domenica 29 settembre 2019

Cina 2 - Prenotare il resto

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dal web

Di nuovo qui al lavoro tanto per cambiare.  Mi diceva ieri un amico medico che in un test cieco, persone convinte che bere caffè non faccia dormire, a cui è stato somministrato un placebo simile al caffè ma privo di caffeina, poi effettivamente non dormivano. Grande mistero il cervello umano, si autoconvince con una certa facilità, forse per difendersi. Sì, perché organizzarsi un viaggio è proprio un lavoro faticoso e bisogna farselo piacere perché se no diventa una tortura. Invece così te lo fai passare come un divertimento e sei contento. Intanto oggi ho praticamente finito la pratica dell'organizzazione della parte relativa allo Yunnan, che grazie alle info di un amico di Fb ho contattato e che dalla Nuova Zelanda mi ha combinato il giro secondo i miei desiderata (siamo andati avanti a mail per un mese e mezzo...). Mi ha messo in contatto con una guida locale  di etnia Bai di nome Apple (curioso no? ma credo che in cinese sia Ping, nome molto comune laggiù) che mi dovrebbe portare nei luoghi più interessanti per un paio di settimane, tentando con le sue conoscenze di farmi venire a contatto con realtà, il più possibile autentiche, posto che sia ancora possibile in una meta ormai battuta a tappeto dai turisti di tutto il mondo. 

Per la settimana rimanente, da passare nello Hunan e nel Guangxi (Zhangjiajie, le montagne di Avatar e Guilin con il fiume Li e dintorni), invece ho prenotato gli alberghi direttamente sempre su consiglio dell'amica Simona di cui vi ho già parlato ieri (date un'occhiata al suo blog Gattosandroviaggiatore). Ogni volta che faccio queste operazione non riesco a non stupirmi al vedere come e quanto è cambiato il mondo, almeno per noi viaggiatori di lungo corso, diciamo pure anziani, che quaranta anni fa, dopo aver letto qualche libro e qualche guida, prendevamo un aereo e arrivavamo a Delhi o Madras, ci guardavamo un po' intorno e poi si decideva cosa fare andando a chiedere a qualche strambugio con scritto travel agency su un'insegna che cascava di lato oppure che si partiva verso Sana'a cercando di andare ad Aden senza neanche il visto sul passaporto. Certo altri tempi, però mi è chiara la sensazione che si andava all'aeroporto senza nessun patema d'animo su quello che sarebbe potuto capitare e senza paventare eventuali possibili difficoltà. Adesso che con internet puoi fare davvero tutto, sei sempre pieno di dubbi e come farò e ci vorrà il double entry visa e via discorrendo. Comunque bando alle ciance dei vecchi che rimpiangono il passato, diciamo che ho smanettato per tutto il pomeriggio per completare l'operazione hotel. Anche qui, lo dico per chi non è pratico, è un percorso a trappole in sequenza anche se meno che con i voli. 

Numero infinito di siti in competizione, condizioni da leggere in piccolo e così via. Comunque mi sembra che la via più corretta, se avete già in mente il nome della struttura è quella di passare da uno dei siti che raffronta le offerte tipo Tripadvisor e poi finire sui soliti Booking o Agoda (valido per l'oriente) o Hotel.com, qualcuno ve lo fanno pagare subito, qualcun altro si paga direttamente sul posto; qualcuno è senza rimborso in caso di rinuncia, qualcun altro puoi farlo senza penale fino all'ultimo momento, insomma una jungla in cui districarsi. Alla fine io che sapevo già dove volevo andare a parare ho fatto ragionevolmente in fretta. Naturalmente non ho potuto non notare la beffa dello sconto per iscritti al sito di Booking, che mi ha scontato una camera del 20% dopo che il prezzo era stato aumentato prima di pari importo, ma si sa, anche i grandi cascano sui dettagli. Anzi dopo poco mi sono arrivati anche i messaggi direttamente dagli hotel, che hanno rivelato una cortesia ed una attenzione al cliente che, per quello che conosco della Cina, mi hanno stupito positivamente. Del tipo, uno mi mi scrive che viene a prendere direttamente all'aeroporto col cartello, un altro mi offre biciclette gratis per girare in città, un altro mi segnala i prezzi per eventuali escursioni con sconto 50% per anziani, eheheh, tutti mi mandano nome e indirizzo della struttura, scritto in cinese da mostrare all'eventuale tassista perché non mi perda. Insomma vediamo poi come va in pratica. Adesso se permettete mi dedico alla prenotazione dei biglietti degli autobus di lunga percorrenza tra le varie città, ma sì, si può fare anche questo, che potenza ha questo misero strumento con la tastiera che ha cambiato il mondo!


