|
La moschea al Hamuda |
|
Mercato dei fieni |
La cittadina sembra semideserta se giri appena per le sue stradine polverose. Tra le case, quasi tutte nuove o appena ridipinte, trovi qua e là un area occupata da muraccioli di argilla cruda caduti, dei quali rimangono soltanto spuntoni grigi dilavati da antiche piogge e cumuli di pietre ammonticchiate negli angoli. Sono le tracce del vecchio volto della città che a poco a poco vanno scomparendo per essere sostituite da quella nuova, più moderna e confortevole. Per le strade, adesso che è quasi mezzogiorno e il sole è dritto sule nostre teste, non c'è quasi nessuno; tutti hanno cercato la pace all'interno delle case, dove ronzano i condizionatori del nuovo millennio. Soltanto in una grandissima piazza, sede evidentemente di mercato, c'è qualcuno in sosta, auto e grossi camion carichi di fieno ed erba secca, merce molto commerciata in questo luoghi, dove il poco bestiame si aggira in perenne ricerca di qualcosa da ruminare. Sul cassone aperto di qualche pickup sono offerte merci alimentari, sacchi di datteri di diverse fogge e qualità, inclusi quelli di scarto riservati appunto al bestiame. Qualche capra gli fa la posta, ignorata dal venditore assonnato. Sotto una tettoia c'è anche qualche animale in attesa di essere venduto, ma le contrattazioni languono sotto il sole cocente; c'è poca gente, in fondo non è giorno di mercato. Lontano, dove finisce la piazza, una serie di bidoni disegnano una specie di pista segnata a terra.
|
La scuola guida |
Due auto si aggirano tra di essi con uno stretto slalom, è una scuola guida. Anche il beduino deve adattarsi e abbandonare inevitabilmente l'asino e il cammello, per passare al SUV, più pratico e veloce. Il resto della città sembra addormentata dal calore, che qui non è temperato neppure un po' dalla brezza del mare. Tra le case, ecco sorgere il gioiello di Jalan Bani Bu Ali, la sua antica e curiosa moschea, presente qui fin dalle origini dell'Islam e che mostra la sua forma attuale da oltre cinque secoli. In effetti la costruzione, che richiude completamente un ampio spazio quadrato, presenta una anomala copertura di 52 cupole, una per ogni settimana dell'anno ed è priva di minareto, con una struttura simile a certe antiche moschee delle oasi interne algerine. Nel cortile, un gruppetto di operai si arrabatta attorno a mucchi di sabbia. deve essere incorso un'opera di manutenzione straordinaria sulle pareti esterne, perché è presente anche l'Imam. Il nostro Rachid interviene e ci viene così dato eccezionalmente il permesso di entrare all'interno dell'edificio. Bisogna ricordare che in Oman l'unica moschea visitabile a scopi turistici è quella di Muscat, che, data la sua ricchezza e grandiosità, vuole rappresentare comunque un biglietto da visita della potenza e dei fasti del Sultano. Comunque, bardate acconciamente le nostre donne, entriamo nell'edificio, adesso completamente deserto.
|
Il falaj per le abluzioni |
Nel piccolo cortiletto, un falaj che arriva direttamente dall'oasi, porta un rivolo d'acqua per le abluzioni rituali, poi, passata la stretta porta, si entra in un interno basso e buio, scandito dal susseguirsi degli spazi sottostanti alle cupole esterne. Una serie di bassi pilastri fortemente conici dalla funzione portante, sormontati da pesanti archi dividono gli spazi in quadrati regolari. In un altra zona sono invece ottagonali i quadrati. Sul fondo il piccolo mihrab segnala la posizione della Mecca. Tutto l'ambiente apparentemente così grande dall'esterno, appare piccolo e raccolto, forse proprio per lo spessore delle mura e la poca luce che riesce a penetrare attraverso minuscole aperture. Respiri un senso di antico. La moschea di Al Hamuda rimane una delle poche testimonianze del passato omanita, eppure questa è una delle zone meno visitate in assoluto, difficilmente vi incontrerete occidentali e forse, proprio per questo, mantiene un fascino particolare. Poco più in là c'è un altro punto di estremo interesse, le rovine dell'antico castello. Vi penetri attraverso gli ampi squarci che il tempo ha provocato nelle mura imponenti. Tutto il vasto cortile interno è cosparso di detriti e cercare di raggiungere la costruzione centrale implica uno slalom su colline di terra e pietre provocate dal crollo in momenti successivi, di costruzioni interne, devastate dal tempo, dagli eventi atmosferici e dall'incuria dell'abbandono.
