lunedì 20 gennaio 2025

Sudamerica 12 - Circuito siete lagos

Circuito Siete Lagos - Volla La Angostura - Argentina - novembre 2024

 

Villa la Angostura è un paesotto di casette di legno in stile alpino, anche questo fondato dai Bellunesi all'inizio del secolo scorso, più o meno a metà della strada dei sette laghi, che corre da Bariloche a San Martin de los Andes. La sua particolare posizione, si stende infatti su un sottile istmo di terra tra il più grande lago Nahual e il più piccolo lago Correntoso, quasi all'opposto di Bariloche. Siamo nel mezzo di un paesaggio idilliaco e le superfici quasi immobili dell'acqua, qui infatti i bracci dei laghi sono più piccoli e quindi meno turbate dai venti. I laghi glaciali hanno spesso la stessa caratteristica, sono di medio grandi dimensioni e si stendono lunghi e stretti per molti chilometri nelle valli ad U lasciate dal ritiro dei ghiacci dopo l'ultima era glaciale, riempiendo le fosse rimaste nelle morene percorse dai vari bracci e da essi o dai nevai rimasti, alimentati costantemente. Solo per qualcuno l'erosione dei torrenti più recenti ha scavato più profondamente, restringendo la valle e approfondendola di più, costringendo lo specchio d'acqua in serpentine più contorte e profonde. Il colore dell'acqua è di un verde bottiglia scuro che non lascia vedere il fondo, che vicino alla riva bordata da spiaggette circolari assediate dal bosco già non si vede più, ma basta che il sole apra il cielo facendosi largo tra le nubi bianchissime che subito l'acqua si muta in smeraldo puro e ogni cosa all'intorno ritorni a gioire, lasciandosi alle spalle quel senso di istigazione al suicidio che hanno di solito i laghi solitari. 

Los Arrayanes

A un paio di chilometri, vedi appena qualche casa sul bordo del lago, che formano l'insediamento di Puerto Angostura, punto di partenza per le escursioni lacustri. Qui solo poco più di 100 metri separano i due versanti ed una stradina ti conduce da un braccio all'altro in pochi minuti- Qui cominciano le balze sulla collina del parco los Arrayanes. L'Arrayan (Luma apiculata) è un albero molto particolare, che cresce solo in questo bosco fitto, mentre altrove è un semplice arbusto. In lingua mapuche è detto quetrihue, si tratta di un mirto cileno che qui diventa invece un enorme albero sempreverde dai fiori bianchi e profumati, che forma una particolare foresta, meta di una delle escursioni classiche dei dintorni di Bariloche che parte da Puerto Panuelo e comprende visite e passeggiate nell'isola Victoria all'interno del lago. L'aspetto più interessante di questi alberi è la presenza dei loro alti tronchi contorti e spogli, di coloro rossiccio che creano un ambiente molto particolare ed intrigante che ti invita a penetrare la foresta per scoprirne i segreti e forse i rifugi nascosti di gnomi e fate. Varrebbe davvero la pena di fermarsi qui e seguire almeno uno dei sentieri principali per raggiungere i miradores in cima alla collina che ti fanno spaziare sui bracci dei laghi che circondano il bosco. Procedendo intanto lungo la strada verso nord a qualche chilometro appena superata la città, eccoci sull'altro istmo dove possiamo vedere un'altra stranezza di questo mondo.

La sottile fettuccia di terra è infatti tagliata da quello che si considera il più corto fiume del modo, il Rio Correntoso, lungo solamente 200 metri, che collega i due laghi. Sembra che questa sia la zona preferita dai pescatori ed infatti ogni tanto si vede gente bardata di tutto punto con canne e stivaloni che si aggirano nel bosco per trovare il  punto migliore dove passare la giornata. Non per niente le trote iridee di Bariloche sono molto reputate e sempre presenti in tutti i ristoranti. Da qui in poi, seguire la strada dei sette laghi è semplice e piacevolissimo. E' un continuo gira e volta di salite e discese per superare passaggi e percorrere piccole valli tra le montagne. Continui slarghi lungo la strada consentono di fermarsi per ammirare il  paesaggio e passare un po' di tempo davanti ai laghi che man mano di trovano lungo il percorso. Un lungo crinale consente di arrivare subito al lago Espejo Grande, che come dice il nome funge da spettacolare riflesso per le montagne che lo circondano, prima di ritornare a nord a rivedere il Correntoso dall'angolo superiore dove un bel mirador lo abbraccia in quasi tutta la sua lunghezza. Un altra sosta più in su per vedere di lontano la sagoma della bella cascata Nivinco, formata da un minuscolo torrente di cui non immagineresti la portata imponente fino a che questa massa di acqua non si precipita verso il basso con un poderoso salto, per raggiungere la quota più bassa della valletta inferiore che la riporterà verso i laghi più grandi. 

