Beh anche stavolta i piedi a terra li abbiamo messi e non è sempre scontato in fondo, quella cosa enorme che sta per aria contrastando qualunque legge della fisica, è rimasta lì sulla pista, e poi non è mai così certo che lo faccia fino in fondo, ma forse anche per l'aereo varrà la storia del calabrone, la cui forma in teoria gli impedirebbe di volare, ma lui non lo sa e così continua ad andarsene di fiore in fiore senza problemi. Dunque ci si avvia all'uscita e che piacere finalmente essere capitato in paese non ossessionato, come tutti quei paesi che più e ben più gravi problemi hanno, più creano barriere e muri, che invece ti lascia entrare praticamente in automatico, un timbrino e via senza rotture ipocondriache di marroni. Anche la valigia te la trovi già lì sul nastro, vomitata da quella apertura che la fa emergere dai sotterranei come le belve nel colosseo, rinnovando un altro miracolo ogni volta inspiegabile. Ed eccoci così in un attimo nel grandissimo salone arrivi, popolato di masse in movimento, ognuno per la sua destinazione finale. Qui rimangono da espletare delle incombenze che dietro consiglio degli amici che già hanno percorso queste strade, è necessario fare subito e che come mi avevano preannunciato, si riveleranno utilissime se non indispensabili e che vi indicherò a suo tempo nella sezione di guida vera e propria. Cambio soldi, acquisto di scheda telefonica locale e della famosa T-money card per i mezzi.
Tutte cose per cui avevo calcolato tempi consistenti e che invece si risolvono in un attimo senza difficoltà alcuna, segno inequivocabile che siamo arrivati in un paese civile dove le cose semplici vengono ancor più semplificate a tutto vantaggio dell'utente. Una semplice richiesta di indicazione all'apposito bancone delle info turistiche, ne troveremo dappertutto in giro per il paese, ed eccomi diretto alla banchina dove parte il bus express diretto in centro e che mi dovrebbe scaricare a pochi passi dalla mia sistemazione in Seul, come recita la piantina che il gestore mi ha inviato dietro mia richiesta. Eccolo che arriva il nostro 6011, ma come si farà a trovare la fermata giusta? Qui nessuno parla inglese, almeno così pare. L'autista che mi aiuta a caricare il valigione a cui mostro la mappa. mi fa subito segno di stare tranquillo, mi dirà lui quando scendere. Appoggio la T-card sul sensore e sento il tipico bip che mi segnala di aver pagato e che sentirò per decine e decine di volte nel corso di questo mese ed in un attimo sono seduto in un sedile regale (28 posti su un bus da 52, tanto per capirci) e questa sensazione che comincia a convincermi che d'ora in poi tutte le mie proccupazioni di incappare nelle mille difficoltà che ti si pongono tra le ruote in un paese straniero ed ostico per lingua ed abitudini, svaniranno come neve al sole. Davvero in questo paese la prima sensazione è che tutto sia facile o quantomeno predisposto per agevolare l'utente, non di punirlo rendendogli la soluzione dei suoi problemi un puzzle inestricabile da risolvere con sofferenza.
Tutto questo mi piace e mi mette di buonumore, nonostante la notte in bianco e la stanchezza che comincia a pesare sulle vecchie ossa scricchiolanti. L'aeroporto è piuttosto lontano dal centro, un'oretta di viaggio, che tuttavia ti consente di cominciare a conoscere questo paesaggio che a poco a poco diventerà familiare. Ci si muove dalla costa, un frastagliato dedalo di isolette ed isoloni lasciati in secca provvisoriamente dal movimento delle maree che creano un dedalo di sabbioni, coperti, nei punti più alti, da canneti che lasciano indovinare zone umide molto popolate, il tutto alternato a collinette ripide a mammelloni, completamente ricoperte di boscaglia verdissima ed impenetrabile, parrebbe quasi tropicale se non fosse per una assoluta preminenza di latifoglie classiche dei climi freschi, segno inequivocabile che qui la piovosità è forte per quasi tutto l'anno. Speriamo bene di essere fortunati come scelta del periodo. Nel cielo passano nuvole bianche e veloci che lasciano presagire bruschi cambiamenti del tempo. L'autostrada che collega al centro è di quattro più quattro corsie, l'Oriente è partito tardi, ma quando ha cominciato, ha avuto l'opportunità di fare subito le cose in grande e si vede, ma noto immediatamente che di quando in quando le segnalazioni di telecamere fisse per il controllo della velocità si susseguono con allarmante scadenza. Eh sì, qui i limiti, 80, 60, 30, molto raramente i 100, bisogna rispettarli se no ti castigano, ma nessuno mi ha poi dato segno di lamentarsene.
