La cantina di Chateau Jouvente - Foto T. Sofi |
Passeggiando nella cittadina di Saint Emilion, ma soprattutto visitando la parte più centrale, quella che racchiude incastonata tra le case, la straordinaria chiesa sotterranea, ti par di ritornare indietro di tredici secoli, quando il monaco eremita capitò da queste parti e oltre agli ordinari miracoli che si fanno in questi casi, provvide ad evangelizzare il contado, chissà se attrattovi da questa possibilità, per un aspirante santo, in fondo cosa di meglio che far convertire un bel po' di miscredenti, o forse anche dall'ottimo vino che comunque si produceva già da tempo in queste magnifiche terre, splendidamente vocate alla bisogna grazie ad un terreno calcareo dalle mille vene diverse che sanno conferire alla produzione le tante sfaccettature che lo hanno reso famoso nel mondo, non per nulla nel '99 proprio questo paese ha ottenuto la classificazione a patrimonio Unesco, grazie al paesaggio culturale del suo vigneto. Sia come sia, il buon monaco si piazzò in una grotta addirittura nell'VIII secolo, dormendo in un giaciglio scavato nella dura roccia, abbeverandosi alla fonde che sgorgava nel fondo e soprattutto pregando. Voi invece, ottenuta la chiave dall'apposito ufficio potrete visitare l'eremo sotterraneo e procedere poi, attraverso le lunghe catacombe nella sontuosa e gigantesca chiesa sotterranea adiacente che di certo vi stupirà per le dimensioni delle navate, lo spessore superiore al metro dei suoi pilastri e l'altezza delle volte, il tutto completamente ricavato da un lungo e periglioso scavo all'interno di una roccia tufacea di cui potrete ravvisare il faticoso lavoro dai segni lasciati dai costruttori, raschiando e scalpellando le pareti.
La chiesa è indubbiamente suggestiva anche grazie ad una sapiente illuminazione che ne valorizza le prospettive, gli angoli segreti, accrescendone gli aspetti più misteriosi. All'esterno, che dà proprio sulla centrale piazzetta dominata dalle costruzioni sopra la rocca soprastante, le dimensioni della chiesa non si prevedono e dalla roccia si intravvede solamente qualche parte delle ogive delle volte e nulla fa prevedere della maestosità dell'interno. Salendo le erte che circondano il nucleo centrale, arrivi alla parte superiore del paese da cui puoi dominare all'intorno con un bel colpo d'occhio che ti mostra la torre du Roy del XIII secolo e le case sottostanti raggruppate e unite attraverso archetti di sostegno e passaggi minuscoli. Di qui puoi salire alla bella chiesa parrocchiale poco lontana, godere dei riflessi dorati della splendida pietra del chiostro e l'eleganza delle colonnine che circondano il verde prato interno, ricordando, sempre a titolo culturale, che qui si produce un famosissimo vino Creamant des Cordelliers, che ovviamente non si può chiamare champagne a causa della zona di produzione, ma che non ha nulla da invidiare alle migliori qualità. Dall'altro lato merita anche un'occhiata il Chiostro dei Cordelliers trasformato con una ardita ma gradevole rivisitazione moderna che lo ha mutato in un negozio con bar e location per cerimonie. Insomma un aperitivo magnifico da anteporre o posporre ad una successiva visita di qualche chateau nei dintorni.
Compito da svolgere per noi nel pomeriggio con la dovuta attenzione, che ci ha condotto a Chateau Jouvente a Illats poco lontano dal paese. Qui siamo nella Graves, in una piccola azienda, meno di dieci ettari dove si coltivano le uve tipiche della zona, producendo una piccola quantità di bottiglie che viene venduta solo nei migliori ristoranti francesi oppure durante le visite guidate alla cantina. Il vigneto ordinatissimo circonda l'antica casa padronale del XVI secolo, dove all'epoca veniva amministrata la giustizia nel paese. A fianco, l'antica prigione, dove venivano confinati i condannati e che adesso invece ospitano le ordinate file di barriques dove riposano i vini della casa ad i.nvecchiare lentamente affinandosi. Assaggiare vini è sempre un momento gradito di una visita enologica, soprattutto se vengono spiegati con piacevole maestria da addetti appassionati. Sentire profumi nascosti che ti erano sfuggiti, scoprire nel bouquet quei sentori di frutti rossi o di liquirizia, la frutta candita, la piacevolezza del retrogusto che ti mantiene a lungo in bocca il legno di rovere e la pastosità della sorsata. Insomma anche questa parte del programma ha il suo perché che non va sottovalutato. Insomma, alla fine abbiamo potuto gustare dei prodotti validi anche se piuttosto costosi, ma se valutiamo che il Sauternes Chateau Roumieu (magnifico a mio parere) che abbiamo assaggiato, alla fine della fiera, viene raccolto in cinque diversi passaggi che colgono solo gli acini botriticizzzati, ti spiega anche il livello di prezzo, così un sacrificio, se ti va, ogni tanto lo puoi anche fare alla faccia della miseria, che tanto tra un po' non potremo più neanche permetterci un caffè. Dai, carichiamo le bottiglie sul pullman e torniamo verso la città che intanto scende la sera.
La chiesa monolitica |
SURVIVAL KIT
Ristorante Amelia Canta - 2, pl. du Marché - Saint Emilion - Posizione ottimale sulla piazza centrale davanti alla chiea sotterranea, occupa gran parte della piazza stessa con tavolini all'aperto. Ovviamente godendo di questa posizione ottimale che lo rende sempre pieno, offre piatti medi a prezzi non esagerati, ma non sfogherete qui il vostro piacere di conoscere il meglio della cucina francese. Noi abbiamo avuto una modesta entrée di caprino e basilico seguito da un filettino di merluzzo e un tortino.
Chateau Jouvente - Illats - In un paesino a pochi chilometri da Saint Emilion, nella Grève. Ottima visita dei vigneti e delle cantine, con una puntuale ed appassionata spiegazione da parte del cantiniere responsabile. producono solo qualche decina di migliaia di bottiglie e sembrano davvero interessati a mantenere uno standard qualitativo alto. Assaggio di 5 vini, un bianco, tre rossi (tra cui un medaglia d'oro veramente valido) e un Sauternes, molto interessanti, che invitano all'acquisto.
Saint Emilion |
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