La padellata dopo averne già consumati due bei piatti |
Il treno è arrivato in un attimo. Il tempo di assorbire due vecchiette che si lamentano di figli e nuore in caccia di eredità, ma loro erano molto vigili e mica si sarebbero fatte fregare e ecco la stazione di Ancona. Città che vale la pena di una giornata in cui comunque devi aspettare un ferry che arriva il giorno dopo di quanto previsto. Una città tutta in salita (e in discesa ovviamente) però fatta di scale gentili, che non offendono anche nel pomeriggio assolato, e poi la vista del mare che la circonda ti fa scordare la fatica. Una città vecchia fatta di vicoletti e stradine deserte che non hanno sviluppato un contesto di commercio turistico e così rimangono ancora più fascinose, con quell'antan d'antico fatto di vecchie facciate di palazzi, di chiese davvero belle come Santa Maria della Piazza, una trina di colonnine romaniche e sculture dalle suggestioni templari che meravigliano, fino alla cattedrale di San Ciriaco, altro gioiello che troneggia dall'alto sulla città intera e sui due mari che circondano il capo.
Poi la parte nuova, più ariosa, con la sfilata di palazzi fine 800, fino all'estremità del Passetto con le sue spiaggette ancora poco popolate. Un ascensore ti salva da ulteriori scale, anche se a danno del morale. Bisognerà mettere qualche cosa sotto i denti, anche per salvare la serata. Così, solidarizzando con un gruppo di tedeschi che passano il turno innalzando al cielo pinte di birra, a parziale vendetta dei gallici tifanti Uruguay, che a Menton mi avevano innervosito parecchio, ho subito una padellata per due, assolutamente sufficiente per quattro, di crostacei fenomenali e voglio specificare astice, gamberoni, scampi, fasolari, cozze, vongole e lumache di mare, annegate in sughetto rosso con qualche pacchero qua e là, tanto per darsi una giustificazione. Avrei voluto provare altri pescioloni che passavano in fianco a me, ma vi assicuro che non ci stavano più.
D'altra parte meglio fare scorta per i giorni di carestia, non si sa mai. Poi il sonno del giusto, non ce l'ho fata neppure a vedere il Brasile e stamattina, baldo e tonico, si fa per dire, eccomi al porto ad aspettare di congiungermi coi miei traghettatori. Attorno all'arco di Traiano, l'umanità varia tipica di tutti i porti del mondo. Qui però si sentono le lingue dell'Oriente a fare condimento a questa aria balcanica che spira da est. Caronte è pronto, saliamo tranquilli, circondati da gente che forse questo tragitto lo ha già fatto una volta in un altro senso e che adesso tornano a casa in vacanza, con la fierezza senza acrimonia di chi ce l'ha fatta a costruire qualcosa, anche se deve essere stato difficile, molto difficile.
Ancona - Piazza del Papa |
SURVIVAL KIT
Da Alessandria comodo Freccia Bianca, 4 ore e mezza. 53 €.
Ad Ancona. Hotel Dorico - Modesto 2 stelle, ma comodissimo davanti alla stazione. Apparenza squallidina, ma pulito e funzionale allo scopo con 40 € la camera.
Bus per il centro 1/4 dalla seconda pensilina davanti alla stazione scendere a piazza Kennedy, ai piedi della città vecchia, da qui bel giro a piedi fino alla cattedrale poi per tutto il centro, corso Garibaldi e Viale dela Vittoria fino al Passetto. Prendere l'ascensore : salita +discesa 1€.
Ristorante Il giardino - Viale della Vittoria. Consigliatissimo, specialità pesce, prezzi per noi del nord, modesti. Circa 30 € per 1/2 e dolce. Molto gentili ma prenotare prima perché è sempre affollatissimo.
Traghetto Adria line per Durazzo, parte e arriva quando può.
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