mercoledì 5 giugno 2024

India 32 - Sensi religiosi

Il tempio  - McLeod ganj - Himachal pradesh - India - aprile 2024


Inutile dire che qui, a Dharamsala, siamo venuti esclusivamente per l'attrattiva della questione tibetana, che fa di questo centro un punto nodale che vuole mantenere l'attenzione del mondo su questa diatriba irredentista, che per la verità ha moltissimi appassionati in tutto il mondo. Il luogo funge da cassa di risonanza per la propaganda in materia e qui tutto ruota intorno a questo argomento. Sbaglia quindi chi viene fin quaggiù in cerca delle atmosfere magiche che ci sono a Lhasa o nel Ladakh, i luoghi veri dove vanno ricercate queste sensazioni, le solitudini dei deserti d'altura, la pace dei cieli indaco punteggiati da nuvolette, simili a quelle che trovi nelle tankhe dei templi bianchi dai tetti spioventi. Qui trovi solamente un agglomerato politico burocratico, venuto su negli anni '60 e che anche dal punto di vista costruttivo, non ha nulla di architettonicamente interessante o che ricordi anche in minima parte la bellezza pura e sedicente incontaminata che trovi nelle terre tibetane. Ovviamente non è colpa di nessuno se con i soldi e le offerte arrivate si è messo insieme quanto possibile, magari utile allo scopo preposto, ma ripeto non siate delusi se qui non trovate qualche cosa che pur lontanamente ricordi il Potala o qualcuno dei meravigliosi gompa che vi aspettavate di vedere. 

Il grande tempio non è altro che una serie di stanzoni di cemento con qualche statua, adatti bene alla preghiera comune e ad accogliere le migliaia di visitatori e fedeli che comunque arrivano in pellegrinaggio da tutto il mondo, organizzati per raccogliere le offerte, quelle sì che sono utili alla causa.  In effetti c'è un sacco di gente, in particolare di nepalesi che arrivano fin qui per dare il loro apporto morale e materiale e per riunirsi a pregare. Di fronte al tempio, il palazzo dove risiede il Dalai Lama, quando non è in giro per il mondo. Per la verità, avendo ormai 89 anni, si muove molto meno di una volta e si avvicina il momento in cui bisognerà pensare alla successione, anche se come sapete certo, il lungimirante anziano ha pensato bene di annunciare che con lui, finirà il tradizionale sistema utilizzato nei secoli passati, in quanto ha confermato con decisione di non avere nessuna intenzione di reincarnarsi secondo i metodi tradizionali, per cui si dovrà pensare ad un altro sistema per scegliere il nuovo capo, probabilmente con un modo elettivo, una sorta di Conclave insomma, che metta fuori gioco le intenzioni di Pechino di trovare un reincarnato che faccia loro comodo come già è accaduto per la figura minore del Panchen Lama, praticamente scomparso dai radar subito dopo la nomina, da parte delle autorità cinesi. 

Comunque sia qui la giostra va avanti spedita e genera un bel giro di presenza. Intanto io seguo la folla che si assiepa davanti al cancello della sede centrale. Di certo non speravo di essere ricevuto al cospetto del venerato, anche in udienza collettiva, per ottenerne le opportune benedizioni che non sono mai sufficienti, ma qui pare che da un po' non si veda in giro e data l'età, mi sembra cosa del tutto comprensibile. In pieno svolgimento invece, una strana cerimonia di cui cerco di capire lo svolgersi convulso. Infatti la grande folla che spinge proprio davanti al cancello principale, si agita sventolando bigliettini gialli numerati. Un gruppo di addetti al di là delle barriere dà retta ai questuanti nella gran confusione, ma come capirete, il concetto di coda ordinata in Oriente è un ossimoro non risolvibile. Comunque quando si riesce ad arrivare alle robuste sbarre che separano il giardino del tempio da quello del palazzo, qualcuno prima o poi ti prende il bigliettino giallo e lo scambia con un oggetto che sta impilato su un grande tavolone e lo consegna al possessore della contromarca. Vicino a me c'è una ragazzina che è appena riuscita a fare lo scambio e sta fuoriuscendo dalla calca con aria compunta ma soddisfatta. 

