martedì 26 luglio 2022

Douce France 11 - Ancora Limoges


S. Aurelien - Limoges - foto T. Sofi

Bene, archiviato anche il museo della porcellana, abbiamo ancora un po' di tempo per apprezzare il centro antico di questa bella cittadina che, come tante altre in Francia conserva una immagine davvero piacevole. In fondo non è che si possa dire che queste agglomerazioni urbane abbiano una connotazione particolare e identitaria che le differenzi tra di loro in maniera consistente; certo tutte hanno i loro monumenti e le loro peculiari caratteristiche dalle quali, se vuoi, puoi avere le indicazioni precise per riconoscerle, ma così di primo acchito, la costanza di questi centri storici, uniformi e ben mantenuti, anche se clima e posizionamento geografico, ne assimilano il colore di fondo, spesso dominato dalla pietra grigia, dagli acciottolati resi scuri dalla umidità o dalla pioggia, dalle file di case antiche ed i tetti anch'essi grigi che circondano chiese gotiche più o meno ornate dai ghirigori e dalle volute dello stile flamboyant e dai mille mostri e dragoni che ne ornano i tetti, i portali incorniciati dagli strombi che ne riducono l'entrata ad una porticina oscura, le alte vetrate, anch'esse grigie di fuori e piene di colore all'interno, gli immensi contrafforti che ne sostengono le pareti leggere, le rendono così simili che a volte, passeggiando lungo le stradine strette e contorte del reticolo tardo medioevale, hai la sensazione di essere certamente in Francia, ma senza sapere esattamente dove. Anche questa bella Limoges, non sfugge a questa legge, anche se le case a graticcio la riportano ad una tipologia più centro europea e la assimilano di più al nord del paese. Il quartiere detto de la Boucherie rappresenta perfettamente questo schema e passata la piazza delle Halles di cui vi ho già fatto cenno, si può proseguire verso la leggera discesa che porta appunto nella via omonima, dove trovate la sfilata delle case più antiche e su una deliziosa piazzetta, una delle più fascinose cappellette della città, quella di S. Aurélien, costruita verso la fine del 1400 che mantiene un bel tetto in scandole di legno ed un campanile a bulbo, posteriore e dedicata appunto al patrono dei macellai della città. 

L'interno è una vera bomboniera che raccoglie le reliquie del Santo e, nel piccolo altare barocco, tra le tante statue antiche conservate, spicca una Vergine col Bambino che pare metta in bocca un piccolo pezzo di carne, a testimoniare l'importanza che ha in questa zona questo tipo di produzione. Anzi pare che un'altra importante tradizione sia di casa da queste parti, infatti il terzo venerdì di ottobre, la Confraternita dei Petits Ventres, organizza una grande festa gastronomica dove si possono assaggiare tutte le specialità regionali che annoverano, oltre alla ottima carne degli allevamenti della regione, i famosissimi (o famigerati secondo altri) boudins noirs alle castagne, i paté di patate, le lingue di montone affumicate ed ogni tipo di salumi ed infine i famosi clafoutis, deliziose torte con la frutta, specialmente le ciliegie, affogate nella pasta. Insomma una festa molto gourmet che sembra richiami molti appassionati in città. Diciamo che tutto ciò, oltre ad essere cultura a tutti gli effetti, rappresenta un richiamo piuttosto forte al quale è difficile rimanere insensibili e pertanto, guarda caso, proprio sulla piazzetta della Cappella di cui vi ho accennato, abbiamo dovuto giocoforza approfittare per testare in loco, quanto è stato possibile. Così mentre dalle piccole finestre del primo piano, deliziosi anche gli interni di queste case medioevali, l'occhio girava sui tetti delle case che la circondano e sulla chiesetta che si affaccia proprio di fronte, abbiamo testato la deliziosa tenerezza di una bisteccona di Limousino cotta alla perfezione con tenere patate novelle ed anche il predetto clafoutis, che ho trovato davvero delizioso. Il bicchiere di sidro che è stato servito come aperitivo, è stato un tocco di delicata e apprezzatissima cortesia. 

Anche il vino servito, un Bergerac rosso, pur considerata la limitazione del tutto compreso, era ben bevibile ed ha accompagnato assai bene la carne servita. Insomma questi Petits Ventres sembra la sappiano lunga nel loro campo e quando ci siamo diretti al pullman tutti si sono detti pienamente soddisfatti e forse possiamo concludere che è stato il miglior ristorante di tutto il giro, includendo anche l'ambientazione, che secondo me, vuol sempre  la sua parte. Certo, lasciare la città senza buttare un occhio alla sua importante cattedrale, sarebbe stato un delitto, così, come lieto e graditissimo fuori programma, l'amico Pier Luigi, ci ha ritagliato una mezz'oretta per poterci gustare questo spettacolare monumento, che si erge su una collinetta non lontano dal centro. Al termine di una salitella ecco infatti la colossale costruzione che si erge contro un cielo bigio e gonfio di pioggia imminente che la nostra buona stella ci ha fatto in massima parte schivare. S. Etienne ha un'ingresso monumentale ma assolutamente insolito, in pratica, privo di una vera e propria facciata, con la semplicissima porta di ingresso che si apre in quella che poi si erge come una colossale torre campanaria, se pur tronca alla sommità e senza la consueta flèche acuta, essendo questa parte in stile tardo romanica. Si passa poi attraverso una sorta di grande pronao coperto e chiuso prima di accedere alle tre immense navate che proseguono fino alla maestosa crociera e successivamente in un lungo deambulatorio dietro all'altare maggiore. Il classicissimo gotico accompagna tutta questa parte dell'impianto, rendendo addirittura più maestosa e stilisticamente importante la  facciata secondaria del braccio sinistro del transetto, realizzata nel '500 e assolutamente elegante e mirabile, stretta com'è tra due slanciate torrente terminanti con una guglia a cornice del portale racchiuso in una slanciata ghimberga e sormontato da una elaboratissima polifora. Insomma un bellissimo pezzo che vi inviterei a non perdere se transitate da quelle parti. E poi via di nuovo, per cinque belle orette di strada fino a Lione, l'ultima sosta del nostro giretto.

Strani negozi


Ristorante Les Petits Ventres - Limoges
SURVIVAL KIT

 Les Petits Ventres - 20, rue de la Boucherie - Limoges - Delizioso ristorante nel cuore del quartiere vecchio, circondato da negozietti e di fronte alla Cappella più bella della città. Cercate di pranzare nella sala superiore al secondo piano, dalle cui finestre avrete una bellissima vista sulla piazzetta antistante. Il servizio è davvero gentilissimo e professionale. Qui vengono serviti piatti tradizionali. Noi, con menù concordato, abbiamo avuto una magnifica e gustosissima bistecca di manzo limousino, di dimensioni maestose e il dolce tipico della zona, clafoutis alle ciliegie. Vino Bergerac buono e assaggio di sidro. I menù proposti sono sui 27 €, che scendono a 18 se scegliete il plat du jour, cifra direi assolutamente congrua per la location e per quanto si mangia. Molto consigliato.



Cattedrale di S. Etienne

Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:

2 commenti:

pierluigi ha detto...

Un diario di viaggio veramente ben scritto...complimenti davvero!

Enrico Bo ha detto...

Grazie della considerazione carissimo, in premio ahahahha, la prox volta che ci vediamo ti porterò uno dei miei 24 libri di viaggio

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!