sabato 30 giugno 2012

Bravo Mario!

Bravo Mario! Mi sei piaciuto. Mi piacevi prima e adesso mi piaci ancor di più. Ma è così, chi è bravo, nel momento difficile, dà il meglio, come si dice, porta a casa il risultato. Così tutti quelli che fino al giorno prima, lo insultano, lo minacciano, lo ridicolizzano e lo sbeffeggiano, con un piccolo movimento, così umano per carità, saltano o per lo meno cercano di saltare sul carro del vincitore, accreditandosi il merito di avere dato i consigli giusti, di avere guidato, di essere, insomma, i veri artefici meritevoli della vittoria. Invece no. Il merito è di chi le cose le fa. Di chi sopporta, anche magari avendo ogni tanto qualche momento di fastidio, ma al momento opportuno tira diritto e vince. Bravo Mario, continua così, fai il tuo lavoro, come lo sai fare, non stare a sentire nessuno, tanto, lo sai già, non appena qualche cosa andrà storto, tutti (gli stessi che oggi fanno i titoloni) saranno pronti a crocifiggerti, a dire che loro lo sapevano che eri un bluff, che loro sapevano bene come si sarebbe dovuto fare, chi si doveva mettere al posto tuo, più capace e affidabile. Che vuoi, devi capire, siamo italiani.


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venerdì 29 giugno 2012

Giappone nelle colline Ovadesi?


Per chi fosse interessato alla cultura giapponese, ecco una ghiotta occasione a Roccagrimalda il 7 ed 8 Luglio prossimo. Arti figurative, the giapponesi, corsi di origami, musica e chi più ne h apiù ne metta!

giovedì 28 giugno 2012

Haiku riposato.


Chambon - Val Chisone.




Ozio sublime.
Anche la mosca tace 
a mente fresca.


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Tarda primavera.

lunedì 25 giugno 2012

Recensione: L.Troisio - Quindici alibi.

Ecco qua un altro libro di Troisio, il Professore, uno dei suoi ultimi lavori, una serie di racconti fino a "L'invariante di Khelm", un vero e proprio romanzo breve. Quindici racconti, divisi in tre parti (la prima "il glande dell'iceberg" più corposa e intrigante) a raccontare i suoi temi tipici, autobiografici, legati e intrinsecamente inscindibili da quell'Oriente, sognato, amato e fintamente mal sopportato, sempre elegantemente descritto attraverso le persone e gli incontri più che tramite i luoghi. Quindici alibi, intesi latinamente, quindici "altrove", scuse per estrinsecare la sua natura di viaggiatore solo apparentemente disincantato, mordace e sarcastico, ma sempre pronto a far passare, tra le righe dei difetti e dei fastidi, un messaggio di amore che lo lega senza infingimenti a quei luoghi lontani in cui ha trascorso parte della sua vita e a cui ancora non sa rinunciare. Davanti ai vostri occhi passeranno  acquarelli di luoghi esotici mediati da un retino fotografico popolato di professoresse intriganti, di donne bellissime (suo debole discretamente esibito), di incontri fastidiosi, di animali imbarazzanti, di rumori insopportabili. La sua prosa a volte dura di poeta della neoavanguardia, vi accalappierà sicuramente, assieme alla sua ironia dotta, dalle citazioni lievi e nascoste e vi invoglierà a leggere altro di questo personaggio poco conosciuto, che mi onoro di avere incontrato personalmente e che insiste ad esibire, con malcelato gigioneggiare, la medaglia al valore di non aver  mai vinto nulla.


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sabato 23 giugno 2012

Danza macabra.

L'ira della gente che mi circonda, mi spaventa e mi deprime. C'è una voglia di spaccare tutto, davvero pericolosa, che deriva dalla perdita di piccoli privilegi, di misere marginalità, di lamentela generalizzata su tutto e su tutti. Ho sentito gente che deve pagare 100 euro di IMU, dire che è rovinata. Chiunque apre la bocca e le dà fiato, prendendo per buone e facendo cassa di risonanza a lucidi furfanti che insinuano falsità e mezze verità, per spacciare e dimostrare bubbole colossali. Nessuno vuole ammettere di voler rinunciare a qualche cosa, tutti tesi a dire, io sono a posto e la colpa è tutta degli altri. Tutti speranzosi dell'arrivo del Salvatore che risolva tutto (facendo pagare gli altri). Ogni cosa richiesta a gran voce, appena a riproporla è qualcun altro, già non va bene (addirittura la Tobin Tax richiesta da tutti, una tassa sulla speculazione, appena proposta dal governo diventa, per i giornalai e i loro epigoni, l'ennesima tassa iniqua). 

Le masse acefale urlanti per le strade, guidate dai vari pifferai, chiedono provvedimenti che le precipiterebbero nell'inferno, senza neppure capire di cosa parlano. Gli stessi pifferai chiedono che si stampi moneta per creare inflazione e allo stesso tempo osano dire che il concambio lira/euro è stato sbagliato, che doveva essere 1500 e non 1936, fregandosene della evidente contraddizione e delle più elementari leggi dell'economia e la gente ci crede e grida bravo! Tutti sono diventati neokeynesiani e gli zombi si autoricandidano al ritorno e la stessa gente ulula: finalmente! A Montecarlo, l'altro ieri cortei sindacali hanno manifestato contro le assurde proposte di rigore che si vorrebbero iniziare anche nel principato del lusso assoluto. Telegrammi di partecipazione e vicinanza dal Corno d'Africa e dal Sahel. Io sono stanco, non ne ho più volta, fate quello che vi pare, correte pure cantando verso il burrone. Tanto, quando toccherà a me tirare le cuoia, le strade saranno già lastricate di cadaveri.



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Economia politica 1.

venerdì 22 giugno 2012

Cronache di Surakhis 50 : Spirito di servizio.

