domenica 30 settembre 2018
sabato 29 settembre 2018
venerdì 28 settembre 2018
giovedì 27 settembre 2018
mercoledì 26 settembre 2018
E' uscito: Il vento dell'est continua a soffiare
Per tutti gli amatori della carta stampata, ma soprattutto di questo blog, voglio ricordare che è uscito sempre attraverso www.lulu.com (questa è la mia vetrina autore), il mio volume riassuntivo degli anni 2010-11-12, che riporta tutti i post comparsi in quei tre anni di duro lavoro, tranne quelli già raccolti nelle s-guide di viaggio e il cui originale titolo è: Il vento dell'est continua a soffiare. In ogni caso, per chi non vuole riempirsi la casa di altra carta e preferisce risparmiare alberi, c'è anche la versione ebook. Ne è uscita una mappazza di oltre 550 pagine, tanto ero prolisso al tempo (ora anche di più, confesso). Comunque vedete voi, praticamente è come se partecipaste ad un crowfouning del mio prossimo progetto di viaggio, che è piuttosto ambizioso e di cui vi parlerò a suo tempo. Comunque qui sotto ci sono i bottoni da clikkare per chi è interessato.
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martedì 25 settembre 2018
Kāi
E' da un po' che non raccontavo qualcosa della mia, poco coltivata, passione che riguarda la scrittura cinese, della quale peraltro ho una conoscenza limitatissima, ma che, a mio parere, per chi vuole leggere qualcosa al di là del tecnicismo mnemonico, riesce sempre a dare molte suggestioni. Questo lo può fare appunto solo una lingua nata dall'uso di pittogrammi che raccontano le idee che ci sono sotto le semplici parole. Eccoci dunque all'usatissimo verbo 开 - kāi, che significa aprire. L'ideogramma raffigura due mani opposte che tengono una barra, ma il suo significato è molto più evidente se si vede la grafia tradizionale della parola: 開 , dove le stesse mani che sono rimaste poi nell'ideogramma semplificato, sono nel riquadro di una porta ( 門 mén) di cui sono chiari i due battenti, oggi scomparsi. Questo è un verbo molto utilizzato che forma quindi un gran numero di composti. Ad esempio unito all'ideogramma di Forza: 开刀 - kāi dāo, significa Decapitare o Operare; è implicito che sia il chirurgo che il boia usino una certa forza, nell'apertura della ferita che devono procurare! Unito a Fiorire: 开放-kāi fàng, significa Sbocciare, ma anche Aprire al pubblico, perché quando si apre un negozio o un ufficio chi è dietro lo sportello deve sempre sorridere come un fiore che sboccia per creare la giusta armonia in chi gli sta di fronte (da cui il proverbio, se non sai sorridere non aprire un negozio).
Unito a Cuore abbiamo 开心 - kāi xīn, che vuol dire Essere felice, ma anche Prendere in giro, se questo è fatto simpaticamente ed in maniera divertente e non offensiva. C'è poi il delizioso: 开口- kāi kǒu, in cui, il nostro Aprire, unito a Bocca, vuol dire certo Cominciare a parlare, ma anche Affilare un coltello, perché è ben nota quale sia la valenza delle parole, se usate in un certo modo. Ma, attenzione, unito a Trasformarsi, Cambiare: 开化- kāi hua, significa: Incivilirsi, diventare civile, perché il progresso della civiltà, visto come miglioramento dei rapporti tra le persone, può avvenire soltanto con l'apertura al cambiamento, alla capacità di accettare il nuovo e di sapersi adattare alla trasformazione, quella vera e reale però, non quella fasulla delle chiacchiere e degli slogan, perché 喊话-hǎn huà - Parola urlata che significa: Urlare frasi di propaganda (sentite come nella pronuncia onomatopeica di quel quarto tono finale del huà, rimbombi il berciare chioccio di certi Masanielli da strapazzo, conditi solo di odio, grida ed insulti), non serve a nulla ed alla lunga porta soltanto e sempre,magari dopo un ventennio a 北-běi : La sconfitta. E' curioso che la parola sconfitta usi lo stesso ideogramma che significa anche Nord.
