mercoledì 31 agosto 2022

Un tour d'Italie 28 - Minori

La costiera - foto T.Sofi


 L'uso del traghetto negli spostamenti in costiera, ha un duplice vantaggio. La velocità con la quale si possono raggiungere le diverse località e contemporaneamente il vedere dalla parte del mare tutta la costa che sfila davanti ai vostri occhi mostrando gli anfratti, i punti segreti e quasi sempre poco o per nulla visibili, seguendo le tortuose stradine che la percorrono dall'interno. Non c'è dubbio che anche questo sia un punto di vista in più e quanto mai piacevole, oltretutto il tratto sul mare, sempre ovviamente che il mare stesso sia calmo, offre un percorso panoramico e assolutamente gradevole. Nel mese di maggio, poi, oltre alle temperature sempre dolci e temperate dalla brezza mediterranea, le giornate sono lunghe e sfruttabili al massimo e le ombre della sera avvolgono dolcemente le pendici del monte che scende verso le onde in balze verdissime punteggiate di casette bianche, mentre i paesi appaiono come colate di colore esposte sui promontori o seminascosti alla vista nelle piccole insenature in cui il mare penetra come a voler conquistare anche quelle parti più riparate e segrete. Certo che dopo aver trottato tutto il giorno, pur con i ritmi assonnati dell'anziano in fase di riposo, alla sera le gambe sono un po' stanche, però come fai a non inserire nei ritagli di tempo che precedono il momento di mettere le gambe sotto al tavolo, il dare un'occhiata anche al paesino che ti accoglie, che sarà pure, nomen omen, Minori, ma non per questo è poco interessante, anzi, il vecchio centro si fa girolare davvero con piacere. La chiesa merita sicuramente un'occhiata e non troppo sfuggevole essendo una vera e propria basilica, dedicata a Santa Trofimena e già solo per il nome, oltre che per la sua imponente facciata neoclassica, obbliga ad una particolare attenzione, non fosse altro perché eretta proprio davanti alla spiaggia dove furono trovate le ossa della giovinetta martire, portate appunto dal mare. 

E di certo la chiesa è importante, ma non dimentichiamo che si possono prendere i classici due piccioni con una fava, in quanto appena di fianco ha sede il liquorificio Mansi, produttore del noto Limoncello di cui si dice un gran bene. E non vorrete venire fin quaggiù senza portarvi a casa la suddetta delizia che se vogliamo, è una delle eccellenze italiane ormai diffuse in tutto il mondo. La visita al locale è piuttosto deludente in quanto il tutto si rivela essere alla fin fine un negozio di vendita, ma qui sembra si faccia tutto ancora con il metodo artigianale dove la manualità del trattamento dei limoni e relativa sbucciatura, la fa ancora da padrona. I prezzi sono ovviamente di affezione, ma si sa, siggnò, la qualità si paga e dunque non stiamo a lesinare e riempiamo il nostro cartone coi regalini per parenti e amici e qualche cosa rimarrà anche per noi, specialmente la variante della crema al pistacchio che mi ha letteralmente conquistato. Dunque bando al braccino corto e vai col tuo fardello sottobraccio da ricoverare assieme al resto nel bagagliaio, per fortuna capiente. Adesso bisognerà pure calmare la fame dopo aver trottato tutto il giorno ed i tavoli del locale che ormai ci tratta da vecchi clienti ci accolgono amichevoli, gli scialatielli, ti fanno innamorare e il tonno scottato che mi è arrivato successivamente, devo dire che me lo ricorderò per un pezzo. Tutti simpatici come naturale da queste parti e anche le lunghe attese, se sono condite da un bel sorriso e un paio di battute le puoi sopportare. Intanto è un modo di passare la sera, detto tra noi. Comunque quando esci ti puoi fare ancora un giretto per digerire tra i vicoletti del centro, fino al mare almeno, così avrai l'occasione di arrivare davanti ad un'altra delle perle di Minori e vi assicuro questo è una tappa obbligatoria se arrivate fin quaggiù, guai, guai, guai se ve la perderete, se ve la lascerete alle spalle per semplice distrazione o per colpevole negligenza. 

Sto parlando naturalmente della pasticceria Sal De Riso che fa bella mostra di sé con un ampio dehors sul lungomare. E' chiaro che la notorietà ricevuta con la serie di comparsate televisive dalla Antonella nazionalpopolare, ne hanno fatto un personaggio di grande fama e quindi il locale è ormai al centro di una attenzione ossessiva, ma bisogna dire che prima di parlare bisogna assaggiare la sua Delizia al limone e poi non si parla più, si rimane solo lì con gli occhi semichiusi ad assaporare la leggerezza angelica assoluta, la meraviglia del gusto che si sparge in bocca mentre si sognano effluvi di limoni, dolcezza misurata, velluto assoluto della panna. Una goduria assoluta, poi, solo poi, concedetevi la visione infinita della vetrina dove sono esposte le sue straordinarie creazioni, e vorresti rimanere a lungo lì, giorni e giorni a provartele tutte, una dopo l'altra, una di seguito all'altra non decidendoti a scegliere se per saporosità o per bellezza delle forme. Ci siamo tornati e ritornati ogni sera, inevitabilmente come dei consumatori ormai resi dipendenti da una droga della quale non puoi più fare a meno, attirati nella tela del ragno per nutrirci di scariche di veleno che manderà la mia glicemia alle stelle, ma che dolce morire! Non voglio più insistere oltre, ma questa pasticceria di Minori è una delle esperienze mistiche che dovrete fare una volta arrivati qui. Se volete anche ridere un po' fate ancora una cinquantina di metri a vedere la traccia di una saga familiare per me divertentissima, per loro forse assai meno. Infatti poco più in là troverete un'altra pasticceria che facilmente confonderete con la prima, stesso logo, stessi colori e accidenti stesso cognome, si tratta credo di un fratello o parente stretto evidentemente in lite legale col primo, cosicché proprio davanti, la fermata del bus è completamente tappezzata da un manifesto gigante che recita: L'autentica e originale pasticceria Sal De Riso è a 100 metri sulla sinistra! Siamo in Italia, paese dove la litigiosità legale diventa arte.

La delizia al limone di Sal De Riso

SURVIVAL KIT

Ristorante La botte - Via Santa Maria Vetrano - Minori - Ristorante perennemente affollatissimo e frequentato soprattutto da locali, farete bene a prenotare. Piatti tradizionali e pizze serviti in quantità abbondante. Molto pesce. Ci siamo stati più volte e in generale la qualità è sempre stata costante e valida. I prezzi sono assolutamente contenuti considerando che siamo in costiera. Per un paio di piatti siamo sempre stati attorno ai 25/27 € che direi è assolutamente un ottimo rapporto qualità prezzo. L'unico appunto è che di norma i tempi di attesa sono piuttosto lunghi, ma lo consiglio decisamente.

