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venerdì 16 settembre 2022

Un tour d'Italie 35 - Back home

Lucca - Il Duomo - foto T. Sofi


 Passeggiare per la città, ecco la cosa giusta da fare l'ultimo giorno prima del ritorno definitivo, perché qui è un po' come il coro della Forza del destino: Partiam, partiam, partiamo e alla fine non si parte mai, sei sempre lì che vuoi dare un'occhiata ad un'ultima cosa. Essendo stata poi Lucca definita come ultima tappa in assoluto di questa zingarata che ci ha portati un po' a zonzo per la penisola, ci sta che ci si aggiri senza meta per respirare al meglio anche di giorno l'aria della città, che riconfermo, è davvero gradevole. Il centro, in realtà tutta la parte dentro la cerchia delle mura, è un omogeneo insieme di abitato tardo medioevale, case antiche, palazzi di poderose dimensioni e chiese ben conservate che ornano piazze e piazzette ad ogni svoltar d'angolo. A cominciare dalla curiosa e tra le poche in Italia, piazza dell'Anfiteatro, costruita materialmente sulle rovine del grande ovale dell'arena romana, le cui tracce si riconoscono chiaramente all'interno di ogni negozio, di ogni costruzione. La sua origine rimane comunque inequivocabile, vuoi anche per la mancanza di vie dirette di accesso, infatti entri nel grande spazio solo attraverso quattro strette porte, probabilmente le stesse che consentivano l'ingresso nel luogo degli spettacoli. Ovviamente questo è uno dei centri più frequentati della città, non foss'altro per la serie di locali disposti lungo i suoi fianchi che attirano tra sentori di tartufi neri e di pappardelle al cinghiale, i turisti in cerca di cibo. Comunque non voglio star qui a raccontarvi i vari punti attrattivi di questa bella città, le diverse chiese, i palazzi, le piazze, men che meno i musei, potrete dare un'occhiata sul web e li trovate tutti bene elencati con dovizia di particolari.

Ma se avete solamente una giornata o peggio qualche ora, dopo aver dato una occhiata sommaria alle chiese di S. Michele e di S. Frediano e se ce la fate, dopo essere saliti i 230 gradini della torre Guinigi, vero e proprio bosco verticale ante litteram, con i lecci che crescono sulla sua sommità, da cui potrete avere una visione di insieme straordinaria di tutta la città (e aver considerato che Lucca aveva ben 250 torri di ogni dimensione alla fine del medioevo, delle quali rimangono solo questa e quella delle Ore), non perdetevi almeno una visita a fondo del Duomo dedicato a S. Martino, vero pezzo d'arte di grande spessore che necessita come minimo di un paio di orette di attenzione, per poterselo godere con calma. Con la sua bella facciata ispirata al duomo di Pisa, vi stupirà immediatamente a causa della sua innaturale asimmetria che lo differenzia da qualunque altro. Anche qui bisogna considerare come in ogni epoca la necessità abbia fatto virtù, infatti pare che la costruzione della chiesa, essendo iniziata successivamente al preesistente campanile, abbia dovuto artificiosamente restringere le dimensioni esterne della navata di destra, con questa particolarissima soluzione che ne fa così un unicum interessante. D'altra parte tutto l'edificio ebbe una storia costruttiva particolarmente travagliata, guarda caso mancanza di fondi, progetti iniziati e portati avanti con leggerezza e molti furono quelli che dovettero metterci le mani, per correggerli. Ad un certo punto si parlava addirittura di lavori "meschini e non solidi a sufficienza" e di "grande negligenza di costruzione", insomma tutto il mondo è paese, tanto che molte cose, pilastri ed altro dovettero essere addirittura rifatti ex-novo.

Fatto sta che alla fine, dai e ridai, chiamati maestri che avevano contribuito alla costruzione della fiorentina S. Maria del Fiore, ne venne fuori la magnificenza che potete vedere oggi, con la particolare armonia del romanico pisano con la sua alternanza di vuoti e di pieni, ombre e luci, data dalla sfilata delle colonnine marmoree che ricoprono la facciata e che la rendono leggera e piacevolissima. Naturalmente tante cose da vedere, a partire dalla statua medioevale di S. Martino che dona il mantello al povero, al misterioso labirinto inciso alla base del pilastro addossato al campanile, che ricorda quello di Chartres e richiama ricordi dei misteriosi Templari condannati ad una damnatio memoriae che ne aumenta l'alone di magico mistero. Oltre alle tante opere contenute all'interno, vi ricordo solamente un Tintoretto ed un Ghirlandaio, ma ben sapete che in Toscana, basta entrare in una chiesa e ne trovate di ogni. E' ovvio comunque, che la sosta più attesa e sospirata sarà comunque quella nella cappella laterale che contiene la famosissima tomba di Ilaria del Carretto di Jacopo della Quercia, vero capolavoro scultoreo che ritrae la ragazza dormiente, morta giovanissima, riccamente abbigliata, con ai piedi un delizioso cagnolino. effettivamente la bellezza dell'opera è sconvolgente e vi farà prolungare la sosta oltre le vostre previsioni. 

