sabato 22 aprile 2023

Lebanon 30 - Le grotte di Jeita

Grotta inferiore di Jaita - Libano - marzo 2023


Lasciamo Beirut guadagnando la litoranea verso nord, con gli occhi ancora grevi per le immagini di case dirute e muri malandati, fotogrammi che rimangono sulla retina come indelebili segni delle evidenze più negative che la specie umana riesce a lasciare dietro di sé. Per fortuna il cielo è chiaro e l'alternarsi delle baie colorate che mescolano gli azzurri differenti, cancellano il magone, infondono sentimenti di speranza, danno spazio al futuro, mentre prendiamo la via del nord. Per fortuna il paese è così piccolo che alla fine gli spostamenti sono sempre piuttosto ridotti, qualche decina di chilometri al più, per raggiungere il successivo punto di interesse; non hai neppure il tempo di lamentarti del traffico. Questa volta neppure una ventina, dopo aver preso, allo svincolo di Adonis Kesrouane, la perpendicolare che risalendo la valle di Nahr al-Kalb, scavata dal fiume omonimo, conosciuto nell'antichità come Lycus, che per gli arabi è poi diventato il fiume del Cane, verso il massiccio del Monte Libano, arriva tra curve e controcurve a Jeita, un piccolo paese, base per raggiungere una delle meraviglie naturalistiche libanesi, un complesso di grotte scoperto nell'800 e aperte al pubblico negli anni '50. Questa è una zona carsica assai nota e le acque che la attraversano hanno creato sistemi di grotte molto estesi e complessi e le due che formano il complesso detto delle grotte di Jeita, costituiscono un insieme di notevole bellezza che addirittura sono state inserite in un  ristretto gruppo tra cui scegliere le cosiddette sette meraviglie naturali del mondo, mica bau bau micio micio! 

La torre di Pisa

Insomma una visita da non perdere assolutamente. Di certo si tratta della grotta conosciuta più grande del Libano e sicuramente anche la più importante del Medio Oriente. La strada per raggiungerla, che per la verità si potrebbe fare anche a piedi, a partire dalla via verso il passo, viene percorsa con un apposito trenino che per la gioia dei bimbi presenti arriva in un attimo all'ingresso superiore, in uno scenario di dirupi e scoscendimenti che si ergono attorno. Il fiume, più in basso, non si scorge, nascosto tra gli alberi e solo lo scrosciare delle acque primaverili ne accerta la presenza. Entriamo nella grotta superiore attraverso un passaggio scavato artificialmente nella roccia, per renderla accessibile con un minimo di comodità. Infatti questa parte della grotta che è la più grande e maestosa è stata scoperto solamente alla fine degli anni cinquanta e successivamente esplorata penetrandola attraverso uno stretto passaggio. Il ramo in questione è lungo oltre due chilometri e la parte aperta alle visite ne percorre attraverso camminamenti e passerelle quasi uno, che lo attraversa per il tratto più bello e maestoso attraverso tre sale spettacolari. Mi piace l'ambiente sotterraneo delle grotte, forse per quel loro essere ambiente insieme misterico e sotterraneo. Entrare nei loro meandri più nascosti, è un poco una discesa nell'Ade, alla ricerca di un mondo segreto e sconosciuto che stimola l'immaginario di mostri fantastici, di ambiti esoterici, di soprannaturali scoperte. 

Il lago nero

E poi la serie sempre spettacolare di stalattiti e stalagmiti, colonnati questa volta non costruiti dall'uomo, come i tanti che abbiamo visto qui, frutto artificioso di millenni,  ma da un mondo naturale in milioni di anni, che solo ora pare compiacersi di mostrare bellezza, destinata nella generalità a rimanere nascosta e che solamente una sorta di furia disvelatrice da parte di un animale incongruo a questa natura stessa, che proprio a causa del suo esser celata alla vista, dovrebbe essere destinata alla perenne segretezza, le consente di essere mostrata e ammirata, la rende ai miei occhi così avvincente. Questa in particolare, sarà per l'illuminazione particolarmente indovinata, o per la sua effettiva qualità, mi appare davvero mirabile. Dopo una serpentina di passaggi attraverso formazioni complesse e curiose, anche qui c'è l'abitudine di attribuire nomi alle rocce riconoscendone forme zoomorfe, spesso assai fantasiose, si arriva nella grande sala Bianca che ospita formazioni spettacolari tra cui una stalattite che viene spacciata per la più lunga del mondo. Quasi tutte le formazioni essendo di calcite pura, sono bianchissime e prive di qualsiasi macchia. Naturalmente ti puoi fermare per ore a scrutare gli angoli più nascosti cercando di scoprire forme sempre nuove e mostri lontani creati dal gioco delle ombre. Il secondo spazio che successivamente si allarga a dismisura alzandosi fino a quasi cento metri di altezza e larga una cinquantina, è la sala Rossa, così detta per il colore che l'ossido di ferro presente nelle concrezioni è in quantità tale da rendere il colore vivissimo. 

