venerdì 19 aprile 2024

India 11 - Nandgaon e la festa di Khrishna

Holi a Nandgaon - India - marzo 2024
 

Facciamo con calma la quarantina di chilometri che ci separano dal villaggio dove la leggenda vuole si sia svolta la storia del Dio Khrishna, Nandgaon, dove sorge il più famoso dei templi a lui dedicato, il Dio birichino dal volto blu, sempre raffigurato mentre suona il flauto nell'intento di ammaliare le pastorelle Gopi sulla riva del fiume. E' un piccolo villaggio, poco meno di 10.000 abitanti, un grumo di case abbarbicate attorno al tempio che sorge proprio al centro su una altura appena accennata, nel quale in questo secondo giorno di holi, arriva un paio di milioni di persone, queste sono le proporzioni, i numeri che aiutano a capire. Ci mettiamo quasi due ore quindi a percorrere la strada, in una lunga fila di mezzi di ogni tipo che tentano di arrivare in paese. Poi parcheggiamo in mezzo ai campi e proseguiamo a piedi fino alle prime case. Da qui le strette stradine tortuose, penetrano l'abitato e salgono verso il tempio. La folla è strabocchevole e spinge per salire da ogni parte. Da un certo punto in poi, tutto viene considerata area propria del tempio e bisogna togliersi le scarpe, che lasciamo in custodia nell'ingresso di una casa privata dove una gentile famigliola sta riparata dalla furia che una volta all'anno si abbatte sul posto. Così procediamo a piedi nudi, in una sorta di fanghiglia colorata, lungo i gradini della leggera salita, mescolandoci alle grida della folla turbinosa, che da vicino appare come in preda ad una follia collettiva di festa, di eccessi, di gioia. 

Bimbi in agguato

Il terreno è abbastanza scivoloso e unito ai gradini irregolari, impone una certa circospezione nell'avanzare, ma la spinta della gente che arriva da dietro, determina una pressione che a poco a poco ti porta verso la meta. Il fatto è che da tradizione, in questo  paese, il lancio delle polveri è parimenti mescolato all'uso dell'acqua, nella quale i colori stessi vengono sciolti, per massimizzare il risultato. Ecco dunque che, nei vicoli stretti, ogni casa, ogni terrazzo diventa una postazione di bombardieri assatanati, attrezzati di tutto punto di apposite siringhe, di spruzzatori casalinghi, addirittura di pompe per irrorare i campi e in mancanza di altro di capaci secchielli, continuamente riempiti per essere scuotati sui malcapitati che passano sotto e allegramente si prendono queste docce improvvise con filosofia e canti di gioia, lanciandosi a loro volta polveri a gogo, per completare l'operazione di impanatura totale. Cerchiamo di procedere guardandoci le spalle e sopra, tentando di percorrere velocemente i tratti dove appaiono seminascosti, i gruppetti di frombolieri in attesa delle loro vittime, ma è fatica improba, alla fine la doccia arriva, si tratta solo di capire se questa volta sarà magenta o arancio. I ragazzini sono i più mefitici perché agiscono in piccole bande, rincorrono soprattutto i gruppi di ragazze spruzzandole di sorpresa a più non posso, fino a che le armi in dotazione si sono scaricate, quindi si ritirano per rimetterle in condizioni di riempimento, preparandosi all'attacco successivo. 

Nel cortile

Comunque bene o male, anche se completamente innaffiati, riusciamo a raggiungere il piccolo tempio sulla sommità del colle al centro del paese e penetriamo nel cortile, già strapieno, dove al suono di tamburi e cembali, tutti i presenti ballano in tondo come tarantolati dalla furia della divinità che li avrà di certo penetrati in qualche modo, un po' come se tutte queste nuvole di colore che rendono l'aria quasi irrespirabile, contenessero sostanze psicotrope o comunque allucinogene. Intorno ci sono anche moltissime hijra, i transessuali che in India costituiscono una specifica casta, in cui convergono quando vengono rifiutati dalle famiglie e trascorrono la vita girando per feste e manifestazioni, accolti e temuti, come portatori di sfortuna se venissero respinti e lanciando maledizioni se non venisse loro dato il giusto rispetto e ovviamene l'adeguata mercede per gli spettacoli che forniscono, scatenandosi in balli vorticosi, agghindati dei loro ornatissimi abiti femminili. Qui ce ne sono un sacco e attorno a loro si scatena l'attenzione dei giovani, mentre la musica sale di tono e loro piroettano facendo tintinnare le cavigliere con gli occhi persi nel vuoto ed il sorriso sui visi pesantemente truccati. Sono i punti del cortile più affollati, dove si raggruppano i più scatenati tra i devoti, gridando, cantando, ballando e di nuovo qui si spinge molto e il pavimento è molto bagnato e coperto di fanghiglia.

Hijra che ballano

Avverto di nuovo sensazione di pericolo, la pressione e le spinte diventano sempre più forti e ci spostiamo verso i portici che circondano il cortile, anche per cercare riparo da quelli che sono appostati sulle passerelle in alto che contornano il cortile stesso, che invece hanno il solo mandato di bombardare i sottostanti, tra il giubilo della folla. Cerchiamo di andare anche noi sopra, posizione di certo migliore per osservare quanto accade, ma pare non sia possibile, la salita è riservata ai fedeli al dio e non non riusciamo ad essere scambiati per tali: Ci posizioniamo allora sotto i porticati, difesi almeno dalle colonne antiche e dagli archi di arenaria modellata, protetti quantomeno dai lanci dalle irrorazioni che provengono dall'alto e da qui lo spettacolo è davvero affascinante. Sei dentro ad una manifestazione reale di follia popolare, coinvolto appieno, circondato da un senso di gioia comune, di gente che ride, che balla, che canta, che si scambia saluti ed auguri. Tutti quelli che ci approcciano e vi assicuro, saranno centinaia in questi giorni, vogliono sapere da dove vieni, chi sei, se ti piace essere lì e cosa pensi di tutto quello che vedi e avanti coi selfie, le foto, le manifestazioni di simpatia, addirittura la carezze con le mani piene di colore, che fa tanto affetto e gioia condivisa. 