Quindi attacco bottone per primo, venendo a sapere che arriva da Katmandu, in pellegrinaggio con la famiglia: Anche i suoi nonni sono profughi tibetani della prima ondata e sono qui proprio per rendere omaggio al Santo Padre. Dunque il  meccanismo funziona in questo modo. Voi, il giorno prima, andate ad un apposito ufficio lì vicino, fate la vostra offerta per la libertà del Tibet e consegnate un oggetto che vi siete portati da casa. Questo verrà benedetto direttamente dal Dalai Lama e vi verrà riconsegnato appunto il mattino dopo dietro presentazione del famoso bigliettino giallo numerato che lo identifica e tutti se ne vanno a casa felici e contenti. Certo un tempo si veniva benedetti direttamente dal Dalai Lama in persona, ma al momento, vuoi per il numero di richiedenti, vuoi per l'età avanzata, questo non è più possibile, quindi bisogna contentarsi della benedizione per procura. La ragazza mi mostra la scatola che ha ricevuto, contiene un centinaio di quei fili gialli che si legano al polso e vanno tenuti fino a quando si spezzeranno, garantendo fino ad allora la protezione spirituale. Si affretta a regalarcene tre con un grande sorriso sulle labbra, che racconta della sua fede incrollabile. Gli altri li porterà a casa da distribuire a parenti e amici che li attendono speranzosi. Pensatela come volete, ma sono cose che male non fanno e nel mondo serve di più l'amore dell'odio. Specialmente di questi tempi. 

L'Ashram

L'atmosfera, del luogo è comunque piacevole e non molto confusionaria, nonostante la gente. Il rumore di fondo che arriva dalla sala di preghiera, una sorta di basso continuo, scandito a tratti dal tintinnio delle campanelle o dal battito dei tamburi, comunica in ogni caso un senso di tranquilla serenità. Ce ne andiamo tra il via vai di monaci e di fedeli che sciamano nelle vie del paese. Oggi il museo è chiuso e lo vedremo domani, giriamo quindi un po' per il mercato, prima di andare a vedere la chiesa di San Giovanni nel deserto, la prima chiesa protestante del Nord dell'India, costruita in pietra nera, in un cupo stile gotico nel 1852, ma con una curiosa finitura in legno sul campanile centrale che ne costituisce la facciata. E' ben nascosta nel bosco e devo ammettere che con questo suo aspetto ossianico, celata tra tronchi centenari, ti immette subito in un racconto di Poe, mood aumentato dal vicino cimitero abbandonato di tombe sfatte e coperte di muschio che guardano la valle. Il fatto che il sole se ne sia andato non aiuta certamente a migliorare l'umore, non oso pensare a quei poveracci che quasi 200 anni fa venivano a campare da queste parti per fare grande il loro impero. I suonatori di vecchi strumenti a corda che stazionano lungo la strada che torna in paese, fanno miagolare le corde dei loro attrezzi aumentando se possibile il senso di straniamento che ti prende a queste quote. 

Bum chair - 10 R.

Sarà la carenza di ossigeno, sarà il crocevia religioso che confonde le idee, sarà il tempo un po' uggioso che ti penalizza la soddisfazione che avevi messo in conto nella speranza di ammirare le vette dei cinquemila che circondano queste valli. Così sempre per rimanere in tema e speranzosi che il tempo migliori, saliamo ancora di quota per raggiunger un famoso view point delle vicinanze, un sentiero che a mezza costa porta fino ad un famoso ashram, quello, pare frequentatissimo, di una nota santona locale, tale Mataji Nirmala Devi, che propone una soluzione molto sincretistica per raggiungere la pace interiore, assicurando l'apertura dei chakhra, condendo al tutto anche con un po' di biofuffa che oggi va per la maggiore, quindi guai a rinunciarci. Infatti il tempio annesso riporta i segni di diverse religioni oltre ai classici stigmi induisti, dalle croci, alle stelle di David e chi più ne ha più ne metta, oltre ai segnali buddisti e ci mancherebbe che qui si gioca in casa. Tutto il percorso di avvicinamento all'ashram è disseminato di cartelli con frasi celebri della santa, che dovrebbero predisporre il tuo animo perverso alle meglio cose che poi conseguirai durante la permanenza nel sito. Una roba un po' anni '60, che tuttavia sembra avere ancora i suoi cultori, d'altra parte le anime sono contorte e faticano a trovare pace, hanno sempre bisogno di un aiutino insomma. 