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sabato 28 settembre 2019

Cina 1 - Prenotare i voli

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Che belle giornate e ragazzi, sarà pure il riscaldamento globale, però in pratica a fine settembre non si sta niente male, anche se io sono inchiodato davanti a questa maledetta/benedetta tastiera a lavorare per mettere a punto le scartoffie di questo ormai prossimo viaggio d'autunno. Guardate che è un lavoro a tempo pieno, che riesco a fare proprio perché sono un pensionato nullafacente, che se no sarebbe dura, anzi non so come facciano le agenzie di viaggio a farsi tutto sto mazzo ai costi che poi ti espongono nel pacchetto. Vero che molti si divertono, ma è fatica improba, incluse le tante possibilità di errore, perché adesso questi siti malefici sono pieni di trappoloni. Partiamo intanto dalla ricerca dei voli. Qui ci sono le più diverse teorie. Molto prima, col rischio che poi i prezzi scendano, all'ultimo momento rischiando che ci siano pochi posti ed esaurite le tariffe scontate parti a prezzi stellari. Sembra comunque che i prezzi migliori viaggino attorno ai 40 gg prima della partenza. Poi ci sono le malizie suggerite, quando cerchi l'itinerario migliore fallo con un altro PC, perché se no alla terza o quarta ricerca dello stesso viaggio i prezzi magicamente aumentano. Poi pare che i prezzi siano minori se prenoti nei giorni di martedì o mercoledì e non da smartphone, che chi lo fa è etichettato come più ricco o con meno tempo da perdere e quindi lo carichiamo di più. 

Infine ci sono i siti venditori. Direttamente dalle compagnie è un'avventura, molto complicati i siti e difficilmente arrivi all'acquisto inoltre spesso i prezzi sono superiori a quelli degli altri siti. Quindi devi cadere sui vari venditori di biglietti, partendo di norma da quelli generalisti che paragonano i prezzi dei vari siti per lo stesso volo (tipo Skyskanner, che ha il pregio di mostrare anche la variazione prezzi nei vari giorni del mese, non sempre reale, ma interessante). Questo poi ti presenta i vari voli in ordine crescente di prezzo con le diverse alternative. Clicchi quella che ti sembra logisticamente più interessante per il tuo progetto e vai sul sito venditore che ti fa compilare la tiritera dei dati, che già tira via un bel po' di tempo, col pericolo di fare errori che poi implicano l'impossibilità di utilizzare il biglietto (es. se sbagli un numerino del passaporto o delle date di nascita). A questo punto iniziano le furbate dei vari siti per farti salire il costo del biglietto, assicurazioni, bagagli e altro, fino all'esagerazione di farti pagare per scegliere i posti vicini. Io metto no a tutto, tanto per non sbagliare, quando arrivi al pagamento l'altra furbata (indebita e vietata teoricamente) è quella di metterti un sovrapprezzo per l'uso della carta di credito, roba anche da 50 euro o più. A questo punto io chiudo e vado a cercare un altro sito e ricominci il lavoro. 

Quando riesci ad arrivare fino alla fine (e questo accade specialmente nei siti che erano in cima alla lista per il prezzo più basso, anche solo di qualche euro) ecco che appare una scritta che recita: Ci dispiace ma durante il tempo della compilazione, la compagnia ha aumentato il prezzo del biglietto che ora è di:----. E ti caricano magari 100 o 200 euro in più. Mica male. Anche qui siti segnalati e si passa ad altro. Alla fine riesci a prenotare, ma poi devi aspettare la conferma del buon fine dell'operazione sia da parte della banca che dall'emettitore del biglietto che a volte per motivi misteriosi non va e devi ripartire da capo un'altra volta, soprattutto per biglietti interni o di paesi lontani. Ecco qua, il lavoro l'ho fatto, ma alla fine mi sono accorto di aver fatto una belinata e di aver preso per il ritorno da Taiwan, un volo che fa scalo a Shanghai, ma nel quale bisogna ritirare i bagagli e cambiare aeroporto (oltre 1 ora di bus +metro o costoso taxi) con la grana di avere moneta locale per pagare il trasferimento e l'incertezza sulla eventuale necessità di un visto accessorio perché esci dall'aeroporto internazionale. E meno male che la sosta è lunga (9 ore). Insomma un mal di testa. E adesso dobbiamo ancora prenotare i vari alberghi nella jungla dei vari Booking e Hotel.com. Un lavoro a tempo pieno e per fortuna che ho un'amica viaggiatrice che mi dà delle dritte e aiuti fondamentali per un povero vecchio con carenze digitali. Quindi faccio perdere tempo anche a lei. Grazie davvero Simona, date un'occhiata al suo blog molto utile e interessante! Fatemi gli auguri che ne ho ancora bisogno.