Il tesoro del duomo di Amalfi

martedì 30 agosto 2022

Un tour d'Italie 27 - Amalfi

Ristorando - foto T. Sofi

 Se Ravello è il balcone sulla Costiera, Amalfi ne è la deliziosa bomboniera all'interno della quale sostare a lungo anche solo per riposare le gambe e far lavorar egli occhi che non la vogliono smettere di guardarsi intorno, di godere di quanto li circonda. Scesi in poco tempo con il comodo bus cittadino, la piazzetta davanti alla scalinata del Duomo è uno delle postazioni ideali per cazzeggiare un po' senza affaticarsi troppo. Non fate caso al fatto che ci sia molta gente, ma se in luogo come questo non ci fosse molta gente vorrebbe dire che probabilmente è scoppiata la guerra nucleare e tutti sono incuneati metri e metri sotto terra. Te ne puoi stare lì seduto da qualche parte, a un bar, sulle panchette del gelataio o anche semplicemente sui gradini, ma che caleidoscopio di colori si muovono all'intorno! Che profumi di limone, di fiori, di gioiosa allegria! D'accordo, io me ne sto seduto qui con un gigantesco limone giallo e bitorzoluto in mano, ricolmo di uno spettacolare sorbetto, che forma una enorme montagnola bianca, da rimirare prima, poi da scalpellare a poco a poco con una palettina che ne trasporterà fino alle tue papille, la saporosa dolce agra squisitezza scioglievole, che inonda tutto il cavo orale fino a quando il gusto esplode in gola e ti rimette in pace col mondo. Che importa se costa quanto un gioiello di media caratura, evvia, fatti non fummo a viver come bruti, e spendiamoli 'sti soldi benedetti, se questo può darci un piccolo piacere e al contempo fa girare il grano, che l'economia ne ha tanto bisogno. Così sono seduto assaporando e mordicchiando, lappando e sciogliendo, circondato da serti di limoni che pendono dal muro, da trecce di agli antivampiro, da aranci ed altri frutti che fanno da sfondo e davanti, una sfilata di fanciulle in fiore in attesa del loro passi per la felicità, la mano tesa da una parte, le monete tintinnanti dall'altra, mentre il sorbettaio, scava, riempie e serve, ficcando il grano nella tasca capiente, con il largo sorriso del mietitore allegro che sta riempiendo il silo per l'inverno. 

C'è poco da dire, il limone è una delle ricchezze della costiera; di alberi di limoni son piene le balze dei monti che si ergono su tutta la costa e nelle sue rientranze più recondite, sui gradoni costruiti con pazienza infinita nei secoli, addirittura nei millenni; protetti con cura da nere reti antigrandine che tracciano pennellate decise sul paesaggio. Ci dicono che la raccolta è cominciata, ma i bene informati suggeriscono a mezza voce che è ancora un po' presto e che tutta questa rigogliosità ed abbondanza puzza un po' di roba in arrivo dalle Calabrie, orrore, non sia mai che si confonda l'oro con l'argento, si fidi di me siggnò che glieli procuro io una decina di chili di limoni sicuri per il giorno che parte. Insomma anche questo è un divertimento. Intanto cominciamo a goderci questo spettacolare Duomo che si erge in cima alla scalinata come un altare su cui officiare la messa cantata di una visita che è ovviamente un obbligo assoluto, specie se è la prima volta che calpestate i gradini di questo sacro monte. Ora è inutile che vi descriva in qualche modo questo spettacolare monumento, sia perché la povertà del mio racconto ne danneggerebbe il valore assoluto, sia perché la maggioranza dei miei venticinque lettori, lo avranno sicuramente già visto. Comunque i mille anni malcontati di storia di questa chiesa, ammucchiati nella congerie di stili che si sono succeduti nel tempo, hanno creato una straordinaria mistura di bellezza e di eleganza che te ne fa apprezzare ogni scorcio ed ogni passaggio a cominciare dal romanico unico nel suo genere della facciata che disegna la cima della salita. Rimani per così dire subito abbagliato dalla scansione data dall'alternanza dei bianchi e neri degli archi e delle colonne, dall'eleganza delle trifore del porticato esterno, dall'oro dei mosaici e dagli smaglianti colori delle maioliche delle cupolette. 

L'interno, con le belle opere di ogni epoca che qui hanno lasciato la loro traccia, cosa che ne fa anche uno scrigno contenitore di grande spessore, ti introduce poi, sempre col naso girato per aria, nel chiostro del Paradiso, oasi incassata tra le costruzioni circostanti, ma la parte che più mi ha impressionato è la stupenda cripta che contiene tra le colonne e le volte ardite, i magnifici affreschi che raccontano l'arrivo del corpo di S. Andrea a cui la cattedrale è dedicata. Non puoi che rimanere a lungo seduto tra i banchi a goderti l'ambiente e le grandi figure che incombono nella semioscurità, con una ricchezza assolutamente unica. Un'atmosfera di fede sacrale, ma al contempo di ammirata concentrazione artistica. All'uscita, salendo le scale, cerchi di prendere fiato, un po' per l'emozione, un po' per l'età che ti impedisce di farle di buon passo senza il fiatone, così che la gentile addetta ti si rivolge con cenni di approvazione, cercando di riconoscere in te la sindrome di Stendhal che evidentemente colpisce anche qui un gran numero di visitatori, pare specialmente i giapponesi. - Bello eh, siggnò, ho visto gente piangere mentre saliva da questa scala - ribadisce con l'occhio consapevole ed esperienziato di chi sta a guardia di un fortino ricolmo di preziosità ineguagliabili, certo non un semplice bidone di benzina da proteggere dai ladri di polli. Beh, in fondo fa piacere vedere che anche chi la bellezza assoluta ce l'ha sotto gli occhi tutti i giorni, continua a rendersene conto e ad apprezzarla, non fosse altro perché gli garantisce uno stipendio. Fuori, ancora calca, due passi nella stradina dei negozi, un altro sorbetto al limone e come si fa a resistere all'offerta di queste due rigogliose gelataie dalle forme abbondanti di certo costruite con  l'abuso delle loro stesse dolcezze. Scendiamo con calma, dai, e andiamo a riprendere il traghetto che torna a Minori, che la giornata non è ancora finita. 


Duomo di Amalfi

SURVIVAL KIT

Duomo di Amalfi - Sulla piazzetta in cima alla scalinata in uno dei panorami più famosi del mondo. Con 3 € di ingresso potrete visitare il ricco interno della chiesa, costituita dall'unione di due chiese diverse, il chiostro, il museo e la cripta sicuramente la parte più emozionante. Calcolate almeno un'oretta per la visita completa, ma vi consiglio di passare almeno un po' di tempo seduti davanti alla scalinata ad assaporare lo spettacolo di questa bellissima cartolina italiana. Ovviamente, tra le bellezze dii Amalfi, la più imperdibile.

