martedì 9 aprile 2013

Recensione: Benvenuto Presidente - R. Milani.

Si fa presto a dire che il film è un  po' troppo qualunquista e che sta dalla parte di Grillo. Intanto è davvero molto divertente e già questo sarebbe sufficiente per andarlo a vedere. Bisio è in splendida forma e conferma alcune sue altre prove d'attore, mostrando di non subire i classici limiti che molti comici da cabaret hanno quando passano dai pochi minuti dello sketch da monologhista, all'ora e mezza del grande schermo. La sceneggiatura è bene impostata e la vicenda, pur semplice, è godibile dall'inizio alla fine. Le ambientazioni splendide, non per nulla girate nella reggia di Venaria e aj Palazzo Reale di Torino. Tutto ricorda un po' i film di Salce e quelli di satira sociale degli anni '70, ma si può dire tranquillamente che si ride a pieni polmoni. Quanto al messaggio, d'accordo che si può andare su una deriva improduttiva che ti porta a criticare soltanto e poi quando ti ritrovi sulle seggiole del potere, non fai niente e aspetti solo che tutto vada in malora, come stanno mostrando di fare i grillanti vari, però non si può disconoscere che il richiamo finale fatto a tutti noi, che sappiamo solo puntare il dito sugli altri, rifiutando di riconoscere ognuno le sue, magari piccole colpe, che messe tutte assieme formano la voragine, bisognerebbe stamparlo a lettere di fuoco nella testa della gente. Di tutti quelli che ripetono a pappagallo che i problemi sono ben altri, che perché cominciare da qui, con tutti gli sprechi che ci sono, che basta auto blu invece di prendersela con quei poveretti che non fanno lo scontrino e che pure loro tengono famiglia e cosa vuoi che sia la mia casetta abusiva, che di tasse ne pago già fin troppe e dottore non mi faccia la fattura, ma lo sconto e così via. La vicenda di Peppino Garibaldi presidente per caso, è una favola divertente come quelle di Esopo, con la sua moralina di due righe alla fine, che ti fa ridere amaro fino in fondo, ma non scevra di verità. Quanto poi alle situazioni specifiche, o gli sceneggiatori sono dei preveggenti o hanno fatto qualche modifica e qualche aggiunta di attualità, almeno nei dialoghi, nei quindici giorni prima dell'uscita nelle sale, perché i riferimenti sono così attuali e centrati da lasciare stupefatti. L'unico appunto è l'aver presentato i vari politici corrotti, lestofanti, puttanieri e farabutti, forse in maniera inferiore alla ahimé dura realtà, tanto per essere un po' populista anch'io. Evvia lassateme sfogà!



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1 commento:

Laura ha detto...

Beh s' un film divertente ma non eccezionale. Andava bene per passare la serata lo scorso sabato a Sestrière Molto più bello Viva la Libertà con Servillo, argomento analogo ma girato in modo più solido e con un attore che è forse il nostro migliore del momento. Il finale è carino, certo. ma avevo già sentito Bisio su questa vena e direi in modo decisamente più incisivo nel suo intervento al festival di Sanremo. Certamente si era ispirato al film non ancora uscito ma l'aveva espresso in modo più pregnante.

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