Come ho detto attraversiamo una zona costiera frastagliatissima e complicata per cui i tratti tra terra e mare che poi si confondono con il delta del grande fiume che attraversa Seul, sono una sorta di labiirinto che costringono ad una continua alternanza di tratti a terra e di lunghissimi ponti sospesi, inframmezzati da tunnel che non finiscono mai. Intanto frammenti di città compaiono ai lati come sospesi nelle nicchie tra le alture, seminascoste nei punti più profondi delle valli, che da lontano paiono case, ma appena ti avvicini si rivelano quartieri di evidente nuova espansione con selve di palazzoni dai 25 ai 50 piani cadauno, tanto per capirci. Quartieri dormitorio probabilmente, bianchi ed anonimi per fronteggiare popolamento ed inurbazione che hanno seguito lo sviluppo esponenziale del paese nel momento topico dell'esplosione delle cosiddette tigri asiatiche degli anni '80. Poi, quasi senza accorgercene, siamo in città, che capisci subito essere costituita da una serie di centri sparsi, ognuno con le sue specifiche, cresciuti indipendentemente e poi quasi artificiosamente collegati per diventare una grande, immensa capitale di oltre 10 milioni di abitanti, il cuore pulsante, economico, culturale e politico del paese. Una vista che a tutta prima non offende proprio per essere dosata attraverso una continua serie di spazi verdi, aree fittamente costruite soprattutto in altezza, parchi urbani immensi e quartieri che mantengono ancora, se è possibile, caratteristiche tradizionali, con un traffico a prima vista ancora vivibile.
Così ragionando arriva anche la nostra fermata, l'autista in guanti bianchi e mascherina, mi aiuta a scaricare il valigione ed eccoci in strada a seguire la piantina che ho tenuto religiosamente in mano in cerca del nostro ostello. E qui parte un altro dei refrain che ci seguiranno costantemente per tutto il viaggio e che ti fanno subito capire qual è il carattere delizioso degli abitanti di questo paese. Non fai a tempo a fermarti su un angolo per dare un'occhiata alla cartina studiando il da farsi, che subito vieni avvicinato da una o più persone che si offrono di aiutarti a cercare la tua meta e se non riescono a spiegarsi, quasi nessuno parla inglese, anche tra i giovani, ti accompagnano fino a destinazione piantando lì di fare quello che stavano facendo. Un paese di persone di gentilezza squisita che ti lascia subito stupito, perché a queste fatte, noi Europei non siamo abituati. E dunque come preventivato, spalle al grande castello del parco di Changdeokgung, bisognerà a poco a poco abituarsi a questi nomi per noi un po' difficili da pronunciarsi, ecco il vicoletto dove si nasconde il nostro riparo per la notte nella capitale. Qui dovremo subito abituarci alle consuetudini che troveremo costantemente nel prosieguo del viaggio, camere piccolissime, diciamo pure basiche e scarpe lasciate fuori, retaggio di abitudini antiche. Così con un largo sorriso, ecco che ci viene incontro il signor Hung Soon, con in mano le chiavi della nostra cameretta.
SURVIVAL KIT
Dall' aeroporto al centro - Bus express n. 6011, uscita 10 - 17.000 W. In un'ora raggiunge il centro in diverse fermate, l'autista a cui segnalerete la vostra vi indicherà quando si arriva.
Beewon Guesthouse - 77-4 Donhwamun-ro 11ga-gil, 종로1.2.3.4가동 Jongno-gu, Seoul - 2 stelle in linea con la categoria. Camere molto piccole ed essenziali secondo gli standard occidentali, ma con le cose necessarie. TV a parete, minifrigo, acqua fredda e calda a disposizione, AC e riscaldamento, free wifi potente in camera senza pw, phon e materiali per il bagno, anche questo minimal, tutto un po' datato ma funzionale. Zone comuni dove passare il tempo o portarsi materiali per fare colazione. Possibilità di lasciare il bagaglio. Pulizia ottima. Camera doppia con letto queen dai 35 ai 45 € a seconda dei periodi. Il plus assoluto di questa sistemazione è dato dalla posizione che si trova nel pieno centro del quartiere centralissimo di Jongno, dal quale avrete accesso a piedi a molte delle cose da vedere in zona (i principali castelli, templi e zona di Insadong street) e l'accesso a d almeno 4 linee di metropolitana che vi consentiranno di spostarvi rapidamente in ogni punto della città. Ma la cosa in assoluto più apprezzabile è la cortesia e l'aiuto che fornisce il proprietario, che vi sarà indispensabile per i consigli su luoghi, orari e spostamenti, nonché perenotandovi direttamente le cose di cui avrete bisogno e che certamente avreste difficoltà a fare da soli. Inoltre parla bene inglese cosa non frequentissima nelle sistemazioni di questo livello. Ad esempio a noi ha cercato e prenotato i biglietti del bus per Andong, ce li ha stampati oltre a fornirci le indicazioni necessarie per raggiungere la stazione. Inoltre a mia richiesta prima della partenza mi ha inviato una mail con le indicazioni dettagliate per arrivare dall'aeroporto e la mappa per raggiungere a piedi l'hotel. Consigliato. Grazie ancora sig. Hung!