Gurgeet - India - Marzo 2024 |
Gurgeet ci viene a prendere davanti al giardino delle rose, carico delle nostre valigie e pronto per i circa 300 km di autostrada che ci riporteranno fino a Delhi, la tappa finale di questo nostro ultimo cammino indiano. Ci vorranno almeno sei orette, considerando il traffico, quindi lasciamo Chandigarh nel primo pomeriggio portandoci con noi la voglia di partire. Così è ogni volta, quando il viaggio finisce. Quell'ultimo giorno in cui alla fine concludi poco o niente, la mente rivolta altrove, da un lato il pensiero del ritorno a casa, piacevole e spiacevole al tempo stesso proprio per i significati che si porta addietro. Quando il viaggio è finito, l'umore non è mai sereno, perché comunque qualcosa lasci dietro di te, se non altro l'essere certo che difficilmente potrai ritornare in quel luogo, che non lo rivedrai mai più, assieme alle persone che hai conosciuto o semplicemente hai incontrato lungo il cammino. E con te porti anche il senso amaro di aver lasciato indietro qualche cosa che sarebbe valsa la pena vedere, che avrebbe meritato di essere vissuto. Il fatto che rivedrai la tua casa, mitiga solo un poco questo dispiacere. Le lunghe ore di attesa che sempre accompagnano un ritorno, negli aeroporti, nelle stazioni, negli spazi anonimi che ospitano il viaggiatore, contribuiranno ad aumentare questa uggia inespressa, questo cattivo umore che condirà amaramente il sentiero del ritorno.
Così le ore sull'autostrada, accompagnate dall'orizzonte piatto della pianura infinita dove le messi cominciano a colorare, sono quasi solamente noia ed attesa. I camion colorati e stracarichi di merci non attirano più la tua attenzione sorpresa, che scopre le scritte colorate sui cassoni, le nappe che pendono dai carichi sbilenchi o i tricicli fumanti che traversano le corsie approssimative, ma diventano solamente mezzi che intralciano la corsa, che impediscono il rapido avvicinarsi della grande città che ti aspetta alla fine del giorno. Anche le food court che si allineano sempre più nuove e moderne ai lati della strada non danno più sorprese, solo la Coca sarà troppo calda o il pacchetto di biscotti, te li consegnerà tutti sbriciolati quasi per farti dispetto. Poi la campagna a poco a poco lascia il posto a gruppi di case sempre più frequenti e strutturate. Capisci che mentre il sole comincia a scendere nel cielo, la mastodontica conurbazione si sta facendo sempre più vicina, fino a che ti ritrovi invischiato gradatamente, quasi senza accorgertene, in un viluppo di traffico sempre più convulso e violento, le strade diventano fasci nervosi intrecciati percorsi da file ininterrotte di mezzi di ogni tipo che si superano, si scavalcano, si tagliano la strada l'un l'altro quasi che il lasciarsi passare fosse un'onta e il tutto si sia di botto trasformato in una folle corsa di spermatozoi impazziti verso quel unico ovulo che attende il suo vincitore, rendendo inutile la forsennata corsa degli altri milioni.
In breve siamo imbottigliati completamente e quando avevi visto su qualche cartello, che mancavano poche decine di chilometri alla meta e oltre due ore all'orario di arrivo previsto, te ne eri stupito e invece no, l'esperienza del nostro fedele auriga, conosce a fondo come gira il mondo da queste parti, così prosegui senza speranze quelle strade congestionate avvolte in una nuvola di gas malcombusti, che ti illustrano perfettamente come sia ormai diventata difficile e poco vivibile questa immensa e indefinibile città, sovraccarica di auto e di gente che si muovono intorno come formiche impazzite, rimanendo in pratica quasi ferme nel posto dove si trovano, mentre intorno a loro, sopra di loro, sotto di loro, nuovi enormi pilastri di cemento crescono per portare sopra di sé nuove linee della metro, nuovi treni, nuove strade urbane sopraelevate che si sovrappongono a quelle che stanno sotto e si infilano tra le altre già cresciute di lato, in un panorama distopico da film di fantascienza che bene ti racconta quanto velleitario è e sarà qualunque tentativo di riparare ai problemi che la presenza umana provoca al pianeta. Un formicaio colossale di cui non riesci a vedere la fine. Sarà lo stato d'animo con cui ho cominciato questo pezzo, ma in una situazione di questo genere non puoi pensare positivo sul futuro dell'umanità.
Finalmente arriviamo all'albergo scelto oculatamente nei pressi dell'aeroporto, anche se il quartiere non si differenzia molto dai suo analoghi del centro città, avviluppato in un mercato convulso anche di sera, fatto di una serie infinita di negozi, negozietti e bancarelle, che vendono di tutto, tutto quello che ormai puoi trovare in qualunque parte del mondo. E' la globalizzazione bellezza. L'albergo è sempre l'asilo protettivo che ti accoglie e ti avvolge in un caldo abbraccio, anche perché nonostante sia ormai notte ci sono ancora una bella trentina di gradi. Nella hall ecco che ci aspetta l'amico Mamlesh (la longa manu a Delhi, del carissimo Ashish), che ci ha seguiti sempre con commovente cura, passo a passo nel nostro itinerario, per un ultimo saluto e per essere certo di avere soddisfatto i nostri desideri. Poi dopo averci augurato buon ritorno se ne va con un Gurgeet quasi commosso, lasciandoci il taxi organizzato per domattina alle 7:00. C'è poco da fare, in tutti questi giri, quando rimani a contatto per un po' di giorni con le persone, non riesci a non stringere un rapporto di empatia piacevole che contribuisce sempre a renderti ancor più piacevole l'esperienza. Poi la notte e tutto precipita in un attimo, la colazione, il rimanere chiusi in ascensore mentre il taxi aspetta fuori dalla porta, ma è un attimo e subito si risolve, le ore di attesa nell'asetticità, il passaggio in quella Dubai che all'andata era entusiasmo e attesa e adesso è solamente fastidio perché il tempo non passa più; la mostruosità dell'aereo che prima era solo meraviglia e stupore perché riusciva a stare su e adesso al ritorno è normale routine; il transfert; l'autostrada e finalmente il letto di casa, sempre porto sicuro, così dolce e piacevole. Domani verrà il tempo per pensare.
SURVIVAL KIT
Hotel Cardinal Express OXMO - Defence enclave - Vasant Kunj - New Delhi - Ottimamente posizionato se dovete andare all'aeroporto evitando le code di traffico mattutine. (max 20 min). Nuovo, molto pulito, ampi spazi. Camere spaziose (ma alcune senza finestra). Bagno ottimo e con buone dotazioni. TV, AC, ventilatore, Free wifi in camera. Personale molto gentile. Doppia tra i 30 e i 50 € a seconda delle date e delle offerte, colazione ottima inclusa. Consigliato per la partenza.
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