Duomo di Amalfi - La cripta


lunedì 29 agosto 2022

Cronache di Surakhis 99 - L'inciucio

 

dal web - Scuola e cultura

Su Surakhis l'estate stava finendo e con lei la calura che aveva calcinato per mesi le strade di Novagorad e cominciava ad arrivare la brezza fresca da nord che spingeva verso la città i fumi delle ciminiere delle centrali a merda che avvolgevano così le case di un profumo delicato e ben conosciuto anche se non del tutto gradito dalla popolazione che per la verità aveva ben altri problemi per la testa. Il governo di Drakes, che unico in quanto a credibilità nella galassia, aveva protetto l'economia planetaria dai guai più grossi, era stato fatto inopinatamente cadere dall'azione combinata di tutti i partiti politici, chi per smania di potere che ancora non aveva, ma che sperava di ottenere visti i sondaggi che circolavano da mesi, chi per odio personale, chi per semplice stupidità o ignoranza, visto che le nuove elezioni ne avrebbero decretato la scomparsa. Tuttavia la guerra scoppiata con Andromeda e le inopinate sanzioni emesse contro il duce supremo di quella galassia, avevano fatto salire alle stelle il costo dell'energia prodotta ormai soltanto più con il combustibile base dell'universo, la merda, e anche ovviamente il prezzo del cibo che alla fine era solamente il passaggio per arrivare alla produzione di nuovo combustibile. D'altra parte, quando si era optato per la costruzione di quel tipo di centrali era stata divisata come l'unica scelta sensata possibile, dato che quello era il materiale meno costoso e anche maggiormente disponibile nell'universo. 

Oltretutto i plurianati che essendo presenti in maggioranza su quasi tutti i pianeti della galassia, ne erano i maggiori produttori, vantando una trasformazione del cibo in merda che sfiorava il 100%, avevano fatto valere il loro numero e non c'era stata lotta ai seggi, salvo qualche piccola scaramuccia coi petomani di Rigel V che avrebbero preferito l'utilizzo dei materiali gassosi al posto di quelli solidi, anche se questi ultimi erano più facili da controllare. Comunque sia, il governo era caduto, tutti gridavano al voto, al voto! anche quelli che erano sicuri di perdere. Angurioni, l'amazzone che guidava la coalizione di estrema destra e che era quella che gridava di più, aveva il vento in poppa e la certezza che avrebbe governato almeno il pianeta se non l'intera galassia per il prossimo ventennio e già sognava i fasti del millenario impero precedente, anche quello durato più o meno vent'anni, anche se il suo partito faceva riferimento all'anno del loro pianeta di origine, il lontano D'appiopre VII, dove l'anno durava solo pochi minuti e quindi quell'impero poteva a tutti gli effetti dirsi millenario. Ma l'astuto commissario delle Gilde che aveva da sempre un accordo segreto col Clan dei Matt(e)i, si sentiva sempre più messo all'angolo e brigava per trovare una via di uscita intelligente utile. Dopo una infinita serie di riunioni segretissime alle quali erano invitati solamente un migliaio di giornalisti dei clan Boccalarga, era balenata un'idea balzana all'apparenza ma che avrebbe anche potuto fornire una possibile soluzione. 

Con l'aiuto di Calendula officinalis che si era messo a capo del famoso 25° polo, a cui sarebbero seguiti anche tutti gli altri 24 e con il quale si erano detti peste e corna per tutti gli ultimi cinque anni, uniti e affratellati, avrebbero proposto a Drakes di rimandare le elezioni fino alla primavera successiva, data di scadenza naturale, rinunciando ad anticiparle, dandogli mandato di fare qualunque cosa necessaria a sistemare l'economia del pianeta, fare abbassare il prezzo della merda o quantomeno ridurre i costi delle bollette energetiche rimandandone il pagamento all'espianto degli organi di nipoti e pronipoti e dilazionando così il problema. La sua credibilità galattica avrebbe fatto sicuramente da garanzia a tutte le banche universali che si stavano apprestando a bloccare definitivamente l'uscita da Surakhis a chi non avesse lasciato in pegno almeno un organo pari, occhio, rene, testicolo, posto che ancora ne avessero. Così alle elezioni di primavera, mese tra le altre cose in cui i venti mutavano direzione e gli abitanti non erano più ammorbati dalle esalazioni delle centrali e quindi più favorevoli ad eleggerli con aumento delle prebende, avrebbero potuto avere come si dice la pappa fatta e buttare come avevano sempre fatto tutta la merda (anche in senso reale) su Drakes, affogandolo definitivamente nel liquame e prendersi i meriti del risultato ottenuto. Paularius che osservava la situazione dalla sua villa sulle colline, se la rideva leggendo le relazioni dei suoi Sardar e intanto si provava i nuovi modelli di camicie brune che si riprometteva di indossare nel giorno della sfilata della vittoria.


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domenica 28 agosto 2022

Un tour d'Italie 26 - Ravello

Ravello - Villa Rufolo - Belvedere - foto T. Sofi


Devo confessare che, anche se non capisco perché, camminare tutto il giorno sul selciato di Pompei, senza sosta e pure sotto un sole ancora niente affatto cocente, mi ha devastato completamente. Piedi fumanti, colonna vertebrale dolente in più punti, anche sbilenche, spalle scariche e trinciate dalle tracolle, sensazione di essere all'ultima spiaggia. Insomma mente appagata dalla bellezza e dalle pulsioni storico-artistiche, corpo devastato completamente dalla fatica. Allora diciamolo pure, il fisico non regge più, bisognerebbe prenderne atto e non è il gelato al limone cui ho fatto cenno nel nostro ultimo appuntamento che possa lenire gli acciacchi. Quello farà pure piacere, a parte che poi la sete aumenta, ma è che non ce la si fa più. Scriviamolo e andiamo avanti, se possiamo naturalmente, o quantomeno teniamolo a memoria e facciamo piani di volo più commisurati all'età che avanza senza dare scampo e se la voglia irresistibile di conoscenza non si placa, almeno il cervello si attivi per dare limiti possibili. Questo mi ragionavo mentre la macchina filava via liscia e il guardrail della strada scorreva dividendo le ombre della sera che calavano implacabili sulle nostre schiene antiche e stanche. Ma presto la piccola catena dei monti Lattari ci si para davanti e bisogna inerpicarsi ancora un po' per raggiungere la nostra ultima Thule, l'estremo sud del nostro viaggio. Allora forza, ancora un'ultima serie di tourniquet per superare il valico di Chiunzi e poi giù per la stradina che porta verso il mare, tra curve, controcurve a colli segnati da terrazzamenti millenari, coperti di olivi, limoni e viti maritate, insomma la bellezza del paesaggio del nostro sud, delle meravigliose coste mediterranee che olezzano di profumi forti e naturalmente non mi riferisco alle immondizie che comunque qui non appaiono, anzi è tutto piuttosto pulito alla vista. 