I temporali  estivi si erano scatenati ormai da giorni. Su Surakhis, la nuova stagione, quella del caldo afoso che costringe alla vita sottoterra, al buio fresco delle caverne pregne del puzzo sudaticcio della convivenza forzata, era cominciata da qualche giorno. La situazione era disperata. Paularius si aggirava nel vestibulum della sua villa ufficiale come una belva in gabbia. Era il momento in cui tutti gridavano come animali ed era quasi impossibile convincere il governo planetario debolissimo a prendere i giusti provvedimenti, anzi il provvedimento cardine per risolvere il problema, uscire dalla moneta galattica, abbandonare finalmente il Credito Interstellare che obbligava il pianeta a pagare quei fannulloni di schiavi e a nutrirli ogni giorno, nonché a mantenere in vita gli anziani inutili che popolavano le città, rendendole invivibili, invece di consentire all'Unione Bancaria di Surakhis di tornare al vecchio e glorioso Goldaro, la moneta storica del pianeta, stampata su carta riciclabile che si dissolveva in pochi giorni all'aria clorata e un tantino corrosiva, obbligando tutti a spenderla subito. Ah, che nostalgia, ogni giorno la banca centrale poteva stampare tonnellate di nuova cartamoneta, con cui si poteva anche fingere di pagare gli schiavi, tanto la settimana dopo tutto sarebbe andato in fumo, certo aumentava un poco l'inquinamento, ma vuoi mettere, un'inflazione del 1000% al giorno risolveva ogni problema di debito pubblico e annullava in un attimo quell'odioso sistema pensionistico, vera palla al piede del pianeta. 

Da quando si era stabilito il blocco monetario galattico, tutto aveva preso la strada sbagliata e adesso toccava a lui risolvere i problemi nelle lamentele e dei pianti generali. Tutti si lamentavano; gli schiavi che dovevano poi pagare quel piccolo balzello accessorio, quell'Imposta sul Modo di Urinare, che in fondo era anche giusta, con l'introduzione del perno uretrale ed esentando quelli che riuscivano a trattenersi fino all'uscita dalle miniere; i cittadini a cui era stata aumentata l'accisa sulle immondizie che mangiavano ogni giorno e non ultime, anche se in fondo le aveva in grande simpatia, ecco che tra pochi minuti avrebbe dovuto ricevere il feroce sindacato delle Fellatrici Intergalattiche Organizzate e Malmostose, con la loro capa Terrine, una splendida rossa che lui vedeva saltuariamente e non solo per motivi istituzionali, le quali avevano messo sul tappeto la loro tragica situazione lavorativa per cui a causa della crisi feroce, la maggior parte delle sacerdotesse svolgeva il loro benefico lavoro, la loro missione, non più per denaro, ma tanto per buttare giù qualcosa di caldo. Eh, tutti capaci solo di vedere i loro problemi e preoccuparsi solo dei propri interessi. Un compito difficile, ma davanti a tutto lui aveva sempre posto il suo Spirito di servizio, quell'alcool forte e amaro che che distillavano i suoi famigli dai teneri scalpi vulvari delle servette giovani. Se ne versò una generosa porzione e si lasciò andare al massaggio in attesa della rossa.


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La notte del Sabba.

giovedì 21 giugno 2012

Orzo dorato.

Orzo Marchigiano.
E' il solstizio d'estate, fai un giro tra i campi e vedi che la stagione è cambiata, precipitosamente, come presa da un ansia di arrivare, di finire, di compiere il proprio destino. Tutto si gonfia, si appesantisce; un senso così diverso da quella fresca brama di vita e di esperienza che è la primavera, quando tutto sboccia, si apre, cerca nuova esperienza. Adesso invece, il destino pare compiuto, carico di conoscenza e in cerca di quell'ultima dimostrazione di potere. Ecco cosa sono riuscito a fare, dove sono arrivato, come sono stato bravo, ho ancora qualche tempo per mostrarvelo, poi si avvicinerà la fine, inevitabile ma soddisfatta di cose fatte bene. Avete mai guardato un campo di orzo in questa stagione? Non c'è uguale, se volete raffigurare la bellezza piena, ricca ed opulenta, soddisfatta di sé stessa. Già per sua natura più debole del legnoso frumento dallo stelo rigido e impettito, la piantina di orzo, più alta ma fragile nella sua smaniosa voglia di vivere ed affermarsi, si piegava ai venti anche deboli della primavera, dipingendo i campi col suo verde pallido, gentile. 

Quasi vergognandosi di essere giovane e povera, figlia di un dio minore con destini meno importanti, alimento animale, ma speranzosa invece di trasformarsi in malto e poi birra, per dare gioia e fresco piacere, fine gloriosa. Poi tutto ad un tratto, in pochi giorni, ecco che il campo si trasforma di colpo. Il forte calore, spietata cappa che avvolge la terra, le dà un segno e, tutto a un tratto, come avesse ricevuto  un ordine non derogabile, ecco che il pallido verde si muta in oro. Un oro intenso, carico, ricco, luccicante, che non ha uguali e ti abbacina lo sguardo; così diverso, dal suo parente ricco e orgoglioso, un po' rosso, quasi bruciacchiato che par terminare in agonia non voluta, la sua vita comoda di benestante. In quello splendore senza eguali, tutte le spighe con le lunghissime ariste, più languide di ciglia di odalisca, piegano assieme il capo, reclinandolo verso il basso in un inchino gentile ed umile, ma non vergognoso, conscio della propria malia, come una damina del 700 veneziano prima di sedersi all'arpicordo. Eccola, assieme a milioni di sorelle, uguali nel fulgore, ondeggiare tremula alla carezza delle brezze del mattino, quasi immobile nella calura afosa del meriggio che ne accelera il destino finale. Un campo di orzo che si muove ad onde lente all'albeggiare. Mare dorato come poche volte potrete vedere. Non perdete questo spettacolo di bellezza, prodigio dell'ingegno e della creazione umana.


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mercoledì 20 giugno 2012

Contraddizioni ed OGM.

Campi di frumento nelle Marche.




