, grazie a dio venduto e graditissimo in tutto il mondo, ce ne fossero dunque e siccome ne abbiamo parlato già anche troppo, possiamo tranquillamente passare ad altro. 



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