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Le cascate di Bhedagath |
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L'autostrada |
Uttal è assolutamente soddisfatto di averci presentato la sua famiglia, di cui è evidentemente orgogliosissimo. Stasera saremo a Jabalpur la seconda città del Madya Pradesh e lui riuscirà ad andare a trovare suo figlio che abita proprio lì. La strada, che diventerà l'autostrada n.7, uno degli assi che dovrebbe attraversare l'India centralmente da nord a sud, è in lenta ma continua costruzione, per cui tratti, brevi, già finiti, in cui si scorre in maniera abbastanza rapida, salvo le solite intromissioni di mandrie di bovini o di capre che la percorrono trovandola molto più comoda che tagliare per i prati, si alternano a lunghi pezzi dove addirittura il terrapieno è ancora in costruzione. Ci sono già i casotti per i pedaggi, però, dove amabili signorine rilasciano biglietti stazzonati, mentre qualcuno annota a mano i singoli passaggi. Qui si può anche prendere anche l'andata e ritorno con un congruo sconto. Arriviamo in città che è ormai sera, attraversando una vasta periferia di costruzioni di lamiera, la consueta distesa di esercizi commerciali più vari che si dispongono lungo le strade, nascondendo le baraccopoli che, appena dietro scendono verso cloache e canali in cui defluisce l'acqua. Anche il centro, come di consueto congestionato, parla di una città dove uno sviluppo tumultuoso e disordinato affastella nuove costruzioni che si vorrebbero moderne, ma che spesso, in relazione alle disponibilità diventano uno specchio del vorrei ma non posso.
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I rematori |
Il nostro albergo invece si rivela come una soluzione di una certa classe. Il cameriere che ci serve a tavola poi, esibisce modi da ristorante di lusso, anche se il menù rimane nell'ordine della consuetudine. Tuttavia si riesce ad ottenere piatti non troppo speziati, cosa apprezzabilissima in verità. Non rimane che procedere verso il sonno del giusto e preparasi al domani quando ci aspettano altre meraviglie. In effetti la città non ha nulla di particolare da mostrare, quindi appena svegli si procede verso est, seguendo il corso del fiume Narmada che scava in questa regione un corso particolarmente contorto in un territorio fatto di roccia e di marmi duri e dai colori intriganti. In effetti a pochi chilometri fuori dalla città, ci fermiamo nei pressi di Bhedagath, dove ampie scalinate conducono alla gola scavata dalle acque tumultuose del fiume, che qui arrivano dopo una serie successiva di cascate che includono quelle più famose di Duandhar, chiamate, forse con un poco di esagerazione, il Niagara indiano. Qui le acque si calmano un poco allargandosi e penetrando un dedalo di gole scavate nei momenti di piena, tra altissime sponde di roccia viva dai contorni via via morbidi o taglienti a seconda delle spaccature provocate dalle variazioni di temperatura. Una barca a remi è già lì pronta a raccoglierci per un itinerario a zigzag tra queste quinte a picco che precipitano nell'acqua, Profonda in alcuni punti quasi 200 metri, specchiandosi con i loro colori variegati.
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Gath lungo le rive |
I due rematori impongono un ritmo di voga abbastanza impegnativo, visto anche il peso dell'imbarcazione che procede lenta nella gola, lasciandoti tutto il tempo per goderti lo spettacolo delle sfumature del marmo vivo. Le spaccature formano un reticolo che regala alle pareti ulteriore bellezza e fantasia; ad ogni curva un nuovo colpo d'occhio, una nuova istantanea. In qualche fenditura è riuscito a crescere qualche tronco di albero contorto e rattrappito, paiono proprio i bonsai giganti della pubblicità, che resistono magicamente in un terreno ostile alla vegetazione, dove la pietra pura fa da padrona e non consente sviluppo alla vita. Rifacciamo all'indietro il percorso a serpentina lungo i meandri del corso d'acqua e dopo aver debitamente mancificato i rematori, risaliamo i gath dove una serie di piccoli templi sono già pieni di fedeli per la puja del mattino, che sarà probabilmente seguita da un bagno purificatore. Le scale sono poi popolate da una lunga fila di banchetti che provvedono alle necessità votive. C'è sempre posto per i mercanti nel tempio. Gli indiani amano le espressioni naturalistiche che accomunano sempre al trascendente. Quindi in tutti i luoghi che presentano una loro naturale bellezza, fiumi, monti, cascate, troverai sempre un fiorire di templi e altre manifestazioni della religiosità popolare, in particolare vicino alle acque, sempre sacre e al cui contatto sia il corpo che lo spirito sapranno trovare beneficio.
