Positano - foto T. Sofi |
Qualche decina di minuti di attesa per cambiare traghetto e via avanti lungo la costa fino a doppiare il Capo di Conca, scorgendo poi appena la minuscola spaccatura nella roccia che nasconde il fiordo di Furore, una piccola gemma alla quale in un passaggio via terra bisognerebbe pure dare un'occhiata. Infine ci lasciamo alle spalle anche il tondeggiante capo di Praiano con la sua torre Asciola, ormai inutile ad avvistare lo nero periglio che vien dallo mare per il quale era stata costruita e arriviamo finalmente alla meta di giornata, preannunciata da una spiaggia abbastanza ampia e dal minuscolo molo di Positano. Anche qui, visto il bel Duomo non rimane che passeggiare per vicoli e stradine in salita fino ad arrivare in cima alle case che si addossano le une alle altre e per poter ammirare il panorama dall'alto, ti puoi prendere uno dei tanti terrazzini affacciati sul basso e rimanere lì in silenzio, incurante del vociare dei tanti passanti in cerca come te di un punto di vista più bello degli altri, posto che uno ce ne sia di così privilegiato da far cedere tutti gli altri per la sua esclusiva bellezza. Qui ad ogni angolo è una esplosione di vasi, di verde, di colori dei fiori più belli, ma soprattutto di splendide maioliche dalle forme più varie ed ammiccanti, che si propongono non solamente in una esibizione di vendita foderando ogni parete esterna disponibile di negozi ed atelier, di piatti, di statuine, di brocche dalle forme, ma soprattutto dai disegni più ricchi e accattivanti, ma anche sedie e tavolini, che già immagineresti in altri luoghi ad ornare terrazzini e attici in riva ad altri mari, a fronte di altre colline magari popolate di vigne o di armenti.
Certo che intanto bisognerebbe disporne, ma il luogo e la condizione è data appunto per farti sognare, per suggerire opzioni di vite diverse segnate dall'impronta del bello e della sua attenzione. Il luogo è evidentemente magnifico sopra ogni descrizione, ma tuttavia, devo rilevare che anche qui come in tanti altri posti tra i più famosi proprio per la loro fotogenica notorietà, non riesco a scacciare dalla mente quel piccolo tarlo delle cose già viste troppe volte, in migliaia di immagini meravigliosamente ritratte, con la luce giusta, con le tonalità più perfette, magari anche ritoccate per magnificarne i colori e le intensità, insomma la realtà vera, se l'hai già troppo vista in tantissime altre immagini presentatesi in passato, ti porge sempre una piccola, certo minima ma fastidiosa delusione. Come puoi vedere il Grand Canion nello stato di luce meraviglioso di cento foto di autore che hai già in precedenza visto o come può la visione dei monumenti di Petra o delle piramidi, arrossati dagli spettacolari tramonti di mille documentari apparire inferiore alla visione diretta, quando c'è sempre quella piccola foschia nell'aria o la luce del sole troppo diretta o semplicemente il punto di vista del tuo occhio non è lo splendore delle artistiche deformazioni di costosi obiettivi fotografici?
Perché nella tua mente campeggia sempre soltanto la visione dei tre meravigliosi solidi euclidei che si stagliano contro le dune dorate di un deserto infinito che si stende all'intorno, magari infiorate dalla presenza perfetta di un paio di dromedari di cui indovini solamente la silhouette nera contro il cielo, quando invece nella realtà, le vedi poi quasi affogate, nel disumano calore del meriggio egiziano infuocato, dalla distesa disordinata delle case dei quartieri periferici di un Cairo mostruoso che cerca di seppellirle e nuovamente mummificarle nella distesa di cemento? Ecco che spunta sempre così, anche in questa spettacolare costiera Amalfitana, quel minuscolo senso di delusione della mancata corrispondenza a quelle meravigliose immagini tante volte apprezzate e ormai stampate nella tua memoria. Eppure adesso è qui davanti ai tuoi occhi e Positano te lo puoi godere anche attraverso i suoi profumi, le voci che escono dai negozietti che espongono i suoi famosi vestiti, li puoi toccare con le mani, assaporare con gli occhi socchiusi il sentore di mare e di cozze che esce da quella trattoria e allora sì che puoi apprezzare la diversità della realtà meravigliosa a fronte della irrealtà patinata e certo più perfetta di quanto hai visto da casa. E allora torniamocene indietro sereni, rimanendo così come dice qualcuno, in vigile attesa, non che accada qualche cosa di particolare, ma che nell'assenza di pensiero cosciente, il tuo corpo possa assorbire senza fretta, la meraviglia di quanto ti circonda, per poterla poi con calma portare con te come fresca acqua di fonte nel tuo futuro, e come diceva il Vate, possa a lungo illuder la tua sete in via.
Vista dalla cima del paese |
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