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venerdì 27 settembre 2019

Elogio della complessità

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dal web

Comunque sia mi pare che, dando un'occhiata a come la pensa la gente (basta buttare un occhio ai vari social o sentire quello pubblicato sui media, oggi si sia completamente perso di vista una caratteristica fondamentale nell'impostare problemi e discussioni: la complessità. Ogni argomento che si affronti, la plastica, il riscaldamento globale, le varie teorie biominchiatiche, non viene discusso in maniera organica e ordinata, perché è troppo complesso e faticoso farlo, ma basta l'adesione ad uno slogan o all'inneggiamento ad un capopopolo, che sia un politico in cerca di potere personale o una pur simpatica ragazzina manovrata. Nessuno è interessato, discutendo di un imballaggio ad esempio, a paragonare un corretto calcolo di ecobalance in confronto con altri prodotti o comportamenti succedanei, è una palla mostruosa, complicatissima, da fare scoppiare la testa e poi sono noiosissimi numeri, quindi basta dire: è plastica? allora tutta merda, è un male ontologico, si sa e basta. E' provato che la gente non va oltre la lettura del primo paragrafo di un post, la prima frase, al massimo l'inizio della seconda, poi passa oltre, non ha tempo, non ha voglia, è troppo complicato. 

Così nascono le cazzate e i provvedimenti inutili a volte dannosi. Tanto per fare un esempio attuale, ma questo vale per ogni genere di argomento, quando si dice: "evidentemente lo spreco e l'inquinamento ambientale sono insostenibili, ma chi si deve convincere è il popolo verso consumi morigerati ma in previsione di costumi differenti" non si considera che il grande problema che diventa assioma nell'argomento è che la specie umana è di per se stessa irrimediabilmente inquinante per il solo fatto di esistere, il che significa nutrirsi, vestirsi, fornirsi di un riparo, curarsi, spostarsi ecc. e che quindi superato il piccolo numero di abitanti sopportato dal potere tampone del pianeta, il resto non è governabile, col semplice risparmio procapite su questo inquinamento. Se riduco il mio inquinamento del 50% sposto solo l'asticella un po' più in là nel tempo, non appena il numero delle persone raddoppierà, l'inquinamento totale resterà uguale. 

Quindi oltre ai problemi etici, (come possiamo far la morale a chi sta uscendo dal sottosviluppo e pretende di avere il motorino se noi abbiamo un'auto a testa, come possiamo giudicare chi brucia un pezzo di foresta per produrre cibo, noi che le foreste le abbiamo eliminate da secoli, ricoprendole completamente di, oltretutto, improduttivo cemento) credo, ahimè che il problema non si possa risolvere con un qualunque tipo di velleitario, se pur minimamente utile al momento, risparmio, ma solo con un qualche tipo di Ebola che riduca l'attuale popolazione del 90%. Il pianeta può sopportare alò massimo 5/600 milioni di persone, mettiamola così. Per fare un piccolo esempio di come sia complicato sparare giudizi sull'onda del sentimento, da una importante ricerca che calcola gli impatti in emissione di CO2 per ogni atto dell'uomo, avere una macchina (quella che si vuole sostituire con l'auto elettrica che a conti fatti inquinerà ancora di più, produce 2,4 tonnellate di CO2, mentre avere un figlio ne produrrà circa 60 Ton (come riporta Bressanini in un suo bellissimo pezzo a cuimi sono ispirato). Ciò detto è inutile che vada avanti, anche perché la quasi totalità di voi si è comunque fermata dopo la terza riga e inoltre non ho tempo, devo andare a prenotare i voli intercontinentali per la mia prossima fuga.

giovedì 26 settembre 2019

Cronache di Surakhis 86: Dichiarazione di intenti

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Posso dire la mia sulla curiosa situazione politica che si sta verificando qui a Surakhis? Sommessamente, anche perché circondato dalle mie guardie del corpo, la dico lo stesso, già che anche in questa strana forma di democrazia che abbiamo da queste parti, alla fine si può ancora dire la propria, senza aspettarsi che domattina arrivino i Sardar a bussare alla mia porta per portarmi in catene nelle miniere di pietra di Baum dopo avermi ipotecato gli organi. Dunque, siccome non sono cretino, anche se lo sembro e voglio continuare ad abitare in questo pianeta maledetto e non emigrare su Betelgeuse IV, il pianeta delle sacerdotesse succhiatrici, capisco bene le motivazioni logiche che ci sono state dietro alla formazione del nuovo governo, tuttavia, io, testa quadra e individualista inguaribile, ne sono pregiudizialmente e fermamente contrario per due motivi principali. Il primo, di ordine ontologico, è che io mi rifiuto di mettermi socio con chi considero incapace, presuntuoso, arrogante e populista (può darsi che gli altri considerino me allo stesso modo e con buona ragione, per cui non vedo come vogliano associarsi con me se non per fottermi). Il secondo, direi di natura più pratica, è che ritengo che proprio per questa disgrazia, un governo di tal fatta, pur nascendo con le migliori intenzioni, durerà pochissimo, proprio per le sue interne contraddizioni e la litigiosità implicita dei suoi generatori, con la grave conseguenza di favorire in prossime e veloci nuove elezioni, proprio il lato oscuro della forza, che come ha dimostrato nel poco tempo che ha esercitato il suo potere malefico, è veramente il peggio che si possa augurare ad un pianeta già di per se stesso piuttosto malandato. 

