Shimla - Himachal Pradesh - India - marzo 2024 |
L'Himachal Pradesh comincia dove la pianura finisce. E' uno stato recente, nato dopo la spartizione, quando l'India prese un nuovo aspetto, quello di una nazione moderna nata sulle ceneri di un passato coloniale fatto di piccoli principati, in questo caso ha riunito 28 raja locali. La terra si alza a poco a poco, in fascie collinari scoscese e fatte di terra franosa e contorta, coperte di boschi selvatici e mai curati che salgono sempre più in alto mentre sullo sfondo, ancora lontani, intravedi monti che mostrano teste coperte di bianco come grandi vecchi che cercano di emergere dalla terra. In un attimo siamo a mille metri e già sent il cambiare della temperatura, smette quel senso di oppressione calda e soffocante della piana che pure ancora non è infiammata dal sole dell'estate incipiente che per tre mesi ancora aspetterà l'arrivo salvifico del monsone per placare la sua sete e l'arsura che divorerà i campi. Anche qui senti il bisogno di acqua, ma gli sterpi secchi del sottobosco, non la reclamano assetati, per non morire definitivamente, ma sembano stare lì a resistere, come abituati a soffrire, temendo poi l'arrivo di un tempo in cui il troppo arriverà comunque a distruggere, a portare via, a tirare a valle tutto il possibile in profluvio di frane, terra e macerie di ogni tipo, devastando strade e e villaggi.
Le strade infatti si sono rimpicciolite, come a nascondersi tra i rilievi, prendendo direzioni scoscese e nascoste, in curve e controcurve strettissime che salgono ad ogni tourniquet, fermandosi e sprofondando di tanto in tanto, quando il mltempo del monsone passato hanno compoiuto già il loro lavoro di scavare la montagna per riempire i fondovalle e lasciare unghiate di terra e fango nella foresta che non è riuscita a resistere a tanta violenza. E' Shiva il distruttore che compie la sua opera, ci sarà tempo poi per la rinascita successiva. I villaggi sono piccoli e dispersi per il monte, i piccoli campi coltivati e le terrazze, spesso abbandonate, sono sparse per i boschi nei punti meno grami e difficili da gestire. Rari gruppi di animali dispersi per la foresta a brucare il necessario. Uomini pochi, come se questa terra non amasse troppo di essere popolata come le piane della valle infinite e prolifiche di genti e di popoli. Intanto si sale ancora ed i pendii si fanno sempre più ripidi, le foreste più verdi, i rii che ne discendono più ricchi di acque che scrosciano e formano cascatelle di monte. Un paesaggio inconsueto per l'India a cui siamo abituati e che poco risponde al nostro immaginario.
Quando raggiungiamo i punti più alti di quelli che potremmo considerare uno sbarramento di monti che anticipa quelle vere, più a nord e che ancora lontane, anticipano la severità e le altezze di quell'Himalaya che corona a nord il subcontinente, siamo già a 2000 metri, l'aria si è mutata in una corrente frizzantina, il sole forte pizzica la pelle. La strada sempre tortuosissima corre spesso sulle creste passando da un versante a quello successivo, dominando un paesaggio bello e completamente diverso dal solito. Adesso è punteggiato di case, raccolte in minuscoli gruppetti o isolate ai margini di radure coronate da alberi sempre più alti tra i quali adesso indovini anche conifere diverse che ti confermano l'altitudine. Le case hanno un'apparenza più nuova e moderna, non più capanne o abitazioni malandate di campagna, ma case vere, moderne, con qualche pretesa e con i tetti ondulati rosso vivo o verde smeraldo, che incrociano sesti acuti e forme che richiamano un passato recente. Questo, come gli altri luoghi pedemontani dell'India, erano consueti a tutti gli anglosassoni che avevano scelto le Indie come loro zona di speranza o di esilio a seconda dei casi, come aree dove sfuggire al clima insopportabile per le loro candide e delicate epidermidi, e trascorrervi le torride estati.
Ci fermiamo lungo la strada ad un baracchino tra i tanti che vendono un po' di tutto, su uno sperone roccioso che guarda la valle, Prendo qualche pacchettino di biscotti al cocco, buoni peraltro e le solite banane che tamponano le ferite dello stomaco. un paio di randagi piatiscono qualcosa con occhi cisposi e disperati. Ottengono ascolto e poi riprendiamo la via. Quando arriviamo in vista di Shimla, la capitale dello stato, ci si apre davanti una serie di valloni completamente ricoperti di case affastellate le une alle altre, che li foderano completamente per centinaia di metri. L'aspetto è molto simile agli abitati di Darjeeling o di Gangtok nel Sikkim indiano, che lo scopo di questi insediamenti era lo stesso, il trovare una temperatura sopportabile nel tempo in cui c'erano solo i ventilatori appesi al soffitto a muovere l'aria spessa e quasi oleosa e l'aria condizionata non era ancora stata inventata. Tuttavia, anche se i tempi sono cambiati sembra che il costume di considerare questi luoghi come meta di villeggiatura estiva, sia assolutamente persistente, anzi sia diventata una vera e propria moda per la sterminata massa della classe media che avanza nella società indiana.