Ancora due parole sugli OGM e poi vi prometto che per un po' non ne parlo più (solo per un po' naturalmente). Volevo solo darvi conto di un interessante articolo di Tuttoscienze sulla Stampa di oggi, a firma di Corbellini e Defez del CNR dell'Università La Sapienza che riporta il contenuto di una lettera aperta inviata da 200 scienziati e agricoltori italiani al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio (di certo in ben altre faccende affaccendato), stilata probabilmente sull'onda della vergognosa iniziativa di estirpamento degli ulivi e ciliegi di una ricerca (una delle poche che ancora si fanno in Italia) dell'Università della Tuscia a cui non è stata rinnovata l'autorizzazione in forza di una legge (tra l'altro in palese contrasto con le norme europee) fatta sulla spinta degli ululati di una folla disinformata ma pronta a seguire le sirene teobio, dei Capanna di turno. Cosa volete che gliene importi ai politici dei fatti e della ricerca; a loro interessano i voti ed in questo momento la religione talebaneggiante delle agricolture alternative che vogliono l'Italia fatta di orti dietro casa di bancari e professoresse timorose di nutrire i loro bimbi con cose "non sane", la vince certamente su tutto. 


L'articolo, giustamente messo nelle pagine che si occupano di scienza seria e non in quelle che ospitano i gastrovaneggiamenti dei vari movimenti lenti, su cui si leggono cose che fanno rabbrividire, come quella dell'altro giorno in cui si deplorava il fatto che il parere dell'UE non fosse vincolante nell'ammettere alla vendita qualunque schifezza di semente senza che questa venga approvata, certificata e inserita nell'apposito registro varietale e tanto per cambiare si scagliava contro i cattivi detentori di brevetti, ricordava sommessamente che in Italia, anche grazie al fatto che la ricerca è sospesa, importa dall'estero il 70% di grano duro, il 56% di grano tenero, il 30% di mais, il 90 % di soia, oltre alla metà della carne, senza contare frutta e verdura varia, (ma qui lo abbiamo già detto, c'è spazio solo più per gli orti degli amatori). In gran parte questo materiale, dunque milioni di tonnellate importate ogni giorno, è derivato di OGM, che sono ormai largamente coltivati in tutte le parti del mondo, con il quale sono prodotte le nostre eccellenze italiane che ci rendono conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo, come il Parmigiano o il gorgonzola Dop e così via, che senza gli OGM importati, non esisterebbero più. Rassegnatevi gente, ogni giorno mangiate cose prodotte con derivati da OGM (grazie ai quali vi curate anche, se non lo sapete moltissimi medicinali sono prodotti solo grazie a batteri OGM, ma questa è un'altra storia). C'è una certa contraddizione tra questo divieto di coltivazione e financo di studio e ricerca sugli OGM e l'importazione massiccia delle derrate stesse prodotte in tutto il mondo, ma questo non turba le coscienze e la certezza della fede. Questo tanto per essere vicino a chi ce la mette tutta per non lasciare andare il paese a fondo, anche se capisco che non interessa a nessuno.

martedì 19 giugno 2012

Er.



L'uomo è sempre stato attratto dalla bellezza femminile, il Cinese non lo è da meno. Anzi è particolarmente attento nell'ammirare quelle parti del corpo femminile che la bellezza rappresentano, magari non con la trivialità dell'occidente, grasso ed esplicito, ma sempre attento a sottintendere, ad alludere senza offendere. Tralasciamo il discorso molto complesso dei piedini femminili e della loro importanza nella cultura sessuale del Celeste impero, ma anche altre parti hanno sempre attirato l'occhio lubrico, anche se rispettoso dei figli di Confucio. Una testimonianza ci è data dal bel pittogramma, preso tra quelli fondamentali. Si tratta di Orecchio - ěr - , un carattere che dipinge con precisione stilizzata un grazioso padiglione auricolare femminile, parte che veniva mostrata con un certa civetteria, visto che il resto era piuttosto ben celato. Se ne vedono i bordi, segnati da tratti decisi, i teneri avvallamenti interni e pieni di promesse, fino al delizioso lobo inferiore, così morbido e tenero a suggerire le intense delizie della camera rossa. Ma questo carattere è comunque usatissimo nella lingua cinese, proprio per quanto riesce a suggerire. Se si aggiunge il segno che significa Anello, ecco che abbiamo Orecchino - ěr huán -  , l'ornamento più tenero e vanitoso ad ornare questa parte del corpo così allusiva. 

Ma viene poi  abbinato a Mano all'interno dell'ideogramma Afferrare - qǔ -   , appunto prendere per un orecchio, in cui si vedono distintamente le due dita della mano che pizzicano il padiglione per strattonarlo. Ma attenzione perché il Regno di mezzo è sempre stato luogo dove spie e congiure di palazzo l'hanno fatta da padrone. Allora abbiamo Occhio e Orecchio, ěr mù - 耳目 che vuol dire Spia, informatore, personaggio frequente ed utilissimo al potere, in questo impero totalitario da sempre. E che ne dite di Orecchio lucido, ěr guāng - 耳光 - ? Non avete indovinato? Vuol dire Ceffone, di quelli che ti arrivano sull'orecchio così forti da pulirlo per bene! Pensate al maestro che dice, se non la smetti ti faccio un orecchio lucido! Ed ancora il più delizioso di tutti : Origliare, wén -  ,dove vedi il segno dell'orecchio appoggiato a quello di Porta. Cosa può esserci di più calzante? In verità questo carattere illustra proprio l'importanza che ha in quella cultura l'arte dell'ascolto su quella della parola. "Chi sa parlare bene, non vale quanto chi sa ascoltare" recita un famoso proverbio. Parlano, parlano molto soprattutto gli sciocchi, i senza valore, chi vale davvero, il maestro, il Professore, sa soprattutto ascoltare, poi decide come vuole lui, naturalmente, per il bene di tutti.







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lunedì 18 giugno 2012

Salvateci dai biotalebani!

