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Cpsta patagonica atlantica - Argentina - novembre 2024 |
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Patagonia e Tierra del fuego |
Così è arrivato anche il momento di lasciare Ushuaia. In realtà, le quattro notti che le abbiamo dedicato, sarebbero anche troppe per le cose materiali che ci sono da vedere, ma la Terra del fuoco è soprattutto una situazione mentale, nella quale vivi sensazioni e straniamenti dovuti alla sua storia, il suo isolamento, la sua solitudine, insomma un fascino misterioso e coinvolgente che attira comunque i sognatori come me. Ushuaia è fondamentalmente l'emblema della Fin del mundo, con tutto quello che a questo concetto è collegato e che in ogni punto da cui la osservi, ti dà quel brivido di avventura che poi nella realtà, di certo oggi non c'è più. Cosa volete che sia navigare lungo il canale di Beagle con un moderno catamarano? Nella realtà, se volete essere dissacranti, non molto di più che fare una gita da Arona sul lago Maggiore, Ma volete mettere guardare da lontano l'avvicinarsi del faro e pensare che proprio qui è passato Darwin che si guardava all'intorno come state facendo voi, mentre correggeva appunti su armadilli e milodonti o che disegnava il profilo delle montagne senza nome da catalogare. Diciamo che non ha prezzo, via, perché queste sono le situazioni da ricercare da queste parti. Qui è tutta una riscoperta di gente che qui è venuta, o per caso o per scelta, per cercare opportunità di fortuna o per spirito di esplorazione, pensate che ancora nell'800 si trattava di terre completamente incognite.
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L'esploratore Giacomo Bovo - dal sito web del museo |
Così se avrete avuto tempo di dare un'occhiata anche al piccolo museo della città, vi sarete certamente stupiti di trovare tracce e documentazioni riferite a quello che qui è una gloria per l'Argentina, mentre da noi è un emerito sconosciuto. Mi riferisco al grande esploratore Giacomo Bove, nato in un paesino dell'Astigiano di 300 abitanti, a trenta chilometri da casa mia, Maranzana, morto suicida a soli 35 anni dopo aver contratto una forma particolarmente perniciosa di malaria durante l'esplorazione del bacino del Congo. Nella sua breve vita compì incredibili spedizioni, tra cui viaggi in estremo Oriente, nell'Artico col compimento del passaggio a Nord Est e la circumnavigazione completa dell'Eurasia e l'esplorazione del Borneo; ma il suo interesse specifico fu preso dalle terre dell'America meridionale, in cui progettò dapprima una spedizione in Antartide nel 1880, per cui non riuscì, in Italia, tanto per cambiare, a raccogliere i finanziamenti e poi, invitato dal governo Argentino che aveva a cuore lo sviluppo della Patagonia, per non lasciarla in mano al Cile, compì due spedizioni in quei pericolosissimi mari, studiando il territorio, dal punto di vista geografico, cartografico, etnologico, storico e naturalistico.
Di tutto questo lasciò vastissima documentazione con scritti, disegni e fotografie, accompagnati da studi specifici e molto conosciuti all'estero, dall'Inghilterra, alla Svezia e soprattutto in Argentina. Dal piccolo museo che ho visto ieri con emozione nella sua casa natale a Maranzana e che vi invito caldamente a visitare, si può vedere con gusto la storia e gli itinerari delle sue spedizioni. Che emozione osservare appunto la traccia del viaggio compiuto nell'83 con Edmondo De Amicis (che di qui trasse spunto per il racconto Dagli Appennini alle Ande) da cui riportò 25 grandi casse con raccolte antropologiche, botaniche, zoologiche e geografiche. La traccia sulla carta dell'epoca. esposta sulla parete, segue pedissequamente quella che anche io ho tracciato sulla mia carta, dagli stretti di Magellano, lungo la costa della penisola Atlantica di Mitre, fino a seguire il canale di Beagle, proprio in quella Ushuaia, dove allora c'erano solo un paio di famiglie di missionari che tentavano di evangelizzare le selvatiche tribù fuegine, di cui riporta con precisione, disegni e ritratti e dei quali descrive abitudini e modi di vita. Questo è alla fine il fascino di questa Terra del fuoco, isolata e ancora oggi solitaria e selvatica e questo è l'aspetto che la rende interessante da visitare.