Hijra

Un hijra, che appare davvero come una bellissima ragazza, balla davanti a me, esibendosi con grazia e malizia, lanciando sguardi ammaliatori, il taglio degli occhi bistrati e socchiusi che brillano sul viso appena piegato di lato, mentre i grandi orecchini dorati tintinnano ed il pendaglio sul naso sfiora labbra carnose, le mani ricoperte di accurate decorazioni di henné volteggiano nell'aria in arabeschi eleganti. Il sari rosso fuoco vola leggero nell'aria mentre il tamburello agita i sonagli, poi se ne va tra la folla seguita da un gruppetto di giovani adoranti, cercando di destare interesse altrove. Nel cielo volteggiano una decina di droni che riprendono tutto, non è più l'holi di una volta, la tecnologia avanza anche qui ed i media vogliono la loro parte. Quando le spinte del mostro acefalo diventano davvero troppo pressanti, anche nelle parti marginali del tempio, scivoliamo via dal cortile e ci ributtiamo nei vicoli. Nella zona della casa dove abbiamo lasciato le scarpe, c'è un pianerottolo sopraelevato a cui si accede con una decina di gradini e ci appollaiamo lì. E' davvero un ottimo punto di osservazione, perché questa è una zona di passaggio frequentatissima. Così ne vedi di ogni colore, in tutti i sensi. I combattenti appostati nelle case e sulle terrazze circostanti, dopo un po' ci adottano e a turno vengono a farsi fotografare ed a scambiarci i saluti, anzi deviano anche quelli che vogliono bersagliarci in quanto stranieri e vittime designate. Siamo raccomandati insomma.

Passa un gruppetto di bambini armati di fucili ad acqua che insegue delle ragazze che squittiscono disperatamente cercando di sottrarsi al loro destino, mentre i furfantelli le bersagliano senza pietà di spruzzi rossi e blu, mirando sempre intenzionalmente alle chiappe, licenziosità ovviamente ammesse in questo caso. Passano anziani con turbanti enormi, bardati con le lunghe vesti bianche, orami completamente marezzate di colore; avanzano seri per arrivare al tempio senza indulgere alle esagerazioni giovanili, al massimo salutano degnosamente con la mano. C'è anche un poliziotto che vigila da una porta di fronte, anche lui con la divisa cosparsa di schizzi, visto che evidentemente non è riuscito ad evitare i lanci, per lo meno quelli non intenzionali, diciamo vittima di danni collaterali. Insomma la festa è per tutti e di tutti ed è inutile cercare di rimanerne fuori, se sei lì, ti ci tirano dentro per forza. Facciamo comunella con la famigliola a cui abbiamo affidato le scarpe, due ragazze, che cercano di risparmiarsi dal lanci, poi alla fine non resistono e si gettano nella fiume che scorre davanti a loro. Un paio di ragazzini vanno e vengono, correndo fuori e tornando solo per fare rifornimento delle loro pompette. 

La madre sta riparata dietro l'uscio, il padre con una barba imponente, dopo un po' esce anche lui e viene immediatamente colpito da un getto vermiglio che gli si spande sul petto come una ferita sanguinosa che segna la sua lunga kurta immacolata. Insomma vi assicuro un vero divertimento e quando ebbri di rumori, canti e danze, coi piedi pieni di fango (speriamo in bene, comunque l'antitetanica ce l'abbiamo) decidiamo di lasciare il campo di battaglia scendendo il vicolo, salutiamo i nuovi amici e cerchiamo soprattutto di non scivolare. Mentre ci muoviamo con circospezione, salta fuori da una porta un ragazzino dall'aria gentile e impunita e ci scaglia contro una secchiellata di liquido che, avendo evidentemente finito le polvero colorate, sembra costituito solamente da acqua di scolo. Un ultimo saluto per coronare la giornata col migliore degli auguri. Marci come oche e anche un po' maleolenti scendiamo verso il basso. Un gruppetto di quattro amiche, non più giovanissime, bardate di tutto punto con bei sari e punjabi colorati e cosparsi di paillettes luccicanti, le lunghe dupatte abandonate sulle spalle, come faranno a non cadere mai giù, munite di nodosi bastoni, ci fermano per manifestare la loro soddisfazione verso gli stranieri che sono interessati alla loro festa. Così mi graziano anche delle bastonate, visto che non possiedo neppure lo scudo protettivo di ordinanza. Poi vanno a compiere il loro dovere verso la piazza, domani tutto rientrerà nei ranghi. Le ombre della sera scendono veloci e dalla cima della collina i suoni arrivano ormai affievoliti per la distanza. E' ora di tornare. 

Le bastonatrici

SURVIVAL KIT

Orme

Nandgaon - Villaggio a 44 km dalla città, che ospita il più famoso e sacro tempio di Khrisna e dove si svolgono i festeggiamenti più imponenti nel secondo giorno di holi di Vrindavan. Qui oltre ai colori si usano grandi quantità di soluzioni di acqua colorata, soprattutto gettata dai tetti delle case sui passanti. Dopo le 17, si svolge la cerimonia delle donne coi bastoni. Anche qui bisogna stare attenti perché la folla puè diventare molto pericolosa, dato che si è a piedi nudi e si può scivolare facilmente sulla fanghiglia ed essere calpestati. 




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