Arriviamo a Minori, dove ci eravamo accaparrati due stanze, in poco più di un'oretta, prendendocela comoda e il proprietario dell'hotel ci accoglie con la classica bonomia campana, mi fa ricoverare l'auto in un parcheggio, che tanto qui è meglio girare coi mezzi e quindi anche questa pratica è definita, poi ci vengono somministrati tutta una serie di utili consigli su luoghi da vedere, limoncelli da provare e info pratiche su traghetti e tutto quanto serve in questi casi inclusa trattoria casalinga che ti fornisce robba 'bbuona e non ti scanna, tanto per smentire quanti che ci pronosticavano che in Costiera dove vai, sono mazzate. In effetti bisogna essere in grado di scegliere o essere ben consigliati, ma si può mangiare ottimamente a prezzi assolutamente onesti. Le seppioline in umido e gli antipasti misti seguiti da un bel fritto ci hanno rimesso in pace col mondo, hanno contribuito a calmare l'acido lattico nei polpacci e quando mangi bene vai poi anche a dormire tranquillo e disposto ad affrontare la giornata successiva con cuore leggero. Anche la colazione del mattino dopo aiuta, forse perché illuminata da una serie di torte presentate a fette le une vicine alle altre tra le quali la scelta si presenta subito difficile. Imbarazzo comunque piacevolissimo. Ma l'ho già detto che qui in costiera la pasticceria è uno dei punti di forza più eclatante e che bisogna tenerne conto quando si considera l'indice glicemico prima della partenza? Mi sembra di no, allora vi confermo che questo è un punto piuttosto importante e da non sottovalutare se deciderete di visitare questo territorio. E poi via, che queste calorie in qualche modo bisognerà smaltirle e non c'è altra maniera che cominciare a trottare qua e là, almeno cercando di seguire il piano di base che ci eravamo precostituiti. Mi sembra comunque che la scelta di Minori come punto di appoggio abbastanza centrale per poi spaziare in qua e in là lungo la costiera, sia stata abbastanza indovinata e allora vai, cominciamo la fase esplorativa che tuttavia parte sempre da un traghetto per arrivare ad Amalfi, punto centrale da cui poi procedere a raggiera all'intorno. 

Si procede quindi col bus che sale fino a Ravello attraverso una stradina tortuosa, ma che ti consente di arrivare fino all'ingresso del paese con grande comodità. Il passaggio d'obbligo è la visita di Villa Rufolo con il suo spettacolare balcone sulla costiera, definito da alcuni il più bel panorama del mondo. Passeggiare in questo mirabile giardino dove si dice Wagner abbia immaginato le bellezze di Klingsor nel Parsifal, ha una particolare valenza. Non puoi rimanere insensibile a una visione del genere, il pericolo è proprio quello invece di rimanerne incantato e restare qui a lungo, troppo a lungo senza sapertene staccare. Il mare lontano sotto di te, le due torri, il chiostro moresco che fanno da quinte alle aiuole fiorite, ti invitano a restare come il viandante di Friedrich, qui davanti all'azzurro del mare invece che al mare di nebbia, ma egualmente estatico, col cuore che rallenta i battiti, la mente che si ferma, il pensiero quasi assente, solo l'emozione che pulsa e che da un lato placa, dall'altro esalta per la considerazione di come sei fortunato a poter essere qui a godere di una visione così bella ed appagante. Accidenti se vale la pena! Pensa a cosa può essere essere seduti qui la sera durante il Festival ad ascoltare una grande orchestra che racconta le vicende dei Nibelunghi davanti a questo palco naturale. Poi esci fuori dopo esserti goduto anche la villa e i suoi interni, le piante ed i fiori e finisci dritto davanti alla porta di bronzo del Duomo, con le sue 54 formelle che raccontano di Santi e di storie della Passione, capolavoro che da oltre 800 anni domina questa piazza circondata di verde. Memorabile è anche il pulpito di Bartolomeo da Foggia con le sue volute eleganti e la cripta che custodisce il museo con i suoi argenti preziosi. Davvero bello, tanto che quando decidi di riprendere il bus per ridiscendere ad Amalfi, ti spiace più per quanto hai lasciato da vedere, altre chiese, altri giardini, altri belvedere lanciati sulla costa, che non per la soddisfazione di quanto hai visto. L'uomo è per sua natura incontentabile, insomma non gli basta mai. E qui ce n'è da dispiacersi!

Villa Rufolo - Ravello

SURVIVAL KIT

Costiera Amalfitana - Spostamenti - Le località da visitare sono molte; considerate almeno Amalfi, Positano, Ravello, Vietri e Sorrento, senza magari trascurare qualche centro minore ma non meno interessante. Trovato un luogo baricentrico nel quale alloggiare (ottima soluzione Minori) potrete spostarvi in auto, soluzione che sconsiglierei considerate le strade strette e molto trafficate oltre a grandi difficoltà di parcheggio. Diversamente il metodo migliore è il traghetto, con corse molto frequenti, che fanno sosta in tutte le località e possono quindi dare luogo a molti itinerari diversi. Il punto centrale è Amalfi e da qui si va in tutti gli altri luoghi. I prezzi sono accettabili considerata la comodità e le belle viste dal mare. Procuratevi la carta con tariffe e orari. Nel caso si perda la corsa e si debba aspettare troppo per la successiva, c'è sempre l'alternativa del bus, un po' più lento causa traffico, ma che conduce alle stesse mete se pur con tempi un po' più lunghi.

Hotel 7 Bello - Via Nazionale 39 - Minori - 3 stelle a conduzione familiare. Ottima posizione come base per la Costiera. A 150 metri dai traghetti e dalla spiaggetta di Minori. Camere in linea con la categoria, pulite e bene attrezzate. AC, TV, frigo, free wifi in camera. Prezzi variabili con la stagione dai 100 ai 120 la matrimoniale, ci sono anche alcune camere economy (cieche, ma considerando che non ci si sta quasi mai se non per dormire...) a 70 € inclusa ottima e ricca colazione. Grande gentilezza da parte dei proprietari, prodighi di consigli utili e del personale che ama coccolare gli ospiti. Parcheggio coperto 18 € al giorno. Molto consigliabile visti i prezzi della Costiera Amalfitana.

Villa Rufolo - Ravello - Se visiterete un solo sito a Ravello questo è comunque da non perdere - Visita di minimo un'oretta, giardino con spettacolare vista e villa/museo. Ingresso 7 € - senior 5 € - Entrata subito dopo la galleria. A fianco il Duomo.

