giovedì 21 luglio 2022

Cronache di Surakhis 97- Al voto, al voto!

dal web


 Che vergogna! non ci sono altre parole disponibili. Nella palude putrida da cui emergono solo il puzzo dei miasmi purulenti delle coscienze vendute, i coccodrilli asciugano le lacrime con rapidità (cit.) mentre applaudono nella standing ovation della ulteriore vergogna e intanto stappano lo champagne. Anche se tutto il popolo potrebbe vedere con chiarezza che è caduto il velo: la maggioranza più larga della storia, si è rivelata per quello che è, una malmostosa, rabbiosa, silente comunità politica che loda in pubblico il suo capo e complotta dietro le quinte per mangiarselo (cit. da L.A.). Adesso anche il popppolo, quello fatto di spiaggisti, tassisti, evasori grandi e piccoli e tutti i nostalgici del passato del braccio teso, fanno gran festa e incuranti della catastrofe economica che i loro luridi e indecenti rappresentanti (del resto giustamente votati proprio da loro) hanno approntato il servizietto su un piatto d'argento, d'altra parte è sempre stato così, tanto peggio, tanto meglio, ululano nelle piazze: al voto, al voto! Intanto intorno tutto sta per crollare, la borsa affonda, l'inflazione impazza, i soldi in arrivo svaniti come fumo, tra lo sgomento di tutta la galassia. Nessuno si capacita di come Surakhis si sia destinato da solo alla sua distruzione economica. 

Drakes è stato giustiziato pubblicamente e gli stessi vili boia, rendono omaggio al corpo decapitato e debitamente scuoiato ed esposto sulla pubblica piazza, tra la folla urlante. Paularius dall'alto della torre più alta del suo palazzo, sorride, mestamente però, che in fondo Drakes gli era sempre stato simpatico, ma tant'è la volontà popolare va sempre rispettata, soprattutto quando si dà le mazzate da solo sui testicoli. In fondo le cose potevano anche andare bene così. Con una bella svalutazione del 10.000% avrebbe risolto automaticamente il debito dello stato, il problema delle pensioni che si sarebbero quasi azzerate come potere di acquisto e anche gli stipendi che erano già i più bassi della galassia, una scodella di sbobba al giorno, sarebbero stati ancora più bassi se avesse potuto farli pagare in buoni di carta da culo, magari uscendo dall'Unione Galattica e tornando al Credito Surakhiano, unica valuta che valeva meno del rublo transnistriano. E pensare che questi imbecilli erano proprio quelli che festeggiavano di più. In fondo è un bene, il popppolo ha sempre quello che si merita, pensò mentre spediva la comunicazione per indire al più presto le nuove elezioni. Sul suo vecchio impianto stereo di antiquariato usciva una voce gracchiante: "Povera patria, schiacciata dagli abusi del potere di gente infame, che non sa cos'è il pudore. Si credono potenti e gli va bene, quello che fanno e tutto gli appartiene. Tra i governanti quanti perfetti e inutili buffoni...". Che divertimento, quasi quasi non serviva neppure chiamare quella multivulvata Aldebariana che gli aveva dato tanta soddisfazione l'ultima volta, bastava sentire le dichiarazioni dei resuscitati, ex ministri e esponenti politici vari, per arrangiare la serata.


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2 commenti:

OLga ha detto...

Questa è una grande vergogna!

Enrico Bo ha detto...

puoi dirlo forte!

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!