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lunedì 24 settembre 2018
Cosa manca?
Com'è che quando devi partire e devi confezionare, sempre in fretta e furia, la roba da portare con te, sebbene tu lo abbia già fatto cento volte e disponga, essendo tu stesso sommo organizzatore, di appositi elenchi da spunta per facilitare il compito, sei sempre lì che cerchi e non trovi quello che ti serve? Non dico che dovrebbe già esserci il pacchetto pronto, dei medicinali, dei trighi elettronici, del materiale fotografico e a scalare, vesti, scarpe e compagnia bella, ma almeno non diventare matto a cercare poi sempre le stesse cose! Il problema è alla fine sempre lo stesso: non sai mai dove le hai messe quando sei arrivato, l'ultima volte che le hai usate e stanco e anche un po' in fase down, per il fatto di avere finito l'esperienza, le hai messe o meglio buttate da qualche parte e naturalmente non ti ricordi più dove le hai messe. Per esempio dove è finito il charger di emergenza, la presa inglese e le salviette pulisci obiettivo? E le torce da testa? Non parliamo dell'Imodium, che quello poi è indispensabile. Insomma invece di leggere utilmente le pagine della guida che ho diligentemente scaricato, devo dannarmi a rivoltare la casa perché non sono stato sufficientemente ordinato nell'ultimo ritorno.
Poi a questo si aggiunge l'ansia delle cose da dimenticare, che poi alla fine qualcuna te la dimentichi sempre, ovviamente l'unica che servirà questa volta, mentre tutte le altre serviranno solo a far peso nello zaino. Anche qui c'è un elenco, ma chissà come mai, alla fine ci sarà sempre quella cosetta che avevi detto, devo ricordarmi di portarla , se succede quella roba là e adesso non mi viene più in mente e toccherà sentire il momento che le ruote si staccano da terra , per dire, eccola là, che me la sono dimenticata. Soldi, biglietti, passaporti e fotocopie, carte di credito, voucher parcheggio, 2 foto e poi? Sono in ansia. Va be' lasciamo decantare un attimo, è come quando fai un sudoku che non ti viene, sei bloccato e non si riesce più andare avanti. Lascialo lì, poi lo riprendi in mano domani e ti salterà subito all'occhio quella combinazione che non avevi visto, eppure stava proprio lì davanti, come la lettera di Poe. Insomma ci pensiamo domani.
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domenica 23 settembre 2018
sabato 22 settembre 2018
Cronache di Surakhis 84 : Il duumvirato
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Masaniello arringa alla folla |
Surakhis affrontava un'altra delle tante fasi storiche oscure e travagliate. Non sarebbe stata né la prima né l'ultima, da quando questo piccolo pianeta era entrato nell'Unione Galattica. Certo da quando si era dotato di un sistema di elezioni a suffragio universale in cui si facevano votare perfino gli schiavi, oltre che, cosa inaudita, le donne, le cose sembravano gradualmente cambiare, ma poi, si sa, tutti i sistemi degradano e presto l'oclocrazia aveva preso la mano e vari Masanielli, così venivano chiamati gli aspiranti politici scelti con una gara ologrammatica in cui venivano premiati i discorsi più insensati, combattevano ad ogni elezione per avere il potere assoluto. Una volta aveva addirittura vinto un tizio che prometteva di abbassare le tasse. Comunque ormai, dopo l'ultima tornata, il potere era ben saldo nelle mani di un duumvirato, che aveva vinto le elezioni facendo le promesse più mirabolanti, tra le quali, la concessione di una succhiatrice vegana per tutti senza obbligo di contribuzione pensionistica e tasse positive su ogni stipendio, cioè più denunciavi di aver guadagnato tanto più ti veniva aggiunta una somma proporzionata al tuo guadagno. Ma la promessa che aveva acchiappato di più, era quella di caccia libera ai clandestini andromediani che sbarcavano ogni giorno negli spazioporti nascosti della parte desertica del pianeta. Addirittura era stato dato credito alla promessa di rimpatriare tutti quelli che già vivevano sul pianeta, si era detto basta andare nelle miniere dove quei fannulloni stanno tutto il giorno incatenati a scavare la pietra di Baum e poi via sull'astronavetta e in una decina di giorni ce ne liberiamo. I proprietri delle miniere non erano molto d'accordo, ma avendo capito ch esi trattava solo di una dichiarazione acchiappagonzi, avevano lasciato correre, anzi avevano aumentato il diametro delle catene,che non si sa mai.
