Iguaçu - Lato Brasiliano - novembre 2024 |
No di certo è tutta roba che è cascata dal cielo e continuerà a cascare all'infinito, violenta e pesante, prima di raccogliersi ed incanalarsi sulla strada tracciata per arrivare all'Oceano. Lungo la strada un elicottero si sta levando in volo, profittando della breve schiarita tra le nuvole, dà l'opportunità a chi vuole investire 100 $ di vedere le cascate dall'alto, un altro dei cento punti di vista diversi dai quali apprezzare questa meraviglia naturale. Tutto va sfruttato al massimo e tra queste foreste un tempo perdute nel nulla, casa dimenticata o ancora da scoprire di povere tribù Guarani che a pena sopravvivevano nel verde, è sorta una industria multiforme su cui centinaia di migliaia di individui, campano e prosperano tranquillamente. Così gira il mondo e così si adatta l'uomo per sopravvivere e moltiplicarsi malthusianamente. Abbiamo ancora un paio d'ore prima di rientrare e vogliamo approfittare del Parque das Aves che sta proprio dall'altra parte della strada. Sedici ettari di Mata atlantica, la foresta primitiva che arrivava fino all'Oceano con centinaia o forse migliaia di essenze vegetali diverse, una ricchezza di biodiversità incredibile (che goduria poter utilizzare anch'io questa inutile parola di cui ormai bisogna forzatamente riempirsi la bocca se ti vuoi sentire à la page), che nasconde nelle sue immense voliere, delle quali a volte stenti di vedere la parte sommitale, centinaia di specie di volatili sudamericani.
Seguendo un percorso obbligato, ma perdendo di vista immediatamente le altre centinaia di visitatori, ecco che ti trovi alla presenza di alcuni dei più emblematici rappresentanti della fauna avicola di questa parte del mondo, dai fantastici ibis rossi che quasi ti accecano con il violento colore vermiglio del loro piumaggio, ai tanti tipi di tucani, altra specificità tipicamente amazzonica che con i loro enormi becchi gialli sembrano faticare a mantenersi in equilibrio sui rami dove si posano. Non sto a descrivervi lo stupore dell'aggirarsi tra tanta bellezza, la curiosità ti conduce per mano lungo il sentiero e rimanere attonito nel farfallario dove migliaia di lepidotteri di ogni dimensione, dai più minuscoli che affollano le pozze fangose come nuvole colorate, ai più vistosi grandi quanto una mano che si posano su di te quasi fossi proprio tu il fiore desiderato dal quale suggere nettare o sul quale riposarsi solamente un attimo prima di compiere la loro breve e intensissima vita, che si compie in pochissimi giorni dopo l'uscita dalla crisalide che le ha maturate. Un volare ossessivo e senza tregua nella ricerca assoluta dell'amore, della riproduzione e che subito dopo si completa nella morte, avendo compiuto infine quel destino a cui nessuno riesce a sottrarsi. Sognerà la farfalla in questi brevi attimi? Avrà contezza di quanto l'attende o è solo spinta da un istinto inconsapevole che non le dà alcuna tregua, che le impedisce di fermarsi prima di aver compiuto gli atti che la natura ha predisposto per la sua specie, un decalogo obbligatorio per perpetuarsi, calcolato dall'ottimizzazione dei comportamenti della sua evoluzione che le ha consentito di sopravvivere per milioni di anni?
Altre varianti più calme, meno ossessionate dal sesso, invece non ce l'hanno fatta e le loro progenie sono scomparse nei meandri di una storia mai scritta e neppure ricordata. Certamente si sa che ce la fa solo chi risponde alle regole evolutive, il più forte, il più resistente, il più intelligente o semplicemente il più fortunato, magari solo perché grazie ad una inattesa variazione genetica, è nato con un disegno particolare sul proprio corpo o sulle proprie ali, configurato dal caso per farlo somigliare ad una specie consorella ma terribilmente velenosa ad esempio, che distoglie il suo predadore dalla voglia di mangiarla e lei trasmetterà questa caratteristica alla sua fortunata progenie, per gli altri nessuna pietà da parte della natura, matrigna crudele o come diceva il poeta dell'Infinito, semplicemente disinteressata ed indifferente. Mentre sto seduto ad ammirare una serie di vulturidi rari, appollaiati in alto, un inserviente del parco si ferma a chiacchierare. E' un fuegino di Ushuaia che si è trasferito qui a lavorare come tanti. La zona è in continuo sviluppo e la gente si sposta facilmente in cerca di condizioni migliori. Cerco di succhiare informazioni utili al nostro itinerario, che mi conferma essere ben strutturato, vedremo. Poi, dopo essere passati nell'enorme padiglione delle are coloratissime riesco ad avvisare il nostro tassista che è giunta l'ora che volge al desio e in un attimo siamo pronti per la cena. Questo primo giorno in sud America è stato decisamente entusiasmante. Intanto ho già preso accordi per domani.