L'indicazione del sentiero per raggiungere la cascata e godersela da distanza ravvicinata è molto chiara e ben segnalata, così come il paio d'ore necessarie per compiere il giro, cosa che purtroppo non ci è consentita. Raggiungiamo così attraverso una deviazione l'altro grande lago: il Traful con i suoi tre bracci che lo fanno assomigliare dall'alto ad una specie di lago di Como ruotato, anche se molto più piccolo naturalmente, in tutto una ventina di chilometri. Si arriva alla base del braccio nord dove si stende una lunga spiaggia, dopo aver superato una stretta barriera di alberi che la separano dalla strada. Qui hai la sensazione dell'isolamento assoluto in una natura virginea e solitaria, un abbraccio in cui gli animi sensibili si perdono facilmente. Quelli meno invece avvertono da un po' la mancanza assoluta di qualsiasi punto dove ristorarsi con una bevanda o un bocadillo qualsiasi, ma è solo un attimo di smarrimento prima, che di nuovo il senso del sublime abbia il sopravvento sulla carne e di riprendere la via. In questi luoghi, o sturm und drang è sempre in agguato e bisogna rimanere vigili se non si vuole cadere in sdilinquimenti ottocenteschi. Così piedi incollati a terra e pur dobbiamo andar. E così, ancora procedendo ecco un altro minuscolo punto di sosta, dove spiando tra gli alberi riesci a scoprire appena più sotto, e stava proprio per sfuggirti, il seminascosto lago Escondido, lo dice la parola, dalle acque rese scure come la notte dall'ombra della montagna che lo nasconde ai raggi del  sole. 

E ancora più avanti altre due piccole gemme il lago Villarino e il Falkner, circondati da foreste inestricabili, se pur di tanto in tanto ti sembra di scoprire la traccia di un sentiero che le penetra. Se pure questo circuito è un itinerario molto noto e seguito dai turisti che arrivano da queste bande, il territorio è tuttavia così vasto che ci si perde alla vista l'un l'altro e ti sembra sempre di essere solo, perso di fronte a questa natura selvatica, sconfinata e soprattutto inabitata. Ti appare come probabilmente era apparsa a quei famosi bellunesi che giunsero da queste parti oltre un secolo fa in cerca di fortuna. Credo che sicuramente non sarà stato facile adattarsi alla vita tra queste montagne, riuscendo a ricavarne di che sfamarsi e ripararsi del freddo e dal vento, di certo non avranno avuto il tempo o a voglia di girarsi intorno e godersi la vista di questi monti, di queste foreste, di queste valli. Intanto mancano solo più una trentina di chilometri ed i sette laghi li abbiamo visti tutti, ma lungo la strada prima di arrivare ce ne sono ancora quattro e sicuramente non di scarto. Devi fare delle piccole deviazioni di non più di un paio di chilometri per arrivare a sinistra al lago Hermoso, magnifico come d'altra parte sottolinea il nome stesso, poi costeggiando il piccolo lago Machonico e infine il piccolo lago Meliquina a destra, poi passando vicino alle nuove costruzioni di spazi turistici dedicati allo sci, eccoci finalmente all'ultimo lago Lacar, sulla cui estremità sorge l'abitato di San Martin.