Fatto sta che i duumviri, governavano ormai tra il tripudio ed il gaudio universale. Qualunque assurdità dicessero, per fortuna non ne realizzavano poi neanche una, sapientemente propagandata dal loro staff sui social più in voga del momento, Assbook e Farting, era accolta con gaudio dal popolo e la loro popolarità aumentava a dismisura. Loro stessi riportavano nel sondggio mensile, che avevano ormai raggiunto il 110% e tutti menzionavano questo dato come riprova della bontà del ticket. Non sembrava contare molto il fatto che ognuno dei due dicesse cose esattamente opposte, tanto, bastava smentirle il giorno dopo. Il robot marionetta che avevano clonato come figura istituzionale da mandare agli incontri intergalattici, diceva alternativamente una delle due versioni, ma avevano già fatto partire un software 2.0 in cui le due versioni venivano mescolate e pronunciate nello stesso discorso in modo che tutti gli ascoltatori si dichiarassero soddisfatti, anche se poi entrambe le proposte non venivano neppure prese in considerazione. Poi bastava presentare la cosa com un successo internazionale e tutti ci credevano e si aggiungeva un punto alla tabella del consenso. Paularius nel silenzio del suo palazzo se la godeva un mondo, d'altra parte era lui uno di quelli che aveva contribuito attivamente a questa messa in scena.
Intanto continuava a prendersi un periodo di riposo, ben coccolato nelle sue sale benessere, rese calde ed accoglienti dalle tappezzerie di pelo pubico delle più avvenenti sacerdotesse fellatrici della galassia ed aspettando il momento in cui uno dei due avrebbe assassinato l'altro, ansioso, come era sempre capitato in passato, della presa del potere assoluto e già c'erano chiari segnali di come si stessero muovendo le acque. Avevano appena tolto di mezzo con l'aiuto di un Avvelenatore professionista fatto arrivare espressamente da Antares, il Detentore della Borsa, generato a suo tempo con una manipolazione genetica di frammenti di ossa del periodo Triassico, carica così affidata obtorto collo ad uno che avendo frequentato la scuola,quando ancora c'era, sapeva fare i conti e che si ostinava a non volere partire con la promessa operazione Elicopter rain, con cui si dovevano gettare dall'alto sulla folla osannante, ogni giorno, miliardi di crediti stampati appositamente in criptovalute create al momento. In realtà l'operazione non era così stupida come poteva apparire, perché c'erano accreditati studi che prevedevano che nella lotta per appropriarsi delle monete gettate dall'alto il numero di morti avrebbe compensato di molto il computo pensionistico e anche il direttore generale dell'Ente vedeva con favore la diminuzione della platea degli aventi diritto. Probabilmente, pensava Paularius, sarebbe stato Ofjuly a fare la prima mossa, visto che era sistematicamente messo da parte dall'altro duumviro, che sembrava spadroneggiare in lungo e in largo, ma in queste cose non si poteva mai dire l'ultima parola. Era comunque uno spettacolo divertente e il popolo se ne andasse pure affan... tanto quelli avevano voluto e quindi quello si meritavano. E' la democrazia bellezza, sentenziò mentre si immergeva della piscina del piacere circondato dalle sacerdotesse che non aspettavano altro che di accudirlo.