Che tristezza! Che malinconia dolorosa, vedere quelle truppe di biotalebani in lieta marcia guerresca, capitanati da Capanna, fiero alfiere di battaglie perdute, che per sbarcare il lunario e rimanere a galla (anche se i politici rimangono a galla comunque, per loro propria natura) è saltato sul cavallo di moda, correre ululando verso l'Università della Tuscia per estirpare, distruggere, eliminare quelle povere piante, ulivi e ciliegi OGM che dopo 16 anni di ricerca attendevano dare i primi frutti. Vittime ignare di un luddismo becero e violento, esattamente contrario di quel che propala. E' giusto distruggere le sole poche ricerche che si fanno in Italia, questo è un paese destinato al macero, pieno di Tafazzi che si bastonano da soli contenti, correndo dietro alle mosche cocchiere. Quasi quasi spreco ancora due parole sull'argomento, non perché voglia convincere qualcuno, perché la fede non ha infingimenti e neppure ti starebbe a sentire, solo il Deus vult risuona in quelle orecchie chiuse, ma magari, per qualcuno che non sa bene le cose e sente il desiderio di essere meglio informato. Dunque cercherò in poche righe di spiegare (se riesco) che cosa è un Organismo Geneticamente Modificato, anche se l' ho già fatto più volte, forse troppe, parole al vento di tramontana che tutto spazza via. Intanto teniamo sempre presente il dato di base che l'uomo non è un simbionte del pianeta (nel senso che ne trae vantaggio, ma restituisce qualcosa di utile) e neppure un saprofita che ne consuma utilmente le scorie rivitalizzandole, ma ne è un parassita obbligato, in quanto per vivere e moltiplicarsi è obbligato a consumarne le risorse, restituendone solo scorie dannose

Il pianeta ha una sua capacità tampone di digerirne una certa quantità, ma il problema esiste quando l'uomo si moltiplica a tal punto che la quantità delle risorse consumate e dei residui da lui prodotti supera questa capacità, conducendo alla distruzione il sistema chiuso che parassitizza. Come un virus si moltiplica fino a che il corpo che lo ospita non riesce più a limitarne la presenza e muore. Consumare e inquinare meno è solo una pratica illusoria che rimanda la fine nel tempo se non è abbinata ad una autoregolamentazione del numero dei viventi ospitati e in questo l'uomo ci sa fare abbastanza (a posteriori naturalmente), ma la vitalità della specie è tremenda, basta pensare all'Africa, il continente più devastato da guerre, malattie e carestie che è passato in cento anni da 200 mln a quasi un miliardo di abitanti. Bene, per poter mantenere questo numero sempre crescente, l'intelligenza umana, propria della specie trionfatrice, ha scoperto l'agricoltura, la più grande attività contro natura mai inventata, che ne ha moltiplicato le risorse nutritive, nella rincorsa crescita/consumo. Per 10.000 anni l'uomo ha praticato il miglioramento genetico, con le capacità che la sua scienza gli ha messo via via a disposizione, ma che, pur cambiando mezzi e metodi, è sempre assolutamente uguale nel concetto di base.  

Le specie vegetali, molto più di quelle animali, hanno le catene del DNA molto fragili e spessissimo queste si spezzano e si ricombinano dando luogo alla variabilità meravigliosa di specie che ci circondano. Senza questa fragilità, la vita, rimanendo sempre uguale non si sarebbe evoluta neppure fino all'ameba. Sfruttando questo fatto che avveniva per propria debolezza o fattori esterni (raggi cosmici, radioattività naturale e così via) l'uomo, dapprima con la selezione massale (scegliendo i frutti più grossi e più belli per moltiplicarli) ha creato tutte le specie che oggi ci nutrono e che non esistevano in natura. In pratica sceglieva tra i milioni di modificazioni genetiche casuali che avvenivano ogni giorno quelle che riteneva utili al miglioramento delle specie (OGM). Quando ha capito sempre meglio i meccanismi biologici (grazie ai quali campiamo fino ad 80 anni) ha cominciato se pur rozzamente a tentare di intervenire direttamente. Cominciò con gli incroci, con cui cercò di indirizzare un po' meglio la casualità della natura. Si facevano migliaia di incroci sperando che qualcuno desse un risultato favorevole (un OGM a tutti gli effetti) da scegliere per moltiplicarlo e in un centinaio d'anni quasi si raddoppiò la produttività per questa umanità sempre più crescente e affamata. Poi si scoprì il meccanismo dell'ibridazione con un ulteriore raddoppio produttivo (altri OGM) e così via sempre alla ricerca di quelle modifiche, questa volta indotte, se pur sempre casuali, che dessero vantaggi. Tutta questa ricerca, che dura anni per scovare qualcosa di utile, è molto costosa. 

Trenta anni fa si parlava già di un miliardo di lire per trovare una nuova varietà con caratteristiche migliorative valide.  Secondo voi una azienda che faccia questo lavoro, lo deve poi regalare o ha un corretto ed etico diritto di chiedere per un tempo limitato (10 anni) un diritto di brevetto che la ripaghi del suo lavoro con un utile che la spinga a procedere per altre novità ancora? Secondo alcuni questo diritto di brevetto (tra l'altro bassissimo, al contrario di quello che accade sui medicinali) è una vergognosa rapina affamatoria da parte delle odiose multinazionali. Ma come ripeto contro la religione non si discute. Negli anni successivi (i fabolous '60)si è proceduto sempre tentando di indurre più modificazioni genetiche possibili, mediante interventi diretti, con mezzi chimici (molte delle varietà di ortaggio oggi sulle nostre tavole sono frutto di modificazione genetica ottenuta tramite trattamento con acido gibberellico, che spezzava più facilmente, ma sempre casualmente purtroppo, le catene di DNA). Poi fu la volta negli anni 70, del bombardamento dei semi con radiazioni gamma per altre (milioni di)  modificazioni genetiche casuali, che produssero ad esempio la varietà di grano duro Creso e i suoi derivati che compongono la quasi totalità della farina per pasta oggi presente sulle nostre tavole. 

