Non ne posso più di politica chiacchierata e non ho proprio voglia di parlare di questo fastidioso argomento, troppo escrementizio davvero. Solo viaggi, cibo e filosofia, meglio se orientale. Quindi siccome sono soprattutto coerente, in questo sabato mattina in cui comincia a cadere una neve sporca da città, quella che inzacchera di schizzi di auto e bagna i piedi, voglio proprio fare un esame dettagliato della situazione generale politica italiana. Vorrei analizzare i gesti degli ultimi giorni dei vari attori in campo, cercando di capire quali sono le vere ragioni che li hanno provocati e gli scenari possibili, naturalmente secondo il mio punto di vista parziale e dilettantesco. Partiamo da Grillo che mi sembra il più semplice. L'arruffapopolo e il suo burattinaio, avendo esclusivamente un fine di caos eversivo, ritengono scampato, almeno sul breve periodo, il pericolo che i propri elettori occasionali, quelli stanchi della vecchia politica di ogni parte, ritornino nelle loro case di appartenenza, dopo aver fatto la prova ed aver visto che il loro voto, carpito grazie alle tristi prove che stanno dando i partiti tradizionali sempre più divisi, litigiosi e inconcludenti, era stato inutilizzato. Spingono pertanto sulla leva classica del populismo d'accatto, sfruttando tutti i temi più facili, tutti ladri, siamo al disastro, la gente è alla fame e si suicida, gli immigrati portano via il lavoro, che non c'è e non ci sarà più, la crisi aumenterà ancora e sbandiereranno sempre di più il tema dell'Europa dei cattivi gnomi, tema vincente nei momenti di crisi, che dà ampio spazio ai partiti isolazionisti e filonazisti di tutto il continente.
Ovviamente spinge al massimo per monetizzare il trend del momento auspicandosi un voto il più vicino possibile, senza cambio di legge elettorale che potrebbe tener viva la speranza di diventare primo partito e incassare il premio di maggioranza. La Lega ormai quasi sparita in forza dei continui scandali che emergono dove governa e anche a causa del fatto che è ormai scavalcata dagli estremismi grillini e di estrema destra sui suoi temi classici e antieuro, rimane attendista, sperando eventualmente di collegarsi poi alle formazioni di destra per formare un pacchetto sempre in vista del premio di maggioranza e grassare qualche poltroncina. I Centrini vari si sono ormai dissolti. Monti ha capito che all'Italia la gente seria non interessa e si disinteresserà sempre di più della politica che, come concetto non gli appartiene e tutti gli altri sono all'affannosa ricerca di un riposizionamento che tenti di prevedere gli umori dell'elettorato per farsi garantire qualche posticino sicuro da sottogoverno qua e là. Come la Lega non sono in realtà interessati ad una caduta del governo che li vede in un momento di particolare debolezza e poca attrattività. Il caso più interessante invece, è quello del centrodestra, condizionato completamente dalle sorti del Cavaliere. Siccome l'uomo è tutto fuorché sprovveduto, la sua analisi della situazione ha dovuto tenere conto forzatamente dei fatti. La sua situazione giuridica è ineluttabile.
Uno alla volta tutti i nodi arriveranno al pettine e avendo afferrato benissimo che non c'è alcuna possibilità di salvezza, salvacondotto o perdono, esclusa la fuga ad Hammamet che non appartiene all'orgoglio del personaggio, se non forse in caso davvero estremo, sente il tintinnio lugubre dell manette sempre più vicino. Una possibile anche se non facile soluzione per lui positiva, potrebbe averlo convinto ad una interessante anche se barocca mossa del cavallo. Si potrebbe salvare solo forse vincendo nuove elezioni, ma questo risultato non è facile da ottenere. Il suo avversario più pericoloso è Renzi che potrebbe razzolare voti nel centro moderato, nei giovani, in vasta parte dei votanti disgustati dal vecchio che erano in fuga da Grillo, mentre con tutti gli altri avrebbe vita decisamente più facile. Uno degli avversari più pericolosi di Renzi però sono i tempi lunghi, in cui la sua spinta propulsiva inevitabilmente perderebbe di vigore e carisma. La gente si stanca e ti dimentica in fretta. Allora l'idea potrebbe essere stata questa. Usare Alfano, disponibile a fare ogni cosa da buon figlio fedele, dividendo il partito in una parte che mantenga in piedi il governo fino a quando questo sarà necessario, avendo quindi ben salda in mano la decisione del momento in cui staccare la spina e scegliere il momento più adatto per il voto.