La mattina, opportunamente strafogati dalla solita splendida colazione, sistemiamo i bagagli, nell'apposita stanzetta, visto che stasera ci trasferiremo in Argentina e aspettiamo Gerson che starà con noi tutta la giornata per fare un salto nel vicino Paraguay. Ora capisco che questa potrebbe essere considerata una inutile deviazione, solamente per il piacere ed il gusto di piantare un'altra bandierina sulla mappa, ma non vedo perché si dovrebbe rinunciare all'opportunità di vedere qualche cosa che sta lì ad un palmo di mano, così comodo da raggiungere, anche solo per vedere se c'è qualche cosa di interessante da raccontare, qualche particolarità da rimarcare e da capire. Io sono così, se arrivo in un posto dove tra l'altro, penso sia molto probabile che non tornerò più, voglio approfittare di tutte le opportunità che mi si propongono, non si sa mai. Già perché qui siamo proprio al centro delle tre frontiere tra i tre paesi, anzi si può dire che qui ormai le frontiere non esistono proprio e si passa rapidamente da uno all'altro senza problemi, ancor di più se sei un residente. Quindi ci avviamo in un traffico infernale verso il grande ponte dell'amicizia che ad un'altezza di 75 metri attraversa il Paranà congiungendo la brasiliana città di Foz de Iguaçu alla paraguaja Ciudad de l'este, in realtà una città unica separata dal corso del fiume. Questa città che con astuzia è stata trasformata in una sorta di zona franca praticamente esentasse, per approfittare dell'afflusso dei milioni di turisti che qui convergono per ammirare le cascate, è costituita da una serie infinita di colossali centri commerciali,, che ospitano i marchi di ogni parte del mondo accanto ad ogni cosa di comprabile che qui arriva da tutto il sud America.
Ovviamente i prezzi sono molto convenienti, insomma una sorta di outlet dove potete trovate dall'ago all'elefante a buoni prezzi. Non per nulla qui arriva la fila delle auto la mattina, provenienti da Argentina e Brasile ed alla sera il serpentone se ne torna in senso opposto carico di pacchi, pacchetti e pacchettini che gli svogliati doganieri fanno passare con movimenti della mano appena accennato. Solo qualcuno che evidentemente mostra carichi di alcool di pregio, bottiglie dai nomi blasonati o similari, viene fermato ed investigato, ma sono convinto che poi la soluzione venga trovata rapidamente, D'altra parte il business imponente continua a funzionare in modo egregio ed il flusso è continuo. Comunque si procede a passo d'uomo e il nostro Gerson non si fa pregare a chiacchierare. Io amo conversare con tassisti ed accompagnatori per cercare di capire il sentiment della gente sull'andamento del paese ed in questo periodo il Brasile sta attraversando un periodo particolarmente difficile dal lato economico, mi sembra di capire che l'inflazione, complice gli eventi internazionali, abbia ricominciato a mordere ed è una bestia che qui ha combinato in passato grossi danni come ricordo bene quando c'ero stato negli anni '80 e bisognava cambiare i soldo una volta al mattino e una al pomeriggio tale era veloce la variazione del cambio.
Il nostro amico che possiamo catalogare in quella fascia di lavoratori poveri, ma in un settore che comunque beneficia di flussi di denaro importanti, dei quali comunque c'è una certa ricaduta, tra mance varie ed evoluzione continua dei prezzi, se la prende con le masse dei diseredati, degli invasori di terre altrui in cerca di soli sussidi statali e che, utilizzando un refrain molto sfruttato in ogni parte del mondo, "non hanno voglia di lavorare, ma solo di cantare e ballare", quelli del nord insomma, manca solo il suono del mandolino e del putipù e poi siamo al completo. Ma questo scoprirò in seguito è un sentire molto comune da queste parti, anzi il nostro invidia l'andamento ultraliberista della vicina Argentina e auspica che questo momento arrivi presto anche in Brasile, classificando l'attuale leader come un "lixio", la cui traduzione è decisamente pesante, lasciando intendere che preferiva di gran lunga chi c'era prima. Mi sembra che questo sia un sentire abbastanza classico in tutto il mondo, specialmente per chi fa lavori per così dire in proprio, nei quali la libertà assoluta nel libero imprendere è un po' la chiave del guadagno, forse comprensibile in specie se si ha una visone immediata e di corto raggio. Comunque ne sentiremo altri prima di farci una opinione più generale. Intanto chiacchierando, chiacchierando, superiamo le costruzioni affollate di pullman di turisti in cerca di affari, allineati in giganteschi parcheggi, ma noi ci fermeremo al ritorno e procediamo nella campagna paraguaja, del tutto indistinguibile da quella brasiliana o da quella argentina in cui invece saremo domani.
SURVIVAL KIT
das Aves - Gigantesco parco tematico a pochi passi dall'ingresso delle Cataratas. Qui potrete vedere la maggior parte delle specie di uccelli del Sud America nel loro ambiente naturale della cosiddetta Mata Atlantica. Calcolate almeno un paio d'ore per godervi il percorso attraverso sentieri nascosti che vi condurranno da uno spazio recintato all'altro e definito per tipologia di specie. C'è anche un grande allevamento di farfalle, dalle quali vi troverete completamente avvolti. Ingresso circa 20 $. dalla città il parco è raggiungibile anche con bus pubblico.
Frontiera col Paraguay - Attraverso il ponte dell'amicizia lungo circa 500 metri. Il passaggio è automatico, non mettono neppure il visto sul passaporto e le due città al di qua ed al di là del ponte si susseguono senza soluzione di continuità. Una escursione di una intera giornata che vi consentirà di vedere un pezzettino di questo paese confinante, fare acquisti a Ciudad de l'este se lo riterrete opportuno, andare fino alla vicina città di presidente Franco e alla cascata Salto Monday, poco visitata. Al ritorno immancabile stop alla diga di Itaipù una delle più grandi del mondo, che alimenta i tre stati. Il metodo migliore a mio parere è trovare un taxi che vi porti in giro tutto il giorno con un itinerario consono ai vostri interessi.
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