mercoledì 11 dicembre 2024

Caucaso 34 - Considerazioni finali

Monte Ararat - Caucaso - maggio 2024
 

Un altro viaggio è stato portato a termine. Detta così sembra quasi un lavoro, un destino da compiere, una impresa che pesa sulle spalle, della quale è necessario scrollarsi di dosso il fardello, in un modo o nell'altro, invece del grande piacere che è per me, il progettarla e condurla poi a buon fine. Ma come dicono a Genova: chi nu chanze nu' tetta e così a me piace fare. Era questo un itinerario che mi frullava in capo da anni, conscio dell'interesse naturalistico e della grande importanza storica di questa regione per noi Europei, assieme al resto dell'intera umanità, che da qui ha tratto molti dei suoi fondamenti, visto che proprio qui è cominciata la parte storica della nostra specie. E' un territorio variegato ed estremamente complesso che avevo cominciato ad investigare tanti anni fa al tempo del mio lavoro nelle terre sarmatiche e che mi aveva dato il privilegio di vivere il momento storico della dissoluzione di un impero, proprio mentre percorrevo in lungo ed in largo la parte settentrionale di questo Caucaso litigioso e chiuso in se stesso. Già allora mi stuzzicava l'idea di superare quella cresta di montagne immense e misteriose e di spingermi a sud di Dambai, con la sua piramide spigolosa e quasi verticale e dell'Elbrus dalle curve asintotiche, attraverso le quali la montagna si confondeva con la pianura, legandosi ad essa in una infinita coltre di neve, ma non ce ne fu mai l'opportunità e quindi in tempi recenti il mio desiderio era quello di percorrere anche queste terre per valutarne differenze e similitudini. 

Il viaggio era già pronto dalla fine del 2019 e solo la peste del mesi successivi mi impedì di concretizzare la cosa, quando già ero sul punto di acquistare i biglietti e far partire le prenotazioni. Solo quattro anni dopo così, sono riuscito a far ripartire il progetto, che tuttavia ha potuto svolgersi solo parzialmente rispetto all'idea originale. Infatti dei sei territori che avevo in mente di toccare solo due, certo i più importanti e sicuramente interessanti, ho potuto aggiungere alla mia personale lista. Infatti il progetto, oltre naturalmente alla Georgia ed all'Armenia, prevedeva di passare una settimana anche nel vicino Azerbaijan e di toccare il territorio del Nagorgo Kharabagh, ma la recentissima guerra, in pratica ancora calda, mi ha obbligato a posporre il primo a data da destinarsi (ma lo farò, state pur tranquilli, non appena un collegamento aereo a prezzo umano me lo consentirà), mentre tristemente ho dovuto constatare che il secondo non esiste più, cancellato dalla carta geografica assieme alla maggior parte dei suoi abitanti, dalle violenze e dall'invasione del prepotente vicino, che se lo è annesso con la forza delle armi. Avrei voluto poi fare anche un passaggio in Abkhazia e in Ossezia del sud, scoprendo che però, la seconda è assolutamente impenetrabile al momento, mentre per la prima, per visitare la quale ci sarebbe una possibilità, bisognava partire con la richiesta di permessi, conoscendo però bene le vie per farlo, diversi mesi prima. 

Per cui anche per questo punto la cosa, anche se adesso conoscerei la strada attraverso l'amico Gian Luca che mi ha così bene introdotto in questo mondo, ha dovuto essere sospesa credo sine die. Ma veniamo al tirare le somme concrete di questa avventura. Un viaggio tutto sommato facile da svolgere, specialmente se ti appoggi a qualcuno che conosce bene il territorio e ti spiana la strada evitando perdite di tempo e soprattutto operando una scelta corretta tra le cose imperdibili da vedere in base al tempo che hai a disposizione e devo dire che le quasi tre settimane che gli ho dedicato sono state un giusto compromesso per farsi un'idea abbastanza completa di questo territorio che, se pur ha una sua decisa unità di fondo come tematiche generali, presenta tuttavia una tale variegazione di punti di interesse diversi da dimostrarsi fitto di appuntamenti, di cose da vedere, di situazioni storico politiche da interpretare. I punti da sottolineare sono moltissimi e vanno presi nel loro insieme per tentare di capire questa area del mondo. Innanzitutto non si può non partire dagli aspetti storici e geopolitici che affondano nei millenni, visto che qui ha preso le mosse la civiltà mediterranea. Questa è nel suo insieme, la Colchide di cui già i Greci favoleggiavano e descrivevano nei loro miti e verso la quale mandavano eroi a carpire segreti. Qui sono nate le prime scoperte dell'umanità dallo sviluppo dell'agricoltura alla lavorazione dei prodotti e soprattutto alla sua industrializzazione, che ha contagiato poi tutto il mondo dell'antichità. 

Questa importanza è stata quindi alla base di tutti i contrasti etnici, politici e religiosi che per millenni hanno percorso con un incredibile andirivieni di popoli diversi questa regione del mondo, lasciando come strascico una ricchissima presenza di differenti gruppi etnici, che sono rimasti spesso ben separati e distinti, presentando ancora oggi punti di estremo interesse per il viaggiatore interessato a questi aspetti. E' comunque una terra posta su un passaggio importante della via della seta, quindi ulteriore ragione per presentarsi come crocevia di popoli e non già luogo trascurato e marginalizzato nei commerci del mondo, cosa che come sempre, produce in un'area un fertile terreno di crescita anche culturale. Questa ricchissima storia fa sì che innumerevoli siano i siti da vedere, che conservano tracce di tutte le epoche, regni ed imperi che si sono succeduti, un panorama di bellezze ed un ventaglio architettonico in cui anche il succedersi di un bel caleidoscopio di religioni diverse, ha arricchito a dismisura. Ci sono poi le meraviglie di una natura che nonostante tutto è rimasta ancora selvatica ed estrema in molti suoi tratti, essendo questo il ponte di passaggio dalla particolareggiata Europa agli spazi infiniti dell'Asia. Infine è la storia recente che aggiunge un ulteriore punto di interesse a questi paesi, con i drammi che vanno dal genocidio Armeno alle guerre più recenti, alla pressioni dell'ingombrante e sempre più prepotente vicino del nord, al desiderio di affermazione di quello dell'ovest e infine dalle spinte sempre presenti della brama di egemonia persiana sciita a est. 