Quindi ecco che questa è diventata meta per le vacanze e lo testimoniano le centinaia di insegne di alberghi di ogni classe, molti anche nuovissimi. Il traffico poi, anche qui è quasi insostenibile, su strade progettate e costruite quasi all'inizio del secolo scorso si affollano un numero di auto che blocca tutto per ore. Così i 120 chilometri che dovevamo percorrere in massimo tre ore, sono diventate quasi cinque e ci rimane quindi solo il pomeriggio per dare un'occhiata alla cittadina e alla sua architettura coloniale. Questo comunque è un luogo che mette alla prova i camminatori che non siano in buona forma fisica. Intanto la disposizione a saliscendi della città ti mette davanti ad una infinita serie di scale, scalette, salite e successive discese, e poi bisogna sempre considerare i famigerati 2000 metri che tagliano il fiato e le gambe al tempo stesso. Comunque facciamo prima un bel giro nel cosidddetto Mall, la via centrale dove si dispiega il solito bazar che offre ai turisti tutto l'armamentario di materiali per turisti che qui mostra soprattutto una grande varietà di calde sciarpe, pashmine e cappelli con cui difendersi dalle temperature rigide dell'inverno appena finito. Al centro del corso, il cosiddetto Ridge, la larga piazza con le due balconate che offrono una vista spettacolare dai due lati della montagna, con le case a perdita d'occhio che scendono dai due lati verso le valli.
In fondo la sagoma alta e nera della cattedrale protestante che domina la piazza, Poi proseguiamo ancora salendo verso l'alto fino alla partenza della funivia che sale fino alla cima retrostante, qualche centinaio di metri più in su, dove sorge una gigantesca statua del dio scimmia Hanuman, che corona il tempio a protezione della città sottostante. Il palazzo da cui partono le gondole, ha bel 13 piani che per fortuna si percorrono in ascensore, prendiamo dunque il biglietto per salire, ma non è disponibile, anche se non si capisce bene perchè, quello per scendere, per cui torneremo a piedi, va beh, in discesa per lo meno la fatica sarà più sopportabile. La salita comunque è l'ultima della giornata, con noi c'è una famigliola del Kerala, la moglie è terrorizzata e non butta l'occhio fuori, mentre il bambino è eccitatisismo. Arriviamo su ai 2400 metri e la imponente statua dorata del Dio torreggia sopra di noi apparendo ancor più colossale di quanto non sembrava dal basso. C'è ancora un sacco di gente che girola attraverso le terrazze che circondano il tempio e si affacciano sulla valle. Il panorama è davvero spettacolare, sullo sfondo ancora lontane le cime dell'Himalaya fanno da corona. Quando è ora di scendere, la prendiamo dolce, ma la discesa è talmente ripida che tra scalinata e ripidità della strada asfaltata non sai cosa scegliere ed alla fine hai le ginocchia sfiancate dallo sforzo e dalla tensione. Un ultimo giro in città per fare il pieno di sciarpe poi torniamo in hotel considerando la giornata comunque conclusa.
Il mall |
SURVIVAL KIT
Hotel Surya- Centrale dietro il tunnel, si raggiunge facilmente a piedi la Mall Road ed il resto del centro. 3 stelle, di buono standard. Camere grandi, pulite, TV, niente frigo, free wifi in camera. Bagno adeguato, personale gentile. Ristorante sul tetto. Posizionato contro la collina, per cui per andare in città si esce e si rientra dall'8° piano. La doppia, King bed, colazione comprese, 2800 R che raddoppiano in alta stagione.
Shimla - Capitale dello stato dell'Himachal pradesh, molto praticata dagli inglesi per le vacanze durante la stagione estiva, tradizione che continua ancora oggi per la classe media indiana per vacanze e viaggi di nozze, presenta un aspetto coloniale inglese molto spiccato. Da vedere - La Mall road, la via centrale coi negozi, il bazar e the Ridge, la terrazza sulla valle. Il tempio Jakhu, dedicato ad Hanuman sulla cima della montagna adiacente, a 2400 metri a cui si accede con la funivia, con bellissimi panorami tutto attorno. La cattedrale di Christ Church, costruita nel 1857 in stile neogotico, la seconda più antica dell'India del nord, che presiede a molte attività culturali. Poi se avrete tempo potrete fare un giro sul trenino cremagliera che congiunge la città a Kalka, un toy train che consente di fare un breve viaggio di altri tempi tra panorami straordinari sulla valle. Purtroppo della ferrovia rimane poco meno di un chilometro, ma rappresenta comunque un viaggio nel passato, tanto che era definita come una delle più belle ferrovie del mondo, una chicca per gli amanti dei treni! Infine il Viceroy lodge, la chicca della città, uno straordinario palazzo sede del vicerè, mantenuto in ottime condizioni coni suoi saloni di rappresentanza ed i magnifici giardini sulla valle. Rimane ancora appena fuori città un piccolo cimitero, dove perdersi tra le tombe abbandonate.
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