lunedì 13 gennaio 2025

Sudamerica 6 - La diga di Itaipù

Diga di Itaipù - Brasile - novembre 2024

 

Ormai siamo rientrati in Brasile e giriamo decisamente a nord seguendo il corso del  Paranà, l'immenso fiume che condiziona tutto questo territorio con il suo corso ricco di acque. In pratica la strada corre lungo il confine, visto che questo è segnato all'interno del corso del fiume, condiviso a metà con il Paraguay e dopo una decina di chilometri arriviamo nel territorio della diga di Itaipu, una delle sette meraviglie della ingegneristica mondiale, costruita negli anni '70 e '80 e che ancora oggi si può considerare come la più grande centrale idroelettrica del mondo. Giustamente non si è persa l'occasione di utilizzarla anche come attrazione turistica, vista la massa di gente che arriva fin qui per le cascate ed in effetti il grande parco creato attorno al gigantesco impianto ben si presta anche a questo scopo. Immensi prati verdi popolati di animali e famiglie di capibara ti accompagnano fino alla vista dei formidabili bastioni che sbarrano il fiume alle spalle dei quali si è formato un lago di circa 1400 km2. Pensate che, dati gli accordi che prevedono che a beneficiare dell'opera siano tutti e tre i paesi confinati che hanno partecipato alla costruzione, l'impianto produce circa il 95% dell'energia che serve a tutto il Paraguay e ad un terzo di quella necessaria al Brasile, visto che alimenta Rio e San Paolo. L'estendersi del bastione di oltre sette chilometri è effettivamente mirabile e non puoi fare a meno, in questi luoghi di ragionare sulla grandezza dell'ingegno umano e delle sue possibilità di intervento, in questo luogo dove la presenza di  una natura possente si intreccia alle possibilità costruttive della nostra specie, altro che i castori, diciamo la verità. 

Prima di arrivare alla diga si percorrono grandi praterie dove è stata fatta un'opera di rimboschimento con alberi locali, ognuno dei quali reca il nome di una delle persone che hanno collaborato alla costruzione. I bastioni, alti quasi 200 metri, si elevano dinnanzi a te come mura di una città aliena posta a difesa di una qualche civiltà arrivata dalle stelle con capacità costruttive inimmaginabili ed invece proprio il piccolo uomo che ha iniziato il suo cammino coperto di pelli, maneggiando con difficoltò qualche pezzo di selce per procurarsi il nutrimento e poi via via utilizzandolo come strumento di produzione di ingegneria e di arte, lo ha immaginato, progettato ed infine costruito rendendolo produttivo di quella energia che ormai gli è indispensabile alla vita della sua specie. Certo oggi questo uomo si preoccupa di più di un tempo, di proteggere anche l'essenza naturale di quanto lo circonda; un tempo era più una lotta tra il progresso e la natura, vista addirittura come un avversario da annichilire, almeno a quanto si legge negli scritti degli ingegneri sovietici che si addentravano nelle foreste siberiane col chiaro intento di sterminarle come nemici del progresso socialista, non riuscendo ancora a prevedere i danni irreparabili che si prospettavano, ma questa è la storia consueta dell'umanità tra errori e conquiste, vai a capire dove sono i punti di caduta e quelli di ripresa. Lo deciderà solo la storia successiva e a tentare di porre rimedio saranno le generazioni che verranno. 

Intanto noi dal Mirador appositamente preparato per questo ci godiamo le spettacolari vedute della diga con i suoi contrafforti che proteggono le turbine alla base, lasciando scorrere le cascate del fiume che deve proseguire la sua corsa verso l'Oceano e che infatti a valle, riprende il suo cammino lento e sinuoso segnando la frontiera tra i due stati, prima di lasciarli definitivamente per entrare trionfale in quella Argentina che lo accompagnerà per il suo tratto finale. Il giro in autobus che percorre anche la parte iniziale della diga è molto spettacolare e panoramico e se arrivi fin qui deve essere fatto assolutamente. Ritorniamo mentre il cielo riprende a gocciolare come usa al tropico e non bisogna poi lamentarsene troppo. A questo punto direi che abbiamo visto quello che ci eravamo prefissati e recuperati i bagagli, attraversiamo finalmente la frontiera con l'Argentina. Anche qui non ci sono problemi di sorta, scendiamo dal taxi e passiamo un attimo nell'ufficetto per timbrare il passaporto mentre dalla parte argentina basta allungarsi al baracchino a fianco della corsia della strada, poi, passato l'altro ponte siamo finalmente nel paese meta effettiva del nostro itinerario. Chatwin adesso guidaci tu. Arriviamo velocemente, dopo essere passati al fianco della Cattedrale dedicata alla Vergine di Guadalupe, e sbarchiamo nel nostro nuovo alberghetto, dove lasciamo il nostro Gerson che ci ha guidato per tutto il giorno in modo molto soddisfacente. La cittadina di Puerto Iguazu, il contraltare della gemella in terra brasiliana e di quella paraguayana, è molto più piccola e serena, fatta di quartieri tranquilli in cui si alternano casette basse e silenziose. Si respira un'aria più familiare e decisamente meno caotica. 