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Inchiestegiovedì 20 settembre 2018
Chiedere il visto
Sta diventando sempre più complicato. Ieri è saltato fuori che per andare dove dobbiamo andare (bellala citazione, eh) non ti fanno più il visto all'arrivo in aeroporto, pagando naturalmente, ma che bisogna fare tutto on line. A parte il fatto che la siùra Maria diventa così obbligata ad andare forzatamente in agenzia, non pensate che sia una cosa così semplice come sembra. Miei amici che hanno i ditoni grossi come me e quindi fanno un po' fatica a pigiare i tasti del PC e si sono rivolti ad apposita agenzia(non in Italia), obbligatoria, per fare 2 visti per l'India, hanno speso 361 Euro, tanto per dirne una. Comunque ieri mi sono messo di buona lena alle 9:00 e ho finito alle......11:00, due belle orette di lavoro, per ottenere i famosi pezzi di carta da mostrare all'arrivo in aeroporto, naturalmente avendo già pronti e scannerizzati, passaporti e fotografie, carta di credito, PIN, password e dio se li porti via. Ma tutti questi inventori di tecnologie e start up, non possono pensare a soluzioni, app speciali, che facilitino questo approccio digitale che ormai è necessario anche per fare la minima cosa, per renderlo più user friendly? Secondome farebbero i soldi a palate.
Invece questi cacchi di siti, che naturalmente sono tutti governativi, sembrano fatti apposta per formare un vero e proprio percorso ad ostacoli difficile da capire, da interpretare e da trovare, dato che il percorso corretto è sempre ben nascosto nei meandri delle varie home pages. Poi, ogni tanto tutto si inceppa e ti costringe a ricominciare da capo, niente viene tenuto in memoria e devi riscrivere ogni cosa, non solo, ma poi date le sfilze e le stringhe di numeri e lettere che devi digitare a mano, ti sbagli e rischi di pagare per niente, come ovvio, ogni versamento è not refoundable, diciamo a fondo perduto. Prima ti devi iscrivere e inventare la nuova password che naturalmente fuziona come quella barzelletta che gira sui social, per cui non va mai bene quella che proponi tu, ci vuole un tot di caratteri, ma almeno uno maiuscolo e uno di caratteri speciali e un cavolo di vaff... Va beh lasciamo stare, comunque anche questa ormai è fatta ed alle spalle, adesso devo solo più passare da decathlon a prendere alcune cosette per le attività più impegnative, ci casco tutte le volte non preoccupatevi e poi posso dire di essere pronto anche se non completamente dal punto di vista psicologico, quello che ti fa sentire quella vocina che insinua sempre il dubbio che tu ti stia dimenticando delle cose essenziali. Tanto poi quando senti il rumore deimotori e le ruote che si sollevano dalla pista passa tutto. Dai Iapo che sto arrivando!
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martedì 18 settembre 2018
Il parco del Vercors
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Ilponte sulla Méouge |
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Questa è una delle tante strade del parco!