Un'altra curiosità è data dal crocifisso nascosto nel tempietto fatto ad edicola della fine del '400, nella terza campata della navata di sinistra, che raffigurerebbe addirittura il vero volto di Gesù, dato che secondo la leggenda sarebbe stato scolpito dal fariseo Nicodemo stesso e giunto miracolosamente attraverso il mare sulle coste toscane. Naturalmente non perdete tutto il resto incluso il museo che contiene tutta una serie di opere, messali miniati e i gioielli. A pochi passi dalla Chiesa, poi, sulla piazza c'è poi il complesso monumentale archeologico delle chiese di S. Giovanni e S. Reparata col famoso portale del 1100, antecedenti al Duomo. Se ce la fate salite anche sul campanile col suo concerto di sette campane, alcune originali dell'epoca. Mentre tornate sui vostri passi non perdete la bella ed ariosa piazza di Napoleone col suo imponente palazzo Ducale. Ci sarebbe anche il museo Mansi, collocato in un magnifico palazzo contenete tutti arredi di epoca, con la sua pinacoteca, ma tanto non avrete tempo di andarlo a vedere e quindi non ve ne parlo per malizia. Insomma ce n'è da godere. Invece a voi tocca percorrere di nuovo la strada verso l'uscita, passare sotto le mura imponenti, senza aver potuto neppure percorrerle tutte, 4 chilometri, alte 12 metri e larghe 30, con il viale alberato che le percorre per intero! Come un'autostrada di oggigiorno e unico esempio di mura difensive dell'era moderna giunte fino a noi completamente intatte. La macchina è ancora lì e sembra non avere nessuna voglia di portarci fino a casa, ma questo è il tragico e barbaro destino che ci aspetta alla fine di ogni viaggio e quindi facciamocene una ragione.

Duomo - L'edicola


mercoledì 14 settembre 2022

Un tour d'Italie 34 - Lucca

Lucca - Piazza dell'anfiteatro - foto T. Sofi

 

La via del ritorno è lunga, sempre molto più lunga di quella di andata, anche se in realtà la percorri in un tempo più breve, perché la vacanza è finita e hai voglia di arrivare a casa di levarti le scarpe e sei anche un po' intristito dal dover svuotare la valigia con tutto quello che ne consegue anche se non sei tu quello che deve fare le lavatrici, ma devi solamente mettere a posto le macchine fotografiche e poco altro. E' così, c'è poco da fare. Anche i panorami che scorrono attorno a te, da quel finestrino che ti ha dato tante visioni piacevoli, diventano meno interessanti, quasi scontati, eppure a volte erano gli stessi che all'inizio del viaggio ti avevano entusiasmato. Come è umorale l'animo umano! Allora spunta, al viaggiatore incallito, l'idea della giunta, come quella che il venditore di bellecalda davanti alla scuola col suo triciclo che portava due padelle, una di farinata e una di castagnaccio, usava fare in cambio delle dieci lire che tiravi fuori dalla tasca del grembiule, tre fette e poi alla fine una più piccolina, la giunta, data quasi come fosse una regalia speciale, proprio e unicamente per te, cliente abituale e che invece veniva gratificata a tutti gli avventori bambini che si affollavano attorno a quel carrettino a tre ruote. Eppure a forza di dieci lire quel tipo ha fatto studiare sei figli, diversi fino all'università. Eh già, la giunta è importante, Ecco perché si è deciso sulla lunga via del ritorno che è partita addirittura quasi da Salerno, si potesse fare uno stop in una città ancora non vista, da poter quindi aggiungere alla collezione. Ah, sempre quella maledetta smania del collezionista! La fortuna che in Italia i luoghi da vedere comunque eccellenti, sono talmente tanti che hai solo il problema di scegliere quale. 