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La gola |
Ecco quindi che la gita per andare a vedere un qualche luogo bello e panoramico, accomuna sempre una valenza religiosa che sappia beneficare anche l'anima oltre che il semplice piacere mondano. E infatti è una processione continua di gente che viene ad ammirare lo spettacolo della natura e poi si ferma a pregare compunta e ad offrire una collana di fiori o un frutto al primo Shiva lingam che incontra sulle gradinate. Poco vicino alle Marble rock cliffs, un'altra bella cascata, quella di Bhedagath, compie il suo salto con maestosa plasticità, sotto gli occhi di una vera folla, che si scatena a suon di selfie, dotati ognuno di apposito bastoncino di ordinanza; casomai ti mancasse c'è chi li vende. Lungo la strada è tutta una serie di banchi di street food, soprattutto dolciumi che attirano gruppi di bambini, che poi vanno a sguazzare nell'acqua bassa tra le rocce. Anche qui noi siamo un po' una rarità e veniamo continuamente attenzionati da gruppi di ragazzi o famigliole in vacanza che impongono una serie infinita di scatti coi telefonini branditi come armi letali. D'altra parte noi facciamo esattamente la stessa cosa,quindi non possiamo sottrarci alla cerimonia. Sul bordo roccioso del fiume uomini santi seminudi fanno le loro abluzioni rituali, esibiscono lunghe barbe e capelli fluenti, in attesa di qualche moneta lasciata nelle rosse coperte davanti a loro.
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Ammasso della canna |
Qualcuno si inginocchia adorante e chiede consigli sul proprio futuro e per risolvere i propri problemi. Come diceva De André, chi lancia un bacio, chi getta un fiore, chi si prenota per due ore. Non ci rimane che risalire sul nostro mezzo e procedere lungo il nostro cammino che oggi è ancora piuttosto lungo. Bhopal è ancora molto lontana, ci aspettano almeno otto ore di guida, ma prima dell'arrivo avremo ancora, credo, un altro interessante intermezzo. L'area pianeggiante che stiamo attraversando è coperta da una attività agricola piuttosto ricca e rigogliosa all'apparenza. Si alternano frumenti in levata e canna da zucchero quasi pronta per la raccolta. In effetti di tanto in tanto la strada è quasi completamente intasata da file di carretti a perdita d'occhio carichi di prodotto appena tagliato che attendono il loro turno per scaricare a qualche zuccherificio. A volte la teoria del carri fermi è lunga chilometri. Piccoli trattori che trainano grandi carri strabordanti da ogni parte, si alternano a buoi dalle corna lunate davanti a carretti di dimensioni più contenute. Fuori del villaggi, le tende di cerata sdrucita, semplici teli gialli e blu, per dare ricovero a gruppi di fuori casta che nella stagione dei raccolti vanno di villaggio in villaggio seguendo il ritmo delle mietiture. Schiavi a giornata, che ricordano altri raccoglitori, disprezzati anche qui dove tutto si giustifica però con una motivazione religiosa. Tranquilli, dappertutto per questo si trova sempre una buona ragione discriminante che consente di risparmiare sulle paghe.
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Shiva lingam e Nandu |
SURVIVAL KIT
Hotel Khalchuri Residency - 2, Residency road- Jabalpur. Hotel molto bello, grande, nuovo, ben posizionato in centro. Camere doppie sui 50 Euro. Spaziose e ben dotate. Acqua bollente. TV, frigo, AC e stufetta. Bagno molto bello. Piscina e zona fitness. Free wifi anche in camera, ma nel nostro soggiorno non funzionava benissimo. Personale gentilissimo. Colazione in camera. Ristorante elegante interno, con disponibilità di cibo non troppo speziato. Consigliatissimo.
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Il punto più profondo |
Marble rock a Bhedagath - A pochi km a sud della città di Jabalpur. Visitatissimo dai locali, prevede un giro in barca a remi sul fiume Narmada, lungo un percorso di circa un ora lungo una gola scavata tra pareti di marmo colorato. Probabilmente più suggestivo al tramonto quando il sole crea delicate sfumature colorate sulle pareti. Ci si arriva scendendo grandi scalinate verso l'imbarcadero al Ghat Bandar Koodini. Molte bancarelle di souvenir in marmo locale. Costo a barca di 300 R. Dopo mezz'ora circa vi verrà chiesto se volete proseguire ancora per mezz'ora con supplemento di prezzo. Al ritorno prevista mancia per i rematori (100 R a testa). Poco vicino le cascate di Bhedagath, dove potrete anche mangiare in diversi ristorantini, lungo il tortuoso percorso che dalla strada le raggiunge. Possibilità di trekking lungo le rive del fiume per raggiungere altre cascate, tra le quali quelle di Dhuandhar.
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Il canon |
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Marble rock |
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