domenica 6 settembre 2020

Luoghi del cuore 56: Rocce e mare di Corsica


La costa sud - Corsica - agosto 1993


L'interno
Ci passammo un bel mese completo a percorrere i sentieri e le stradine più nascoste della Corsica e ce ne innamorammo tutti e tre, anche se la bambina era più interessata al mare e a rimanere il più a lungo possibile a sguazzare nell'acqua calda di quell'agosto lontano. Forse era la selvatichezza dei luoghi, quella sensazione di solitudine che provavi anche nei posti dove la gente era comunque presente, quell'afrore di terra aspra dalle montagne nascoste e dai boschi fitti e misteriosi. Dovunque andassi trovavi sempre spiagge solitarie e baie bellissime in cui fermarti a controllare la trasparenza dell'acqua e la sua morbida carezza. Qualunque stradina prendessi che si dirigesse verso il centro del'isola, subito ti trovavi avvolto dall'ombra spessa di alberi maestosi, da scoscendimenti e precipizi formati da roccia scabra e minacciosa, ma di singolare bellezza. Incrociavi rare auto o altri mezzi locali con i quali ti trovavi spesso a dirimere le precedenze in passaggi stretti e bisognosi di guida attenta. I piccoli paesi stessi avevano quell'aria di essere lontani dallo svolgersi della storia, con case antiche, abitate da vecchi seduti sulle soglie, in piazzette semideserte in cui la vita galleggiava come in uno stato di apparente latenza. 

Graniti
Passavi il tempo in piccole osterie che offrivano cibo semplice, silenzio e frinir di cicale sotto le frasche di un pergolato a mangiar formaggio stagionato e vino aspro e corposo. Le pozze d'acqua del monte, gelide e opaline, i torrenti asfittici che scendevano senza grandi scrosci, le scogliere maestose a dominare un mare che circondava l'isola impedendo fughe verso il mondo. A Bonifacio le potemmo ammirare dall'acqua, incombenti e minacciose, verso il nord percorremmo invece piccole strade che si infilavano tra i cespugli della macchia, tra i forti profumi di mirti e tamarischi, scoprendo piccole insenature deserte cinte da promontori di rocce taglienti, che respingevano ogni approccio, salvo mostrare dall'alto le loro stupefacenti conformazioni. Insomma un viaggio in cui la natura è stata preponderante nel modo più assoluto ed i contatti con le persone, scarsi ed episodici, non so bene se per la scarsità degli incontro o se per una naturale ritrosia della gente. Tuttavia un mondo che forse proprio grazie a questa sua rude severità, si fa amare profondamente e ti offre ricordi di piaceri sottili ed indefinibili. Mi piacerebbe davvero avere il tempo di ritornarci con la calma e la mancanza di assilli che concede la maturità, magari in un mese ancor più solitario, per apprezzarne ancora i suoi lati più nascosti e segreti, che credo siano la sua definitiva magia.

Chiesetta in stile romanico pisano




Bonifacio
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