Poi la scienza ha fatto un consistente passo in avanti sulle conoscenze del DNA e le sue mappature. A questo punto è diventato molto più facile, utilizzare queste conoscenze in maniera mirata e poco costosa per inserire, a colpo sicuro, la modificazione voluta, che prima si cercava casualmente nel mare di quelle inutili (o dannose che avvenivano ogni giorno nei campi). Questi altri OGM oggi prodotti, sono identici concettualmente e filosoficamente, ma molto più sicuri come metodologia ( perché si sa esattamente a priori cosa si introduce) e rapidità di produzione, anche se assolutamente identici dal punti di vista concettuali alle scelte che faceva il contadino ittita o babilonese di 10000 anni fa. Oltretutto sono anche molto più economici da produrre essendo una tecnologia facile e che non necessita di grandi attrezzature, alla portata anche di piccoli laboratori, di paesi del terzo mondo e delle esangui casse degli stati faccendieri, poco propensi ad investire in ricerca dove si ruba poco. Quindi, chi si considerasse davvero ricolmo di spirito ecologico e cercasse soluzioni "naturali (odiosa e sempre mal usata parola)", dovrebbe diventarne assoluto paladino anche in spregio alle odiate multinazionali, molto più avvantaggiate dalla tecnologia del miglioramento "tradizionale". Anzi, anche gli istituti di ricerca statali, sempre senza soldi e spesso anche senza voglia, potrebbero ottenere ottimi risultati, se poi volessero, potrebbero anche mettere in circolazione le nuove varietà senza brevetti, regalando il frutto della ricerca; per lo stato (che la farebbe pagare comunque a tutti i cittadini) potrebbe avere un senso. 

Certamente la ricerca si orienterebbe (come già ora dove lo si fa e perché sarebbe conveniente farlo) verso soluzioni di risparmio di sostanza chimiche e verso varietà meno bisognose di acqua e di concimazioni, o più resistenti alle malattie o più ricche di nutrienti e vitamine, per cercare ancora come nei precedenti 10.000 anni insisto, a poter permettere all'esausto pianeta di poter nutrire sempre più gente. Gli OGM dovrebbero essere la bandiera di chi vuole diminuire fitofarmaci, fertilizzanti, consumo di acqua e tutto quello per cui si batte un ecologista.  Invece, non si sa perché, sono stati messi nello scaffale sbagliato, quello dei veleni, delle cose brutte da combattere e chi ci specula su queste cose, fa presto a saltare sul carro di moda, vedi il marketing ossessivo di COOP e altri simili, che magari vorrebbero dare ampio spazio all'acqua fresca omeopatica (meglio se a spese dello stato) o al teo-bio-dinamico- natural-organico a chilometro zero, che garantisce ben altri utili. Ma tant'è rassegnamoci, contro la religione non si discute, si risponde come quell'impositore di mani reiki (che ho sentito personalmente) che all'osservazione che non si era avuto nessun risultato dopo mesi di cure, ha risposto:"vede signora, bisogna crederci". 


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domenica 17 giugno 2012

Haiku europeo.




Contro il Croato
lo scontato Spagnolo?
Biscotto amaro.



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Tarda primavera.
I fiumi non ritornano.
Caravanserraglio. 
Haiku
Grigio nebbia.

sabato 16 giugno 2012

Haiku per il solstizio.





China la testa 
la bionda spiga d'orzo.
Fine serena.



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giovedì 14 giugno 2012

UFO estivi.

Diceva un mio amico: Toh è arrivata l'estate, non ci sono più notizie ed i giornali tirano fuori qualche cosa sugli UFO! Mica torto, il fatto che ormai l'estate è alle porte, ma le pagine sono tutte occupate dallo spread che va su e le borse che van giù, altro che UFO. Mi adeguo io allora, dato che sulle schermate estive del blog, mi trovo con degli spazi liberi. Ma dove sono andati a finire? Perché non vengono a dare una mano nel bene o nel male, portandoci l'età dell'oro o vaporizzando tutto, per mettere fine a questo esperimento fallito? Mah, permane il mistero. Allora siamo soli nell'universo, nessuno dal cielo, si sbellica dalle risate al vedere gli gnomi di Zurigo che si affannano a stipare nelle cassette di sicurezza degli alberghi, le uniche rimaste libere, i soldi delle casalinghe di Voghera? Forse. Il fatto è che abbiamo ormai appurato che di pianeti come la terra ce ne sono a miliardi e le probabilità dicono che lo sviluppo di forme di vita altrove è abbastanza logico, ma possiamo incrociarle? Qui il discorso si fa sottile. Forse l'affermarsi della vita intelligente (sì come la nostra, non fate facile ironia) porta con sé il gene dell'autodistruzione, per cui ognuna di queste forme è destinata ad autodistruggersi nel giro massimo di un migliaio d'anni, dal momento in cui sviluppi una tecnologia tale da poter contattare le altre. 1000 anni sono un tempo talmente ridicolo confrontato ai miliardi di anni dell'universo che le possibilità di sviluppo contemporaneo sono davvero minime. Ma se davvero ci fosse questo colpo di fortuna, d'altra parte qualcuno ogni tanto lo fa il 6 al superenalotto, quali potrebbero essere le tipologie relazionali? 

Primo caso. Hanno resistito proprio perché hanno imboccato la strada di un'etica che non permette loro di interferire con un altro tipo di vita, per non introdurre inevitabili e forse letali conseguenze, tipo la nostra presenza in un'area naturale protetta. Allora ecco che ogni tanto ci sbirciamo, ma poi scappano subito per non interferire. Secondo caso. Vengono a controllare l'esperimento e ogni tanto danno un input per mandarci avanti. Soluzione Odissea nello spazio. Allora in questo caso, datevi una mossa ragazzi, che siamo alla canna del gas. Terzo caso, sono un po' come Colombo alla ricerca di nuova terra per l'impero, di oro da razziare, Allora prepariamoci a fare la fine degli indiani d'America a meno che, dopo la fase esplorativa decidano che non c'è proprio niente di buono da portar via. Quarta ed ultima possibilità, sono dei tontoloni tecnologici, stupiti da un esotico mondo diverso dal loro, in viaggio di piacere. Allora forza ragazzi, cerchiamo, appena scendono, di vendere loro un po' di colossei di plastica, magari di rifilargli un po' di titoli di stato o di titoli tossici. Si può fare, abbiamo visto di peggio. Intanto, poiché il mio amico Gianni, il più grande Ufologo che conosco, si dichiara convinto e non vorrei che si adontasse perché la prendo troppo alla leggera, date un'occhiata a questo filmato di qualche mese fa, girato dal finestrino di un'aereo che stava sorvolando l'Himalaya ed al momento non ancora spiegato scientificamente. Se ascolterete attentamente, sul finale potrete anche dedurre senza ombra di dubbio, la presenza di un siciliano tra i passeggeri dell'aereo. Fatemi sapere le vostre idee e le vostre eventuali esperienze in merito (abduzioni o altro).