Questo è il punto di arrivo dell'itinerario, anche se per la verità si potrebbe proseguire fino a Junin de los Andes da cui in un altra ventina di chilometri si raggiunge il passo di Tromen che traversa la cordillera per raggiungere il Cile ed il vicino oceano Pacifico. Questa cittadina, viene considerata un punto di élite alquanto fighetto, punto di appoggio di ricconi locali o di turisti d'alto bordo che si dedicano all'esplorazione del vicino parco nazionale Lanìn e dove è stata creata ex novo una stazione sciistica per convogliare turismo danaroso. In effetti qui gli hotel costano più o meno il doppio dei loro analoghi di Bariloche e anche tutto il resto è carissimo. Insomma una località di lusso tra le Ande più sperdute. Per chi vuole farsi il Circuito con calma dedicandovi due o tre giorni sfruttando le tante possibilità di trekking e visitando meglio i vari parchi della zona, oppure venirci a sciare nei mesi estivi, rimane in effetti un ottimo punto di tappa, vista la sua posizione. Inoltre il paese che si stende attorno al porticciolo sul bordo del lago, è molto piacevole e moderno, con le sue costruzioni. quasi tutte recenti in legno, in stile chalet di montagna ed i vari locali si fanno in quattro per far sentire i turisti a loro agio. E ricordiamoci che qui, come costantemente ricordano i cartelli stiamo percorrendo l'iconica Ruta 40, una delle direttrici verso sud che portano come lungo la discesa di un baratro senza fondo verso quella che viene considerata La Fin del Mundo.  Intanto è venuto il momento di ingurgitare qualche cosa e comunque anche quattro semplici tostados con le bibite ammontano a 40.000 pesos, tanto per capirci, sembra quasi di essere a Cortina. 

Un Gaucho

Ma anche se ti pare uno sfondo casalingo, il lago, le montagne, le cime lontane coperte di neve, basta andare a passeggiare sulla spiaggetta dove le paperelle fanno il lor mestiere sguazzando nell'acqua bassa e il vento gelato, forte e teso che sembra portarti via, facendoti stringere nelle giacche a vento e calare il cappello di lana in testa, ti ricordano senza infingimenti che qui sei in un altro mondo, dove tutto è più estremo e il tuo mondo, quello a cui sei abituato è molto molto lontano. Ti senti come in quei film in cui il pianeta dove è scesa l'astronave appare in tutto e per tutto simile al tuo, ma poi da piccoli indizi e dalle situazioni estreme che non tardano a manifestarsi, avverti di essere in un altro mondo dove devi capire quale deve essere il modo di procedere e quali le modalità di sopravvivenza. Eppure il sole fa gioire l'ambiente tutto intorno, i fiori splendono dovunque, i colori brillano e l'acqua del lago sembra cristallina; di certo non nasconde insidie, ma i boschi che si stendono fitti verso il monte, appaiono subito impenetrabili e solitari, nessuna casa è all'orizzonte, tra le rocce par di scorgere l'ombra furtiva del puma in agguato, alti planano con le larghissime ali dispiegate, silenziosi condor, le lunghe remiganti aperte come dita che si appoggiano alla densità dell'aria. Ma se el condor pasa, direbbero gli Inti Illimani della nostra gioventù, tra il sibilare dello zufolo e lo strimpellar del charrango, passa anche il tempo e bisogna girare la macchina e riprendere il giro, se vogliamo arrivare a casa prima del buio, magari scegliendo per il ritorno un altro itinerario che consenta di compiere un anello completo, come si conviene per chiudere al meglio la giornata.

San Martin de los Andes

SURVIVAL KIT

Circuito siete lagos - E' uno degli itinerari classici consigliati dell'area di Bariloce che si svolge a nord est del lago Nahual, nella direzione di San Martin de los Andes e che conduce ad uno dei passaggi andini che portano in Cile. Chi volesse, con a disposizione un auto autorizzata a passare il confine (ci vuole un particolare e costoso permesso che fa il rent-a-car che fornisce la macchina, con integrazione dell'assicurazione), può scegliere di fare da qui la traversata con spettacolari viste sul vulcano Lanìn e le sue foreste di araucarie, per poi scendere a sud lungo la carretera Austral Cilena oppure proseguire verso nord fino alla capitale Santiago. Il Circuito è lungo circa 400 chilometri su ottime strade asfaltate e si fa comodamente in una giornata se non si decide di fare lunghe passeggiate nei boschi, lungo i 7 laghi principali che si costeggiano (Nahuel Huapi, Correntoso, Espejo, Traful, Escondido, Vallarino, Falkner) e infine il Machonico, l'Hermoso e il Lacar. A San Martin trovate locali di ristoro e carburante. Per il ritorno potrete prendere una strada secondaria, non asfaltata ma molto ben battuta e percorribile tra i 60 e gli 80 km/h, che allunga il percorso di un centinaio di chilometri che attraversa il passo Cordoba e raggiunge attraverso la 237 la remota Valle Encantado, con i suoi straordinari fenomeni di erosione. Insomma un bel giro che consente di apprezzare comodamente in macchina il paesaggio di questa area.

Cascata Nivinco


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