Stalattiti

Infine si passa all'ultima sala, la più grande, che si innalza fino a 120 metri di altezza. In effetti non sai dove posare lo sguardo, è tutto un seguito di colonne, alcune sottilissime, altre massicce quasi che le colature dell'acqua continuino a depositare il minerale in strati successivi sempre più spessi formando scanalature, progettate a bella posta con disarmante regolarità e poi funghi giganti che si alternano a pozze di acqua lattiginose, frutto parrebbe, di esperimenti di alchimisti sotterranei in cerca di pozioni malevoli. Cerchi di indovinare dove il gocciolare continuo dell'acqua stia progettando il nascere di nuove costruzioni o dove l'interruzione ne decreti invece l'arresto, proprio mentre l'ardita protuberanza che si levava verso l'alto era quasi sul punto di congiungersi con l'altra discendente per suggellare con un bacio finale una unione destinata a durare per tutta l'eternità successiva. E poi dove questa linfa vitale invece di gocce, dava luogo a scivoloso scorrimento, ecco essersi formati veli che si distendono verso il basso, quasi fossero tende morbidissime che si prolungano in trine e drappeggi involuti. So già che voi mi obietterete subito, eh, va bene, è la solita solfa di immagini che si vede in tutte le grotte note e meno note nelle diverse parti del mondo, ne abbiamo già viste un sacco. Tutto vero, però, sarà perché è l'ultima visitata, ma vorrei sottolineare che questa è davvero bella. E poi via, mica abbiamo ancora finito, c'è la cosiddetta grotta inferiore e qui sorpresa, tutto l'ambiente è attraversato da un corso d'acqua sotterraneo che ne sbarra l'ingresso formando un grande invaso chiamato il lago Nero. 

Kibbéh
Questa parte della grotta è stata esplorata per oltre sei chilometri, ma la parte visitabile ha la particolarità di poter essere traversata solo con l'uso di una barca che vi conduce lungo le pareti delle varie sale, mentre voi ve ne state lì col naso all'in su a godervi il percorso. Che spettacolo di colori e di forme, non si sa davvero dove voltare la testa! Insomma non so come dirvelo, ma questa me la sono davvero goduta. Ma sì sono un entusiasta e dico, per fortuna, mi piace quasi tutto, qualcuno potrà dire sei di bocca buona, non so, ma mi sta bene così, almeno le cose che vedo riesco ad assaporarmele con un piacere di fanciullino in vacanza, che si stupisce delle cose che vede trovandole appaganti. Così ce ne andiamo soddisfatti davvero, con gli occhi ancora pieni di immagini da sogno e la strada che prosegue verso il monte arrampicandosi per la valle che diventa sempre più stretta e contorta, non pare neppure così faticosa, anche perché è la macchina che prende le curve con una certa baldanza, merito di Joelle, pilota di vaglia oppure anche perché sarà che è ormai arrivata l'ora di mettere qualche cosa sotto i denti. Arriviamo così in alto, intorno le montagne coi loro picchi arrotondati non sono ancora cariche della neve invernale e si respira ormai l'aria dell'altura. 

Il ristorante

Ci fermiamo in un paesino senza nome di poche case. La strada corre sullo strapiombo della valle. Il ristorantino quasi si affaccia sul vuoto. Purtroppo non riesco a translitterarvi il nome dall'arabo, mi sembra Halsh al-Sylah, ma vi metto la foto, così ve lo cercate da soli. I ragazzi si danno subito da fare e in un attimo il tavolo si riempie. Assieme ai soliti ma sempre diversi hummus e qualche insalata e un delizioso formaggio ricoperto di marmellata di fichi, stavolta abbiamo avuto anche dei pasticciotti di pasta sfoglia ripieni di carne e una novità, che pare si chiami Kibbéh, piatto assai tipico della cucina libanese che cercherò di raccontarvi. Intanto può essere servito come antipasto anche crudo, o come secondo, fritto o al forno, come piatto forte. E' formato da una specie di palla fatta di carne tritata mescolata al bulgur, che sarebbe grano duro integrale germogliato e successivamente cotto a vapore, essiccato e spezzato, ingrediente che si usa in molte preparazioni, poi si aggiunge trito di cipolla, pinoli e noci, pepe, sale e si frigge, nel nostro caso, in polpettine da servire appunto col tabulé. Qui la ricetta completa. Devo dire che non mi ha entusiasmato, per cui ho passato prevalentemente il tempo a chiacchierare coi nostri vicini di tavolo, due famiglie di attempati ma apparentemente danarosi libanesi in gita fuori porta, che volevano a tutti i costi conoscere le nostre impressioni sul paese. Ci siamo ovviamente profusi in grandi complimenti e mi sono parsi decisamente soddisfatti. Fuori gli alberi di pruno sono ormai completamente in fiore, la primavera è decisamente cominciata.

Vicino al passo

SURVIVAL KIT


Grotte di Jeita - A 18 km da Beirut, 5 dal mare, ad una altitudine di circa 100 m. cercate di andare in giorni non festivi perché rischiate di trovarle molto affollate. Sono una delle attrazione naturalistiche del paese da non perdere. Calcolate almeno un paio di orette per la visita completa. La grotta superiore si gira a piedi, quella inferiore in barca, ma durante i mesi invernali (dicembre e gennaio) a causa della portata del fiume rischiate di trovarla chiusa a causa dell'alzarsi del livello dell'acqua. Vale assolutamente la pena. Date un'occhiata al video qui sotto per rendervi conto. La strada per arrivare si fa con un apposito trenino. Ingresso per stranieri circa 2 $ trenino incluso.





Hummus e tabulé
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