martedì 4 giugno 2024

India 31 - A MacLeodganj

fedeli induisti - India - marzo 2024

McLeodganj

Dharamsala è un luogo del tutto particolare, anche per l'India, che di stranezze ne annovera moltissime. Intanto è necessario che vi ricordi ancora una volta che questo viaggio è stato studiato proprio per unire quasi con secchi tratti di matita, i più importanti aspetti religiosi di questa terra, crogiuolo antico di pensiero e di ricerca di trascendenza e non c'è dubbio che sia proprio la religione, il filo di pensiero filosofico che ha caratterizzato i fondamentali di questo mondo, attraverso una evoluzione che unisce tradizioni, leggende, spiritualità, superstizione. Di qui è nato tutto, ci è passato tutto e tutto è stato accolto, rimuginato, assimilato, digerito, rielaborato, creando scuole di pensiero ed allo stesso tempo manifestazioni popolari che hanno contribuito anche e fondamentalmente, ad uno sviluppo artistico senza pari. Così nel nostro itinerario anche simbolico, abbiamo attraversato, il mondo folle e chiassoso dell'induismo, sfiorando poi, come ricorderete, il suo avversario assoluto, quell'Islam che si mostra forte e orgoglioso appena al di là dei cancelli del confine, pur ancora minoranza problematica, che per la verità avrebbe solamente voglia di starsene in pace e senza grane, presente all'interno del paese; poi il mondo Sikh, il vento nuovo e pur combattivo che si proponeva, come tutte le rivoluzioni di pensiero, di mutare i rapporti di convivenza di una società statica e classista, tornando alla purezza delle origini, come tutti i movimenti riformatori, per arrivare infine a quella forma apparentemente silente e meditativa, che anch'essa in tempi lontani aveva tentato la sua rivoluzione, il buddismo, al fine di completare in questo modo un cerchio quasi perfetto. 

La valle del Beas

Il buddismo, pur essendo nato proprio qui anch'esso, era poco presente sul territorio, relegato all'estremo Ladakh, che fisicamente è molto più vicino al Tibet stesso, non per nulla la Cina ne ha sempre contestato gli attuali confini. Certo, questa religione è forse troppo cerebrale e interiorizzante rispetto alle più facili spiegazioni del panteismo hindu, che vede il sacro in ogni cosa, volendola personalizzare con nomi e volti che meglio riescono a spiegare l'esoterismo a masse illetterate oppure al contrario, alla militanza sotto la guida di una entità quasi senza nome che le comprende tutte. Ma era ben presente, sotto varie forme naturalmente, perché ogni religione, non appena passa dalle mani del suo clero, tende immediatamente a dividersi in mille rivoli contrapposti e litigiosissimi (e di norma piuttosto violenti nel volersi affermare come unica verità tra le altre), visto che guarda caso, il potere interessa molto, considerato l'aspetto più terra terra delle cose di questo mondo, nel resto dell'Asia, portato in giro proprio da sapienti e pensatori indiani. In particolare in Tibet, dove si era affermata una vera e propria teocrazia, quella detta del Veicolo di diamante, la cui maggiore o minore autonomia, sotto varie sfumature era stata tollerata dall'impero cinese per quasi mille anni. 

Monaci tibetani

Poi, dopo il brevissimo interregno seguito alla caduta dell'ultimo imperatore all'inizio del '900, in cui la Cina precipitò nel caos, il potere dei Cappelli gialli, che detenevano il comando dopo aver eliminato tutti i concorrenti, si auto dichiarò indipendente, pur non essendo riconosciuto da nessun altro paese del mondo, una situazione un po' simile a quello di Transnistria o Abkhazia. Quando il maoismo arrivato al potere, si riprese il Tibet invadendolo negli anni '50, il Dalai Lama ed il suo seguito politico/religioso, fuggì nella vicina India nel 1959, che li accolse ben volentieri, dando loro lo status di governo tibetano in esilio. Concesse loro una piccola porzione di territorio tra i monti dell'Himachal Pradesh, stato di nuova creazione, nato sulle ceneri della frammentazione del grande Punjab britannico, luogo che per la sua altitudine poteva avere una qualche similitudine con il Tibet, con la libertà di strutturarsi come governo provvisorio, in modo da creare una bella spina nel fianco al nemico cinese. Così questa area, curiosamente ha subito proprio gli eventi storici del file rouge religioso di cui vi ho appena parlato. Riportata infatti già nei racconti dei libri sacri induisti, a partire dal Mahabaratha, la regione fu conquistata successivamente dall'espandersi dei Moghul che vi imposero l'Islam, quindi, alla disgregazione di questo impero si impose il potere dei Sikh, scalzati poi dai Gurkha nepalesi che lasciarono il posto al potere britannico. 

