Bellissimo
libro di questo importante autore francese, conosciuto anche sotto lo
pseudonimo di Emile Ajar, morto suicida nel 1980. Questa è forse la sua opera
più nota e nonostante sia stata scritta nel 1975, ti avvince immediatamente con
la sua sconcertante attualità. Una sconvolgente storia scritta attraverso la
voce innocente di un ragazzino di dieci anni, arabo e figlio di nessuno, che
cresce in una banlieue con una anziana prostituta ebrea sopravvissuta ad
Aushwitz, che per campare custodisce a pagamento e illegalmente un
gruppetto di ragazzini come lui. Le parole di questo bambino cresciuto per
necessità sono colorite dalla sua visione pragmatica dell’esistenza dove però ha capito due sole cose, che “per
vivere è necessario l’amore” e “gli incubi sono i sogni quando invecchiano". La
serie dei personaggi che via via sfilano davanti a voi man mano che le pagine
scorrono, sono straordinari davvero e se ancora non lo conoscete vi esorto
assolutamente a non perdervelo.
domenica 23 giugno 2024
Recensione - R. Gary - La vita davanti a sé
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