Pertanto mi siedo fuori ed aspetto, pronto per carità a ricredermi se i provvedimenti che si vogliono prendere saranno da me considerati validi e soprattutto se questa coalizione spuria dovesse riuscire a resistere per almeno 3 anni evitando il ritorno del Felpato ruspante. Al momento gli unici personaggi a cui posso dare una apertura di credito positiva sono 1) il ministro degli interni, che essendo un tecnico e quindi uno che sa fare le cose senza chiacchierare a vanvera, mostra una differenza abissale rispetto a chi ha sostituito, anche se era davvero cosa facile, 2) il ministro della cultura, che già aveva dimostrato di ben fare in precedenza, di certo il migliore degli ultimi governi e che spero continui nella stessa falsariga 3) il ministro economico, che mi sembra di buone capacità e ben considerato nel luoghi in cui si dovrà andare a discutere, cosa molto importante, ma di cui aspetto i provvedimenti prima di dare il voto, 4) Sono ancora incerto sul simpatico ministro dell'agricoltura, di cui ho molto apprezzato l'apertura all'approccio scientifico al settore, lasciando da parte la fuffa (truffa) che è in atto da tempo nell'ambito di una fasulla agricoltura sedicente teobiosenzacomesifacevaunavolta, che tanti danni sta provocando soprattutto nella testa malata della gente. Discorso diverso per il capo del governo, del quale sto cercando di capire il valore reale e che sta dimostrando una furbizia insospettabile da quanto appariva precedentemente, quando faceva il vice ai suoi vice, mentre adesso sembra voler prendere in mano il bastone tazer del comando (un po' come era accaduto migliaia di anni fa quando in una nazione del pianeta delle origini era stato messo al comando di quella che si chiamava Россия , un tizio scialbo, una mezza figura secondaria, che si riteneva di poter manovrare con facilità e che poi ne divenne invece l'inamovibile dittatore assoluto, ma questa è storia). 

Tuttavia devo dire ad onor del vero, che le prime cose che si stanno facendo o per lo meno proponendo, si vedrà se poi si realizzano davvero, sono tutte stranamente interessanti e positive, tanto è vero che io voterò a favore. Ottimo il cambio di passo al Gran consiglio dell'Unione delle Galassie, dove prima ci eravamo fatti nemici tutti, cosa dannosissima, mentre ora il clima è cambiato e ci sono molte interessanti opportunità (sta a vedere se saremo in grado di coglierle). Ottimo l'approccio sull'insulso e secondario problema degli immigrati da Andromeda (ma molto sentito dal popppolo), soprattutto se confrontato all'ignobile atteggiamento precedente, dove veniva utilizzato soltanto come sistema per guadagnare voti, con una evidente volontà di non risolverlo affatto, tanto che il responsabile neanche si presentava alle riunioni sull'argomento. Al momento, ma siamo solo all'inizio, magnifico l'approccio alla difficile manovra per far quadrare i conti, devastati dai predecessori, in particolare con gli atteggiamenti antipiccola evasione fiscale, che è il vero problema del nostro povero pianeta, con cui si vorrebbero utilizzare i sistemi, che già hanno benissimo funzionato su pianeti vicini, noti per la loro scarsa propensione a pagare le tasse. Ripeto, pronto a ricredermi e a votare favorevolmente ai provvedimenti che giudicherò validi.

In fede.

Gran Marchese e Altissimus Iugulator,  Paularius da Surakhis


mercoledì 25 settembre 2019

Omini verdi




Come avrete letto su tutti i più importanti giornali (e non solo sull'Eco di Casalotto Barbera) e sottolineato anche dai vari telegiornali, è comparsa recentemente una notizia che dovrebbe far riflettere ed invece è scivolata via velocemente, sommersa dalle dichiarazioni sulle invasioni e sui bicchieri di plastica. Dunque, per ricordare, la Marina Americana ha ufficialmente confermato che nel tempo sono stati  avvistati da loro piloti e registrati con strumentazione sofisticata ed inoppugnabile oggetti volanti di grandi dimensioni che si muovono in maniera assolutamente incongrua a qualunque oggetto costruito dall'uomo o addebitabile a fenomeni naturali, per esempio compiendo traiettorie ad angolo e contrarie alle comuni conoscenze della fisica e della gravità o balzando di colpo a velocità da zero a 4000 km/h, scomparendo poi nel nulla. A maggiore ufficialità di ciò, gli stessi canali ufficiali hanno proposto alcuni filmati di almeno tre casi degli ultimissimi anni, anche se da noi si potrebbero scomodare il famoso caso di Caselle del 30 novembre 73 o quello di S. Michele di Alessandria del 14 settembre 78. Ora, che per aria girino oggetti di cui non si riesce a spiegare né la provenienza, né la sostanza, che non si riesca ad ipotizzarne né il funzionamento assolutamente estraneo alle nostre conoscenze ed alla nostra tecnologia, mi sembrerebbe una cosa così degna di nota da dover muovere il mondo della scienza e della tecnica a indagare davvero sulla questione, perché le chiacchiere sono una cosa, i fatti un'altra e la scienza si basa sui fatti. 

