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Capitol complex - Chandigarh - India - aprile 2024 |
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India |
La colazione nell'enorme salone marmoreo, coi tavoli con le tovaglie di velluto, i soffitti altissimi, la fontana al centro, i camerieri coi guanti bianchi, è un po' un evento, accompagnato da una alone di solennità, quasi fossimo in uno di quei sanatori sovietici di una volta dove si andava in vacanza a passare le acque, solo se si era operaio meritevole a fare i quindici giorni di putiovka. L'unica differenza è che adesso la giovane ed azzimatissima cameriera, quando ti alzi per lasciare la sala, ti chiede di lasciare una buona review su tripadvisor! Eh, come cambiano in fretta i tempi. Intanto noi ci mettiamo in marcia per dare un'occhiata più da vicino a questa città che anche solo al primo colpo d'occhio ti da veramente l'impressione di essere piacevolmente più accattivante delle tante altre metropoli indiane che ho conosciuto. Non per nulla è accreditata per essere la seconda città più felice (chissà cosa vorrà dire e come si misura questa patente di felicità) del paese! Gurgeet, questa volta con turbante rosso vivo, ci carica alle 8:30 e ride allegro. Noi lo interpretiamo come la soddisfazione dell'essere questo l'ultimo giorno di lavoro prima di qualche giorno di meritato riposo nella città in cui vive che non è lontana da qui, per riabbracciare la moglie e la piccola Argun che ogni tanto ci mostra sul telefonino e che ormai è già al suo terzo giorno di scuola senza vedere il papà.
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Corte di giustizia |
Ma in realtà non è così, domani andrà a prendere altri clienti, la giostra continua e per arrivare a casa ci vorranno ancora tre lunghi mesi! La vita dell'autista può essere anche dura, in effetti. La giornata comunque è radiosa e noi ci dirigiamo rapidamente verso il Capitol complex, dove si possono vedere tutte le costruzioni ed i monumenti progettati proprio da Le Corbusier, specificatamente per questa città di cui ha anche tracciato il piano integrale, tutto questo grazie alla lungimiranza della nostra compagna di viaggio Maria Luisa che ha raccolto le giuste informazioni per poterci arrivare, infatti, prendete bene nota, se non prenotate la visita anticipatamente sull'apposito sito, non avrete possibilità di effettuarla, precludendovi così la visione di questa che è un po' la ragione principale, considerato anche che si tratta di un sito Unesco, dell'inserimento di questa città nell'itinerario. Tutto il complesso degli edifici, che sono poi contenitori governativi delle principali attività politiche dei due stati confinanti, Punjab e Harjana, normalmente in uso, sono inseriti in un enorme parco chiuso e strettamente controllato da militari e quindi normalmente inaccessibile ai passanti o ai normali visitatori, desiderosi almeno di vedere da fuori gli edifici. Arriviamo dunque nell'apposito ufficio ai margini del parco esibendo i necessari passaporti, dove puntuale come un orologio svizzero, ci attende un incaricato che ci accompagnerà nella visita prenotata per le 10.
Ci avviamo lungo i viali che portano verso il centro del complesso dove appare subito sullo sfondo il grande Palazzo dell'Alta Corte di Giustizia dei due stati, preceduta da una immensa spianata da percorrere tutta sotto il sole accecante per accedere alla scalinata di accesso, quasi a voler magnificare la distanza e la sacralità quasi inaccessibile della giustizia. Oltre la piazza il pezzo più famoso, che è anche la cartolina simbolica della città: il monumento della cosiddetta mano aperta, nella quale si può anche vedere l'immagine di una colomba, simbolo di pace. Linee di grandissima semplicità che ricordano quella di picassiana memoria. Il monumento gigantesco e pesantissimo (26 metri di altezza e 50 tonnellate di peso) appare invece leggerissimo grazie al fatto che può girare in tutte le direzioni sulla sottile asta per l'azione dei venti, grazie ad una serie di speciali cuscinetti. E' una mano aperta che dà e che riceve, inequivocabile simbolo di pace e riconciliazione, eretta solo pochi anni dopo gli orrori che proprio qui avvennero durante la Partizione, la storia più nera dell'India moderna. E tutti possono così capire come proprio della pace anche queste terre abbiano bisogno, quantomeno nelle intenzioni e nelle finalità.
