sabato 22 marzo 2025

Sudamerica 29 - Pinguini e granchi giganti

La pinguinera di Isla Martillo - Patagomia . Aegentina - novembre 2024

 

Il relitto

La navigazione prosegue e in breve arriviamo in vista di un relitto che affiora dalle acque vicino alla costa cilena. Emerge solo una piccola parte della chiglia arrugginita e secondo alcuni si tratta della nave da crociera  tedesca Monte Cervantes affondata nel 1930 contro uno scoglio affiorante e non segnalato dalle carte nautiche con 1500 persone a bordo e che furono tutte salvate tranne il Capitano che fu trovato misteriosamente morto uno dei tanti cold case irrisolti della storia. In realtà questo che affiora è solo uno de tanti naufragi avvenuto in questo pericoloso tratto di mare, mentre pare che il vero Cervantes (da cui fu tratto anche un film nel 2000) colò a picco proprio contro lo scoglio del faro e sia attualmente meta di escursioni di sommozzatori, ma qui non stiamo troppo a sottilizzare, tutti i passeggeri del catamarano lanciano gridolini di eccitazione, gli orientali fanno segno a V con le dita e gli scatti si susseguono. D'altra parte il canale di Beagle data la sua difficoltà di navigazione è un vero e proprio cimitero di navi dei secoli scorsi, che si avventuravano in queste lande anche per puro spirito di avventura. Certo i relitti sono sempre piuttosto emozionanti a vedersi e questo non è certo da meno e poi in queste acque gelide il pensare a questi danarosi turisti che spendevano fortune allora, per venire fin qui dalla lontana Germania, ballando in abiti da sera nell'elegante salone in stile decò, mentre la nave scivolava tra i ghiacci, lascia sempre spazio ai sogni e a tutti noi piace farlo. Pare ancora di sentire l'eco di un valzer viennese che sale dalle onde scure, oppure allora anche qui in omaggio alla terra che li ospitava, si facevano tanghi appassionati anche se la bell'époque era già finita e i brontolii della guerra futura diventavano sempre più vicini.

Puerto Williams
Poco più in là vi sulla riva vicina, le poche case di Porto Williams, sparpagliate qua e là senza un ordine preciso, baracche più che abitazioni, che poi sarebbe la vera città più a sud del mondo essendo quasi a 5 chilometri più in giù di Ushuaia, ma che col suo misero paio di migliaia di abitanti, si è deciso non possa a spirate al titolo di città propriamente detta. Un'ingiustizia direte voi, ma così va il mondo, soprattutto quello alla fine dello stesso. Infine arriviamo all'isola Martillo, che presenta una lunga spiaggia costituita dai residui delle piccole conchiglie portate fin su dalle maree, dove c'è una bella pinguinera, così viene detta l'area dove vengono a nidificare le colonie di pinguini. Qui ce n'è una con qualche centinaio di esemplari, un cui sembra che il numero aumenti o diminuisca di poco durante l'anno. Quelli presenti adesso sono in massima parte pinguini di Magellano, una specie di piccola taglia, attorno ai 30/40 centimetri, con un cerchio di piume bianche attorno all'occhio rossiccio, più qualche famiglia di razza Gentoo che si distinguono bene avendo il becco e le zampe gialle oltre ad essere un pochino più grandi. Tutti si aggirano guardandosi intorno come cercando qualche cosa da fare, non sono ancora arrivate le femmine, quindi evidentemente non è ancora ora di pensare al nido ed allora come capita a tutti i maschi si va in giro qua e là da sfaccendati in cerca di non si sa cosa. 

Pinguino reale

Distaccato e solo, pare sia una rarità, è arrivato fin qui da poco un unico esemplare di pinguino Reale, molto simile all'Imperatore, quello più bello ed elegante, star di tutti i film e documentari su questa buffa specie di uccelli non volatori, con quella bella sfumatura di piume gialle e arancioni intorno al becco, ma di taglia più bassa, attorno al metro. Se ne sta isolato a godersi il sole, si spera solo che la sua femmina prima poi arrivi, si dice infatti che si incaponiscano con una sola e, ci passino il resto della vita, trovandosi però solamente di tanto in tanto per fare pulcini, per il resto via per mare a godersela cercando pesciolini e girando per il vasto mondo, sempre se non si incontrano orche affamate naturalmente che allora è meglio filarsela su una bella lastra di ghiaccio alla svelta. Sono proprio bestie buffe queste e staresti per ore a guardarteli mentre si aggirano sulla spiaggia come umarèl in cerca di un cantieri da criticare o fermi immobili ad aspettare chissà chi o chissà cosa. Qualcuno litiga, ma sempre con una certa distinzione e sussiego, con gruppi di uccellaci dalle piume picchiettate di nero, più grandi di loro e forse proprio per questo invadenti e fastidiosi. che cercano di spodestarli dalla loro comoda cuccia che si erano scelti con cura, ma i tentativi hanno scarsa fortuna ed alla fine se ne vanno starnazzando e lasciandoli finalmente in pace. 