Duomo di Ravello - il pulpito

mercoledì 24 agosto 2022

Vallouise e le Parc des Ecrins


Parc des Ecrins - Glacier blanc

Lo confesso, amo la Francia come più volte vi ho ripetuto e ci ritorno ogni qualvolta ne ho l'occasione. Così ieri, complice la giornata spettacolare e gli amici che a loro volta spingono, abbiamo come si dice, inforcato la macchina (o forse non si dice, ma con la bici sarebbe stato molto più faticoso dati i saliscendi e la distanza, anche se sono itinerari appunto disegnati proprio per gli amanti delle due ruote) e abbiamo preso la via del Monginevro percorrendo una delle supposte strade di Annibale al contrario e superata Briançon, che non so come mai il navigatore si ostina a chiamare Brianzoni (forse un rigurgito del ventennio o chissà, forse un  riposizionamento una volta letti i sondaggi più recenti, meglio infatti saltare subito sul carro dei vincitori) abbiamo preso la bella valle della Durance che scende verso Embrun e dopo pochi chilometri deviato a destra verso la valletta che penetra nel massiccio degli Ecrins. Subito la strada che costeggia la riva destra del fiume, un poco più dall'alto della strada principale, devia all'interno e comincia ad inerpicarsi superando prima il paesino di Les Vigreaux, del quale le guide consigliano una breve visita per apprezzare le vecchie case tradizionale del centro e continua fino a raggiungere, in circa cinque chilometri, l'abitato di Vallouise, punto di partenza per l'entrata nel parco. Poi la strada prosegue per una quindicina di chilometri risalendo la valle fino a raggiungere una amplissima area di parcheggio nei pressi di un rifugio che funge anche da ristorante, al centro di un circo glaciale dove un tempo si riunivano forse diverse lingue dei ghiacciai che scendevano dal massiccio. 

La strada per arrivare fin qui, tutta asfaltata e di facilissimo accesso ed è davvero un piacere della vista. Siete circondati da altissimi picchi a tratti di natura quasi dolomitica, con vette ardite che raggiungono e superano in alcuni casi i 4000 metri ed i boschi di conifere che ne risalgono i fianchi sono fitti e nonostante la siccità di questa annata disgraziata, ancora verdissimi. Il torrente che percorre la valle serpeggia zigzagando tra massi e scarpate, alternando tratti più calmi a ripidi salti e cascatelle che si precipitano in forre spumeggianti, rumoreggiando e lanciando schizzi bianchi tra i massi di granito. Quando la quota lascia spazio ai pascoli alti e le radure da piccoli areali tra gli alberi si mutano in ambienti sempre maggiori fino a conquistare completamente il fondo valle, la vista libera porzioni di cielo e di monte sempre più grandi e le vette si stagliano contro il blu, mentre il sole comincia a bruciare la pelle. Le montagne che ti circondano sono aspre e scoscese. Indovini pareti di roccia nuda quasi verticali che fanno da protezione a picchi alti ed aguzzi rendendone se possibile ancor più ardua la salita. Di tanto in tanto incontri gruppetti di giovani attrezzati di tutto punto, con imbragature e corde, segno che salire qui è vera e propria scalata e non più semplice escursionismo se pur di alta montagna. Incroci una palestra di roccia, nascosta dopo un piccolo tunnel scavato nel monte ed i tipi appesi alle corde o che si trascinano lungo la parete attaccati a funi di metallo fisse di una bella ferrata, mostrano una certa fatica a salire. 

Procedi ancora fino a raggiungere appunto il luogo dove lasciare le auto. Da qui puoi andare avanti lungo il greto amplissimo del torrente che ha creato una vasta area alternata ai materiali morenici scaricati dalle lingue circostanti. Il luogo è davvero di selvaggia bellezza. Cammini sulla pietraia lungo un comodo ed ampio sentiero per un paio di chilometri arrivando fino alla confluenza dei due torrentelli che escono dalle due parti della montagna, uno dal Glacier blanc, la cui lingua finale spicca maestosamente in alto da una valle sospesa da cui si precipita a valle una cascata ricca che scende fino quasi ai tuoi piedi e l'altro, che scende più rettilineo da sinistra dal Glacier noir, non più visibile da questo punto, credo perché vistosamente arretrato negli ultimi anni. Dal ponticello che lo oltrepassa per dare accesso al sentiero che prosegue poi per arrivare fino al ghiacciaio, hai la vista migliore e spazi all'intorno, dominando picchi lontani, mentre davanti campeggia la Barre del Ecrins in tutta la sua possanza; a sinistra il Pelvoux, scuro e ormai in ombra, a destra altre splendide cime illuminate dal sole. Gli escursionisti che salgono lungo il sentiero sono moltissimi, tanti ragazzi e bambini. La salita non sembra affatto impegnativa e dovrebbe permettere di arrivare al ghiacciaio in una oretta, per il rifugio del Glacier Blanc, il cartello segnala quattro ore.  

Bisogna confermare che tutto il massiccio degli Ecrins è davvero stupendo con moltissime possibilità sia escursionistiche che alpinistiche propriamente dette ed inoltre offre una vastità di opzioni davvero impressionante date anche le dimensioni del territorio. Infatti basta aggirare il gruppo verso destra prendendo la strada del Lotaret per arrivare dalla parte opposta con le salite al ghiacciaio della Meige e alle altre straordinarie cime che svettano sul versante nord. Insomma uno spettacolo per gli amanti della montagna. Noi possiamo invece scendere verso valle ritornando al paesino di Vallouise, per dare un'occhiata alle viuzze del centro antico con le belle case, magnificamente conservate e soprattutto alla chiesetta di S. Etienne, di sorprendente fascino per un paesino di queste dimensioni, con la sua volta a carena di nave, il ricco altare centrale ed alcune statue lignee di pregevole fattura. Insomma una escursioncina fuori porta che merita il viaggio di un'oretta da Sestriere. Casomai, se proprio dovete chiudere la giornata in bellezza, potete fare poi una sosta al ristorante Le Vallois a gustare qualche piatto tipico di questo versante alpino, raclette, bourguignonne, trota alla mugnaia di torrente, boite chaude (che segnalo perché molto buona). Insomma anche per integrare le calorie spese nella gita che non si sa mai. Nell'altro ristorante che ci avevano assai consigliato, non ci hanno presi anche se c'era ancora posto perché, capirà non riusciamo a trovare personale e siamo solo in tre. E qui non è neanche questione di reddito di cittadinanza.

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sabato 20 agosto 2022

Fenestrelle - Serata Taiwan

 A tutti gli amici della zona di Fenestrelle e dintorni, ricordo che oggi:

SABATO 20 AGOSTO

nella Sala Comunale di Fenestrelle, alle ore 21, si terrà, col patrocinio del Comune e della Pro Loco, il primo dei due incontri di questo anno della serie : In Viaggio Con Enrico, in cui parlerò di TAIWAN - L'altra Cina.

