martedì 16 agosto 2022

Un tour d'Italie 24 - Giro dell'isola di Capri

Capri - I faraglioni - foto T. Sofi

 Lo slogan è Non conosci Capri se non l'hai vista dal mare. In effetti la proposta attizza. Abbiamo giusto un paio d'ore ancora a disposizione e il barcone è lì davanti pronto a caricare la sua diuturna massa di carne umana per traghettarli attorno all'isola nella vorticosa girandola alla quale il turista, men che mai quello giornaliero, può sottrarsi. Paghiamo il nostro biglietto per il paradiso al Caronte di turno e salpiamo le ancore, guai a rinunciare, anche perché l'alternativa sarebbe passeggiare qua e là senza meta tra gelaterie da asporto, slalomando tra le seggiole dei bar che invadono ogni spazio pedonabile, giustamente anche in considerazione del pauroso plateatico che dovranno pagare per avere quel privilegio oppure flaneggiare davanti a corallari dai prezzi impossibili, d'altra parte andatevelo a prendere voi il corallo dalle scogliere a 50 metri di profondità se ne siete capaci. Tanto vale dunque prendere la via del mare, complice la giornata di nuovo bellissima, il clima favorevole e gli dei della marina assolutamente benevoli verso i barcaioli, che pure loro devono vivere. E allora vai, diceva la canzone, col balzo agile del pensionato che ha schivato per poco la Fornero, saliamo a bordo e prendiamo posto in uno spazio che renda agevole la vista, tutto calcolando dato che gireremo in senso orario e quindi bisogna mettersi a dritta o tribordo per chi vuole essere pedante ed usare i corretti gerghi marinareschi. Ma questo, come sapete, è anche un blog di servizio e queste indicazioni mi sembrano indispensabili. 

Dunque fuoco alle polveri, meglio vento alle vele, anche se queste non ci sono e che Eolo e gli dei del mare ci siano favorevoli. Beh, si scherza, si scherza, ma non si può dire che questa costa non sia bellissima, illuminata dal sole meridiano che ne evidenzia gli anfratti più scoscesi e contorti, che alternano la roccia nuda ai rari arbusti della macchia che riescono ad arrampicarsi nelle spaccature e nei recessi che a noi rimarranno misteriosi ed incogniti, ma che parlano di naiadi e di sirene pronte ad attirare il marinaio troppo curioso fino a frangerlo sugli scogli che emergono a fil d'acqua. Così salutiamo la statua dello scugnizzo, simbolo isolano che prende il sole e saluta il passaggio sopra un alto scoglio che segna il punto più a nord dell'isola, il Gennarino che alza la mano in attesa che tutti rispondano al suo saluto, augurando buon soggiorno a quanti sono arrivati fin lì per godersi una vacanza. E mi raccomando, andiamoci, facciamo girare il grano, che le casse di chi lavora e perché no dello Stato ne hanno tanto bisogno; pare comunque che la gente abbia risposto, risulterebbe infatti che gli arrivi sono ormai superiori al tempo precovid ed è tutto dire. Vuol significare allora che tutti abbiamo una disperata voglia di lasciarci alle spalle un periodo difficile, anche se di problemi ce ne sono a iosa, ma alla lunga tutto si dimentica e bisogna per forza girare la boa, in qualche modo, a meno che tu non sia proprio dove le bombe ti cascano direttamente sulla testa, è ovvio. I soldi in qualche modo si trovano o si troveranno, magari a debito naturalmente, che tanto è ormai un'abitudine e base di ogni promessa elettorale, dunque se lo fanno loro, anzi dicono che è bene, perché non farlo noi, qualcuno alla fine provvederà. 

Tu pensa a guardare le grotte, tutte bellissime naturalmente, o così così, non importa, tanto ti sembran belle lo stesso, con la brezza del mare che ti riempie le froge, un colpo di vento da terra che ti scompiglia i capelli, se li hai, che fa tanto Easy rider o Simbad il marinaio a seconda delle tue simpatie geografiche. Passato il salto di Tiberio che si profonde sotto i ruderi della famosa villa e già che non andava a scegliersi un posto qualunque per stare in villeggiatura, era o non era un Imperatore; superato l'arco del diavolo, dove in fondo all'anfratto si intravede inderogabilmente una cupa maschera demoniaca, ecco subito la grotta del corallo a cui la barca si avvicina con cautela, ha qualche concrezione alla base, ma non sembra quel gran ché, anche se le turiste straniere, anglosassoni in specie si sprofondano in gridolini di piacere, premonitori di orgasmi in divenire non appena i panorami diventeranno via via più intensi e pregnanti. Devo dire che mi è sfuggito l'arco naturale, di cui avevo apprezzato qualche foto, ma dal mare mi sembra piuttosto defilato per essere visto con chiarezza, nel frattempo avevamo sostato invece alla grotta Bianca, di cui si sono apprezzate le formazioni calcaree che paiono incombere sulla barca che galleggia qua e là per permettere a tutti i trasportati di godere della vista migliore. Passiamo quindi davanti al promontorio che ospita sulla cima la bassa costruzione rosata della villa di Malaparte e poi avanti, ancora tra punte e cale, superato anche lo scoglio del Monacone, fino al punto clou dell'isola, i famigerati faraglioni che ti compaiono davanti alla prua come giganti incombenti che attendono solamente il tuo passaggio obbligatorio per farti sentire il loro canto fatale. 