|
Camminamenti del forte |
Tuttavia aggirarsi per queste rovine riuscire ad entrare in queste antiche stanze dai soffitti crollati, percorrere camminamenti stretti che portano alle torri rimaste in piedi, ultimo baluardo di questa fortezza Bastiani, che permettevano di avvistare l'arrivo di un nemico che ormai di certo non sceglierà più la pista attraverso il deserto per venire ad impadronirsi della città, è un tornare indietro nel tempo, ripercorrere il rewind impossibile di una storia fatta di assalti di predoni, di grida di soldati, di lenta ed inevitabile decadenza. E' il fascino ineludibile delle rovine, che fanno sognare, magari sopravvalutandoli tempi passati e storie ormai concluse. Tuttavia, tra queste cinte potenti, giudicate forse imprendibili, in questi cortili che avranno visto evoluzioni di cavalieri bardati per le guerra, saranno risuonate grida di battaglia, clangor di armi, desideri di conquista, che il tempo ha disfatto sbriciolandoli come la sabbia del deserto, come le tracce di questo fango secco accumulato tra le pietre abbandonate, che non hanno più nulla da sorreggere. Le rovine, i muri a secco sbrecciati, i mattoni crudi in parte disciolti, raccontano un passato grande, forse, che tuttavia si è perduto nelle pieghe del tempo e che adesso, in fondo nessuno qui vuole neppure ricordare. Ora che sono tornati tempi ricchi e opimi, il passato della povertà può cancellarsi anche dalle memorie senza troppa malinconia.
|
Il mihrab della moschea abbandonata |
In fondo alla strada che percorri tra ali di case nuove che tuttavia per tradizione evidentemente mantengono ancora magnifiche porte di antico legno con complessi ornamenti in ferro battuto, un altra rovina, più piccola e quasi nascosta, quella di una antica moschea abbandonata, soltanto un paio di piccole cupole, una cinta difensiva con la sua torre antica, crollata com quelle del castello, ma sul cui muro rimasto indovini ancora un fregio di abbellimento. In ogni epoca l'uomo vuole comunque lasciare il segno del bello sugli elementi architettonici. Un suo segno di presenza culturale accanto alle necessità tecniche. Si entra da una porticina sghemba e rugginosa. All'interno vedi sulle coperture delle cupole intatte la struttura sottostante delle pietre tonde prelevate dal greto secco di lontani wadi, che l'intonacatura di argilla cruda, caduta, ha lasciato scoperte. La porta in legno ancora delicatamente istoriata, è aperta nel suo estremo segno di abbandono. I pilastri di sostegno sono possenti simili a quelli che già abbiamo visto, segno della vicinanza architetturale e storica. Sulle pareti, scritte in arabo lasciate da qualche graffitaro in vena di protagonismo, vicino al minuscolo mihrab, dove ancora è deposto a terra un piccolo e consunto tappetino di preghiera. Chissà se qualche uomo di fede viene ancora qui qualche volta, tra i fantasmi del passato, a volgere la sua fronte e le sue intenzioni nella speranza di essere ascoltato dal suo Dio, che forse un tempo ha prestato attenzione ai suoi nonni.
|
Ruderi di una antica piccola moschea |
SURVIVAL KIT
|
Il cortile della moschea |
Jalan Bani Bu Ali - Assieme alla vicina Jalan Bani Bu Hassan, fa parte di una grande oasi ai margini del deserto di Wahiba Sands nella regione al Sharqiyya. Ci si può arrivare direttamente dalla costa o con la strada di una quarantina di chilometri da Wadi Bani Khalid. Proseguendo lungo la questa strada si arriva in un altra cinquantina di km sul mare alla città di al Ashkhara. E' un itinerario poco battuto e per questo molto interessante. Da vedere il mercato (informarsi sul giorno in cui avviene quello del bestiame), la moschea al Hamuda, una delle più antiche visibili in Oman, i resti del castello e non dimenticate di fare un giro attraverso le stradine della città che presenta ancora molti ruderi delle vecchie case in argilla cruda e nell'oasi, molto grande con orti palmeti, vecchi muri a secco e la sua rete di falaj. Molto interessanti sono le antiche porte che presentano molte case in ferro od in legno intagliato. Si può mangiare in città e da qui partono piste per attraversare il deserto
|
Esterno della moschea al Hamuda |
|
Le mura |
Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare: