martedì 30 aprile 2024

India 20 - Il tempio d'oro

 
Al tempio d'oro - Amritsar - Punjab - marzo 2024


Bene, è venuto il momento di affrontare il secondo tema di questo nostro ennesimo viaggio indiano. Siamo infatti arrivati nel cuore storico religioso del Punjab, lo stato dell'India che ha come principale caratteristica l'aver dato le origini al Sikhismo, che seppur poco conosciuta fuori dall'India è la quinta religione come numero di fedeli, annoverandone circa una cinquantina di milioni in tutto il mondo ed in questo stato rappresenta oltre il 60% della popolazione. La ragione specifica per la quale siamo arrivati fino quella che in fondo è una zona piuttosto periferica del subcontinente, è legata proprio a questo aspetto religioso, infatti proprio in questi giorni qui si festeggerà l'Hola Mohalla, il festival Sikh più importante dell'anno e per il quale convergono qui credenti da ogni parte del paese. Di questo grande festival vi ho già parlato prima della mia partenza e non mi voglio dilungare più oltre, se non confermando che qui è una festa veramente sentita ed inoltre funge anche da prolungamente dell'holi hinduista, aggiungendo quindi ulteriori motivazioni a questo periodo particolare dell'anno. Oltre a ciò, la città di Amritsar, che pur non essendo al capitale dello stato, ne rappresenta comunque uno dei poli attrattivi principali, racchiude il monumento religioso più importante del sikhismo, quello che possiamo definire il loro Vaticano, che oltre alla sua intrinseca importanza è anche una delle meraviglie architettoniche assolute del paese. 

Infatti pare sia il secondo monumento più visitato in India dopo il Taj Mahal, anche se non staccando biglietti di ingresso è difficile fare conteggi precisi. Il fatto è che si trova in una posizione geograficamente uin po' defilata e pertanto difficilmente viene incluso nei circuiti turistici internazionali. Si tratta del cosiddetto Tempio d'Oro, l'Harmandir Sahib o Hari mandir, luogo sacro dove, come alla Mecca per i musulmani, ogni Sikh ha l'obbligo di recarsi in pellegrinaggio almeno una volta nella vita. Ma a differenza di quella città, questo luogo sacro è aperto a tutte le religioni e tutti i visitatori che si presume, si presentano con cuore puro, vengono accolti ed eventualmente nutriti, dato che questo è uno dei precetti previsti. Naturalmente meglio se ci viene appunto durante l'Hola Mohalla, periodo durante il quale arrivano ad Amritsar almeno cinque milioni di persone. Devo dire che ci tenevamo molto a questo appuntamento, in particolare ad aggiungere questa gemma alla nostra collezione di luoghi memorabili e penso, mentre percorriamo i vicoli che dal nostro albergo attraversano il caotico centro della città per raggiungere il tempio, che non rimarremo delusi dall'esperienza. Il tuktuk avanza a fatica, nelle strade sbarrate dal passaggio dei carretti che a giornata qusi finita, rientrano verso casa. 

Anche qualche auto cerca di infilarsi intasando definitivamente il passaggio, tra svolte ed angoli a gomito. Alla fine riusciamo ad arrivare ad uno degli ingressi esattamente al centro della città, dove una fiumana di gente sta già affluendo a passo lento. L'accesso al tempio, uno per ognuno dei quattro punti cardinali, è una larga via piastrellata. Lasciamo le scarpe in una grande sala, ritirando l'apposito numerino e poi accediamo al perimetro racchiuso dalle mura marmoree che circondano l'ampio quadrato dell'area del tempio non prima di essere passati nella bassa vasca piena di acqua che obbliga a lavare i piedi prima di entrare. Scesi gli scalini dell'ingresso che immettono nel grande quadro dell'area templare, ti trovi di fronte ad uno spettacolo incredibile. Il grandissimo lago quadrato circondato dai porticati di marmo bianco, contorna le acque blu che isolano la costruzione centrale, il tempio grossolanamente cubico, completamente avvolto di lastre d'oro, sormontato da cupole eleganti che si levano al cielo. Pare che per la copertura della cupola centrale a forma di loto, il Gumbaz, siano stati utilizzati oltre cento chili di oro fino. Il passaggio che circonda il lago, lastricato di marmi intarsiati è largo una ventina di metri e qui la folla comincia una lenta passeggiata che consisterà in un giro completo del lago, che se da un lato ti darà la possibilità di osservare il tempio da ogni suo lato, ti darà anche il tempio di fermarti lungo il cammino per meditare su questa esperienza. 

I porticati sono pieni di gente coricata che riposa, prega, medita o semplicemente si prepara a trascorrere qui la notte avvolta in grandi coperte colorate. Ma l'atmosfera, assolutamente mistica, come del resto ti puoi aspettare per un luogo sacro che qui è particolarmente sentita, pur appartenendo i visitatori a molte religioni diverse, è resa particolarmente magica dal fatto che tutta l'area rifulge di luci che illuminano la notte e risplendendo sulle pareti d'oro del tempio, si riflettono nel lago con un baluginare continuo, ricoprendo l'acqua di un tremito continuo di effetti colorati, che la fanno apparire come una superficie viva e vitale. Molti fedeli si apprestano ad immergersi nelle acque negli appositi spazi, per effettuare il bagno sacro e guaritore. In un angolo del lago si vede ancora l'antico assito dove un lebbroso strisciò fino all'acque per immergersi ed ottenere così la prima guarigione che diede vita alla pratica. Una lunga passerella dalle balaustre marmoree congiunge il tempio al bordo della vasca e consente di entrare nel piccolo spazio centrale. Una serie di sbarre indirizzano la folla che vuole arrivare fino al sancta sanctorum. Al momento, ci dicono gli addetti al servizio d'ordine, la coda dovrebbe durare circa sette ore, quindi visto che sono quasi le dieci, si parla delle cinque di domattina. eppure la coda immobile rimane lì in attesa silente, aspettando di procedere. 

Facciamo il nostro giro come si conviene, fermandoci di tanto in tanto a guardare la gente, a misurare le prospettive, ad assorbire l'energia che emana da tutto questo. Scopro che in teoria non si potrebbero fare fotografie, ma attorno a me è tutto un mitragliare di scatti, di flash, di selfie. Noi poi, essendo stranieri, siamo bersagliati di scatti e veniamo continuamente invitati a posare assieme a famigliole festanti che esibiscono i loro figlioli, magari un po' riottosi a mostrarsi. Mi siedo un po' sui gradini di marmo, dietro di me un gruppo di donne sta preparando una serie di lampade ad olio, che poi porterà in qualche luogo dove uomini di fede distribuiscono benedizioni circondati da fedeli in preghiera. Ma la cosa che più colpisce sono i grandi vecchi vestiti nel tradizionale costume blu scuro, che esibiscono immensi turbanti e recano lunghe lance o grandi scimitarre. Non c'è dubbio che i turbanti siano decisamente coreografici e le vesti coloratissime delle donne ancor di più. Tutto intorno c'è una grande sensazione di tranquilla pace, di sereno vissuto. Diceva Guru Nanak il fondatore del sikhismo nel XV secolo: La religione più elevata è quella di coltivare la fratellanza universale e di considerare tutte le creature simili a se stesse. Questo credo nacque infatti in contrapposizione al regime delle caste, propugnando l'assoluta eguaglianza tra l'uomo e la donna e bandendo ogni motivo discriminativo. 

L'inizio della coda

Eppure badate che nel concetto stesso insito di ogni religione ci deve essere qualche germe malefico che ne degenera gli intenti, mutando spesso le finalità più pacifiche in estremismo portatore di eccessi di ogni genere. Intanto proprio per queste motivazioni di sovvertimento sociale (di cui invero si fanno portatrici tutte le religioni, specialmente ai loro inizi) anche il sikhismo subì innumerevoli persecuzioni e anche in tempi moderni ci sono state problematiche che uno, pensando all'immagine di un'India dai fondamenti ghandiani essenzialmente intrisi di non violenza, sarebbe lontano dal credere. Attorno agli anni '80 del '900 si creò in questa regione un movimento separatista, tanto per cambiare, che voleva arrivare alla creazione di uno stato del Khalistan, che fu in effetti proclamato autonomamente mentre gruppi radicali estremisti si rinchiusero volontariamente all'interno del tempio per due interi anni, invocando la lotta. Nel 1984 l'esercito indiano entrò a forza e nei disordini persero la vita circa 2400 persone, nella famigerata operazione Blue Star. 

Pellegrini

In seguito a questo due sikh della guardia del corpo del capo di stato, Indira Ghandi, la assassinarono per vendicare la mattanza e nei mesi successivi, per ritorsione induista firono massacrati quasi 10.000 sikh in tutta l'India, alla faccia della non violenza. Sono numeri che spaventano, ma raccontano cosa può fare il fanatismo religioso ed il tutto viene sempre perfettamente giustificato dal nome di Dio, anche il più pacifico, tollerante e misericordioso. Ma noi intanto siamo qui a riempirci gli occhi di questo spettacolo meraviglioso, delle mille e mille stelle che brillano sulla superficie del lago sacro. Su grandi schermi led, scorrono i pensieri del Guru Nanak, mentre dalle cappelle laterali canti e salmodiare continuo fanno da contrappunto al camminare lento della folla attono al lago. Profumi di incenso e collane fiorite, staresti qui tutta la notte; la coda per entrare nel tempio, intanto non si ancora mossa di un metro.

SURVIVAL KIT

Amritsar - Il tempio d'oro - Si dice sia unq delle più belle costruzioni sacre del mondo. Al centro della città, ha assunto questa forma nel '700. Si entra scalzi (anche senza calze) e con la testa coperta ed è aperto a tutti. A chi non è attrezzato viene fornito un foulard arancione all'ingresso. La folla è sempre grandissima ed è inutile sperare di arrivare all'interno del tempio al centro del lago a meno che non vogliate stare molte ore pressati in una coda infinita. E' un quadrato perfetto di 40 piedi ricoperto di lastre d'oro, al centro del quale, nel sancta sanctorum, una piccola stanza conserva il Guru Grant Sahib, il libro sacro del sikhismo, unico oggetto sacro e venerabile, considerato l'undicesimo Guru immateriale. Il tempio è poi congiunto al bordo di un grande lago quadrato di oltre 150 metri di lato, il Sarovar, da un ponte di marmo largo 21 piedi e lungo 202 che porta all'ampio corridoio di marmo che gira tutto intorno al lago e che viene percorso in circolo dai fedeli, nel cammino detto "dei passi di dio". 

Questo passaggio è interrotto ad un certo punto da un albero monumentale, di almeno 450 anni, presente qui da prima della costruzione del tempio stesso. Il tempio ha quattro porte nelle quattro direzioni (in ricordo della tenda di Abramo) a testimoniare l'apertura verso tutti senza distinzioni di sesso, razza o religione. Altri edifici di marmo bianco dove hanno sede le istituzioni religiose, circondano il porticato. Non perdetevi assolutamente le ore serali in cui il tempio rifulge di luci e di colori. La gente è estremamente socievole e bellissima da fotografare. Si tratta in assoluto di una esperienza imperdibile.

Piccoli sikh crescono


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