Nel corso della serata verrà anche presentato il mio ultimo libro pubblicato :
South China & Taiwan
Siete tutti caldamente invitati a partecipare





venerdì 19 agosto 2022

Un tour d'Italie 25 - Pompei


Pompei - Thermopolio - foto T. Sofi


 Adesso è ora di lasciarla questa isola di terme e di relax, come ieri abbiamo lasciato alle nostre spalle l'isola delle sirene, che ci ha incantato, ma fino ad un certo punto, perché la folla chiassosa e comunque invadente, fa diventare ordinario anche il paradiso e forse è per questo che ci vanno in pochi. La tratta di ritorno ci ha fatto fare comunella con quattro romani, abitué dell'isola che stavano facendo una settimana di relax in attesa di partire per Ko Samui. Appassionati di isole direi, ma proprietari di un hotel di nome a Roma, che evidentemente altri fanno fruttare al loro posto. Comunque questa mattina Ischia si è svegliata di nuovo sotto un cielo bellissimo e tocca ripartire comunque, anche se ci è rimasto nel gozzo la salita alla rocca del castello e il suo ascensore in riparazione che chissà se sarà riparato mai e magari ci attenderà nella prossima vita. Il nostro ormai conosciuto chauffeur Italo, ci porta al molo, si ritirano i biglietti debitamente prenotati su internet, ma quanto è comodo sto internet che criticate tanto! E via con l'aliscafo, ecco Partenope al di là del golfo che si avvicina sempre di più, ormai è visibile la sagoma del Castello e infine scendiamo seguendo la coda scarna dei gitanti di ritorno. L'autista della navetta del Park è lì che aspetta come un sol uomo, nel posto prefissato e vai verso la nostra auto che ci aspetta come previsto. Insomma, ma diciamolo, sembra di essere in Svizzera, altro che e vergogna a tutti quelli che trovano a che dire di Napoli. Un veloce balzo e siamo a Pompei, parcheggio e ingresso tranquillissimo visto che avevamo già i biglietti in mano. Per la verità non c'è coda, ma ormai siamo abituati ad avere tutto pronto in anticipo e non ci ricordiamo più dei bei tempi andati quando tutto era improvvisato e alla va là che vai bene. 

Che dire di Pompei, che è il sito italiano più visitato in assoluto e qualche cosa vorrà pure significare. Un luogo del genere ha tali e tante sollecitazioni storico artistiche, da fare stravedere qualunque persona al mondo, ma soprattutto sono le sensazioni psicologiche che ti rimanda ad ogni passo su quel selciato bimillenario, ad ogni angolo svoltato che ti butta in una suggestione così viva e reale da renderti possibile immaginare di trovarti davvero spostato indietro nel tempo. Saranno le dimensioni o la qualità specifica dell'artefatto, con i suoi ritrovamenti continui che ti restituiscono scene di vita quotidiana non immaginabili in qualunque altro sito archeologico pur bello e ottimamente conservato. Qui senti di ritrovarti come in una fotografia cristallizzata in quel famoso momento, mentre la cenere cadeva dal cielo e la massa di turisti che cammina nelle vie e nei vicoli ti appare come quella folla neppure davvero impaurita che cercava di uscire dalla città, forse conscia del pericolo imminente, ma forse neppure troppo. I calchi dei corpi che rinvieni in qualche casa appaiono come colti di sorpresa, quasi manifestano uno stupore inatteso davanti all'orrore che stava calando su di loro. Le case, le ville dalle più sontuose alle più ordinarie, sono lì in attesa del rientro dei proprietari, come si trovassero in quell'attimo non valutabile in termini temporali, come se l'incantesimo di una strega malvagia avesse calcato la sua maledizione annullando lo scorrere del tempo, fino al giungere del bacio salvifico di qualche principe che potesse risvegliare il tutto facendo riprendere lo scorrere della sabbia nella clessidra. 

Le fontane agli angoli delle strade aspettano solamente che arrivi il getto di acqua che presto qualcuno verrà a prendere, forse un'ancella dal peplo leggero e quasi trasparente, per portarlo dentro i cubicula, attraversando atrii pomposi o miseri ingressi calpestando mosaici di finissima fattura o pavimenti di ordinaria fattura, sotto porticati dalle colonnine leggere, per servire al bagno di padroni generosi o crudeli, non lo sapremo mai. Forse sono appena finite le feste dedicate a Dioniso ed i momenti intrisi di segreto e forse di sesso divinizzato, come raccontano gli straordinari affreschi della villa dei misteri, uno dei cicli di dipinti più evocativi, misteriosi ed avvincenti che mai mi sia capitato di vedere. Figure diafane eppure plastiche nelle loro forme perfette, congelate in un gesto ieratico dai significati esoterici. Sacerdotesse e neofite immobilizzate dal pittore prima ancora che dall'orrida coltre che sarebbe scesa dal vulcano. Un luogo magico e carico di mistero come il suo nome suggerisce. Oppure si può continuare a passeggiare per le strade tra ingressi sontuosi e thermopoli dai banchi dipinti di ingenui disegni, galli, anatre e altri animali, forse a magnificare il fast food che veniva servito direttamente sulla strada ai passanti e quasi intravedi corpulente matrone che pescano negli orci mestolate di cibo a colmare scodelle di argilla ad affamati passanti che forse arrivavano direttamente dall'anfiteatro dove si erano appena esibiti combattenti o cacciatori di fiere esotiche appena arrivati dalla lontana Africa.

Qualcuno forse svicolava tra la folla, cercando di non dare troppo nell'occhio nello stradino che portava ad uno dei lupanari più frequentati, per infilarsi in una delle stanzette che contenevano solo un misero giaciglio, un materasso di crine bisunto di unguenti dozzinali, a consumare un rapido rapporto tra quelli suggeriti nei disegni sulle pareti oppure arrivavano fin qui seguendo le impronte lasciate dalle suole dei calzari di una delle tante filles de joie, che lasciavano sul terreno, come già in Grecia, si sa, la lingua straniera fa più fine, la scritta ΑΚΟΛΟΥΘΕΙ - Seguimi. Poi, terminata l'operazione, se ne andavano sgusciando lungo i muri, dopo aver lasciato qualche spintria, la apposita moneta che recava sul verso altre posizioni da kamasutra, delle quali sono rimaste una ventina di tipi differenti. L'interrogativo che ti lascia subito il sito è quanto ancora è nascosto sotto questa coltre di cenere solidificata, cosa nasconde ancora questa straordinaria città sepolta, se ogni giorno mostra a chi scava, qualche novità inattesa, un nuovo mosaico, una stanza nascosta, altri corpi di persone, di animali, colti nell'impossibilità di fuggire o ancora proprio durante la fuga come il gruppo trovato nel cosiddetto orto dei fuggiaschi, fermati nella loro corsa disperata, proprio lì, in quel giardino vicino al muro cristallizzati nella loro corsa eterna. Insomma non voglio tediarvi più oltre ma questo è un luogo di cui nessuno ha il diritto di negarsi la visita. In assoluto, fosse l'unica cosa da vedere in un viaggio. Il resto è una granita al limone seduti su una panchina coi piedi fumanti, dopo una giornata intera passata a pestare queste pietre eterne.