Il piccolo centro ha una via principale dove trovi la sfilata dei locali e qualche negozietto di souvenir per turisti ma non molto di più. Si capisce subito che la massa staziona dal lato brasiliano, compra dal lato paraguayano e qui viene solo per vedere le cascate dal lato sud e poi proseguire per altre delizie e paesaggi dirigendosi verso la parte meridionale del continente. Comunque anche se a pranzo ci siamo saziati con diversi bocadillos paraguayani, serva mettere qualcosa sotto i denti. Raggiungiamo quindi a piedi la via centrale, gioiosa ed illuminata come si conviene ad una cittadina comunque turistica sotto ogni aspetto. Andiamo dopo un breve giro, ma domani avremo occasione di guardare meglio, a imbucarci in una bella birreria, che serve griglia e pizze, come di consueto da queste parti e ci becchiamo il primo sontuoso filetto della serie che ci accompagnerà per tutto il nostro itinerario argentino. Bisogna subito dire che la carne da queste parti è molto buona e ci mancherebbe altro. Come consiglio per palati difficili ricordatevi che qui alle classiche diciture medium (qui a punto), o al sangue o via di mezzo, corrisponde una cottura leggermente più prolungata della nostra. Quindi se volete la vostra bistecca ben sugosa, chiedete medio sangre. Altra cosa che subito vedremo comune a tutti i conti dei ristoranti, è la mancia del 10% che viene esposta nel conto automaticamente sia che il biglietto sia scritto a mano o con il tagliando cassa. Se non volete lasciarla naturalmente è possibile, ma dovrete farla togliere dal totale, cosa che si rivela alquanto imbarazzante. Si tratta insomma del servizio a parte che dovrete considerare quando vi fate i conti. Nulla vieta di accrescerla naturalmente. E con ciò direi che, dopo aver ringraziato il cameriere, è venuta l'ora di andare a nanna che si è fatto anche tardi e la giornata è stata abbastanza faticosa, considerando anche che siamo stati in tre stati diversi! Ma alla fine, state tranquilli che sarà sempre più è meno così.

SURVIVAL KIT

Diga di Itaipu - A 10 km dalla città in un grande parco da visitare in un paio d'ore, rappresenta un'opera importante dell'ingegno umano incastonata all'interno di un'area naturalistica anch'essa di eccezione. Progettata nel 1966, con accordi tra i tre stati, pur in epoca di dittature che ne hanno inficiato per un certo tempo la soluzione è stata terminata nel 91 con la posa finale della 18esima turbina, ltre due furono aggiunte nel 2006. Alta 196 metri e lunga 7.000 produce oltre 90.000 GWh e serve i tre stati, tra cui la quasi totalità dell'energia necessaria al Paraguay. L'ingresso nel parco costa 58 Real a testa, incluso il giro in bus di oltre 1 ora con due soste. Merita.

Hostaria los Elechos - P. Amarante 76 - Puero Iguazu - Piccolo hotel  3 stelle da cui si raggiunge il centro a piedi. Comodo anche per aeroporto (15 min e Cascate 10 min.). Camere piccole e semplici, TV, wifi, AC, bagnetto piccolo ma pulito. L'albergo offre parcheggio ed è inclusa una ricca colazione. Reception 24 h, giardino interno e piscina. La doppia sui 20 €. Si paga sul posto prenotazione non rimborsabile. Valido soprattutto per la posizione. 

Holy Brewery - Av Cordoba 158 - Puerto Iguazu - Bel locale nella via centrale. Offre ovviamente piatti argentini e carne di ottima qualità. Anche le birre valide. Buon servizio. $ filettoni ottimi e due birre 82. Caruccio, ma in linea con i prezzi argentini. 


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