Bisogna davvero dire che questa parte della Francia meridionale ha un paesaggio davvero accattivante e non annoia percorrere chilometri cavalcando colline e vallate verdissime, tra prati pascoli alternati a boschi fittissimi che di certo potrebbero essere definiti foreste. Ormai siamo giunti in Occitania e per questo mi sento un po' a casa, stante le mie frequentazioni nelle valli delle Alpi Cozie. Così lasciata l'autostrada e ormai a due passi dalla valle della Dordogna, nel cuore del parco nazionale delle Causses de Quercy, si arriva ad uno dei luoghi sacri più celebri della Francia, la chiesa di Rocamadour, un insieme di costruzioni religiose, aggregatesi in secoli di devozione, su un alto sperone di roccia che sovrasta il sottostante paesino, bagnato dal fiumiciattolo Alzou, che ha scavato una valle profonda che si insinua tra le montagne, facendone uno dei luoghi più ammirati del paese. Posto in uno degli svincoli del Camino di Santiago, ha richiamato stuoli di pellegrini che ne hanno fatto, pare, il luogo santo più visitato di Francia prima che esplodesse la fama di Lourdes. Dalla cima dello sperone roccioso fino alla sua base dove si snodano le stradine medioevali del paesello, è tutto un susseguirsi di cappelle, santuari, chiese e chiesette che costituiscono una sorta di via sacra, che, se si vogliono fare le cose per bene, stavo per dire come Dio comanda, ma non vorrei apparire blasfemo, costringono il penitente che qui giunge, a salire ginocchioni i 233 gradini (il numero varia a seconda delle versioni) fino al santuario principale dove si doveva far incatenare davanti all'altare della Vergine, per essere definitivamente perdonato di tutti i peccati.
Anche se oggi questo iter è generalmente bypassato, la salita del monte rappresenta comunque un escursione che riempie l'occhio di visioni magnifiche sulla valle circostante e magari oniriche se ve la fate nelle ore più calde e siete fedelissimi alla tradizione e pretendete di farla davvero sulle ginocchia. Io per la verità, suggerirei di utilizzare il comodissimo ascensore che viene incontro al moderno pellegrino e vi toglie magari il fascino della tradizione di sofferenza premiale in cambio di un piccolo obolo ancor più gradito all'ambaradan organizzativo. Il biglietto costa poi 4 € e direi che così giunti alla cima, ve la potrete poi fare in discesa comodamente, fermandovi alle diverse stazioni dove ammirare le opere d'arte e pregare se è nelle vistre corde, davanti ai vari altari, sbucando alla fine dal portale del palazzo fortificato dei Vescovi di Tulle, per giungere con calma al paesino sottostante. Non vi perderete ovviamente la bella basilica, dove potrete ammirare il momento di passaggio dal romanico al gotico, negli archi acuti tra le robuste colonne, nella penombra che avvolge la chiesa e l'altare della Madonna Nera, meta finale del pellegrinaggio. In totale potrete vedere ben sette santuari durante l'intero percorso e non vi stupiranno l'insieme di stili che si è creato nei secoli in cui si sono alternate razzie e distruzioni a ricostruzioni e abbellimenti che ne hanno fatto un'antologia di epoche diverse, ma che rimane di piacevole colpo d'occhio. Pare che tutto sia nato dal ritrovamento nel XII secolo, della sepoltura di un anacoreta, appunto tale Amadour, quando un povero uomo del paese scelse come luogo di sepoltura l'ingresso della chiesetta allora esistente.
Il corpo dell'eremita fu trovato intatto e cominciò allora il pellegrinaggio che immediatamente diede luogo ad una serie di miracoli, da cui nacque il santuario e la sua successiva fortuna, dato che cominciarono ad arrivare da ogni dove personaggi di grande fama per dimostrare la loro devozione. Insomma il luogo è certamente suggestivo e merita almeno una mezza giornata di su (in ascensore) e giù (magari a piedi) ed infine se volete coronare la visità completando un altro degli aspetti per cui il luogo è nominato, potrete terminare la visita verso l'una, nel belvedere proprio di fronte alla rocca che ospita una serie di ristorantini che si fanno vanto di offrire altre importanti glorie locali, che vanno dal tartufo nero che qui alligna pare in gran quantità, al prodotto top dell'area, il famosissimo (o famigerato secondo molti) foie gras, una delle squisitezze gourmet vanto della Francia. Ora tralasciando la tecnica di allevamento delle oche da ingrasso, alimentate con il tristemente noto gavage, pratica che non sto a descrivervi per non turbarvi le coscienze e l'appetito, in ogni negozietto o emporio della zona si trovano naturalmente a prezzo di assoluta affezione, opportunamente inscatolati, i blocs de foie gras da portare a casa. Calcolate almeno una ventina di euro per una scatoletta da un paio di etti, ma attenzione, ma se siete amatori naturalmente lo saprete, a non lasciarvi attirare dal molto meno costoso ma assai meno pregiato fegato di canard (anatra), o peggio dai paté che il gusto ce l'hanno ma sono ben altra cosa. Ceto avendone avuto il tempo mi sarebbe piaciuto visitare un allevamento delle sunnominate oche per constatare de visu la cosa e farmenne una opinione più concreta, ma dicono che gli allevatori non gradiscano visite di curiosi, se pur titolati, noi potevamo vantare i nostri certificati di esperti agricoli e questo comunque non depone a loro favore. Naturalmente la zona è anche ricchissima di porcini (cèpes) e la gran varietà di vini e formaggi, che ovviamente la Francia offre in ogni sua zona. Noi calmato l'appetito proseguiamo verso l'est che la nostra meta è ancora lontana.
La corte interna |
SURVIVAL KIT
Ristorante Le Belvedere - Voie Sainte -Rocamadour - Situato in posizione impareggiabile proprio di fronte alla rocca, potrete pranzare con la spledida vista del santuario e della valle sottostante. La qualità dei cibi è quella classica proposta ai gruppi turistici, quindi fatevene una ragione e accettatela se il prezzo è congruente. L'unica cosa che posso eccepire è che a richiesta di che pesce fosse quello servito, un evidente filetto di merluzzo, mi è stato detto serenamente: "dorade". Comunque passi, la torta alle noci era accettabile. Prezzi contenuti oltretutto se tengono conto della location particolarissima.
Il paesino sottostante la rocca |
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