Pompei scavi 

SURVIVAL KIT

Pompei - Prenotate la vostra visita sul sito apposito così da non avere sorprese all'arrivo, nel caso in cui, come accade spesso nei giorni più affollati, l'assembramento sia tale da farvi perdere un sacco di tempo. C'è un comodo parcheggio davanti all'ingresso principale, anche se un po' caro 3,50 € /h, ma almeno siete tranquilli anche se lasciate l'auto carica. Calcolate non meno di mezza giornata per la  visita, possibile anche con guide. Di norma troverete l'elenco delle case aperte nel giorno di visita, a rotazione. non perdete la villa dei misteri, che si raggiunge con una breve passeggiata di circa 500 m, bene indicata. Per il resto girate tranquilli e lasciatevi trasportare dal fascino del sito stesso. Vi rimando al sito internet qui, molto ben fatto per tutte le info pratiche, i calendari degli avvenimenti e gli orari. Ingresso 16 € assolutamente ben spesi, annuale 35 €, gratuito prima domenica di ogni mese. 

Pompei - Villa dei Misteri

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mercoledì 17 agosto 2022

Ciao Jean

 

Lake Palace - Udaipur - Agosto 1986

Sono molto triste. Un altro caro amico se ne è andato. Un'amicizia davvero inusuale quella che ci legava, me e mia moglie, a Jean e alla sua carissima Jakie, che davvero vorrei stringere forte, almeno da lontano, con queste parole. Li conoscemmo trentasei anni fa, in un caldissimo agosto, esattamente come questo, mentre percorrevamo strade polverose e lontane alla ricerca, noi come loro, di scoprire quello che c'era al di là della collina. Un desiderio inestinguibile che evidentemente ci univa inconsapevolmente. Fu un incontro del tutto casuale, un fraintendimento di cui un autista birichino voleva approfittare e che ci unì nel viaggio per soli due giorni. Le rosse strade sterrate del Rajastan univano luoghi sperduti, templi di marmo bianco pieni di fascinosa malia ai margini del deserto, frequentati allora solo da pochi pellegrini in marcia per appagare la propria fede. Caldo e polvere e chiacchiere sui sedili di quella Ambassador di altri tempi, passando per Ranakpur con le sue cupole candide per arrivare alle acque blu del lago di Udaipur. Ci rivedemmo il giorno dopo a prendere un thé nello splendore del Lake Palace al centro del lago, sotto una piccola loggia di marmo, tra archi moreschi, su cuscini dai disegni kashmiri. Era dolce l'aria tra le colonnine scanalate e lo scambio delle nostre esperienze, ravvivava l'interesse del nostro incontro. Ci lasciammo il giorno dopo, noi a seguire la nostra strada per il sud dove altre cose importanti ci chiamavano. Negli anni successivi, pur rimanendo in contatto a raccontarci ancora gli entusiasmi dei luoghi visti, delle emozioni vissute, ci vedemmo saltuariamente, non più di una volta ogni tre o quattro anni, complici i loro passaggi nel nord Italia o grazie alla vicinanza, anche lì casuale tra Mentone e Nizza. Un piacere vedersi, raccontarsi dei figli che crescevano, del nostro tempo che trascorreva. Una comunione di interessi e di sentire rara a trovarsi. Forse sarebbe di nuovo accaduto a settembre prossimo, ma purtroppo il caro amico Jean, ha deciso di percorrere un altro viaggio, quello che si fa da soli e nel quale non si vuole la compagnia di altri. Vola lontano, caro amico e a te carissima Jakie, un fortissimo abbraccio, che altre parole sarebbero inutili.


Templi di Ranakpur - agosto 1986

martedì 16 agosto 2022

Un tour d'Italie 24 - Giro dell'isola di Capri

Capri - I faraglioni - foto T. Sofi

 Lo slogan è Non conosci Capri se non l'hai vista dal mare. In effetti la proposta attizza. Abbiamo giusto un paio d'ore ancora a disposizione e il barcone è lì davanti pronto a caricare la sua diuturna massa di carne umana per traghettarli attorno all'isola nella vorticosa girandola alla quale il turista, men che mai quello giornaliero, può sottrarsi. Paghiamo il nostro biglietto per il paradiso al Caronte di turno e salpiamo le ancore, guai a rinunciare, anche perché l'alternativa sarebbe passeggiare qua e là senza meta tra gelaterie da asporto, slalomando tra le seggiole dei bar che invadono ogni spazio pedonabile, giustamente anche in considerazione del pauroso plateatico che dovranno pagare per avere quel privilegio oppure flaneggiare davanti a corallari dai prezzi impossibili, d'altra parte andatevelo a prendere voi il corallo dalle scogliere a 50 metri di profondità se ne siete capaci. Tanto vale dunque prendere la via del mare, complice la giornata di nuovo bellissima, il clima favorevole e gli dei della marina assolutamente benevoli verso i barcaioli, che pure loro devono vivere. E allora vai, diceva la canzone, col balzo agile del pensionato che ha schivato per poco la Fornero, saliamo a bordo e prendiamo posto in uno spazio che renda agevole la vista, tutto calcolando dato che gireremo in senso orario e quindi bisogna mettersi a dritta o tribordo per chi vuole essere pedante ed usare i corretti gerghi marinareschi. Ma questo, come sapete, è anche un blog di servizio e queste indicazioni mi sembrano indispensabili. 

Dunque fuoco alle polveri, meglio vento alle vele, anche se queste non ci sono e che Eolo e gli dei del mare ci siano favorevoli. Beh, si scherza, si scherza, ma non si può dire che questa costa non sia bellissima, illuminata dal sole meridiano che ne evidenzia gli anfratti più scoscesi e contorti, che alternano la roccia nuda ai rari arbusti della macchia che riescono ad arrampicarsi nelle spaccature e nei recessi che a noi rimarranno misteriosi ed incogniti, ma che parlano di naiadi e di sirene pronte ad attirare il marinaio troppo curioso fino a frangerlo sugli scogli che emergono a fil d'acqua. Così salutiamo la statua dello scugnizzo, simbolo isolano che prende il sole e saluta il passaggio sopra un alto scoglio che segna il punto più a nord dell'isola, il Gennarino che alza la mano in attesa che tutti rispondano al suo saluto, augurando buon soggiorno a quanti sono arrivati fin lì per godersi una vacanza. E mi raccomando, andiamoci, facciamo girare il grano, che le casse di chi lavora e perché no dello Stato ne hanno tanto bisogno; pare comunque che la gente abbia risposto, risulterebbe infatti che gli arrivi sono ormai superiori al tempo precovid ed è tutto dire. Vuol significare allora che tutti abbiamo una disperata voglia di lasciarci alle spalle un periodo difficile, anche se di problemi ce ne sono a iosa, ma alla lunga tutto si dimentica e bisogna per forza girare la boa, in qualche modo, a meno che tu non sia proprio dove le bombe ti cascano direttamente sulla testa, è ovvio. I soldi in qualche modo si trovano o si troveranno, magari a debito naturalmente, che tanto è ormai un'abitudine e base di ogni promessa elettorale, dunque se lo fanno loro, anzi dicono che è bene, perché non farlo noi, qualcuno alla fine provvederà. 