Tutte le foto sono di T. Sofi
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domenica 16 settembre 2018
Lungo la Route Napoleon
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Lasciando la Cote |
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Tutte le foto sono di T. Sofi
sabato 15 settembre 2018
Preparativi
Bene adesso basta di stare coricati sulla spiaggia a fare venire sera. Troppo comodo prendersela comoda. Diciamo che domani basta. Ci si fa ancora una strada lunga lunga per venire fino a casa, due o tre giorni, tanto per fare la consueta puntatina annuale nella Douce France, in qualche posticino ancora sconosciuto, pensavo al parco del Vercors vicino alla Drome, tanto per non farmi dire che sono solo un fancazzista pensionato da spiaggia e poi bisogna mettersi sotto che il tempo stringe e tra pochi giorni si parte. Devo dire che non sto più nella pelle, di dirigermi verso questo posto, questa nuova meta, era già un po' di tempo che mi stuzzicava l'embolo e adesso che le valigie sono già praticamente quasi pronte, preparate ancora prima dello stacco sulla Cote, bisogna solo far che prendere la strada dell'aeroporto e saltare sul mezzo, che sta per rollare. Valigie leggere che tanto si va al caldo, poi anche il tempo è ridotto rispetto al solito, quindi solo l'indispensabile. Viaggio in totale comodità, tanto c'è chi mi aspetta laggiù e si occuperà di me, insomma, dovrebbe essere tutto sotto controllo e senza problemi. E' un mondo che mi ha sempre affascinato, proprio per il suo appeal solitario e vuoto, pur essendo di fronte all'altro vuoto quello della distesa d'acqua senza confini, così accattivante per me, che i confini li odio. Anche il mio idolo Marco è passato di lì tanto tempo fa e forse allora c'era più movimento di adesso da quelle parti, infatti allora era già uno dei corcevia del mondo, sulla via dellespezie e dell'incenso, dicci poco, ma credo che non vi abbia lasciato tracce come in altri posti.
Non so tuttavia se sarà un viaggio del tutto riposantecome penso, anche se ho programmato delle soste premiate di tanto in tanto, alla fine poi, le grane me le vado sempre a cercare anche quando non ce ne sarebbe bisogno, ma stavolta dovrebbe essere tutto più tranquillo del solito, paesaggi senza fine, tramonti che colorano i cieli, grigliate sulla spiaggia, ruderi di castelli, piccoli paesi bianchi. Vedremo, sarà comunque un'altra esperienza, una nuva esperienza, assolutamente carica di aspettative, di cui come sempre vi darò conto qui. Sarà il mio paese 108, tanto per la statistica, un numero che dice poco, ma che per me è già molto visto che stiamo dando le ultime botte (scaramanticamente eh, perché spero di darne ancora qualcuna di bottarella), nel frattempo devo dirvi la verità, siccome qui è già tutto pronto e in verità, c'è molto poco da preparare visto che oltretutto alle cose pratiche ci pensa qualcun altro in famiglia, vi confesso che sto già preparando il 109, che doveva veramente essere a fine ottobre e invece, è stato cancellato, rimandato a chissà quando, forse maggio venturo, ma sostituito con altro molto più pruriginoso a gennaio, credo e del quale si sta già delineando l'itinerario, questa volta un poco più complesso e per il quale, confermo, ho già preso i primi contatti. Si icomincia a costruire qualcosa insomma e, condizioni generali permettendo dovrebbe essere un'altra cosetta molto interessante. Ma per scaramanzia, non voglio ancora parlarne troppo. Ci sentiamo insomma.
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venerdì 14 settembre 2018
Nice matin
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Non dimentichiamo poi i musei, che mi riprometto ogni volta di vedere, specialmente quello di Matisse e quello di Chagall ed alla fine rimando sempre, tanto ho già capito, sarà per il prossimo anno a questo punto. Poi un'altra cosa che mi ha molto colpito, è il grande spazio, proprio a ridosso della città vecchia, che da poco tempo è stato occupato per un'area davvero enorme, di un bellissimo giardino, curatissimo, nel quale passeggiare all'infinito, tra fontane, verde, fiori e alberi. Certo quasi tutta l'area prima era occupata da un gigantesco parcheggio, che a tale scopo è stato sacrificato, forse con gran nervosismo dei tanti italiani che arrivano e non sanno dove mettere la macchina, ma forse non sarà un piacere maggiore sedersi su un prato di erbetta che sembra un tappeto di lana, tra sbuffi di vapore freddo che si levano dal suolo per raffreddare la temperatura, piuttosto che schivare una fila di macchine incolonnate?