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Trelew e Puerto Madryn |
Il grande Bovo, che ha amato immensamente queste terre in cui trascorse certamente gli anni più entusiasmanti della sua vita e che gli diedero la fama, non riuscì però a coronare il suo sogno di attraversare il canale di Drake e raggiungere così quell'Antartide sognata, l'ultima Thule su cui aveva tanti progetti, e proprio come me dovette rinunciare per mancanza di fondi e probabilmente anche di tempo, cosicché questa voglia, caro Giacomo, ce la dovremo portare dietro irrisolta e insoddisfatta fino al termine della vita, magari nella prossima allora. Così, dopo che Ezechiele ci ha portato fino all'aeroporto, dandoci gli ultimi consigli (come sono cambiati i tempi dal nostro Capitano Bovo), ecco che grazie ad una bellissima giornata, le terre desolate dell'Isla grande della Terra del fuoco, scorrono sotto di noi, vedi distintamente la barriera delle montagne innevate e tutta la serie di isole a sud che arrivano fino a Capo Horn, e quindi sorpassato lo stretto di Magellano, la costa atlantica, sempre più desolata e stepposa, un deserto senza fine giallo e quasi completamente privo di vita, fino ad arrivare in un paio d'ore, a Trelew, che per quattro notti, diventerà la nostra base nella penisola di Valdez, altro punto chiave naturalistico della Patagonia.
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Trelew - Copa America vinta |
Stavolta affittiamo la macchina subito in aeroporto. Qui i prezzi sono ancora più cari, se possibile che dalle altre parti, ma pare si siano messi tutti d'accordo, un cartello che livella i prezzi e quindi dobbiamo abbozzare e come si dice da noi mordere l'aglio e dire che è dolce. Le operazioni per il contratto sono comunque lunghissime ma sempre meglio controllare con cura tutto per non trovarsi poi sorprese alla fine. Comunque dopo tre quarti d'ora riusciamo a prendere la via della città che dista solo 6 km dal centro di Trelew, cittadina poco turistica, in quanto molti preferiscono soggiornare nella vicina Puerto Madryn, situata più a nord a 65 km, ma più prossima ai punti turistici della penisola. Arriviamo in città e troviamo con facilità l'albergo che se pure cupo e tristanzuolo, ha il pregio di essere in pieno centro, per cui fungerà da ottima base per i nostri spostamenti nella penisola, cha ha dimensioni piuttosto grandi e quindi di strada ce ne sarà da fare, nei prossimi giorni. Come sempre muoversi in queste città argentine costruite sul quadrato e gli incroci perpendicolari delle strade è piuttosto facile, così come orientarsi. Comunque sia ci sistemiamo alla meglio, con qualche andirivieni alla reception per ottenere asciugamani e carta igienica, ma ragazzi, se volete spendere poco poi non lamentiamoci troppo e poi via per la prima esplorazione della città.
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Vecchia stazione ferroviaria di Trelew |
SURVIVAL KIT
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Catena della Isla Grande |
Casa Museo Giacomo Bove - Maranzana - Piccolo museo che racconta la vita e le spedizioni di questo grande esploratore. Disponibili le pubblicazioni che riguardano i suoi viaggi compresi i suoi diari fortunosamente ritrovati. Ingresso su prenotazione a offerta. Molto interessante.
Volo Ushuaia - Trelew - Con la solita Areolineas Argentinas - Volo AR1893- 9:30 - 11:30 - 83 € a testa con bagaglio in stiva da 15 kg. Come sempre in perfetto orario.
a Car Dragovich - All'aeroportino (molto piccolo) di Trelew trovate in fondo alla sala, i 4 uffici delle principali compagnie, I prezzi sono allineati, In periodi più frequentati (dic-gen), sarebbe meglio prenotare per non correre il rischio di non trovare il mezzo. Si fa facilmente da casa. Per 4 gg, per una comoda Logan, abbiamo speso 400 $, full insured, chilometraggio illimitato (con franchigia 500 $). Attenzione alla riconsegna che se manca anche solo una mezza tacca di benzina ti fanno pagare un minimo di 40 $ di carburante, per cui fate il pieno alla stazione prima dell'aeroporto. Le auto sono quasi sempre piuttosto nuove e in ordine. Controllate i pneumatici perché se rimanete fermi nella desolazione della steppa, di macchine ne passano poche e rischiate di rimanere bloccati molto a lungo visto che il telefono rimane muto.
Hotel City - Trelew - Calle Rivadavia 254 - 2 stelle, triste, polveroso e dalla presenza poco invitante. ma con frigo, condizionatore, riscaldamento. Bisognoso certamente di un'abbondante ristrutturazione Lati positivi, posizione centrale, wifi, parcheggio coperto incluso, personale molto gentile e piuttosto economico. Camera doppia grande, letto king, 36 $, incluso colazione basica e Parking. Solo contanti.
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Patagonia - Desero stepposo
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Guanaco |
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