Non sembra che ci sia molto affollamento attorno alle costruzioni dove volendo si viene ospitati, tranne qualche residuato hippy di lungo corso, ma più che altro la gente che arriva fin qui passeggiando lo fa per la bellezza della vista sulle montagne che oggi purtroppo ci è un po' preclusa. Lungo la via infatti c'è tutta una serie di banchetti che offrono generi di conforto ai passeggiatori, binocoli per ammirare le cime lontane, oggi fanno lo sconto visto che si può vedere solo lo strapiombo nella valle e soluzioni fantasiose per tirare su qualche soldo sfruttando il via vai della gente. Ecco ad esempio un vecchietto che ha messo sul baratro una specie di panca con tre schienali a forma di culo, e per sole 10 rupie offre la possibilità di fotografarcisi sopra. Dai la Bum chair è un'idea che da sola vale il prezzo richiesto! Bisogna premiare l'imprenditorialità. Scendiamo fino al laghetto che segna l'inizio del sentiero, un paciasso alpino che mi ricorda quello dei miei monti, ma che qui è popolato da famigliole che godono del refrigerio montano a loro evidentemente sempre negato nelle assolate pianure gangetiche. Tuttavia il luogo ha una fama oscura, di posto maledetto, infatti guai a prendere o peggio mangiare i numerosissimi pesci che sguazzano grassocci e ben visibili. Ma qui intorno è tutto un susseguirsi di proposte naturalistiche e anche se trascuriamo per ovvi motivi i tanti sentieri di trekking in altura che vengono proposti ai visitatori della valle, non possiamo fare a meno di concederci le cascate di Bhagsu, anche se in questa stagione non sono nel loro aspetto più spettacolare. 

Questo si manifesta durante i monsoni come ovvio, anche se si sconsiglia di venire in quella stagione per evidenti motivi. Comunque, per arrivare alle cascate dal paese la strada è erta e impegnativa. Le ragazze giustamente si precipitano e il nostro Gurgeet, da prode scudiero come si sente, vuole accompagnarle assolutamente. Per la verità c'è un bellissimo caffè proprio di fronte, che consente, dalla terrazza sulla valle, una prospettiva perfetta per apprezzarle. Si dice che sia impossibile bagnarsi nei laghetti che formano alla base dei salti, talmente gelata è l'acqua, cosa a cui vi prego di credere senza prove. C'è una vera processione di gente che sale fino al punto più vicino al fianco del salto maggiore, gradini scoscesi e dirupo compresi, ma la vista dalla terrazza è assolutamente convincente, ve lo posso assicurare, oltretutto un bell'espresso bollente costa 1 euro e addolcisce il cuore. Anche il vicino tempietto di Baghsunag dedicato a Shiva non presenta architetture degne di nota, salvo le diverse piscine di acque termali assolutamente curative ancorché sacre, dove bagnarsi, qua intorno pare sia  una costante. Inoltre tutto è facilitato al visitatore, ecco infatti vicino alle pozze di acqua calda, un bel cartello per le offerte, munito di codice Qr, casomai non aveste cash al seguito. Insomma il mondo cambia e ci si aggiorna; torniamo in paese, va che è meglio.

SURVIVAL KIT

Il grande mulino di preghiera del tempio

Da vedere a McLeodganj - Il complesso della zona tibetana, che comprende il grande tempio Namgyal, la residenza del Dalai Lama Tsuglagkhang, il museo storico della persecuzione tibetana, le scuole buddiste, la grande biblioteca, i palazzi dei ministeri del governo in esilio e il nuovo tempio in costruzione, questo con una forma più rispondente alla tradizione. Il bazar del centro dove c'è anche un altro piccolo tempio tibetano molto grazioso e colorato con l'ingresso dalle due vie parallele del mercato. Fuori paese, la cattedrale di S. Giovanni col cimitero, la cascata di Bhagsu, il tempio hindu di Baghsunang con le terme, la passeggiata al view point con il laghetto Dal. Da qui se la giornata è bella c'è una gran vista sull'arco di montagne. Naturalmente vasta possibilità di trekking guidati nei dintorni.


Carredrale
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