Ora io che sono agnostico su tutto quanto non sia dimostrabile, rimango tuttavia basito dal fatto che tutto questo, alla fine non interessi a nessuno, mentre invece è così facile coinvolgere le folle su cinquanta disperati su un barchino o sull'uso delle posate di plastica.  Gianni, il mio amico ufologo, è ancora più perplesso di me, ma lui ci crede fermamente da decenni e quindi è un'altra cosa. Come mai una ragazzotta che ripete come un mantra delle banalità, coinvolge tutto il mondo e sapere che esiste per certo qualcosa che si muove da 0 a 4000 km/h in qualche secondo, usando fonti di energia sconosciute, non muove tutta la gioventù mondiale a chiedere di questo? E' una strana discrasia di valori, ma è l'uomo che è strano, pronto a correre dietro a quello che va di moda. Comunque sia, io non credo agli omini verdi, ma mi piacerebbe sapere se, una volta dimostrata la realtà dei fatti, si vuol conoscere di cosa si tratta o se per caso magari se ne sa già qualcosa. Così tanto per sapere.


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martedì 24 settembre 2019

Un altro amico se ne è andato


Quando se ne va un amico è sempre dura. Quando se ne va uno come lui, maestro di ironia e di intelligente saper vivere, non ti sembra possibile. Pensi, adesso mi telefona e mi butta lì una delle sue battute, una di quelle con cui erano state tappezzate le pareti della sala, alla festa a sorpresa che gli era stata fatta per i suoi 60 anni. Invece no, non lo sentiremo più e per me che sono stato suo compagno di scuola e di banco quasi ininterrottamente dall'asilo al Liceo, tutto questo è doloroso, incongruo, senza senso, ma reale. Mi dispiace ma non riesco a dire niente altro. Ciao Gianvi.

domenica 22 settembre 2019

L'estate è finita




Ma allora l'estate è davvero finita? A vedere la situazione sulla spiaggia non appena il sole è sparito o non ha ancora intenzione di mostrarsi e dove solo pochi giorni fa facevi fatica a trovare un posto dove stendere l'asciugamano, si direbbe proprio di sì. Allora il pensionato nullafacente e affamatore dell'INPS, ente che si augura una sua veloce di partita, per auspicare la sua sopravvivenza economica, deve proprio tirare materialmente i remi in barca e ritornare alla base? Temo proprio di sì. Settembre andiamo è tempo di tornare diceva il vate a i suoi (amati?) pastori, noi allora lasciamo gli stazzi e torniamo verso la pianura, che verde non è come i pascoli dei monti, ma... non è chiaro se ancora rovente o ormai freddagnola e nebbiosa in attesa che cominici a "scarnebbiare" come si usa nella mia mesopotamica città di anziani senza futuro. Già l'arrivo dell'autunno inclina al pessimismo ed alla micraniosa melanconia, incentivata dagli anni che si accumulano sul groppone, a nulla valgono le iniziative di chiassosi festeggiamenti che la città tenta disperatamente di organizzare nel difficile tentativo di mostrare vitalità e di allontanare l'idea dell'inevitabile declino. 

Intano cominciamo ad arrivare a casa e preoccuparci delle varie bollette giacenti nella cassetta della posta e di tutte quelle altre incombenze che ti sei illuso di non dover affrontare nella tua calda estate. Lo abbiamo già detto, è finita. Bisogna cominciare a definire la progettualità che ci aspetta, che qui siamo in un ritardo pazzesco e che anzi ti fa dubitare di poter realizzare quello che, in quella mente bacata e sempre in cerca di stimolo incongruo con l'età, hai macinato durante il periodo di dormienza estiva. Sarò l'unico animale che ha un letargo mentale durante il periodo caldo? Comunque forza diamoci da fare che novembre arriva in fretta. Saranno pure finite le ferie estive ed già l'ora di pensare alle ferie autunnali per quelli che riescono a sopravvivere ancora un po', mangiando quei pochi fondi che l'Ente teneva nei forzieri più nascosti o quei quattro soldi che sono riusciti a mettere da parte, in questo caso comunque benedetti dal sistema, perché se non fatti girare, non producono PIL. Questa deve essere la vita dei rami secchi che la società ha ormai espulso dalla vita attiva. Quindi, non voletene a questi poveri scarti del paese attivo, dovete farvene una ragione, è un po' la nostra vendetta. 