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mercoledì 12 settembre 2018
Undicesima guida : Malaysia e Borneo
E' stata data alle stampe, con Lulu.com la undicesima s-guida di viaggio che utilizza lo schema delle precendenti e cioè, con la scusa di dare informazioni utili a chi voglia programmare un viaggio sulla falsariga del mio itinerario, quindi indirizzi e giudizi su hotel, ristoranti, agenzie, escursioni varie, in realtà racconto sensazioni, emozioni, storie che mi sono portato a casa o almeno cerco di farlo.
E' disponibile sia la versione cartacea per gli amanti del solido che quella e-book ad un prezzo di affezione, cliccando sui due appositi bottoni sotto la copertina.
Grazie a tutti coloro che vorranno aggiungere alla loro biblioteca anche questo mio lavoretto.
E presto arrivano gli altri!
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martedì 11 settembre 2018
Il senso del mare
Stare seduti davanti al mare, in silenzio, ad ascoltare il suo respiro e basta. Secondo me è sufficiente, il resto sono chiacchiere. Meglio se c'è un po' di ombra e una brezza leggera, ma proprio solo una bava di vento. Non ci sono molte cose più belle al mondo. Puoi rimanerci a lungo senza annoiarti, senza pensare a nulla, senza ascoltare nessuno, che è la cosa migliore, concentrandoti solo sul contatto dell'aria sulla pelle. Puoi regolare la respirazione sul ritmo dell'onda che si rovescia leggera sul bagnasciuga. puoi guardare quell'azzurro che ti circonda, sentirne l'odore di salso, puoi toccare la rena, affondarci la mano, ascoltare il rumore dei granelli che ti scivolano tra le dita. Puoi dimenticare il resto.
lunedì 10 settembre 2018
Recensioni: C. Augias - Questa nostra Italia
Un gradevole libretto con il
quale si fa un giro a vol d’uccello sulle più importanti città italiane, delle
quali si evidenziano aspetti a volte nascosti, a volte famosi ma meno
conosciuti, per magnificarne le attrattive che sono sempre, estremamente uniche
e che le rendono degne di essere conosciute in profondità. Il tutto è visto
attraverso l’esperienza viva e vissuta dell’autore stesso, con una vena autobiografica,
dato che tutto si riferisce ai periodi durante i quali le ha frequentate.
Augias è personaggio di grande cultura e fine indagatore degli aspetti meno
immediati di cose e luoghi ed è scrittore che sa affascinare col suo raccontare
ricercato e documentatissimo e questo excursus, diciamo così
artistico-geografico, è in realtà una scusa per riesaminare in chiave critica e
approfondita i vari momenti della storia recente del nostro paese, con acuta
pacatezza. Diciamo che anche se non è niente di speciale, da leggere sotto l’ombrellone
va benissimo.
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domenica 9 settembre 2018
Voglia di far poco
Sarà l'aria. E' un mistero, ma quando sono qui sulla Cote, che qualche giorno di riposo, il pensionato bolso ha disperato bisogno di trascorrerle anche qui, vengo preso da un senso inesplicabile di sdilinquimento che mi farebbere trascorrere un lasso di tempo anche illimitato in una sorta di quieto abbandono, quasi un sonno dei sensi e dei pensieri, uno stato di assenza cosciente, che mi permetterebbe un dormiveglia indefinito, abbandonato indifferentemente sulla spiaggia o su una poltrona in terrazza, senza fare assolutamente nulla, se non leggiucchiare distrattamente un libro o scarabocchiare, sbagliandolo, un sudoku. E, dirò di più, non mi sento assolutamente in colpa, anzi meno faccio e meno farei; quasi quasi mi pesa anche varare faticosamente il mio imponente corpaccio lungo la pendenza della spiaggia, lasciandolo scivolare sulla battigia fino allo sciabordio dell'onda. Poi nell'acqua, l'amico Archimede aiuta molto e di nuovo diventa faticosissimo riguadagnare la riva. Però quello che stupisce, è proprio quell'atmosfera atona, in cui tutto è in stand by, specialmente il cervello, per cui leggi i titoli del giornale e invece di fare un balzo terrorizzato per quello che sta accadendo, ti giri dall'altra parte emettendo al massimo un leggero sospiro.
