da Euronews |
Dunque ieri era l'anniversario e la fine ancora non si vede, anzi pare molto lontana, per la gioia di chi ci guadagna o è guerrafondaio per natura e ideologia e per il danno di chi in tutto ciò soffre o semplicemente ci perde o infine è solo disgustato dalla violenza insensata. Ragazzi, se non lo avete ancora capito, qui non se ne esce. I due attori principali, non se ne danno per inteso e si sono spinti a un punto di non ritorno, tale per cui se non potranno dichiarare vittoria piena con l'annichilimento completo dell'avversario, ne usciranno morti e con le ossa rotte e non solo in senso figurato. Quindi difficile aspettarsi da loro soluzioni, Ci potranno arrivare solo se obbligati obtorto collo. Dunque toccherebbe agli altri operare, ma al momento l'attore più potente, gli USA non sembrano avere interesse alla pace, anzi, cercano in tutti i modi, soprattutto con le dichiarazioni, di alzare l'asticella, seguiti da tutto il loro gregge. Intanto hanno ottenuto un risultato cercato da anni, lo sganciamento ormai conclamato dell'Europa dall'energia russa, ormai gli odiati gasdotti Northstream, a lungo inutilmente boicottati, sono fuori gioco e forse addirittura distrutti dai loro servi sciocchi britannici, come pare ormai quasi certo. In secondo luogo, possono rinnovare arsenali obsoleti, dopo aver provato sul campo strategie e armamenti solo teorici fino ad un anno fa. L'unico punto debole per loro è il rapporto con il vero nemico, la Cina, che sembra assumere sempre maggiore rilevanza e pericolosità. L'Europa, divisa e provata dalle sue incertezze interne, sembra l'Italia del 1300 e non riesce neppure a parare i colpi negativi di questa situazione, parte in causa senza esserlo, subendo i danni maggiori sotto tutti i punti di vista, economici, logistici, di sviluppo.
Annaspa disperatamente, tirata di qua e di là dai singoli stati, ognuno con i suoi piccoli interessi di bottega da portare avanti, senza voce univoca e quindi neppure ascoltata da nessuno, tanto è vero che non è riuscita a fare affermare nessuna proposta di soluzione credibile, scavalcata addirittura da una Turchia in cerca di affermazione mediterranea. In tutto questo la Cina, spettatore semimuto fino a questo momento, si potrebbe dire alla finestra in attesa di agire secondo la sua convenienza, alle prese con la gestione di vantaggi e svantaggi alternati, tra problemi interni grossi come macigni e necessità impellente di crescita, della serie se ti fermi sei perduto, se ne è uscita con una proposta, molto intelligente, almeno così appare a chi cerca di vedere le cose obiettivamente, tuttavia forse destinata al fallimento a causa del fatto di essere proprio lei a proporla, anche se non è detto. Chiunque la legga con mente aperta, difficilmente può non essere in accordo coi dodici punti, anche perché le asperità più controverse, sono molto sfumate e interpretabili come favorevoli ad entrambi i contendenti. Intanto parte con quel punto fermo del riconoscimento della integrità territoriale e dell'obbligo di non mutarla con la forza in ogni caso. Questa è una grande astuzia, applicabile nella fattispecie con diverse interpretazioni, ma che sottende il fatto che al momento nelle costituzioni cinese e taiwanese, la Cina è unica e indivisibile per entrambi e quindi Taiwan (o il Tibet o gli Uiguri) non può dichiararsi indipendente autonomamente, chiaro!
Forse la maggioranza del mondo manco lo sa che Taiwan è formalmente ancora Cina e questo per entrambe le parti, un paese unico e indivisibile, bisogna solo decidere chi è che comanda. Magari non sapete che nella costituzione taiwanese, la loro capitale ufficiale e Nanchino, tanto per capirci. E poi l'altro punto fondamentale è che le armi tacciano per lasciare spazio alla discussione. Chiunque direbbe che questo deve piacere a tutti gli uomini di buona volontà che desiderino la pace, addirittura, non dispiace così tanto ad entrambi i contendenti che sembra abbiano fatto cenno di poterne discuterne, ma evidentemente non piace a quelli che vogliono che la guerra continui, che ci guadagnano direttamente o indirettamente o che vedono nella guerra un continuo logoramento dei loro avversari storici, o che ci sono costretti da obblighi pelosi o da semplice stupidità guerrafondaia. Infatti tutti questi, Usa in testa, esprimono dubbi, non di "fidano" del piano cinese, senza neanche discuterne e dispiace dirlo, l'Europa, invece di mostrare una propria indipendenza di pensiero e mostrare attenzione ai propri interessi, si accoda pedissequamente. Gli USA schizzano rabbia contro la Cina, avendo capito da dove arriva per loro, la vera minaccia economico politica, lo si vede bene dal battage montato sulla vicenda del pallone, che in altri momenti sarebbe stato derubricato a incidente di nessun conto.
Tanto è vero che hanno dovuto amplificare il problema, parlando di oggetti non identificati, una sorta di UFO, per giocattoli lanciati pare da amatori americani, uno dei quali, del valore di 12 $ (dodici in lettere) è stato abbattuto con enfasi con un razzo da 400.000 $ lanciato da un aereo da combattimento del valore di 25 milioni di $ che spende 100.000 $ per volare per un'ora! Così la battaglia verbale anche di demonizzazione con le opinioni pubbliche interne continua, tanto è vero che si continua a illudere una parte con la promessa di più armi, più efficaci e moderne, per accenderne insensate speranze di vittoria definitiva sull'altra parte, soluzione talmente insensata ed inattuabile, da renderla addirittura ridicola, ma che può trovare audience in ambienti massimalisti ed in cerca di affermazioni personali o di parte. Questo può essere prodromo di un fallimento annunciato, anche se non è detto che sia così. Altri infatti potrebbero affiancarsi alla spinta positiva; io spero nel Vaticano, niente affatto secondario in questo gioco, la stessa Turchia e anche altri attori apparentemente distanti, che potrebbero accodarsi, Allora se la spinta alla pace sarà potente, può darsi che le cose virino al positivo, ma non sarà facile. Bisogna aiutare i costruttori di pace anche se le motivazioni sono pelose, non sono ingenuo, perché poi tutto gira meglio. Staremo a vedere se si aprirà il tavolo o se le armi continueranno a sparare cronicizzandosi in una guerra a bassa (perché di questo si tratta) intensità sempre sul punto di trasformarsi in ecatombe nucleare.
PS. Come volevasi dimostrare leggo sui giornali di oggi che tutti, ripeto tutti, dichiarano di non credere al piano di pace della Cina. Ottimo segno che è buono e che nessuno vuole la pace, ma molti hanno interesse che la guerra continui e molti altri sono così coglioni da non capire che fanno del male solo a se stessi. Unico segno di buon senso, a mio parere davvero incredibile, Zhelensky afferma di voler parlare con XI e i Russi già lo hanno fatto.
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