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giovedì 19 settembre 2019

Gorbio, un pays percé




L'arriere- pays della Costa azzurra è tutto un seguito di paesini deliziosi e ben nascosti, come ho già avuto modo di dirvi ieri, arroccati su una montagna aspra e raggiungibile attraverso stradine strette e tortuose. Naturalmente sono molto più affascinanti al di fuori del periodo estivo quando sono completamente deserti e ti puoi aggirare tra le case semi abbandonate che danno quel giusto senso di spettrale abbandono ed al contempo ti liberano della folla di visitatori che comunque vengono attratti dalla possibilità di fuga dalla calura estiva. A chi volesse dare un'occhiata quando si trovi da queste parti consiglio Gorbio, solo cinque chilometri di curve e contro curve alle spalle di Mentone. Scavalcherete un costone che nasconde l'abitato alla vista dalla litoranea e vi troverete di colpo persi in un passato di vecchie case di pietra dove un tempo la popolazione di queste zone, rada, schiva di incontri e timorosa dei pericoli che arrivavano dal mare, si rifugiava, sempre pronta in caso di arrivi pericolosi, che si potevano comunque tenere d'occhio da una torre di osservazione, a filarsela ancora più in alto in attesa di tempi migliori. 

Qui vedi i terrazzamenti ancora non completamente smangiati dall'abbandono, che raccontano di una agricoltura misera e faticosa, mentre al mare allora si andava solamente per la pesca e null'altro, certo non per fare il bagno. Il paesino è davvero piacevole da investigare, camminando tra le strette e tortuosissime scalinate che ne dividono le abitazioni, tutte serrate comunque le une alle altre da passaggi, archi e ponticelli che mantengono l'abitato solido e resistente, ricordando che qui ogni tanto ci sono stati pesanti terremoti. Ora c'è ancora un certo movimento, si espongono vecchie foto, un negozio di cose vecchie espone materiali di uso antico, nella torre una mostra che si avvia alla chiusura per la fine della stagione. Qualcuno sulla viuzza principale che taglia il paese, gioca a bocce quadre, che con quelle normali, vista la pendenza del selciato, rischierebbe di andarsele a riprendere a mare. Su tutto, la splendida vista dall'alto, sul vallone che scende verso la costa, poi puoi percorrere con calma i vicoletti osservando i gatti che sonnecchiano sulle soglie antiche; andare fino al vecchio mulino/frantoio dove ancora si spreme un raro olio di olive piccole e profumate, per lo meno fino a quando non arriverà fin qui la famigerata xilella e poi se non vi fermate a pranzo nel ristorantino che già offre polenta e coniglio, sarà ora di tornare alla spiaggia, rinfrancati però e non certo delusi.


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mercoledì 18 settembre 2019

Il plateau de St.Barnabé


Zona di atterraggio OVNI


Quel che c'è di bello che in questo mari(questo vale anche per la liguria naturalmente), basta fare pochissimi chilometri anche meno di una ventina e ti ritrovi subito nella pace dei 1000 metri e oltre, temperatura deliziosa anche in piena estate e paesaggi di montagna scabra e selvatica ma col sentore mediterraneo in pieno. Con due cari amici, ieri abbiamo fatto proprio una di queste scappate dietro Nizza, sul Plateau di St. Barnabé. Paesaggio severo e solitario, magnifico per buttare lo sguardo lontano, dove indovini il mare e la costa tormentata di capi e insenature, alle tue spalle infossature paurose di piccoli corsi d'acqua che hanno scavato la montagna con unghiate di furie tempestose nel corso di milioni di anni. Tracce di greggi che popolano queste lande sperdute, seppure a due passi da una costiera sovrappopolata sempre, i pastori si rifugiano in case nascoste, che raggiungi a fatica anche se lì vieni compensato da formaggi di affezione. Posto ideale per un tranquillo picknick, nel nostro caso praticamente un ricco déjener sur l'herbe, visto la ricchezza del materiale scaricato dal bagagliaio della macchina.Tra antipasti al formaggio, quiches, melanzane e altri bocconcini vari, passando poi per polli fermier (noir d'Auvergne, tanto per dire) e trionfo finale di torte alle mele  e alle mandorle, diciamo che ci siamo appesantiti non poco, ma quando si sta tra amici a parlare di comuni interessi, tutto è consentito, tanto poi si cammina e si smaltisce. 