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mercoledì 13 giugno 2012

Manuale di economia politica 7: Quante probabilità?

Se parli in giro, hai l'impressione che tutti si stiano preoccupando delle punture delle zanzare, mentre stiamo seduti su una bomba atomica. Eppure quel ticchettio che si sente non è lo spray dell'Autan che non si è ancora attivato. Qualcuno fa auspici strani che se si avverassero travolgerebbero in primo luogo proprio chi li fa, ma senza rendersene conto. Ma sì usciamo dall'euro, che tanto non bisognava neanche farlo, chiudiamo le banche che ci affamano, mandiamo a casa i professori (con disprezzo) che tanto non capiscono niente sostituendoli con le locuste. (I cattivi studenti se la sono sempre presa coi professori, non avete notato?). Ragazzi tutto è possibile, basta capirne le conseguenze. Ogni scenario, per quanto terribile, non è mica uguale per tutti; per qualcuno è mortale per altri può essere vantaggioso, basta che chi lo vuole, capisca da che parte si troverà il giorno dopo. Cosa può capitare? Di tutto, con varie percentuali di probabilità naturalmente. Vediamo un po' con calma. 

Scenario 0: L'incubo. In altri tempi, come ho già detto queste crisi, anche di minore portata, venivano risolte con una guerra. Si rompeva tutto, azzerando ogni cosa e si ripartiva con una sana ricostruzione. Iperinflazione alla russa o argentina, popolazioni alla fame. Dittature sanguinose, ma democraticamente elette da cittadini che chiamano l'uomo forte. Lo darei per molto improbabile, 1/2% (anche se non impossibile eh, attenzione!).

Scenario 1: La tempesta perfetta. Elezioni in Grecia al disastro e sua uscita dall'Euro; tensione ed irrigidimento delle posizioni in Europa, domino con caduta a catena di Portogallo e Spagna. Poi tocca a noi. L'euro finisce. La Neolira svaluta subito del 50%. Caduta di diversi punti del PIL italiano. Nei primi giorni fuga totale dei capitali in luoghi sicuri. 60% di italiani alla fame, quella vera, non quella sbandierata per non pagare 200 euro di IMU, taglio globale della socialità. Fallimenti a catena delle attività legate al territorio e alla consumo interno. Aumento esponenziale dei clienti delle mense della Caritas. Mica cacca per tutti, eh. Rafforzamento (momentaneo ) delle aziende esportatrici (per questo molti industriali incapaci auspicano l'uscita dalla moneta unica). Soluzione del debito dello stato, che si ridurrebbe alla metà in termini reali, alle spalle dei risparmiatori. Salvezza anche per le casse delle banche che ripianerebbero in parte gli errori commessi fino ad ora. Grandi patrimoni salvi in luoghi sicuri in valute protette. Buoni affari anche per la speculazione finanziaria. Per una ripartenza necessari almeno una decina di anni o più, con molte vittime alle spalle, la parte debole della popolazione (oltre il 50%), pensionati, redditi fissi, senza lavoro. Dopo il bagno di sangue iniziale, migliore prospettiva per i giovani svegli. Darei a questo scenario tra il 10% e il 20%.

Scenario 2: Il disastro. La melina continua. L'euro riesce a tenere ma a prezzo sempre maggiore. Tra le spinte centrifughe europee non c'è accordo che consenta decisioni comuni e si continua a traccheggiare in maniera da provocare continui alti e bassi. Continua il momento depressivo. La crisi striscia ancora per qualche anno senza lasciare intravedere spiragli di uscita. Qualche paese cede a tentazioni autoritarie, in altri si cade in mano al populismo più distruttivo. Aumento della disoccupazione costante e diminuzione delle attività. Tutto continua come adesso nell'acrimonia delle accuse incrociate. Incremento generalizzato della povertà. la recessione continua a strisciare. Si salvano i risparmiatori e chi mantiene il lavoro. Male per giovani, commercio e PMI (il 90 % delle imprese italiane). Partiti autosuicidati e occupazione dello spazio politico da novità tragicamente negative. Questo è il teatro più probabile. Lo darei a oltre il 50%. Uscita solo quando eventi nuovi ed esterni fungeranno da traino forte per il paese intero.

Scenario 3: La speranza. Gli elettori greci ragionano. L'area euro riesce a mediare sugli spigoli più forti. Si soffre ancora un annetto, prima di una lentissima ripresa. Una parte del paese continua a stare male, area povertà e disoccupati. Gli imprenditori capaci si riorganizzano e colgono le occasioni, crescendo. Male per quelli che hanno sempre campato di sussidi e alla giornata. Pulizia nei partiti. Qualcuno trova la capacità di resistere. Non tutti quelli che pretendono di sostituire i vecchi alla greppia sono farabutti o infami, anche qui si riesce a traccheggiare. Dopo qualche anno potrebbe andare meglio, trovandosi anche con i conti in ordine ed aziende sane. Qui siamo al 20%, 25% massimo di probabilità.

Scenario 4: Il sogno. Accordi europei sani e concreti che mostrano ai mercati sicurezza e protezione della moneta senza margini di dubbio. (Eurobond e ecc.) Calo della pressione dei mercati sulla moneta. Allentamento, leggero, della rigidità sui bilanci nell'Unione, conseguente leggera diminuzione del valore dell'euro con fiato all'export, anche se pagato con un limitato aumento  inflattivo, non oltre il 10%. In Italia i partiti lasciano davvero mano libera al governo che procede con rapidità su Lavoro, Taglio alle spese statali, Costituzione di società per i beni pubblici da alienare a diminuzione del debito pubblico, Gesti simbolici da parte della politica con riduzione dimostrative di costi, emolumenti, privilegi. Inizia un circolo virtuoso innescato anche dal volano ricostruttivo delle aree del terremoto. Ripresa graduale dell'occupazione e ritorno al segno positivo in un anno, accompagnato da una ripresa internazionale che aiuta la crescita. Bene per molti, disastro per la speculazione che aveva puntato sul sul disastro. Purtroppo non più del 5% per questa auspicata possibilità. 