Pinguino Gentoo

Stiamo lì una mezz'ora con la prua del catamarano semiarenata sulla spiaggia in modo che tutti possano alternarsi sulla punta per goderseli meglio da vicino e poi piano piamo prendiamo il largo e torniamo verso le isole Bridges, dove finalmente il catamarano accosta ad un minuscolo molo di fortuna e ci sbarca tutti sulla riva dove il gruppo di gitanti si disperde subito tra le dune di conchiglie, chi a raccoglierne frammenti, chi a godersi il panorama, annichilito dalla sua bellezza e dal suo senso di solitudine sgomenta che sempre avverti in questo paese abbandonato. Pochi passi negli avvallamenti, tra i ciuffi di erba alofila che e muschio che copre subito la terra prima di raggiungere la foresta vicina e ti senti subito solo, perso nel nulla, privo di contatti col resto dell'umanità. Senti nettamente di essere un corpo estraneo a cui la terra non è abituata, avverti che lei stessa si sente a disagio dall'essere calpestata da tanta gente messa tutta assieme, visto che sarebbe abituata a sentire il peso di una presenza umana una volta ogni molti mesi, forse anni addirittura e quindi ha come un senso di repulsione per questa spiacevole invasione. Non vedi orme su queste rive e sul crinale dell'isola, gli alberi cresciuti per caso e a fatica mostrano trochi macilenti tutti piegati quasi ad angolo, nella stessa direzione. 

Piegati dal vento

Una deformazione quasi perfetta che non ne risparmia nessuno dovuta certo alla regolarità del vento che implacabilmente sibila sempre con la stessa violenza e dallo stesso punto cardinale. Mi viene alla mente subito la storia che il mio amico Gianni, raccontava alle ragazze curiose nelle steppe del Baikal che amavano avvicinare lo straniero in cerca di notizie e altro e cioè che eravamo incaricati di una ditta australiana di creare una fabbrica in loco, specializzata nella costruzione di boomerang, visto che anche lì tutti gli alberi avevano tronchi con la stessa perfetta piega, Generalmente chiedevano di essere messe in lista, loro o i loro fratelli, per l'assunzione o quantomeno fingevano di crederci. Noi camminiamo un poco sulla spiaggia con i piedi che affondano nei monticelli di conchiglie che l'erosione provocata dallo sciabordio dell'onda, via via spezza, fino a farle diventare minuscole particole calcaree. Solitudine e silenzio da fine del mondo, è proprio il caso di rimarcarlo. Infine riprendiamo il mare e dopo un poco ecco che siamo in vista del porto da cui siamo partiti cinque ore fa. Le grandi navi delle crociere sono già partite forse per la sognata Antartide, affrontando i flutti spaventosi dello stretto di Drake, che possono arrivare anche a 15 metri, l'ultima Thule dei viaggiatori facoltosi. 

Isla Bridges

Intanto ridendo e scherzando è già quasi pomeriggio e passeggiamo un poco per il centro cittadino tanto per farci un'idea della vita cittadina. Con Ezechiele abbiamo appuntamento alle 6, quindi sarebbe anche ora di buttar giù qualcosa, visto che l'aria di mare fa venire fame. Al vedere i ristoranti che nel pieno centro sono uno dietro l'altro, da queste parti il piatto tipico è la Centolla, il famoso King Crab antartico che un po' come il granchio gigante canadese, che fa bella mostra di sé in tutte le vetrine, vivo naturalmente e che allunga le sue zampone in ogni direzione stirandosi come appena sveglio. Uno intero, cucinato a piacere costa sui 50.000 pesos, prezzo fisso dappertutto. Naturalmente ci sono molti altri piatti che ne sfruttano la gradita presenza. Alla fine decidiamo per una ricca paella di pesce che della centolla presenta solamente una zampa a testa, ma per la verità viste le dimensioni, da mangiare a sufficienza per apprezzarne il sapore, ce n'è, anche se poi non la giudicherei una cosa assolutamente imperdibile. Anche gli anelli di totano fritti e serviti come antipasto non sono malvagi. Certo che a leggere le recensioni di questo piatto su Tripadvisor, c'è subito da alzarsi e andarsene, ma io, sarà che sono di facile contentatura quando ho fame, oppure che a furia di critiche hanno migliorato la qualità, l'ho trovata assolutamente accettabile, inoltre con la sangria va giù bene tutto. Vedremo le prossime sere, intanto rientriamo a casetta nostra che sono le 6 tra un po' ed Ezechiele sarà già lì che ci aspetta.

La famosa centolla

SURVIVAL KIT

Paella

Resto El faro - Av. San Martin 326 - Le recensioni per questo ristorante sono le più estreme, dalle lodi sperticate all'orrore assoluto. Noi abbiamo avuto la paella di pesce e prima l'antipasto di anelli di totani e devo dire che non erano male. Il prezzo poi visto che è un ristorante turistico e frequentatissimo (come tutti del resto a Ushuaia) è accettabile: 82.000 pesos mancia 10% inclusa in 4 ($ en efectivo a 1150). Camerieri gentili. Tempi accettabili.


Pinguini magellanici


La colonia di Isla Martillo
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