sabato 10 febbraio 2024

Trattori e forconi

dal web

 

Fatemi dire due parole sui trattori/forconi che dir si voglia, visto che mi tirano per la giacca, anche se af a ccio parte di una sparuta minoranza, che ritiene di conoscere un poco l'argomento avendoci lavorato, destinata a sprecar parole al vento e al limite, a prendersi un po' di insulti, dalla maggioranza di antivax, scie chimiche e sapienti vari del wb. Dunque il discorso sarebbe così lungo che ci vorrebbero decine di post al riguardo ma cercherò di sintetizzare al massimo. Partiamo da alcuni assiomi che vanno premessi e costantemente ricordati, se no il discorso non viene capito e non andrebbe neppure incominciato. 1 - Il mondo è pesantemente sovrappopolato (8.mld) e in costante aumento per almeno altri 100 anni. 2 - Dal punto di vista etico bisogna tendere a nutrirli tutti almeno a sufficienza. 3 - L'uomo inquina perché vive, anche se può cercare di contenersi e il pianeta ha un limitato potere tampone per sopportarne solo  una piccola parte. 4 - L'agricoltura è l'attività umana più contro natura esistente (ci vorrebbe un post intero per spiegarlo). 5 - Il clima sta cambiando sicuramente, in parte (ma nessuno ha ancora detto in quale percentuale, dati alla mano) a causa della presenza umana e delle sue attività. 6 - Tutti i tentativi proposti al momento per arrestare questo andamento, sono velleitari, totalmente insufficienti, in generale inutili o addirittura controproducenti, ma propagandati e seguiti solo per infingardo greenwashing da parte delle aziende (demonizzate invece per altre cose) e per accondiscendenza politica che necessita di accalappiare voti ad una popolazione ingannata dai masanielli di turno. 7 - Le sole cose che potrebbero avere una qualche efficacia, sono un successo nella ricerca sulla soluzione definitiva ed efficiente della fusione nucleare (e qui dovrebbero essere indirizzati tutti gli sforzi) e forse e dico forse, la piantumazione nelle zone marginali di almeno 1000 trilioni di alberi a rapido accrescimento (ma attenderei dati e studi seri al riguardo) oppure, extrema ratio, un virus che eliminasse il 90% di quegli 8 mld di cui sopra. 

Stabiliti questi assiomi, veniamo all'agricoltura, vexata ultima quaestio. I contestatori sui trattori stanno facendo una operazione esclusivamente politica spinta dall'estrema destra in vista delle prossime elezioni europee, prendendo spunto dai problemi agricoli. La testimonianza di questo viene dal fatto che le rivendicazioni, molto fumose, sono generalmente opposte tra loro e sempre contradditorie, ma hanno alla base un antieuropeismo, proprio della loro appartenenza politica. Si dichiarano green, per essere accettati dal mood popolare. parlando di gente che ama soprattutto la terra, l'agricoltura dei bei tempi andati, di essere i difensori della sostenibilita e così via, poi le richieste riguardano l'abolizione della legge contro gli antiparassitari e di quella sul set aside obbligatorio del 4% e nessuno rileva il controsenso. Le altre richieste tuttavia sono indirizzate soprattutto ad avere contributi, contributi e ancora contributi, eliminazione di tasse, l'instaurazione di dazi sulle importazioni e via di seguito. Non è neanche vero che siano da condannare su tutto. Ad esempio hanno piena ragione sul discorso degli antiparassitari e sull'indirizzo dell'UE che vorrebbe portare al 25% le coltuire cosiddette bio e bene fanno a dirlo e a sostenerlo. La gente non ha capito quasi nulla sul problema degli antiparassitari e sulla difesa delle colture e non si rende conto che senza antiparassitari, di mele o di fragole sane non ne mangerebbe. Li vorrebbe abolire perché li hanno convinti (spesso interessatamente) che sono fortemente cancerogeni e questa parola spaventa sempre, magari mentre stanno allegramente fumando e trincando alcool, o mangiando polenta bio, ma carica di micotossine, quelle sì davvero cancerogene, senza capire, primo che sono obbligatoriamente necessari, secondo che il primo interesse degli agricoltori è quello di utilizzarne il meno possibile, perché costano, terzo che vengono continuamente migliorati quanto a pericolosità e quantità mirata e quarto infine che in Europa e ancor di più in Italia questo aspetto è controllatissimo e con parametri talmente limitanti, che per avere qualche sospetto di pericolosità bisognerebbe consumare tonnellate di derrate al giorno.

Nel comune sentire, l'agricoltore è un vecchio dalle mani callose con la marra sulla spalla. che conduce una magra vaccarella al pascolo, vessato dalle perfide multinazionali e dall'Europa matrigna e questo piace tanto al ragioniere bancario che aspirerebbe alla casetta in campagna. Quella stessa Europa che per decenni ha riversato la maggior parte del suo budget annuale in sovvenzioni spesso inutili o contradditorie tra loro (per abbattere le vacche, per aumentare le vacche, per togliere le viti, per rimettere le viti, ecc.) per mantenerli, dato che in un mercato libero e gestito dalla concorrenza, non esisterebbe più neanche un agricoltore in Europa. Naturalemente anche questo sarebbe un errore, ma nella realtà si è sempre provveduto a sovvenzionare pesantemente questo settore, creando anche storture e soprattutto opportunità per truffe colossali, perché dove c'è contributo c'è truffa. A titolo di esempio, quando veniva dato il contributo per le superfici coltivate a grano duro, in Sardegna questi erano stati richiesti per una superficie superiore alla Sardegna tutta. E all'estero non erano da meno, basta ricordare la famosa truffa dei maiali in Irlanda che caricati su un camion continuavano ad attraversare le frontiere tra Eire e Ulster, prendendo contributi ad ogni passaggio, o lo scandalo dei contributi sulla  soia, per non parlare delle porcate fatte da noi sulle quote latte, in cui si sono distinti gli allevatori padani, ovviamente sostenuti da partiti pronti a cavalcare l'illegalità e il furto pur di avere un pugno di voti in più. Insomma la grande lotta degli agricoltori è: dateci contributi, toglieteci tasse e bloccate le importazioni, dimenticando che l'Italia e ovviamente l'Europa non produce neanche la metà di quello che consuma e che per forza deve importare derrate da qualche parte. 