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The tower of shadows |
Lo stesso architetto discusse e ideò questo progetto a cui teneva in maniera particolare, proprio per questa sua profonda simbologia, direttamente col premier Nehru. Passi poi davanti agli altri monumenti ideati da Le Corbusier, il monumento ai martiri della guerra, la collina geometrica, che riporta la stilizzazione del percorso del disco solare e, in riferimento a questa, la torre delle ombre, una strana e famosissima costruzione che ti appare come un edificio non finito, formato di soli pilastri e solette, che pur essendo apparentemente aperto da ogni lato, ha sbarramenti e pareti disposte in modo tale che nessun raggio di sole riesce a penetrare all'interno. Solo la parte nord dell'edifico è completamente aperta, proprio perché il sole non arriva mai da quella direzione. E questo principio venne poi utilizzato in tutti gli altri edifici del complesso. Poco vicino infatti, dopo lo specchio d'acqua che doveva ospitare una grande fontana, ecco il Palazzo dell'Assemblea, che in realtà contiene due grandi sale parlamentari, una, dove si riunisce l'assemblea del Punjab, mentre nell'altra si svolgono i lavori di quella dell'Haryana. Le due cupole che le sovrastano marcano appunto le differenze tra i due stati. Un grande portale coloratissimo raccoglie un esempio, con i suoi simbolismi, dell'opera pittorica del geniale architetto e consente l'ingresso all'interno delle sale interne, dove si svolgono i lavori delle due assemblee.
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Palazzo del segretariato |
Poi fuori, al di là di un altro grande viale, la grande costruzione del palazzo del Segretariato che occupa tutti gli uffici dei vari incarichi governativi. Il giro in questo parco, ti dà l'occasione di ammirare l'opera ed il progetto di un grande artista, raggruppato in un solo luogo, occasione quindi assai ghiotta, un po' come per l'opera di Niemeyer a Brasilia, tuttavia bisogna sempre guardare queste cose con occhio disincantato, per cercare di apprezzarne i punti di forza, riuscendo ad inquadrarla nella storia del suo tempo. Infatti è pur vero che Le Curbusier è stato il poeta del cemento e ci ha lasciato opere fondamentali, che richiamano le culture africane più antiche mescolate al razionalismo del '900 ed ai concetti che ispiravano quel momento artistico. Il fatto è che viste oggi, queste opere, che sulla carta presentano progetti di grandissima bellezza grafica e purezza di linee che fanno rimanere ammirati, presentano proprio il problema dell'essere pensate e costruite proprio in quel cemento, che se era in quel momento storico il materiale più nuovo e adatto alla realizzazione di quei tipi di strutture, ai tempi assolutamente avveniristiche, nella realtà è uno dei materiali esteticamente più orrendi e impresentabili, soprattutto visto alla dura legge del trascorrere del tempo.
