venerdì 2 settembre 2022

Un tour d'Italie 29 - Il Museo della carta di Amalfi

Amalfi - Museo della carta - foto T. Sofi

 Amalfi è tutto un dedalo di vie e piazzette che risalgono il monte, praticamente una serie continua di negozietti per i turisti alternati a gelaterie, localini e venditori di specialità della costiera. Il numero dei turisti anche fuori stagione è sempre preponderante rispetto a qualunque altra realtà ed in fondo è del tutto naturale che ormai ogni cosa si sia conformata su questo modo di sbarcare il lunario e pertanto su questa attività si è costruita tutta l'economia della zona. Per vedere qualche casa, diciamo così, normale, devi superare tutto il centro e risalire ancora la strada che cerca di uscire dal paese serpeggiando lungo il torrente che ha creato questa spaccatura nella collina per trovare la strada fino al mare. Qui la vita appare più normale, qualche vecchio condominio anni sessanta e poi le antiche case del borgo di un tempo precedente all'invasione odierna. E se hai la pazienza di risalire fin qui puoi trovare la sorpresa che ti aspetti meno. In fondo questa era, oltre mille anni fa, una delle quattro repubbliche marinare con un passato di commerci e di attività industriali del tempo che hanno lasciato ancora qualche ricordo di sé a ben cercarle. Infatti se risali quella che si chiama ancora la valle dei mulini, scavata dal torrente Canneto che scende dai monti Lattari, puoi trovare ancora traccia di una delle attività più importanti del passato di Amalfi, quella delle cartiere che ebbero il loro periodo di maggiore fulgore nel 1700, quando se ne registravano addirittura 11 in città, che sfruttavano l'impeto del corso d'acqua per muovere le macchine di produzione. 

Il tutto generava una grossa movimentazione di compravendita di stracci provenienti da tutta al zona, materia prima per la produzione della bambagina, il materiale che dava poi origine alla carta, fatta a mano e dunque assai preziosa materia. Questa industria continuò fino al secolo scorso quando si contavano ancora molte cartiere tra grandi e piccole, fino alla disastrosa alluvione del 1954 che distrusse la maggior parte di quelle rimaste dopo quello che comunque fu un momento di inevitabile declino. Infatti l'ubicazione nella stretta valle, le scarse possibilità di comunicazione col resto del paese e quindi l'impossibilità di investire in macchinari più moderni, costrinsero la maggior parte dei produttori alla chiusura, facendo rimanere in opera solamente gli artigiani che si rivolgevano ad un segmento di clientela sempre più ristretto. Ci fu anche l'inevitabile periodo in cui si malediceva l'introduzione di moderni macchinari che riducendo i costi di produzione, limitavano di conseguenza l'utilizzo di manodopera. Ne è curiosa testimonianza una supplica inviata al Re per implorare aiuto a cui si rispondeva maledicendo :...Le tante macchine che l’uomo usurpatore e perspicace ha saputo inventare e ne inventa tutto dì, sono quelle che tolgono pane dalla bocca dei nostri fedeli sudditi nell’intero Regno …. Insomma niente di nuovo sotto il sole, tanto che alla fine nel primo dopoguerra anche le ultime macchine si spensero e l'epoca della produzione della carta rimase solamente un ricordo. 

Tutto questo però lo potrete ritrovare nel Museo della Carta di Amalfi, ospitato in uno di questi vecchi edifici, dove sono state restaurate e rese funzionanti tutte le macchine necessarie a produrre la carta come un tempo, con la deviazione delle acque del torrente Canneto. Rimane comunque una bella emozione, sentire raccontare la storia di questo antico lavoro e vedere, attraverso tutte le fasi successive della lavorazione, nascere quel famoso rettangolo di materiale sottile e bianchissimo, che esce ancora bagnato dalle presse per essere successivamente steso ad asciugare e andare a formare poi le pagine di libri o quelle carte da lettere che puoi immaginare vergate con cura da penne d'oca e da inchiostri colorati. Il tonfo cupo dei magli che sfibrano gli stracci prima a far da contrappunto come tamburi di una bolgia infernale, in ambienti forzatamente scuri e umidissimi, che dovevano essere veri purgatori per chi ci doveva passare ore e ore con le braccia immerse nell'acqua in queste che rimangono comunque caverne sotterranee, dove tutto si affastella in antri oscuri e maleodoranti, continua a scandire il tempo della visita, che a mio parere, ha un suo interesse particolare. Il tutto è ben corredato da bei pannelli esplicativi, da una ricca esposizione di strumenti antichi e da iconografia d'epoca. Scendi poi in paese dove tutto questa è ormai storia dimenticata, ora è il tempo del limoncello della pizza e del sorbetto al limone e facciamocene un altro che tanto c'è tutto il tempo per aspettare il prossimo traghetto. Intanto puoi sostare a goderti il passeggio a sentire parlare in tutte le lingue del mondo e considerare che finché abbiamo tutto questo, qualche entrata riuscirà ancora a rimediare al nostro asfittico PIL.

L'antica cartiera


SURVIVAL KIT

Museo della carta - Via delle Cartiere 23 -  Amalfi - Interessante museo costruito all'interno di una antica cartiera presente già nel XIII secolo. Ospita una serie di macchine d'epoca, magli, pile in pietra, presse e macchina in tondo, inclusa una macchina olandese del 1745, tutte perfettamente funzionanti e che vengono messe in funzione durante la visita guidata, in cui si può assistere alla produzione dei fogli di carta nella maniera tradizionale. Con un particolare biglietto si può partecipare all'esperienza. La visita nel suo insieme, sia per la storia raccontata che per il materiale esposto è decisamente interessante e io consiglierei di dedicarci un'oretta, tra un sorbetto e l'altro. Da marzo a ottobre aperto dalla 10:00 alle 19:00- Ingresso 4,5 con guida. 7 - 15 € per diverse esperienze partecipative. Consigliato

      

Produzione dei fogli di carta


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