Comunque non turbatevi troppo, qualunque cosa succeda qualcuno alla sera prima di andare a dormire, riderà contento e poi nella realtà le cose sono molto più complicate di come ve le ho raccontate e purtroppo vanno da sole nelle direzioni e nei gorghi che forma la corrente, al di là della volontà dei singoli. Certo remare nella direzione giusta aiuta, ma forse non basta..


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martedì 12 giugno 2012

Vuoi uno stabilimento Fiat?

Perché la gente continua a chiedersi come mai in Italia nessuno vuol venire ad impiantare una azienda, quelle che ci sono se ne vanno e i posti di lavoro diminuiscono? Sarà colpa degli italiani che lavorano male, dei terremoti, del sole troppo forte? Magari bisognerebbe cercare di capire come fanno gli altri ad attirare investitori. L'Irlanda aveva ridotto le tasse sugli utili di impresa al 14% e lì i posti di lavoro sono fioriti come funghi, tanto da far parlare di miracolo irlandese in una terra buona solo per i campi di patate. Ma sentite cosa è capitato nei ricchi Stati Uniti. Un bel giorno la Volkswagen fa sapere che intende investire da qualche parte 1 miliardo di dollari per produrre per il mercato nordamericano. Intanto non è che in Germania gli hanno detto, come mai le macchine non le fai qui, brutta cretina e poi le porti con la nave in California. I tedeschi ce l'hanno il buon senso di capire che le macchine vai a farle dove le vendi. Comunque appena circolata la voce si è scatenata la bagarre tra gli stati americani a chi offriva condizioni ed incentivi migliori, una vera e propria asta.  Alla fine di questa lunga “battaglia” lo Stato che si è aggiudicato l‟apertura del nuovo stabilimento automobilistico è il Tennessee, a Chattanooga (quella del trenino ciuf ciuf). 

Questo stato si è impegnato a offrire una tal quantità di sgravi fiscali da coprire gli stipendi di tutti i dipendenti per i prossimi 30 anni pur di persuadere la società tedesca a investire in una delle aree più depresse del suo territorio. Il Tennessee ha dovuto svenarsi e offrire un pacchetto di incentivi record da 557 milioni di dollari pur di spuntarla sull'Alabama, che aveva messo sul tavolo 385 milioni di dollari, una somma mai spesa prima per attrarre un'azienda a casa propria. Praticamente lo stato ha offerto per i prossimi 30 anni: 200 milioni di dollari in crediti d'imposta per la creazione di posti di lavoro; un minimo di 150 milioni di dollari in sgravi sulle imposte immobiliari; il terreno su cui è stato costruito lo stabilimento, dal valore di 81 milioni di dollari; nuove infrastrutture, strade e autostrade, per 43 milioni di dollari; corsi di addestramento professionale per gli operai al costo di 30 milioni di dollari; 3,5 milioni di dollari per la manutenzione delle linee ferroviarie. Naturalmente il Tennessee sa bene che deve mantenere quanto promette perché diversamente l'azienda fa le valige e se ne va, come è capitato in Pennsylvania, dove uno stabilimento aperto nel 1978 fu chiuso dieci anni dopo, quando lo stato decise di non rinnovare gli incentivi promessi. (dati Varrone

Sono pazzi? Piangono prendendosela con le aziende che non vogliono invece andare dove la gente è bisognosa, pagando più tasse e avendo meno servizi che altrove? No, agiscono per ottenere risultati. Invece qui, se Marchionne fa sapere che prepara un investimento per un nuovo modello, secondo voi qualcuno si preoccupa di mettere in pista qualche cosa per convincerlo che gli conviene farlo qui? Posso capire Landini che deve fare il suo mestiere da vecchio stalinista, gettando cacca su tutto quello che fa l'azienda, ma subito i giornalisti si affannano a dire che la Fiat ha preso dallo stato un sacco di soldi e caso mai li deve restituire, ai politici da ogni parte, parte subito la mosca al naso, offesi perché il tizio in maglioncino lascia trasparire con troppa trasparenza quello che pensa di loro e quindi gli spiegano che non è capace di fare le macchine, altro che offrirgli condizioni vantaggiose, caso mai gli aumentiamo le tasse e gli altri industriali lo guardano con sufficienza per mascherare la loro torva invidia di incapaci che hanno campato per anni aspettando solo le svalutazioni competitive, senza mettere una lira in R&D; intanto i tribunali e i sindacati gli promettono un contenzioso infinito, l'opinione pubblica fa trasparire con chiarezza che lo ritiene un incapace se è di destra, che è un farabutto se di sinistra ed infine la gente si chiede: ma come mai Marchionne le macchine le va a fare in Serbia? 

In fondo mentre da tutte le parti del mondo lo guardano con ammirazione per le sue capacità, supportate dai risultati di bilanci, dall'aver avuto una azienda ormai morta ed averla resuscitata, per aver spiegato agli americani che gli Italiani sono i più bravi a fare belle auto, gli operai di tutto il mondo gli stendono il tappeto rosso appena arriva applaudendolo con entusiasmo,  pensando che ha salvato loro le chiappe, noi gli tiriamo solo palate di merda sulla faccia, dovrebbe fare uno sforzo per far finta di niente, senza permettersi di dire che da noi ci rimette soldi, anche se è vero. Son cose che non si dicono. In fondo le aziende non sono fatte per perdere soldi? dice l'Italiano medio pensando alle sue aziende (che infatti sono dei cittadini a cui sono state fatte pagare) come Alitalia, Ferrovie dello stato, Rai e chi più ne ha più ne metta. Pensa che questo vuole addirittura fare un'azienda che dia profitti! Ma vada in Uzbekistan, che noi qui coltiviamo i nostri begli orticelli biologici a chilometri zero, che fanno tanto bene e magari appoggiamo Capanna, detto l'aquila salvifica, che andrà ad abbattere gli alberi OGM, che quei ricercatori infami si ostinavano a conservare dopo 20 anni di studi. Magari investiamo nella ricerca sull'omeopatia. Bisogna proprio proprio votare Grillo! Avanti c'è posto, che più gente entra, più bestie si vedono:

lunedì 11 giugno 2012

Haiku di tarda primavera.