Tra l'altro, il praticello scelto per la bisogna ha anche una particolarità importante. Sembra che qui, più volte siano discese navicelle di UFO (in Francia come in Italia si chiamano OVNI, tanto per non essere troppo anglofili). Di tanto in tanto qui convergono gruppi di amatori che rimangono la notte in attesa della comparsa di qualche navicella, anzi sul terreno ci sono anche tracce di segnalazioni che richiamano punti di discesa, (non come quelli di San Michele (Alessandria), dove gli omini verdi erano scesi davvero una quarantina di anni fa e il giorno dopo andammo tutti a constatare le tracce bruciaticce dell'atterraggio sul campo di grano. Comunque noi non abbiamo visto niente, anche se abbiamo fatto un giro intorno almeno per arrivare fino alla scarpata dove quasi mille metri più in basso scorre il Loup, ora esile rigagnolo ma che deve avere avuto una bella dimensione per fare tutto quel buco. Un ultima sosta un un baretto con vista sulla valle ai 1100 metri di Cousegoule, un paesino delizioso, ormai deserto della folla che lo riempie a luglio ed agosto e poi via verso Cagne e ilmare. Insomma proprio una giornata piacevole e ritornare bord de mer fino a Mentone ha messo il suggello finale.
Le gorges du Loup


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lunedì 16 settembre 2019

Mare, profumo di mare...


Che ci volete fare, la Cote ha un profumo speciale, la macchia mediterranea, i cespi di rosmarino e quelli di lavanda, il sentore di aglio che esce dalle finestre aperte delle case sulla strada mentre torni a casa. E poi la luce, quella intensa e forte che ti obbliga a socchiudere gli occhi e pervade tutte le superfici, schiarendole un po' ma senza cancellare i colori, che diversamente sarebbero così intensi, così violenti. D'altra parte, se venivano fin qui quei pittori che hanno saputo rivoluzionare la fine dell'800 è proprio per l'impressione che conferisce all'ambiente questa straordinaria luminosità, che forse fa bene anche anche allo spirito e non soltanto all'occhio. Luce per schiarire l'oscurità, anche quella dei pensieri. Aroma di limoni, aspro e dolce allo stesso tempo di quello di anice del Pastis, servito nei tavolini dei vecchi bar con le tavole di legno e le sedie impagliate dei villaggi arroccati sul monte che sorveglia le spiagge alle spalle. E se risali le balze di quello che rimane degli antichi terrazzamenti, ecco i tronchi secolari degli ulivi, custodi del tempo. Già, gli olivi che ancora producono poche bottiglie di olio gentile e leggero, che naturalmente se vuoi, devi pagare a peso d'oro e di certo, con la fatica che si fa a produrlo, non avrebbe senso pagarlo di meno. 

Scomparirà certo, ma intanto li vedi ancora questi tronchi straordinari contorti e "vecchi" oltre ogni altra parola. Basta vedere quelli di Cagne sur mèr, nella villa che fu di Renoir, arruffati e raggomitolati su se stessi, tante volte raccontati nei suoi quadri. Ma attenzione, sembra che anche qui assieme alle sparate dei sovranaioli nostrani e ai "moru" che di notte passano il confine sui sentieri del monte, abbiamo esportato anche la xilella, sì proprio lo stesso ceppo che arriva dalla Puglia, dove naturalmente tra i cultori delle sirene e delle scie chimiche, la sua esistenza era negata. Solo che qui non fanno come da noi, che si dà retta ai bufalari o si intervista sull'argomento Al Bano o altri esperti di questo livello, deridendo magari gli scienziati che si occupano del problema. No, qui lo prendono sul serio e mentre noi abbiamo lasciato devastare allegramente una superficie che tra poco coprirà l'intera regione, massacrando un'economia, qui, alla scoperta delle prime due piante colpite, hanno steso un cordone sanitario strettissimo, abbattendo subito quello che c'era da abbattere, senza tante storie. Neanche se ne è parlato più di tanto. Non fa notizia tra i tavolini, ai bordi delle strisce di ghiaietta spianata per giocare alla petanque, tra il profumo di Bandol e vin de sable rosé.

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domenica 15 settembre 2019

Huile de palme



Oh già, brutta cosa i pregiudizi! Tu te ne vai in giro tranquillo, ma dentro di te ha le tue sicurezze, le tue mancanza di dubbi, sei certo della verità assoluta, una delle più comuni e tra l'altro fondate (eheheheh) quella di essere dalla tue parti, circondato di coglioni, come diceva il mio illustre concittadino nel suo "Come prepararsi alla morte", una sorta di dialogo platonico in cui accomunava questa caratteristica con l'avanzare dell'età. Vero, vero, lo so bene che io arrivo da un paese dove ormai la vulgata comune in materia di alimentazione si è ormai adagiata sul mantra, sano, bio, green e minchiate varie che ammorbano il buon senso e soprattutto la testa della gente. Il tutto usato per far pagare il doppio quello che vale la metà. Ovviamente il mondo del food, capita l'aria che tira, si è subito convertito alla moda ormai in vigore (dico in vigore perché presto sarà imposta in mense, ristoranti e altri luoghi di comunità, spero non nei ricoveri dei vecchi nei quali finirò prima o poi) e in Italia non riesci più a trovare in un supermercato un cibo qualunque che non sia etichettato "SENZA". Senza qualcosa, importante che sia senza, senza glutine, senza lattosio, senza OGM (naturalmente) e soprattutto senza il male del secolo, il terrificante OLIO di PALMA che non solo ti uccide senza pietà se solo lo sfiori, ma nel contempo uccide anche tutti i pochi oranghi rimasti. 

