giovedì 6 dicembre 2018

Oman 30 - Jabreen Castle


Jabreen Castle

L'interno
Raggiunta la valle, ti si apre dinnanzi il palmeto della grande oasi di Bahia. Tra le cime verdi delle piante scorgi anche da lontano le torri del castello di Jabreen, una specie di fiaba delle mille e una notte, dove immagini i racconti di Sherazade che incrociano con le avventure di Simbad. Questo, come altri castelli, è una delle caratteristiche di un paese, in cui chi era al comando dotava la sua città di residenza di una reggia/palazzo, baluardo di difesa contro i possibili pericoli derivanti da un assalto di nemici. Oggi queste costruzioni, e ogni piccolo paese ne ha almeno una, sono per lo più in rovina data anche la loro caratteristica strutturale in pisé, terra e mattoni crudi, alternate alle pietre degli wadi, una soluzione costruttiva di grande fragilità che richiederebbe una continua manutenzione. Il disinteresse per la conservazione del passato deriva forse dal fatto che questo viene associato con l'idea di una vita misera e povera di opportunità e di mezzi materiali, una cosa da dimenticare al confronto con un presente ricco e nel quale l'esistenza è decisamente più facile e comoda. Il fatto che non sia necessario inseguire il turismo come settore di ulteriore reddito, ha contribuito al mancato recupero di pezzi anche di grande importanza storico culturale. Questa fortezza invece, essendo forse la più bella del paese, è stata fortunatamente recuperata e mostra tutta la bellezza dei suoi ambienti che ti accolgono col fascino di un passato non troppo lontano e con i suoi scorci esotici. 

Sala ricevimento e soffitto in legno
Eretta dall'imam Bil'Arab come casa di campagna, nel XVII secolo dopo la cacciata dei Portoghesi, ti colpisce con le sue torri eleganti e la complessità dei suoi interni. Cammini in una luce colorata che oltrepassa i vetri delle soprafinestre dagli ornati complessi e si spande nelle sale, su cuscini e tappeti dove erano ricevuti gli ospiti o nelle stanze private dove il complesso sistema di trasporto di aria fresca dal basso permetteva di resistere alle temperature pesanti delle torride estati. I sotterranei con le cavità per la conservazione dei datteri, unica ricchezza dell'oasi ti confermano le antiche sensazioni di una vita semplice ma studiata per avere comunque una raffinatezza di vita adeguata al luogo. La costruzione del castello e il suo uso hanno visto comunque un periodo di pace e probabilmente molto tranquillo, in cui i suoi abitanti potevano dedicarsi ad un periodo di agiata serenità. In questi luoghi certamente il tempo scorreva con grande lentezza e serena predisposizione agli studi e alla filosofia. Tuttavia la possibilità di un qualche attacco nemico era sempre previsto e lo testimoniano le torri potenti e le feritoie sopra i portali, dove versare eventualmente colate di liquido sugli assalitori; qui in mancanza di olio si usava acqua di datteri bollente e zuccherosa. Difficile immaginarsi quaggiù tre secoli fa. Ma la sensazione è che solo qui, come nelle case di merletto del vicino Yemen potevano essere scritte ed immaginate le fiabe delle mille e una notte.

Cantina per la conservazione dei datteri
In una trentina di chilometri di bella strada nuova, arrivi a Nizwa la capitale della regione, che Ibn Battuta, già nel XIV secolo raccontava come "la bella città dai meravigliosi bazar, ai piedi delle montagne". Domani sarà giorno di mercato e nella grande piazza, mentre comincia a scendere il sole, e l'ombra benefica si allarga tra le case, cominciano ad arrivare i camioncini che trasportano i beni che domani saranno offerti, alla gran massa di gente che qui converge per il mercato del venerdì. Intanto si può dare un'occhiata in tranquillità e senza l'affollamento che ci sarà al mattino. La zona del pesce è in fase di chiusura, ma su molti banchi ci sono ancora grossi tonni e tanti altri magnifici pesci appena arrivati dalla costa. Attorno ad un banco si affolla un capannello di gente. C'è sempre un motivo se il popolo accorre e si fa sotto. Il nostro Iapo che è un abitué si avvicina e saluta l'amico venditore che gli offre subito un assaggio della sua specialità, il tonno bollito a vapore, che fa bella mostra di sé sul banco, suddiviso in piccoli tranci cubici che invitano a farne boccone. L'assaggio non si nega certo e la carne morbida va giù come l'olio, anche se intozza un po'. Il venditore non vuole essere pagato, è solo un assaggio, per i soldi bisogna comprarne almeno un paio di chili e poi gli amici di Iapo non pagano mai, si sa. Ci fermiamo un poco in un negozio specializzato nella produzione dell'halwa,  il dolce omanita per eccellenza.