Presumibilmente in tardo autunno o al massimo la primavera successiva (anche se oggi sembra un po' tardi). Renzi nel frattempo, dovrebbe essere sufficientemente logorato dai suoi stessi alleati e non avendo avuto la possibilità di fare nulla di concreto; la gente penserà che ha sbagliato ancora una volta a ritenere di aver trovato il cavallo giusto per cambiare le cose. Contemporaneamente avrebbe molti mesi a disposizione per picconare pesantemente un governo che, forzatamente debolissimo, non potrà fare molto, la crisi continuerà a stagnare aumentando lo scontento e si potrà cavalcare l'antieuropeismo più becero, buttandogli tutte le colpe addosso e il sempre utilissimo e sensibile tema delle tasse. Questo potrebbe riportare a casa molti voti di indecisi, dei fuoriusciti tentati da Grillo e quelli di tutti gli estremismi di destra. Allo stesso tempo il partitello fasullo di Alfano in coalizione porterà a casa i voti dei sostenitori della stabilità, dei moderati di destra che ritengono comunque finita l'era berlusconiana e comunque le anime democristiane che non sopportano i temi della sinistra classica, confermando un fatto sempre accaduto, che un partito che si scinde in due porta sempre a casa più voti di uno solo unito. In ogni caso stare per qualche mese in una comodissima opposizione segnalando tutto quello che non va (e c'è solo l'imbarazzo della scelta), avrebbe anche un altro vantaggio.
Un conto è arrestare un membro dei partiti di governo, altro è mettere in catene materialmente il capo assoluto dell'opposizione, un evento che potrebbe davvero essere presentato come un colpo di mano sudamericano, un martirio che in ogni caso porterebbe un'altra valanga di voti, oltre che una forte impressione negativa internazionale. Tutto questo sempre che riesca a tenere a freno le pitonesse varie, utili comunque a tenere sotto controllo le fedelissime che si farebbero martirizzare pur di un invito a cena a palazzo. E veniamo al povero PD. Alla sua sinistra si vede ormai un disfacimento sfilacciato che ha portato via le frange più estremiste grillizzate, verso formazioni che gli hanno tolto quasi tutti i temi di lotta. Il partito invece mostra l'assoluta debolezza di un matrimonio fallito ancor prima di nascere, tra l'anima democristiana progressista e la sinistra moderata classica. Quasi nessuna identità di vedute che unisce la continua litigiosità alle imboscate ed ai tradimenti della politica più classica e becera. Proprio quella ormai più invisa alla gente e che li fa fuggire o nell'astensionismo o nel populismo delle sirene. Civati non ha nessuna possibilità e in ogni caso porterebbe a casa un mazzetto infimo di voti. Cuperlo manca di ogni carisma e nelle condizioni di forte crisi il popolo bue segue sempre e solo l'idea dell'Uomo al comando e porterebbe il PD ad una onorevole e consueta sconfitta già decretata a tavolino. Renzi si trova a giocare una partita difficilissima, in condizioni di estrema debolezza. Ovviamente è in condizioni di vincere nel partito in cui però sarà un'anatra zoppa sottoposto ad un continuo logorio interno.
Tutto l'enorme vantaggio che avrebbe avuto se avesse potuto presentarsi alle scorse elezioni, che sarebbero state probabilmente vinte con una maggioranza sufficiente per governare il paese, con la possibilità di cambiare davvero le cose (naturalmente non si sa se in meglio, ma in ogni caso ci sarebbe stata una sterzata violenta invece dell'agonia infinita) si sta a poco a poco esaurendo e il tempo lavora inesorabilmente contro di lui. Avrebbe interesse ad andare a elezioni in primavera, ma si dovrebbe assorbire lo svantaggio elettorale di averle provocate (cosa su cui punta il Cavaliere avvoltoio) con l'ulteriore penalità di non riuscire a far passare una legge elettorale favorevole. Mi sembra dunque che la situazione generale sia molto delicata e suscettibile di soluzioni finali molto diversificate alla più piccola variazione degli eventi, un sistema di sliding doors davvero passibile di un gran numero di finali. In tutto questo scenario appare assolutamente ovvio che a nessuno di tutti gli attori in campo interessa minimamente dare una risposta concreta ai bisogni della gente o proporre soluzioni politiche per risollevare il paese. Questo in generale, è comunque un atteggiamento normale per i politici, ci vorrebbero degli statisti seri al loro posto. Non se ne vedono naturalmente, ma se anche ci fossero, difficilmente potrebbero prendere qualcosa in più dello zero virgola qualcosa dei voti disponibili. Il popolo è fatto così, gli basta maledire, lamentarsi e gridare evviva, la serietà è cosa di un altro mondo, non gli interessa e non ha mai pagato. Sempre meglio mangiarsi un bombolone alla crema e lamentarsi della glicemia e dell'analisi delle urine.
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