Nella mia ingenuità credevo che queste scemenze fossero appannaggio soltanto del nostro popolo di creduloni ai quali puoi davvero raccontare qualunque cosa, dalla riduzione delle accise, al fatto che in pochi giorni rimpatrierai centinaia di migliaia di migranti ed invece mi sono dovuto ricredere. Nella disincantata e scientificamente preparata Francia, dove ho provato a buttare un occhiata sugli scaffali di qualche supermercato, non puoi più comprare un prodotto da forno che non riporti sulla confezione, come un marchio a fuoco dettato dalla Santa inquisizione, il famigerato mantra Sans Huile de Palme, garanzia di sanità assoluta naturalmente, accanto come è giusto, ai vari Senza tradizionali (coloranti, conservanti, grassi idrogenati,ecc.). E va giàbene che qui non è ancora arrivata la stronzata dei grani antichi così popolare da noi,ma tranquilli arriverà anche quella. Transeamus sul fatto che che la materia prima è ovviamente nazionale e come tale quindi semanticamente la migliore del mondo. (Questo poi me lo dovete spiegare, come mai in ogni luogo lo stesso prodotto, farina, frutta, vino, formaggio o qualunque altra cosa, è il migliore in quanto nazionale, quindi qual è il prodotto migliore di tutti se ognuno dice che quello prodotto a casa sua è migliore degli altri?). Trascuriamo anche il fatto che le uova sono prodotte rigorosamente da galline che respirano aria buona e sono di certo felici e contente, per dare un po' di sugo anche al montante movimento animalista, ma la cosa davvero divertente è la protervia con cui tu non puoi trovare ormai alcun prodotto in cui ci sia il famigerato olio di palma. Da noi per lo meno Ferrero, che è una persona seria, ha resistito alla scemenza dilagante e ha confermato che dai suoi prodotti non lo toglierà mai. 

Ora, se diamo un'occhiata all'etichetta in questione qui a lato, possiamo controllare con cosa sia stato sostituito l'olio di palma in questo prodotto: il favoloso e buonissimo olio di colza deidrogenato, presente come noterete (essendo il secondo dell'elenco) per circa il 20% del peso del prodotto stesso. Vi rendete conto del livello di presa per il culo? Il terribilmente nocivo olio di palma è stato sostituito (perché se non lo sapete, un acido grasso ci vuole per forza nei prodotti da forno, la vostra nonna metteva il burro, ma quello faceva ancora peggio in termini salutistici) con l'olio di colza, quello che serve per fare le vernici, senza neanche sapere se proviene da colza 0 o doppio 0 o triplo 0 e quanto è il suo contenuto di acido erucico e degli altri acidi cancerogeni presenti. 

Capito? Vero che in Francia la lobby dei produttori di oli vegetali è fortissima ed era piuttosto nervosa perché si era trovato un prodotto migliore e meno caro del loro, ma questa è davvero bella, da noi per lo meno lo hanno sostituito col girasole, non che sia molto meglio, ma la colza lo sanno tutti che è il peggio del peggio. Tra l'altro nessuno dice nulla sul fatto che al secondo ed al quinto posto tra gli ingredienti siano indicati lo Zucchero e lo sciroppo di glucosio - fruttosio, ragionevolmente attorno al 30% circa, cioè su un chilo di prodotto ci sono 300 gr di zucchero puro e vi dovrebbe preoccupare l'olio di palma! Ma mi faccia il piacere. Però calma che non è mica ancora finita. Eccolo là che arriva il seguace di Greta e sbraita, ma io voglio salvare gli oranghi, lo ha detto Jerry Scotti. Ma testa debole, anche io amo gli oranghi che di sicuro hanno più cervello di te, ma lo sai o no che per produrre la stessa quantità di olio di palma che serve quel maledetto pacchetto di madeleines aux pépites de chocolat, sarebbe stata utilizzata una superficie di terreno 7,5 volte inferiore come estensione, di quella per produrre quella stessa quantità di olio di colza. Forse hai salvato (nella tua testa bacata, l'orango, ma hai massagrato sette (e mezzo) tra capibara e pappagalli rari della foresta amazzonica o altre bestie che in teoria ti premerebbe salvare. Inutile, è troppo difficile da capire. Seguiamo pure la massa, d'altra parte è la democrazia del popppolo, quella che deve avere sempre ragione, magari facciamolo votare sulla piattaforma Rousseau.


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