Campagna toscana - foto T. Sofi |
Quando torni da un giro, qualunque esso sia, dalla breve gita fuori porta ad un complesso e difficile giro del mondo di lunga durata, le sensazioni, i pensieri sono più o meno gli stessi. Intanto lo smazzamento delle grane che trovi a casa e che durante la tua assenza si sono accumulate e che richiedono di essere risolte, poi quella tristezza melanconica post coitum, che ti prende perché quella euforia che ti manteneva in vita durante il viaggio, siano ormoni, adrenalina o cos'altro non lo so, fatto sta che si sono esauriti, consumati definitivamente durante l'ultimo tratto di strada, l'ultimo piacevolissimo momento, quel tramonto, quello scorcio di mare e tu rimani lì, esausto perché è vero che è stata una cosa bellissima, ma adesso è finita e devi riprendere le forze. Poi hai voglia di metterti lì ad esaminare per bene tutto quanto è successo, mugugnare soddisfatto per le cose belle o addirittura straordinarie o peggio irripetibili che hai visto, fatto, sentito; dolerti invece per quelle che pur essendo state programmate, non hai potuto avere, per qualche disguido o perché diverse da come erano state previste, oppure ancora perché neppure le sapevi possibili e così ti sono sfuggite, almanaccando dunque come sarebbe tutto stato fattibile se avessi programmato qualche giorno in più, toh' sarebbe bastata ancora una settimana, ma quel maledetto biglietto di ritorno in tasca ti ha impedito di avere tutto, tutto il necessario, che ti avrebbe reso completamente felice. Tutto questo mentre cominci a sistemare le foto, i materiali che ti sei riportato a casa, da sistemare, da catalogare, perché tutto non venga poi in fretta dimenticato e così perduto per sempre un'altra volta, come se non fosse avvenuto e sarebbe un peccato, davvero un peccato.
Per me poi, che ho preso questa abitudine, c'è da organizzare una sorta di resoconto, di buttar giù queste sensazioni, questi ricordi in forma scritta, sperando, chissà perché qualcuno le legga. Insomma una sorta di smania esibizionistica per mostrare il sé in questo nuovo palcoscenico virtuale, il metaverso del web, una second o third life dove tutti ormai possiamo comparire, esibirci, dare spettacolo insomma, in fondo ho pure io i miei 177 follower, non sarò la Ferragni, ma dai, poco ci manca, magari questo sarà il post della svolta. Così mentre scribacchi, cataloghi, elenchi e metti da parte e pensi di stare facendo il tuo onesto lavoro di pensionato nullafacente che non ha tempo neppure di andare a seguire i cantieri, poi devi documentarti ancora sugli orari di ingresso a quel museo o sull'ora di partenza di quel traghetto che se qualcuno te lo chiede, è meglio metterlo, ma non gli sarà più comodo cercarselo nella pagina apposita? Va beh tutta chiacchiera per dire, che è pur vero che le opere ed i giorni che seguono il momento del ritorno, sono dense di lavoro, come già aveva raccontato Esiodo nei suoi 828 esametri, ma nella realtà, dietro tutto questo c'è ben altro che incalza e che da un lato ti spinge a terminare in fretta l'ingrato compito a posteriori, dall'altro sta lì, in fondo all'anima con la voglia di venir fuori e gratta, sgatta e cianfrugna per farsi sentire e per farti smettere di pensare a quello che stai facendo e farsi finalmente accettare. E' come quando ad una lucertola staccano la coda, appena caduta, mentre è ancora lì la vecchia che si dibatte e lei corre via cercando di capire quello che è appena successo ed ecco che tra le gambe rigonfia qualcosa e spinge per venir fuori, per crescere e prendere nuovo posto nella sua vita.
Certo perché è pur vero che il viaggio, la gita, il tour è finito, ma sotto nasce il desiderio inestinguibile, la voglia matta di averne uno nuovo, di progettare un'altra avventura, di preparare un nuovo sogno, da fare crescere e possibilmente realizzare il più presto possibile. Certo non hai ancora la forza di passare subito all'azione, ma il pensiero sì, quello c'è di nuovo e sta lì come un martello di Thor, pronto ad ingigantirsi e a scatenare la sua furia inestinguibile, perché la bellezza sta lì davanti a te ed è sempre più desiderabile, nonostante tutto. Dunque ve l'ho chiarito, questo bel giro per la penisola, mi ha davvero soddisfatto, anzi mi ha dato nuovi spunti, per buttare l'occhio in giro a quanto, al tanto che non ha potuto essere visto in quelle tre settimane e che magari, potrà essere inserito in una futura scorribanda italica, che tanto è tutto qui vicino e basta saltare sulla macchina e via. Ma, diciamolo, c'è altro, tanto altro che cova sotto la cenere e questa volta incombe con una furia, accentuata dalla micrania che dura da quasi tre anni e che mi ha impedito di fare quello che programmavo con cura e che con grande dolore ho dovuto accantonare, con il magone che ormai questi anni sono passati, malamente, perduti per i miei interessi specifici e che, a causa dell'implacabile scorrere del tempo, fanno diventare sempre più difficile la realizzazione di quei programmi tanto lungamente accarezzati. Questa soprattutto è la grana più grossa e assolutamente non risolvibile, per cui, meglio non perdere altro tempo e cercare di recuperare quel poco che sarà recuperabile. Ragion per cui vi posso assicurare che mi sono messo attivamente all'opera per tentare la riedizione di qualcosa che era sfumato a suo tempo, pur essendo già stato progettato nei dettagli. Quindi cerchiamo di fare le cose per bene, anche perché se no, tra un po', che cosa vi racconto? Quindi lasciatemi lavorare che le cose da fare non sono poche, e poi presto che è tardi e il tempo stringe e gli aerei partono. Speriamo.
Vigne del Chianti |
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