Il negozio di halwa
All'apparenza sembra castagnaccio o una specie di lukumi turco, che però mi sembra chiamino anche helwa, un impasto di uova, zucchero, zafferano, noci, acqua di rose e cardammomo che si cuoce per un paio d'ore in un calderone di rame, prima di lasciarlo raffreddare in piattini monodosi. E' un po' troppo dolce e gommoso per i nostri gusti, ma sembra indispensabile in ogni festa e ricorrenza religiosa, servito a quadrettini con il caffè. Anche tutto il resto del bazar è nuovissimo, dagli spazi per la frutta e verdura, ai negozi di macelleria, tutti rivestiti di lucente acciaio inox. Certo si perde un po' il fascino dell'oriente, ma non è che la sporcizia o la confusione siano una caratteristica obbligatoria, il fatto è che dove c'è il grano si fa presto a mostrare pulizia e lucentezza. Tuttavia la motivazione principale e quasi esclusiva di questa visita preserale è il grande negozio di datteri che sta all'ingresso del mercato. Appena dopo l'ingresso c'è un piccolo salottino con divani e cuscini dove vieni invitato a berti un thé con l'assaggio di qualche dattero, tanto per cominciare. Subito dopo si apre uno spazio dove tutti i prodotti a base di questo frutto sono esposti nel loro splendore: tajine dolci e salate, creme e dolci, salsa e nettare di dattero (ottima coi nostri formaggi stagionati), confezioni particolari e poi la grande sala dove sono esposti in appositi contenitori, le oltre trenta varietà di dattero disponibili da queste parti. Naturalmente i cassetti sono aperti e disponibili per l'assaggio, non sia mai che tu debba acquistare alla cieca e a scatola chiusa.

L'accogliennza
Vi assicuro che questi datteri devono costare alla fonte davvero nulla, perché la quantità di roba che si sbafano gratis i clienti, rispetto a quello che viene acquistato è impressionante. Comunque si tratta davvero di una esperienza mistica. Poter apprezzare la differenza tra i diversi tipi è davvero interessante; la gamma di sapori e di consistenze è coinvolgente e non riesci a fermarti, vuoi continuamente provare, testare, paragonare, rimandando sempre più in là l'acquisto per non perderti quello che sicuramente sarà il meglio. E poi torni indietro e riprovi ancora, perché questo ti sembra ottimo, ma hai già dimenticato il precedente, forse era più pastoso, la dolcezza più ricca di aromi o forse quegli altri più piccoli avevano un sapore più intenso. Insomma un'orgia che metterà a dura prova la mia glicemia, già abbondantemente border line, ma qualcuno deve pur farlo, un'esperienza che non ci si può negare. Poi si passa all'acquisto, accidenti diversi chili da caricare in più in valigia, ma bisogna considerare di arrivare almeno a Natale, perché vi assicuro che anche i famosi Deglet en Nour tunisini, non gli passano neanche vicino a questa roba qui. Tutti i pacchettini sottovuoto sono stati preparati con cura, mi sembra di ricordare della varietà Kalash, quella più deliziosa, coltivata appunto nell'interno, color giallo intenso e che arrivano addirittura al 65% di zucchero, ad un apposito grado di maturazione, che il proprietario o tiene da parte appositamente per quando Iapo, cliente di riguardo, passa da queste parti e fa scorta. 

Varietà di datteri in assaggio
Tuttavia non riesco a fare a meno di prendere anche un bel chilo di datteri provenienti dalla odiatissima Arabia Saudita, nascosti appositamente in un angolo del negozio, più chiari, ma più grandi, succulenti e aromatici, che davvero non hanno uguali, anche se spiace dirlo. Non mi attirerò simpatie da queste parti, ma vi assicuro che questi non hanno paragoni al mondo. Usciamo carichi di pacchetti, ma anche a pancia esageratamente piena perché non abbiamo potuto fare a meno di assaggiare anche le specialità di datteri snocciolati, avvolti nella cioccolata con le varianti interne, alla mandorla, alla pasta di noci, al cocco e a molte altre soluzioni. Ahimé tocca assaggiarle tutte, se volete farvi un'idea e ovviamente l'unità minima di assaggio è un dattero. Facciamo un lungo giro per arrivare alle macchine e depositare il carico, attraverso il quartiere indiano, dove a quest'ora, terminato il lavoro, le strade sono affollatissime di gente che ha appena finito di lavorare ed è in giro per le strade a socializzare coi propri simili. Ci sono locali dedicati, bar, luoghi coi tavoli da gioco tipicamente indiani, una sorta di biliardo quadrato dove bisogna mandare in buca delle pedine spingendole con un'altra a colpi di schiocchi delle dita. Tutti si fermano per guardarci passare, di donne in giro non se ne vedono e le ragazze, oltretutto bionde che sono con noi ovviamente attirano l'occhio. Tutto si sta preparando per il mercato di domani. Andiamo allora, anche se pieni di datteri, bisogna andare a mettere sotto i denti qualche cosa. 

Banco del tonno fresco



SURVIVAL KIT

I sotterranei del castello
Jabreen Castle - Bahia - Tra i vari castelli che avrete la possibilità di incrociare nel vostro itinerario, questo è certamente il più bello ed il più correttamente restaurato, per cui è quello da non mancare. Il restauro è stato eseguito con grande cura, anche se l'impressione di troppo nuovo, turba un poco il senso di antico che il luogo dovrebbe comunicare. L'interno è stato allestito come museo che mostra gli oggetti della vita quotidiana del tempo e l'utilizzo dei vari ambienti. Una rete di falaj interni fornisce una sorta di sistema di aria condizionata che fa risalire l'aria fresca dei sotterranei nelle camere di soggiorno superiori. Dalla terrazza e dalle finestre si ha una bella visita dell'oasi circostante. Ingresso a pagamento, possibile audioguida se non siete accompagnati. Apprezzate anche l'elegante cortile centrale. 

Indiani in libera uscita

Ragazza omanita a Nizwa
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