Verde mattino.
La bellezza mi induce
un calmo affanno.


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Haiku
Grigio nebbia.

domenica 10 giugno 2012

Poesia della griglia.

Il Forte di Fenestrelle
Le tradizioni sono stampate nella storia dei popoli. Saturnali, Baccanali, tutto era giustificato dalla scansione del tempo calendariale; ma si sa ogni festa era giustificazione allo sfogo delle pulsioni inespresse, della voglia di esagerare che giustifica gli eccessi. Certo all'anziano, molte sono le brame che turbano la mente, ma poche ahimè, quelle percorribili. Tempo, modi, forme e possibilità pratiche gli consigliano o gli impongono di ridurle al minimo. Così addio feste della primavera, calendimaggio in cui il dardeggiare delle occhiate furtive, chiama a complicità allusive e promettenti, addio a momenti di gloria in agoni Pitici o Olimpici, dove gli stanchi corpi non possono più misurarsi se non attraverso una voyeristica azione da poltrona, addio ad eccessi da ambienti fumosi e mediati da sacerdotesse invasate dalla furia di Evoè. Rimane la parca soddisfazione del banchetto imbandito, della ricchezza della tavola farcita di prelibatezze, del piacere di sentire vicina la presenza degli amici che attenuano le asprezze delle voluttà e delle passioni sfrenate, in una dolce e pastosa comunione di intenti, quella, alla fine, di sbarazzare degli ingombri,  una tavolata  ricca e ripiena di colori e profumi, Parnaso di poesia e di ricordo. 
Vino, vino, vino!

Ecco perché non si può perdere la tradizionale Gran grigliata di Benvenuto all'Estate, mentre il gran Forte di Fenestrelle, sentinella delle Alpi, fa buona guardia alle spalle, con la sua rassicurante presenza, dove il consueto gruppo di amici, imbandisce ogni anno un sardanapalico banchetto. Si direbbe ogni anno di più, quasi a voler far scordare il passato, ma certo che quando, stesa la tovaglia, cresce la fungaia delle bottiglie di vino dalle provenienze importanti, per carità solo per tener ferma la copertura, che il venticello della tarda primavera non se la porti via, capisci che questa gente ha un tarlo nascosto che reclama il ricordo di eccessi passati da non dimenticare. Allora fioriscono come per magia, coppe calabresi le cui fette di raffinato rosa antico rilasciano profumi ammalianti, mentre il festival delle frittate comincia, anche per dare tempo alla legna raccolta con fatica nel bosco di trasformarsi in brace ardente, ché un duro compito avrà da svolgere. La griglia si scalda intanto che le verdure che una sua sorella minore aveva già approntato, scorrono, facendo saltar nei piatti spesse falde di peperoni di Carmagnola, fette di sapida melanzana, strisce di zucchine profumate. Tutto per tamponare gli stomaci impazienti e per aprir la strada ai primi arrivi che si fanno strada tra fumi e sfrigolar di grassi. 

le regine della griglia.
Subito si presenta la celebre luganega valtellinese, così tenera e indifesa, prima ad arrivare come avesse fretta di presentarsi al giudizio dei commensali. Che sapore delicato ed invogliante, ma ecco incombe il capocollo, così ricco di infiltrazioni grasse da renderlo talmente morbido e sapido al tempo stesso, da far dimenticare oh insensibile ingrato, la sua sorella appena ingurgitata. Ma subito incombono le regine della bragia, costate imperiali di piemontese di nota e certificata provenienza. Un chilozzo cadauna mal contato, splendore per la vista, delizia di palati ghiotti ed insensibili alle sirene vegetariane, tenere come burro, sapide come femmine, desiderose solo di essere mangiate. E vino, vino, vino come se piovesse sui pini e sulle tamerici, mentre l'ombra fronzuta promette un'estate finalmente piena di altri ghiotti appuntamenti. Ma un pensiero assale i ventri già troppo rigonfi, una preoccupazione assale le menti ormai ingombre, presto presto, che le scamorze stillano oramai gocce di piacere promesso, van subito tolte con attenzione e portate a guarnire i piatti ormai sgombri, per poi lasciar ulteriore spazio allo spicchio di gorgonzola che ammicca e sembra sciogliesi nell'attesa. Come rinunciare ad irrorarlo con un goccetto di marsala secco, sposo perfetto per una così promettente e bianca fanciulla. 

Sembra finita, le cinghie si smollano, le epe tirano e le camicie pur larghe, paiono fare difetto e invece no, si apre la saga dei dolci in cui molte spose voglion trovare, mostrando la loro fantasia, degno contrappasso al virile maneggio del forchettone e del coltellaccio da trancia. Tarte tatin alle albicocche dall'acidulo sentore, crostata di mele in variante morbida, frolla alle ciliege, pesche e riso nero, una sperimentazione appena testata dopo i suggerimenti vercellesi e gran finale coi piemontesissimi salami dolci della tradizione di gioventù. Meloni profumati e rossa anguria per ricordare ancora i colori dell'estate e per placare le affaticate pareti esofagee. Poi il riposo rotto solo di tanto in tanto da scaglie golose di cioccolata alla nocciola da assumere con lentezza per assaporarne l'effetto medicamentoso e sprigionare quel tanto di serotonina che ancora la ghiandola non aveva pompato, ma mescolato, per renderlo ancor più soave e ricco di sapore da deliziosi kumqat che da mesi insaporivano annegati nel liquore da loro stessi creato. Critici savonaroliani, non solo cibo volgare, ma rose e fiori di campo a render la tavola orgogliosa delle sue poetiche promesse! Giornata dura ma illuminante, in cui la compagnia degli amici ha condito quella che potrebbe essere una pantagruelica strippata, rendendola un richiamo ammiccante per un'estate serena.

Fumo e poesia.

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