E lungo la strada appunto ecco una tappa che ci è sembrata importante per piantarci una bandierina, la murata città di Lucca, in cima a quella Toscana, da dove poi in un veloce balzo si arriverà fino a casa. Quindi viaggiando di conserva dopo aver lasciato la costiera a Vietri, con  la sua ultima esplosione di colori e di maioliche luminose che ci ha regalato quel tocco di malinconia per aver lasciato uno dei luoghi di bellezza assoluta del nostro povero paese, imbocchiamo l'autostrada e lemme lemme risaliamo la penisola. Verso le diciotto veniamo premiati dalla vista delle mura imponenti che circondano questa nobile città, direbbe Marco Polo giunto sotto le torri di Samarcanda. Ma noi siamo italiani in Italia e quindi scafati alla bellezza e pronti invece al lamento generalizzato. Quindi invece di apprezzare l'imponenza della cinta del terrapieno che cinge completamente l'antico abitato, facendone un'oasi di tranquillità praticamente priva di auto, salvo i residenti, come dovrebbe fare qualunque città di buon senso, che si può ammirare anche comodamente percorrendone il largo camminamento che lo corona, ne vediamo immediatamente solo il lato negativo. Infatti avendo avuto l'accortezza di prenotare la notte in un bel palazzo antico del centro, siamo obbligati a lasciare l'auto negli amplissimi ed appositi parcheggi che circondano appunto i bastioni della città. Il fatto è che, porco qui, porco là, dobbiamo trascinarci le valigie, benedetto chi ha inventato i trolley con  le rotelle, dal parcheggio fino all'albergo, sotto una pioggerellina insistente e fastidiosissima, di quelle che ti penetrano nelle ossa artritiche e scricchiolanti da vecchio buono per le RSA, non è secondario alla sensazione di sgradevole persecuzione della nuvola fantozziana. 

Tuttavia grazie alla attenta programmazione valutata nella preparazione della trasferta, ci dirigiamo verso la nostra meta, con una certa sicurezza, grazie ai vari moderni strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione, benedetto anche chi ha inventato i GPS, e dopo aver sbagliato strada, non più di un paio di volte, porco qui e porco là, eccoci a bussare all'antico portone, che ci fa entrare oltre che nelle nostre camere, anche nell'atmosfera della città. Senti subito quel delizioso sentore di antico perché i palazzi che si alternano lungo le strade che vanno verso il centro hanno mantenuto la medesima omogeneità che rende Lucca davvero una bella città. Complice il tempo bigio, quasi da sottile nebbiolina alessandrina e la bassa stagione, camminare nelle strade con la luce fioca dei lampioni, incrociando solo qualche raro passante sul selciato bagnato e lucido, dà una suggestione rara che ti fa riconsiderare l'impressione di nervosa accidiosità che ti aveva pervaso all'arrivo. Sarà che non devi più trascinarti i bagagli e che invece le luci altrettanto nascoste del ristorante scelto per passare la serata in stile osteria toscana, sono ormai vicine e il cuore si riscalda, oltretutto il pranzo è stato quasi saltato. Mangiare bene, in buona compagnia, magari tagliatelle al cinghiale e pasta fatta in casa e camminare lentamente per le strade di una antica città per te nuova, è un grande piacere, un ultimo boccone di piacevolezza da aggiungere alla fine come un delizioso dessert in uno di quei pranzi che hai gustato dall'inizio alla fine. Tanto per restringere in fondo all'animo la tristezza del momento, un modo di rimandare ancora un poco quel termine del viaggio, tratto ideologico che vorresti non finisse mai.

San Frediano

SURVIVAL KIT

Guest house S. Giustina - Via S. Giustina - Lucca - In pieno centro storico ma ragionevolmente vicina ai parcheggi esterni alle mura dove dovrete lasciare la macchina (500 m. circa). Poche camere ricavate in un antico palazzo e arredate con cura. 68 € la doppia senza colazione (c'è comunque caffè e té). Bagno privato esterno. Dotazioni buone, pulito e silenziosissimo. Il gestore è molto gentile e dà buoni consigli. Possibilità di pacchetto con affitto biciclette molto interessante per girare la città e le mura. Consigliatissimo per qualità/prezzo. 

Vecchia Trattoria Buralli - piazza S. Agostino 10 - Lucca - Classica trattoria toscana, con piatti tradizionali e lucchesi in particolare, una delle più antiche della città, molto frequentata dai locali. Ambiente consono. In generale tutti i piatti da noi ordinati (eravamo in quattro) piuttosto buoni. Crostini, pappardelle al cinghiale, tagliatelle con tartufo nero e altre piacevolezze. Pasta fatta a mano e cacciagione disponibile. Servizio cortese e professionale. Rimane la voglia di provare altri piatti che ti passano accanto per gli altri tavoli e appaiono golosi. Prezzo congruo. Da riprovare.

Pappardelle al tartufo

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 121 (a seconda dei calcoli) su 250!