Tu pensa a guardare le grotte, tutte bellissime naturalmente, o così così, non importa, tanto ti sembran belle lo stesso, con la brezza del mare che ti riempie le froge, un colpo di vento da terra che ti scompiglia i capelli, se li hai, che fa tanto Easy rider o Simbad il marinaio a seconda delle tue simpatie geografiche. Passato il salto di Tiberio che si profonde sotto i ruderi della famosa villa e già che non andava a scegliersi un posto qualunque per stare in villeggiatura, era o non era un Imperatore; superato l'arco del diavolo, dove in fondo all'anfratto si intravede inderogabilmente una cupa maschera demoniaca, ecco subito la grotta del corallo a cui la barca si avvicina con cautela, ha qualche concrezione alla base, ma non sembra quel gran ché, anche se le turiste straniere, anglosassoni in specie si sprofondano in gridolini di piacere, premonitori di orgasmi in divenire non appena i panorami diventeranno via via più intensi e pregnanti. Devo dire che mi è sfuggito l'arco naturale, di cui avevo apprezzato qualche foto, ma dal mare mi sembra piuttosto defilato per essere visto con chiarezza, nel frattempo avevamo sostato invece alla grotta Bianca, di cui si sono apprezzate le formazioni calcaree che paiono incombere sulla barca che galleggia qua e là per permettere a tutti i trasportati di godere della vista migliore. Passiamo quindi davanti al promontorio che ospita sulla cima la bassa costruzione rosata della villa di Malaparte e poi avanti, ancora tra punte e cale, superato anche lo scoglio del Monacone, fino al punto clou dell'isola, i famigerati faraglioni che ti compaiono davanti alla prua come giganti incombenti che attendono solamente il tuo passaggio obbligatorio per farti sentire il loro canto fatale. 

E dunque che senso avrebbe Capri se tu mancassi questo passaggio! Così ragioni mentre le montagne di roccia diventano sempre più grandi e paiono volerti inghiottire nelle loro fauci di roccia, inevitabile rotta verso l'ultima chiamata. La via è segnata, la barra a dritta, una linea retta sulla carta nautica, attraverso il buco alla base, l'arco di cupido dove al passaggio fatale, il capitano con la voce rotta dall'emozione, incita ogni presente al climax del bacio obbligatorio, quello che segnerà il legame indissolubile e definitivo, attenzione dunque a chi vi portate accanto. E' un momento di eccitazione generale, le coppiette di innamorati non se lo fanno ripetere due volte, le coppie di lungo corso invece, si stringono la mano guardandosi negli occhi, sperando che duri ancora un po', qualcuno penserà invece magari di dare una piccola spinta, per liberarsi fuori bordo del peso indesiderato, d'altronde gli incidenti in crociera possono sempre capitare, insomma le emozioni sono tante e diverse, comunque non si tratta di un momento peregrino e come si suole, viene sottolineato con la giusta rilevanza da tutti i gitanti. Sbrigata la pratica, io cerco di gettare lo sguardo tra le rocce altissime per scorgere almeno traccia di quella famosa lucertola verdeazzurra, rarissima specie che si dice alberghi in quella torre di roccia, fenomeno endemico di importanza unica, ma niente, mi appaiono solamente, passato il capo, le tettoie in cannicciato di Luigi ai faraglioni, piatti di pesci sugli scogli, dove in quel lontano mio primo viaggio sull'isola delle Sirene, avevo portato i miei clienti russi, di cui vi ho parlato tempo fa e su cui non mi voglio dilungare. 

Rimane da vedere la grotta verde che con i suoi barbagli di raggi smeraldini, illumina ancora il nostro piacere di guardoni delle meraviglie della natura e che l'ora che volge al desio aiuta a rendere ancor più intensi e birichini, infine doppiato il capo del faro che si staglia all'estremo ovest, il nostro capitano ci riporterà lemme lemme verso la base di Marina grande. La grotta azzurra, gemma suprema dell'isola, questo pomeriggio è chiusa, non so se a causa dell'onda che non consente l'ingresso alle piccole barche o perché il tempo a vostra disposizione è scaduto, capirà. Sarà per un'altra volta, scendere con attenzione, prego non inciampi signora, giusto in tempo, fare un ulteriore piccolo stop ai negozietti, laggiù in fondo alla piazza, che vendono campanelle, simbolo imperdibile dell'isola stessa, ce ne sono di ogni sorta, dimensione, colore e naturalmente prezzo, affinché ognuno non rimanga senza e vada a casa con il top dei souvenir, come dire la gondola a Venezia o la Torre Eiffel a Parigi. I venditori si sono giudiziosamente posti proprio davanti all'imbarco dove si dovrà prendere l'altro traghetto che ti riporterà a Ischia per completare la serata nei modi consueti. Come dire, insomma, l'ultima spiaggia. Il ritorno è lento e ti lascia il tempo di godere del colore del cielo, mentre il sole scende dritto dietro l'orizzonte, così puoi fingere di stare a sentire senza distrarti, anzi rispondendo a tono di tanto in tanto, la coppia di francesi che da tre giorni seguono le nostre tracce come segugi, disperati per essere stati completamente abbandonati senza guida francofona, promessa e ribadita, ma per l'ultima volta assente non giustificata. Sentirete che recensione non appena arriveranno a casa!

Gennarino lo scugnizzo

SURVIVAL KIT

Giro in barca a Capri - Ci sono moltissime soluzioni per fare questa imperdibile escursione che consiste nel fare il giro completo dell'isola con soste più o meno lunghe nei vari luoghi di maggiore interesse. Una delle più economiche è quella che parte con una motonave da Marina grande a orari continuati, per circa 18/20 € a persona. Il giro dura circa un'ora con stop alle tre grotte di cui vi ho detto. Alla grotta azzurra, se visitabile, l'imbarcazione si ferma e consente il trasbordo su barchette che possono entrare nella grotta al prezzo accessorio di 14 €. La visita dura circa 5 minuti dato il grande afflusso di barche. Ci sono molte altre soluzioni, di durata maggiore o con barche individuali, caicchi e così via, a prezzi via via maggiori, ma il percorso rimane quello.


Capri - Il faro


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