mercoledì 14 settembre 2022

Un tour d'Italie 34 - Lucca

Lucca - Piazza dell'anfiteatro - foto T. Sofi

 

La via del ritorno è lunga, sempre molto più lunga di quella di andata, anche se in realtà la percorri in un tempo più breve, perché la vacanza è finita e hai voglia di arrivare a casa di levarti le scarpe e sei anche un po' intristito dal dover svuotare la valigia con tutto quello che ne consegue anche se non sei tu quello che deve fare le lavatrici, ma devi solamente mettere a posto le macchine fotografiche e poco altro. E' così, c'è poco da fare. Anche i panorami che scorrono attorno a te, da quel finestrino che ti ha dato tante visioni piacevoli, diventano meno interessanti, quasi scontati, eppure a volte erano gli stessi che all'inizio del viaggio ti avevano entusiasmato. Come è umorale l'animo umano! Allora spunta, al viaggiatore incallito, l'idea della giunta, come quella che il venditore di bellecalda davanti alla scuola col suo triciclo che portava due padelle, una di farinata e una di castagnaccio, usava fare in cambio delle dieci lire che tiravi fuori dalla tasca del grembiule, tre fette e poi alla fine una più piccolina, la giunta, data quasi come fosse una regalia speciale, proprio e unicamente per te, cliente abituale e che invece veniva gratificata a tutti gli avventori bambini che si affollavano attorno a quel carrettino a tre ruote. Eppure a forza di dieci lire quel tipo ha fatto studiare sei figli, diversi fino all'università. Eh già, la giunta è importante, Ecco perché si è deciso sulla lunga via del ritorno che è partita addirittura quasi da Salerno, si potesse fare uno stop in una città ancora non vista, da poter quindi aggiungere alla collezione. Ah, sempre quella maledetta smania del collezionista! La fortuna che in Italia i luoghi da vedere comunque eccellenti, sono talmente tanti che hai solo il problema di scegliere quale. 

E lungo la strada appunto ecco una tappa che ci è sembrata importante per piantarci una bandierina, la murata città di Lucca, in cima a quella Toscana, da dove poi in un veloce balzo si arriverà fino a casa. Quindi viaggiando di conserva dopo aver lasciato la costiera a Vietri, con  la sua ultima esplosione di colori e di maioliche luminose che ci ha regalato quel tocco di malinconia per aver lasciato uno dei luoghi di bellezza assoluta del nostro povero paese, imbocchiamo l'autostrada e lemme lemme risaliamo la penisola. Verso le diciotto veniamo premiati dalla vista delle mura imponenti che circondano questa nobile città, direbbe Marco Polo giunto sotto le torri di Samarcanda. Ma noi siamo italiani in Italia e quindi scafati alla bellezza e pronti invece al lamento generalizzato. Quindi invece di apprezzare l'imponenza della cinta del terrapieno che cinge completamente l'antico abitato, facendone un'oasi di tranquillità praticamente priva di auto, salvo i residenti, come dovrebbe fare qualunque città di buon senso, che si può ammirare anche comodamente percorrendone il largo camminamento che lo corona, ne vediamo immediatamente solo il lato negativo. Infatti avendo avuto l'accortezza di prenotare la notte in un bel palazzo antico del centro, siamo obbligati a lasciare l'auto negli amplissimi ed appositi parcheggi che circondano appunto i bastioni della città. Il fatto è che, porco qui, porco là, dobbiamo trascinarci le valigie, benedetto chi ha inventato i trolley con  le rotelle, dal parcheggio fino all'albergo, sotto una pioggerellina insistente e fastidiosissima, di quelle che ti penetrano nelle ossa artritiche e scricchiolanti da vecchio buono per le RSA, non è secondario alla sensazione di sgradevole persecuzione della nuvola fantozziana. 

Tuttavia grazie alla attenta programmazione valutata nella preparazione della trasferta, ci dirigiamo verso la nostra meta, con una certa sicurezza, grazie ai vari moderni strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione, benedetto anche chi ha inventato i GPS, e dopo aver sbagliato strada, non più di un paio di volte, porco qui e porco là, eccoci a bussare all'antico portone, che ci fa entrare oltre che nelle nostre camere, anche nell'atmosfera della città. Senti subito quel delizioso sentore di antico perché i palazzi che si alternano lungo le strade che vanno verso il centro hanno mantenuto la medesima omogeneità che rende Lucca davvero una bella città. Complice il tempo bigio, quasi da sottile nebbiolina alessandrina e la bassa stagione, camminare nelle strade con la luce fioca dei lampioni, incrociando solo qualche raro passante sul selciato bagnato e lucido, dà una suggestione rara che ti fa riconsiderare l'impressione di nervosa accidiosità che ti aveva pervaso all'arrivo. Sarà che non devi più trascinarti i bagagli e che invece le luci altrettanto nascoste del ristorante scelto per passare la serata in stile osteria toscana, sono ormai vicine e il cuore si riscalda, oltretutto il pranzo è stato quasi saltato. Mangiare bene, in buona compagnia, magari tagliatelle al cinghiale e pasta fatta in casa e camminare lentamente per le strade di una antica città per te nuova, è un grande piacere, un ultimo boccone di piacevolezza da aggiungere alla fine come un delizioso dessert in uno di quei pranzi che hai gustato dall'inizio alla fine. Tanto per restringere in fondo all'animo la tristezza del momento, un modo di rimandare ancora un poco quel termine del viaggio, tratto ideologico che vorresti non finisse mai.

San Frediano

SURVIVAL KIT

Guest house S. Giustina - Via S. Giustina - Lucca - In pieno centro storico ma ragionevolmente vicina ai parcheggi esterni alle mura dove dovrete lasciare la macchina (500 m. circa). Poche camere ricavate in un antico palazzo e arredate con cura. 68 € la doppia senza colazione (c'è comunque caffè e té). Bagno privato esterno. Dotazioni buone, pulito e silenziosissimo. Il gestore è molto gentile e dà buoni consigli. Possibilità di pacchetto con affitto biciclette molto interessante per girare la città e le mura. Consigliatissimo per qualità/prezzo. 

Vecchia Trattoria Buralli - piazza S. Agostino 10 - Lucca - Classica trattoria toscana, con piatti tradizionali e lucchesi in particolare, una delle più antiche della città, molto frequentata dai locali. Ambiente consono. In generale tutti i piatti da noi ordinati (eravamo in quattro) piuttosto buoni. Crostini, pappardelle al cinghiale, tagliatelle con tartufo nero e altre piacevolezze. Pasta fatta a mano e cacciagione disponibile. Servizio cortese e professionale. Rimane la voglia di provare altri piatti che ti passano accanto per gli altri tavoli e appaiono golosi. Prezzo congruo. Da riprovare.

Pappardelle al tartufo

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