giovedì 7 luglio 2022

Viaggio di Istruzione AMAP 2022 : Douce France 1

 

Chambery - foto Sofi


Con il mese di giugno arriva puntuale l'estate e così allo stesso tempo ritorna la consueta tradizione del viaggio di istruzione annuale dell'Associazione del Museo dell'Agricoltura del Piemonte, guidato dall'infaticabile neopresidente Giacomina Caligaris, che quest'anno ha avuto come meta Bordeaux e la rinomata zona viticola che la circonda, sull'estuario della Garonna. C'è poco da fare il viaggio in pullman ha i suoi ritmi vorticosi, quindi come sempre, alle 6:30 eccoci tutti regolarmente imbarcati, cinture tese, gole ustionate da un cappuccino preso al volo davanti a Porta Susa e occhi semichiusi, perché l'anziano di solito a quell'ora dorme e dopo aver salutato alla meglio i vari partecipanti e scalati i ripidi gradini del mezzo di locomozione, si infossa nella sua poltroncina e aspetta di arrivare, dopo un paio d'ore alla prima area di sosta sull'autostrada, per almeno allungare le gambe e sgranchire i piedi in preda al crampo. Per lo meno non devi guidare tu, mi direte, verissimo e questo è il lato positivo, d'altra parte il bus a queste ore antelucane è una sorta di dormitorio in cui la maggior parte dei terzi trasportati, grugniscono qualche cosa di tanto in tanto fingendo di aver compreso quanto il compito ed efficiente accompagnatore si sforza di comunicare per rendere più informato e gradevole l'inizio del viaggio e anche per ingannare il tempo. La sosta comunque, complici le varie esigenze idrauliche che il club della Prostata ha ben precise e calcolate nella sua logistica, è stata prevista prima del Frejus, cosa che ha dato modo agli amici addormentati di sciamare a terra comunque festosi, ancora in terra italica, là dove il caffè decente ancor suona. 

Mentre la truppa ingorgava l'ingresso del bar, mi duole dirlo, un terzetto di camionisti panzuti e vigorosi, davanti alla cassa ha detto: "Damose da fa' che mo' sta a arrivà un pullman de anziani e non finimo più...". Essendo noi in effetti i giovani del gruppo, imbarcati, credo, anche per abbassare la media dell'età, non posso dire che avessero torto, ma il sentirlo dire tocca corde dolorose, ma pazienza, questa è la vita e bisogna farsene una ragione. Così tra il lusco e il brusco, si arriva a Chambery, gradevole cittadina impregnata di storia savoiarda, in fondo qui affondano le radici del nostro regno sardo-piemontese, che mantiene nel suo vasto centro storico ai piedi del castello, un'aria piacevole e tutto sommato nobiliare, con quel clima alpino di freschi refoli di vento che arrivano dall'arco di montagne in cui è calata. Un bel giro a bordo del classico trenino presente in tutte le città francesi, turistico fin che vuoi ma che ti consente di dare un'occhiata a vol d'uccello a tutte le sue parti più notevoli, poi con calma, ti puoi fare una passeggiata per considerare con maggiore attenzione quello che ti ha più colpito. E' sempre un piacere, partendo magari dalla celebre fontana degli elefanti senza culo, absit iniuria verbis, ma così son nominati, ad esaltazione di evidenti vittorie militari nella lontana India e intrufolandosi nei vicoli più stretti tra una via e l'altra, tra botteghe, vecchi negozi di specialità alpine, brasserie in attesa di clienti, sbucare sulla piazza dell'imponente castello che conserva la cappella dove fu ospitata la Sindone e dove subì i danni di un grande incendio che ne danneggiò alcune parti amorosamente ricamate dalle suore del luogo, prima di approdare definitivamente a Torino. 

In ogni caso il monumento più notevole della città e davvero caratteristico da non perdere è la Cattedrale di Saint François de Sales che oltre ad essere maestosa nella sua severa impostazione gotica presenta una particolarità di assoluto rilievo. Tutta la chiesa infatti, dalle pareti alle volte, all'abside, alle cappelle laterali e ogni pilastro e colonna, è affrescato con uno spettacolare tromp-l'oeil, che appare come un incredibile lavoro di stucchi a rilievo di grande complessità ed eleganza. Solo un esame da vicino, nel quale hai decisamente il bisogno di toccare la parete per constatare che non di rilievo trattasi, ma di semplice abilità di disegno e di tratteggio di ombre e chiaruscuri, ti rivelerà che di pittura si tratta e non di rilievo. Entrare in queste chiese scure dalle altissime volte sostenute dall ogive acute che si slanciano verso il cielo, fiocamente illuminate dal colore delle vetrate che ne riempiono le pareti, mentre i rosoni e gli oculi mandano raggi diretti sui banchi solitari, mentre in sottofondo musiche sacre medioevali e cori polifonici disegnano il sottofondo della tua sosta davanti a qualche cappella solitaria, tutto così comune in queste grandi chiese francesi, è davvero suggestivo e anche se di questi tempi i problemi del mondo si fanno via via più tenebrosi e inclini al malessere, inducono tuttavia ad una visione più serena come quei trionfi di freschi medioevali pieni di danze macabre e anime dannate che precipitano tra le fiamme dell'inferno, da una parte mentre i buoni vengono condotti dalla giusta parte a godere delle gioie del paradiso. Così rasserenato, puoi uscire più contento, ammirare ancora le facciate dei vecchi palazzi e sostare ad una piacevole brasserie, dove gustare una tartiflette tanto per aver sentori savoiardi e una buona fetta di torta normanna per assumere gli zuccheri necessari e acqua di fonte, come dappertutto in Francia, che a lungo illuda la lor sete in via, in attesa di riprendere il lungo viaggio, come in una sorta di pellegrinaggio medioevale che conduca verso il luogo a lungo atteso e meritato a compimento del tuo cammino.


I tromp-l'oeil della Cattedrale

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