E dunque che senso avrebbe Capri se tu mancassi questo passaggio! Così ragioni mentre le montagne di roccia diventano sempre più grandi e paiono volerti inghiottire nelle loro fauci di roccia, inevitabile rotta verso l'ultima chiamata. La via è segnata, la barra a dritta, una linea retta sulla carta nautica, attraverso il buco alla base, l'arco di cupido dove al passaggio fatale, il capitano con la voce rotta dall'emozione, incita ogni presente al climax del bacio obbligatorio, quello che segnerà il legame indissolubile e definitivo, attenzione dunque a chi vi portate accanto. E' un momento di eccitazione generale, le coppiette di innamorati non se lo fanno ripetere due volte, le coppie di lungo corso invece, si stringono la mano guardandosi negli occhi, sperando che duri ancora un po', qualcuno penserà invece magari di dare una piccola spinta, per liberarsi fuori bordo del peso indesiderato, d'altronde gli incidenti in crociera possono sempre capitare, insomma le emozioni sono tante e diverse, comunque non si tratta di un momento peregrino e come si suole, viene sottolineato con la giusta rilevanza da tutti i gitanti. Sbrigata la pratica, io cerco di gettare lo sguardo tra le rocce altissime per scorgere almeno traccia di quella famosa lucertola verdeazzurra, rarissima specie che si dice alberghi in quella torre di roccia, fenomeno endemico di importanza unica, ma niente, mi appaiono solamente, passato il capo, le tettoie in cannicciato di Luigi ai faraglioni, piatti di pesci sugli scogli, dove in quel lontano mio primo viaggio sull'isola delle Sirene, avevo portato i miei clienti russi, di cui vi ho parlato tempo fa e su cui non mi voglio dilungare. 

Rimane da vedere la grotta verde che con i suoi barbagli di raggi smeraldini, illumina ancora il nostro piacere di guardoni delle meraviglie della natura e che l'ora che volge al desio aiuta a rendere ancor più intensi e birichini, infine doppiato il capo del faro che si staglia all'estremo ovest, il nostro capitano ci riporterà lemme lemme verso la base di Marina grande. La grotta azzurra, gemma suprema dell'isola, questo pomeriggio è chiusa, non so se a causa dell'onda che non consente l'ingresso alle piccole barche o perché il tempo a vostra disposizione è scaduto, capirà. Sarà per un'altra volta, scendere con attenzione, prego non inciampi signora, giusto in tempo, fare un ulteriore piccolo stop ai negozietti, laggiù in fondo alla piazza, che vendono campanelle, simbolo imperdibile dell'isola stessa, ce ne sono di ogni sorta, dimensione, colore e naturalmente prezzo, affinché ognuno non rimanga senza e vada a casa con il top dei souvenir, come dire la gondola a Venezia o la Torre Eiffel a Parigi. I venditori si sono giudiziosamente posti proprio davanti all'imbarco dove si dovrà prendere l'altro traghetto che ti riporterà a Ischia per completare la serata nei modi consueti. Come dire, insomma, l'ultima spiaggia. Il ritorno è lento e ti lascia il tempo di godere del colore del cielo, mentre il sole scende dritto dietro l'orizzonte, così puoi fingere di stare a sentire senza distrarti, anzi rispondendo a tono di tanto in tanto, la coppia di francesi che da tre giorni seguono le nostre tracce come segugi, disperati per essere stati completamente abbandonati senza guida francofona, promessa e ribadita, ma per l'ultima volta assente non giustificata. Sentirete che recensione non appena arriveranno a casa!

Gennarino lo scugnizzo

SURVIVAL KIT

Giro in barca a Capri - Ci sono moltissime soluzioni per fare questa imperdibile escursione che consiste nel fare il giro completo dell'isola con soste più o meno lunghe nei vari luoghi di maggiore interesse. Una delle più economiche è quella che parte con una motonave da Marina grande a orari continuati, per circa 18/20 € a persona. Il giro dura circa un'ora con stop alle tre grotte di cui vi ho detto. Alla grotta azzurra, se visitabile, l'imbarcazione si ferma e consente il trasbordo su barchette che possono entrare nella grotta al prezzo accessorio di 14 €. La visita dura circa 5 minuti dato il grande afflusso di barche. Ci sono molte altre soluzioni, di durata maggiore o con barche individuali, caicchi e così via, a prezzi via via maggiori, ma il percorso rimane quello.


Capri - Il faro


Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:

2 commenti:

OLga ha detto...

Immagino sia bellissima.Buona serata.

Enrico Bo ha detto...

Sì merita!

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 114 (a seconda dei calcoli) su 250!