Questo punto poi, viene enfatizzato con l'aspetto che ogni paese dichiara la sua produzione come la migliore e più qualitativamente valida su tutte le altre, cosa che già si contraddice da sola. Da noi il made in Italy, è ovviamente il top, ma se traversi la frontiera e vai in Francia il meglio è il made in France. Allora qual è il migliore? Se il prodotto italiano è il migliore, come fa ad esserlo anche il francese o il belga o lo spagnolo? Naturalmente questo piace molto al popolo identitario e beota e le stesse multinazionali condannate per i motivi sbagliati, ne fanno bandiera (sbagliata) ma in questo caso approvatissima dalla folla che osanna il grano italiano, meglio se antico, altra bufala terrificante, ma che ha molta presa sul popolo. Sulla messa a riposo del 4% delle terre, bisogna dire che questa era una correttissima pratica agronomica valida da sempre, che proprio dagli amanti del green vero dovrebbe essere gradita, il fatto che ovviamente ha un piccolo costo, e questi che contestano vorrebbero girarlo a noi, chiedendo ulteriori contributi. (La pratica era già in vigore da decenni e si chiamava set aside, ma tanto per cambiare era coperta da contributo e quindi accettatissima, ma adesso senza contributo non va più bene neanche agonomicamente). 

L'agricoltura in Europa ha dei problemi? Certo. Ma quali sono. Non quelli propugnati  dai trattori o da quelli che pensano di sostenerli tra il popolo, con la sindrome del ragioniere di banca che brama solo di stare in campagna a coltivare l'orticelllo familiare e si coccola un pomodoro, che se facesse i conti gli costerebbe 50 € al chilo e che pensa che quella sia agricoltura vera. Quello è hobby da cagamaretti con la bocca a cul di gallina che dirime sulla differenza organolettica tra grani duri che va lasciata ai ricchissimi che ne fanno un punto distintivo (ed è giusto che ci sia chi commercialmente ne approfitti), lasciando a questa gente (e approfittandone commercialmente) la fuffa, quando non truffa del biologico, vero nemico del green vero e che se espanso raddoppierebbe (vista la logica minore produttività) la necessità di terreni agricoli da consumare. L'agricoltura vera, quella deve pensare solo a sfamare 8 mld di persone, perché è cosa giusta e necessaria, è solo quella molto intensiva, (sì anche gli allevamenti), molto di più di quella attuale, molto avanzata tecnologicamente, tesa con mezzi moderni a meglio utilizzare inderogabili antiparassitari, concimi "artificiali", consumi di acqua e soprattutto ricerca in miglioramento genetico delle piante (certo soprattutto OGM). Perché magari non lo sapete, ma nessuna pianta o animale attualmente utilizzato dall'uomo in agricoltura esisterebbe se l'uomo stesso in 10.000 anni non lo avesse modificato piegandolo alle sue necessità (per produttività, qualità, resistenze,ecc.) e alcune non resisterebbe neppure per una generazione senza l'intervento umano. Fatevene una ragione. Eppure ho letto un fondo sul giornale di un noto scrittore che magnificava i tempi bucolici della agricoltura del bue, dichiarando che l'agricoltura è finita proprio quando sono arrivati quei trattori che oggi sfilano per le strade. E' proprio vero che tutti hanno diritto di parlare.

Quindi i trattori ed i forconi, hanno nella maggior parte delle loro richieste torto marcio ed è sbagliato per la comunità pretendere di produrre sempre meno con prezzi più elevati per avere un reddito accettabile a danno del consumatore, o perché paga direttamente o perché deve sostenere i contriburti con le sue tasse. Anche se il popolo non ci pensa e si schiera dalla parte dei poveri contadini (agricoltori rappresenta già una fascia più alta) anche se vi ricordo che ognuno di quei trattori che sfila con un povero contadino a bordo, costa attorno ai 100.000 € o più. L'agricoltura, insisto quella vera, è una attività economica e risponde ai meccanismi economici. Per dare un reddito corretto deve rispondere a criteri economici sani, non solamente basati sui contributi, droga spesso dannosa, e il male dell'agricoltura italiana è che è ancora scarsamente produttiva ad esempio con aziende troppo piccole (media di 11 ha), esattamente il contrario di quello che pensa la gente, che esalta invece le stupidaggini del vecchio con le mani callose che zappa un terreno duro e arido, di cui sopra. Così penso di essermi fatto abbastanza nemici, ma intanto io non devo né portare a casa voti, né ho niente da vendere, quindi posso anche accettare una buona dose di shit storm che tra l'altro è buona pratica se effettuata proprio da quei trattori con annesso carro spargiletame. Scopro di essermi dilungato troppo e quindi l'attenzione dei miei lettori sarà scemata a zero già dopo il primo capoverso, ma pazienza. Pensate che per spiegare dettagliatamente ogni mia affermazione ci vorrebbero almeno dieci post come questo. Quindi direi che per oggi basta così.

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