O forse sarà la luce, questa luce forte che ti appanna l'occhio e rivigorisce i colori magnificandoli all'estremo, il verde delle piante, i viola, i rossi, gli amaranto dei fiori che a cascate si affacciano fuori delle case, le gonne leggere delle ragazze che svolazzano, le attrezzature da mare. E' una luce assolutamente diversa da quella a cui siamo abituati noi della bassa che del mare, da piccoli, avevamo solo sentito parlare. Per forza che tutti i grandi pittori dell'800 venivano qui, incantati proprio da questa luce assordante che ti segna l'anima e la pelle, ovviamente se non usi la protezione 50. Così rimango qui, neghittoso, ma senza sensi di colpa, in posizione orizzontale a respirare come diceva il Buddha, ma almeno lui stava seduto sui calcagni, io no, mi farebbero male le ginocchia. Non mi smuovono neppure sentori leggeri di fritture di pesce, pissaladière e bouillabbesse, che pure qui dovrebbero smuovere i morti. Non ho neanche la voglia o il desiderio di mettere insieme le informazioni, di studiare, di preparare tutta la logistica per la prossima partenza, che ormai è già lì che sta incombendo. Si sa, tempus fugit. Già scrivere queste poche righe rappresenta uno sforzo notevole, per cui scusatene la povertà. Vuol dire che finisco di leggiucchiare il libro che stavo sfogliando, poi scivolerò nell'acqua con la grazia di un tritone innamorato di un affresco seicentesco. Domani vedremo.
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venerdì 7 settembre 2018
Recensione : N. Lilin - Trilogia siberiana
Confesso di avere intrapreso la
lettura della intera trilogia per il solo fatto che è l’unico libro che conosco
che parli della Transnistria, territorio particolarissimo, già parte della Moldavia
e sedicente repubblica autonoma ed indipendente dal ’92, al momento dello
sfaldamento dell’Unione Sovietica. In effetti il primo libro, Educazione
siberiana, ad onta del titolo racconta proprio di una adolescenza trascorsa tra
Bender e Tiraspol, le città in cui sono stato solo tre mesi fa, un residuato
della vecchia URSS davvero incredibile da raccontare. Il libro è di una
inaudita violenza, non solo per gli argomenti ed i fatti trattati, ma soprattutto
per la tranquilla disumanità con cui questa viene raccontata ed è difficile
convincersi che sia tutta storia vera, reale e più o meno autobiografica, come
afferma l’autore. Tuttavia bisogna sottolineare che quelli sono posti
particolari ed i racconti apparentemente esagerati che scorrono in quelle
pagine, non sono molto lontani da quelli della biografia di Limonov, nella
vicina Odessa, segno che forse la dura realtà non è così distante, anche perché
queste zone hanno vissuto un periodo davvero duro e brutale negli ultimi
decenni. Una durezza economica e materiale di cui io stesso sono stato
testimone, avendoli più volte frequentati negli anni ‘90. Ragion per cui ho
letto il libro con interesse fino alla fine, anche se certamente non si tratta
di un’opera letteraria di pregio eccelso. Va vista come un documento, a mio
parere di un certo pregio. Devo dire che gli altri due volumi, mi hanno
interessato meno, quello sulla guerra in Cecenia, soprattutto per sua monotona
disumanità, in cui il racconto della morte e della crudeltà con cui viene data,
ha un ché di rivoltante ripetitività, ma forse è proprio questa la sua vera
denuncia, mentre l’ultimo, sul ritorno del reduce ad una vita che comunque non potrà
mai più essere “normale”, ha aspetti già sentiti. Comunque diciamo un libro da
leggere comunque, prendendolo sul serio, anche se per me ha una valenza più
particolare. Sarei interessato a vedere il film che ne è stato tratto, che, mi dicono,
sia di un certo valore.
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