Per le strade di McLeodganj

Dopo la sua fine e la successiva spartizione, Nehru, concesse ufficialmente nel 1960 l'ospitalità al governo in esilio tibetano, che qui si stabilì definitivamente dando vita a questo insediamento, che mantiene tutt'oggi una forte valenza politica e assertiva ed è anche il centro propagandistico del movimento tibetano nel mondo. Così è sorta sulle alture dietro a Dharamsala, ad oltre 2000 metri, nel sobborgo di McLeod Ganj, che era un piccolo agglomerato che aveva preso il nome dal luogotenente Mc Leod, governatore del Punjab, che qui aveva fissato la sua residenza estiva, quattro case coloniali e che oggi si è trasformato in una vera e propria città che contorna le strutture sorte per ospitare questa comunità che ha costruito negli anni, palazzi di governo, ministeri, la casa/reggia del Dalai Lama e del suo clero, una grande monastero, con templi e tutte le altre strutture che caratterizzano una sorta di Vaticano sui generis, con le stesse caratteristiche dal più al meno. Naturalmente questo è servito da punto di aggregazione per tutti quei tibetani, seguaci del Dalai Lama e di quello che a tutti gli effetti è un partito politico di stampo religioso, fuggiti a loro volta in seguito, che auspicano l'indipendenza tibetana e il ritorno della teocrazia al potere. O

Ovviamente tutto ciò ha contribuito, con il forte potenziamento turistico che ne è seguito, a rivitalizzare la stanca e sonnolenta cittadina di montagna di Dharamsala, diversamente condannata all'oblio perenne. Risalendo infatti le stradine che conducono alla parte più alta della collina, noti subito una decisamente forte presenza di stranieri che circolano per i vicoli e le centinaia di negozietti che questa presenza si porta automaticamente dietro, mescolati ovviamente a gruppetti e singoli monaci avvolti nel classico saio rosso scuro. La prima impressione è ovviamente, quella di una stazione turistica di montagna, circondata com'è da alti picchi coperti di neve e la temperatura gradevolissima. I segni della presenza tibetana sono dovunque, dalla serie di negozi e baracchini vari nel centro, che è poi un grande bazar, agli innumerevoli tempietti, dai chorten, segni di una presenza religiosa che marca costantemente il territorio. Ci rifugiamo nel nostro albergo tra gli alberi, rimandando a domani l'esplorazione approfondita. Ormai è scesa la sera, rimane solo il tempo per un giretto nel mercato, non sia mai che ci comprino tuti i ninnoli ed i braccialettini prima di domani, lasciandoci senza e l'occasione di una parca cena in un localino di tendenza, noblesse oblige e il turismo d'assalto moderno anche, pur se ammantato da motivazioni culturalreligiose.

Piantagioni di thè

SURVIVAL KIT

Il giardino dell'albergo

Hotel D'S Casa - Club house road - McLeodganj - Bella struttura , nuova, in un bel giardino, al centro del paese, molto vicina al tempio. Molto tranquillo e silenzioso. Camera spaziosa e pulita. Bagno nuovo e ben fornito ed attrezzato. TV, frigo, free wifi in camera, AC, riscaldamento, phon, bollitore per thè caffè, colazione inclusa. Molto gentili, ci comunicano subito che la camera de Luxe ci viene upgradata a Super de Luxe. La posizione è molto comoda per raggiungere a piedi tutti i centri di interesse. Consigliatissimo. La doppia tra i 40 e i 50 € a seconda della stagione.

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