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Le cupole del palazzo delle assemblee |
Così questi edifici e queste opere che, obiettivamente sono dei capolavori di progettazione, oggi li puoi anche definire senza offesa, di una bruttezza sconfortante, al di là della simbologia che meritoriamente rappresentano, non per nulla lo stile di Le Corbusier è stato anche definito brutalista. E vi assicuro che non vuole essere una critica. Quindi questa rimane indubitabilmente una visita indispensabile e importante da non perdere, specialmente dal punto di vista simbolico e della storia dell'arte, che rappresenta perfettamente questa città, nata proprio per essere un centro della razionalità laica dell'uomo moderno, capitale nuova di un paese che proprio nella religione, anzi nelle religioni, che nei millenni sempre sono state la fonte primaria dei contrasti e le giustificazioni delle più orrende violenze umane, affonda le sue radici e dalle quali non riesce in nessun modo ad affrancarsi o quantomeno prendere le distanze e la china politica, sempre più religiosamente radicale, che ha preso negli ultimi anni, lo conferma. Bene, direi che questa visita è stata di importanza fondamentale, una perfetta chiosa al viaggio di cui vi ho rappresentato i percorsi spirituali e se voi deciderete di inserire questa città, importante sotto questo punto di vista, nel vostro itinerario, dovete assolutamente non perdervela. .
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Il portale di ingresso disegnato da Le Corbusier |
Ma l'anima di un paese non può essere disgiunto dalla sua storia e in particolare dall'arte che la racconta. Così non si può lasciare questa città senza vedere l'importante museo di archeologia, il Government Museum and Art Gallery, che presenta una bellissima collezione di statuaria templare a partire dall'arte del Gandara, dove bene intravedi gli influssi del lontano mondo della Grecia arrivati fino a qua sui calzari dei soldati di Alessandro magno, assieme ad una bella serie di bronzi dell'area himalayana e una collezione di miniature moghul, che raccontano tutti i vari momenti artistici di questa area. Insomma non c'è mai da annoiarsi da queste parti. Ormai fa caldo fuori; il cielo racconta che la calura della stagione secca sta arrivando a larghi passi e il monsone è ancora lontano. Gli alberi dei parchi sono tutti a fine fioritura ed i vialetti sono coperti di petali caduti, quasi una scia dove una bellissima sposa posa i suoi piedi per arrivare al tempio da dove arriva il salmodiare dei sacerdoti. In questo mondo la religiosità è sempre nell'aria, anche in questa città che ha fatto della razionalità la sua ragione di esistere.
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La torre delle ombre e la mano |
SURVIVAL KIT
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Monumento al sole |
Cosa vedere a Chandigarh - Città di circa 1 milione di abitanti, strutturata in settori di attività numerati per cui è facile da girare. La pianta stessa della città è simbolica e segue la forma di una figura umana. Nei settori in cui è raffigurata la testa, sono appunto inseriti tutti gli edifici in cui si svolgono le attività amministrative e di governo, nelle braccia quelle industriali e così via. La cosa più importante da non perdere è il Capitol Complex con le opere di Le Corbusier, sito Unesco dell'umanità. Ma tenete conto che la visita guidata di circa un'ora è possibile solo con prenotazione attraverso il sito, tre volte al giorno. Scrivete a questa mail per prenotare: permissioncapitolcomplex@gmail.com e presentatevi 30 minuti prima. La visita è gratuita (foto all'interno vietate). Gli altri punti interessanti della città sono i parchi (Chandigarh è detta anche la città dei giardini): il Rose Garden, 40 acri di sterminate collezioni di roseti; il Rock Garden, un parco all'insegna del riciclo che ricorda Gaudi a Barcellona; il Topiary park, un orto botanico di piante esotiche con piante potate a forma di animali; lo zoo ricco di animali asiatici; il lago Sukhna, col suo parco che si stende fino alle colline con molta avifauna; l'Hibiscus garden, nel settore 36, 8 acri con oltre 40 varietà di ibisco; il Garden of fragrances, pieno di fiori profumati. Tra i tanti musei segnalo sicuramente il Government Museum and art gallery, che presenta oltre a capolavori dell'arte indiana (dal Gandara, alle miniature Moghul, ai bronzi himalayani) anche una carrellata dell'arte moderna e delle nuove tendenze artistiche del paese; di fronte il Museo di Storia naturale che si visita con lo stesso biglietto e il museo delle Bambole. Per vedere tutto, calcolate almeno due giorni.
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Le cupole |
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