Un mix di tensioni tra tre ex-imperi da secoli in lotta per il predominio su questa regione cuscinetto che come una zona tellurica si trova continuamente a subire queste spinte tettoniche che tanto somigliano alla sequela di terremoti che in modo similare martirizzano anche la terra da queste parti. Insomma non ditemi che non c'è dell'interesse in questi paesi. Un ventaglio di punti da far girar la testa. E girando per città e campagne te li ritrovi tutti davanti questi aspetti. Come negli anni novanta, quando il nord del Caucaso era ancora sepolto sotto la neve ghiacciata del sovietismo che tendeva a soffocare tutto in una normalizzazione che manteneva artificiosamente tutto calmo e stabilizzato dal potere centrale, pure avvertivi un fremito sotterraneo che altro non aspettava che questo potere si indebolisse per fare esplodere le contraddizioni latenti e mai sopite di territori nei quali neppure i decenni di regime duro avevano potuto limare le asperità tra popoli montanari dalla mentalità separatista e libertaria, così nel sud, adesso che approfittando nella debolezza dell'orso nordico, si era riuscito a trovare una faticosa indipendenza che ha necessitato di quasi trenta anni per trovare un minimo di stabilità dopo guerre, guerrette e guerricciole, ecco che non appena i vicini riprendono forza, si ripresentano problemi secolari che non lasciano pace a questi nuovi stati che anelerebbero solamente ad essere lasciati in pace per ritrovare una loro dimensione di vita normale. 

Così ho potuto notare forti contrasti e discussioni che percorrono i discorsi di tutti i giorni, assieme alle frequenti e vibranti proteste per le strade che stanno sfociando nelle turbolenze che vediamo anche da qui, raccontate se pur di sfuggita dal nostri telegiornali e delle quali si sentivano le avvisaglie già nel momento della nostra visita. Gli aspetti di indipendenza politica e delle identità territoriali è molto sentita, mi è parso di capire ed è comune e caloroso argomento di discussione nei locali e nei circoli delle due capitali. Sembra insomma di essere nell'Italia filocarbonara di inizio '800 con tutte le sua ansie irredentiste, con la parola patria, che provoca commozioni e sentimenti di rivalsa. E' ben comprensibile dunque quanto sta succedendo in questi giorni a Tbilisi, nella quale ogni giorno imponenti manifestazioni si svolgono di fronte al Parlamento per contestare i dubbi risultati delle elezioni appena svoltesi e le continue e pesanti ingerenze del pretenzioso vicino. Speriamo solamente che tutto si acquieti al più presto per consentire lo sviluppo a cui questi paesi anelano e che stava cominciando ad avvertirsi. Altra cosa che risulta evidente è la potente immigrazione di cittadini russi giovani in fuga dalla coscrizione semiobbligatoria a cui sono evidentemente soggetti rimanendo a casa loro. Questo ha provocato una specie di terremoto economico con una feroce crescita di affitti e prezzi delle abitazioni dovute appunto all'aumento della richiesta, cosa per cui questi nuovi venuti, che già prima non godevano di grande simpatia, non sono decisamente benvenuti e se parli russo, senti comunque attorno a te una certa ostilità, nonostante tutti conoscano perfettamente la lingua. 

La situazione economica dunque rimane piuttosto precaria, migliore certo in Georgia, ma ancora decisamente depressa in Armenia. In ogni caso da turisti occidentali vi sentirete sempre molto ben accolti e graditi ospiti e avrete spesso modo di apprezzare la gentilezza di chi vi circonda. Si tratterà dunque di un viaggio piacevole e facile, nel quale vedrete cose interessanti, spettacoli naturali magnifici, vestigia storiche ed artistiche e spunti etnici insospettati, che non mancheranno di stuzzicare il vostro interesse. Oltre a questo vi troverete di fronte ad un viaggio decisamente economico se saprete contentarvi di soluzioni semplici che sono tuttavia assolutamente accettabili, mangerete bene ed abbondantemente, anche troppo e conoscerete persone piacevoli delle quali porterete a casa un gradito ricordo. Quindi, per me, in attesa di completare l'anello con quello che manca, suggerisco a tutti di organizzarsi un giro da queste parti, utilizzando una delle tante modalità possibili e di cui parleremo nel prossimo capitolo; una meta di assoluto rilievo, tra l'altro ancora piuttosto poco alla moda e quindi ancora visitabile senza essere assillati dalle resse del turismo di massa. Tre settimane sono a mio parere il tempo ideale per i due paesi alle quali bisognerà aggiungerne una ulteriore, per il vicino Azerbaijan, e se potete cercate di aggiungervi una toccata e fuga nella vicina Abkhazia, di cui si dicono mirabilia, cosa che farò io stesso appena le condizioni organizzative me lo consentiranno, anche per poter completare il libro in tutti i suoi aspetti come è giusto che sia. 



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7 -  Kazbegi












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