lunedì 30 dicembre 2024

Recensioni: Conclave

 

Davvero un bel film, testimonianza che se alla base c'è un'idea e poi lo sviluppi con grande abilità e mestiere, il risultato è ottimo. Se poi aggiungi un cast stellare, dal protagonista Ralph Fiennes, veramente magistrale nella sua parte di Cardinale decano responsabile dello svolgimento del Conclave, ai comprimari come Castellitto o la Rossellini, la scommessa è vinta. La storia si dipana molto bene in uno scenario che pur variando solo da Santa Marta alla sala del conclave è ricchissima di pathos, accompagnata da una fotografia magistrale, fino allo strepitoso ed assolutamente inaspettato colpo di scena finale. Come vedete continuo ad allungare il brodo per non rivelare nulla di più, perché il film va visto senza sapere nulla per goderselo fino in fondo. Due ore col fiato sospeso e ben spese. Quindi buona visione a tutti.


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domenica 29 dicembre 2024

Sudamerica - Cosa si mangia

 

Bife de lomo



Cordero patagonico
Siamo dunque arrivati all'appuntamento d'obbligo per chi vuole conoscere un paese in maniera completa, dato che credo siate d'accordo che anche la gastronomia di un paese è cultura a tutti gli effetti e contribuisce alla costruzione della sua storia. Per noi Europei ed Italiani in particolare, l'Argentina, ma in generale tutta la parte meridionale del Sudamerica ha caratteristiche che non ci risulteranno certo sconosciute, visto che sono state portate laggiù dai milioni di emigranti che lo hanno popolato nel tempo. Quindi possiamo certamente concludere che vi riconosceremo facilmente tutti i sentori di casa, in particolare quelli italiani ed iberici, che hanno fornito l'afflusso più consistente specialmente nell'ultimo secolo. Dunque si tratterà di sapori ben riconoscibili anche se un po' rimescolati e con qualche piccolo apporto di elementi preesistenti nel continente. Dunque per uno come me che, man mano che invecchio divento sempre più insofferente ai sapori extraeuropei, mentre quando ero giovane ero un infaticabile sperimentatore di nuovi gusti e di profumazioni esotiche, avendone ormai provate molte, forse troppe, mi sto ritirando sempre di più sulla cucina nazionale, addirittura ripiego su quella della mia regione, quasi mi volessi cullare in una carezzevole sensazione di ritorno alle origini. Ma al di là di queste mie manie, tornando al punto, vorrei rassicurarvi che questa è un'altra delle parti del mondo in cui non morirete certamente di fame, anzi direi che l'assunzione di calorie, sarà alla fine eccessivo sotto ogni punto di vista, sia per la quantità, i piatti serviti sono sempre piuttosto generosi quanto a porzioni, che del mix calorico proposto, generalmente molto condito e ricco. 

Curanto
Come sempre vi illustrerò più quello che avrete la possibilità di trovare sulla vostra strada, piuttosto che parlarvi della cucina in generale, che propone piatti magari curiosi ed interessanti ma che non avrete molte occasioni di incontrare sulla vostra strada di turista. Cominciamo dalle colazioni (desajuno), in generali ricche di dolciumi e ormai composte dall'offerta invasiva di espressi, cappuccini e brioches (medialunas). Qui avrete sicuramente l'incontro con l'onnipresente e buonissimo dulce de leche, una sorta di crema mou, per qualcuno troppo stucchevole, presente in moltissimi dolci o anche in purezza come crema da spalmare. In aggiunta yogurt e pane tostato oltre a qualche cosa di salato. Si pranza verso mezzo giorno (almuerzo) per voi che sarete in giro, in maniera piuttosto leggera. Qui trionfano le empanadas, specie di piccoli calzoni variamente ripieni, carne, prosciutto, formaggio o vegetali o street food dagli internazionali hot dog e hamburgeria varia, panini (lomitos e chivitos con carne di ogni tipo), sandwiches e tostados di vario contenuto e picadas, un misto tra gli antipasti italiani e le tapas spagnole anche queste, di moltissime varietà. Qui c'è poi anche l'abitudine della merenda (c'è anche il verbo merendar) sia di dolce che di salato nelle molte sale da thè. La cena anche per voi sarà un po' più ricca, avendo terminato generalmente la giornata di visite. I due punti fermi di questa cucina sono le paste e la carne, che troverete in abbondanza ed in tutte le declinazioni. 

Asado
Per la pasta, anche all'uovo, ovviamente la derivazione è totalmente nostra anche nei nomi. Sono ormai diventati piatti nazionali le Tajarines e poi Vermiceli, Fusiles, Mariposas, Mostachiolas. Poi viene tutta la serie della paste ripiene, genericamente Ravioles, Pansotis (più genovesi di così!), Añolotis, Canelones, Capeletis con i ripieni più vari, dalla carne ai formaggi alla verdura ed i molto noti Sorentinos, variante rotonda, nata dal nome di un famoso ristorante di Buenos Aires, che li lanciò negli anni '30. Passiamo poi ai Ñoquis, di patate e non solo, frequentissimi in ogni ristorante. Presenti anche i risotti. Tenete comunque conto che un piatto abbondante di pasta qualunque sia, costa al momento, più o meno come in Italia. Tutte queste paste sono condite con abbondantissimo (troppo per il nostro gusto) sugo di derivazione italiana (tuco, derivato dallo stufato), pomodoro, pesto verde, pizzaiola, bolognese, napolitana, besciamella e così via. Il formaggio da spolverarci sopra è il famoso o famigerato Regianito, così potrete anche dire la vostra su questa vexata quaestio, assieme alla Mozarela, anche questa tutta prodotta localmente. Naturalmente c'è poi il grande universo delle pizze sempre presenti nel 50% dei ristoranti, ma le cito perché contemporaneamente troverete anche la Fugazza e la Fainà di chiara derivazione genovese, quindi focaccia e farinata di ceci, che si trova con frequenza da Buenos Aires fino ad Ushuaia. 

Postre con Calafate
E veniamo dunque alle carni, di cui i Sudamericani e gli Argentini in particolare sono grandissimi consumatori. In Brasile ci sono ristoranti particolari (ormai diffusi anche da noi) di Churrasco, dove viene servita carne su spiedi che girano tra i tavoli di tutti i tipi, serviti a volontà, fino a quando non girate da verde a rosso l'apposito segnale che trovate sul vostro tavolo, mentre l'altro piatto famoso brasiliano è la fejoada un denso brodo di fagioli (servito da solo anche come aperitivo) ripieno di una dozzina di ritagli di carne e scarti di maiale, pesantissimo ma veramente ghiotto, si dice che in alcuni ristoranti specializzati lo facessero solo al venerdì perché abbisognava di tutto il week end per essere digerito. In Argentina troverete dovunque ristoranti di Parrillas (griglia) o Asado con braciere centrale attorno alla quale vengono disposti gli animali interi aperti per diverse ore. Quindi bistecconi in varie forme (bife de chorizo, bife de lomo, il filetto, oyos, la ribeye americana, costoletas e molti altri tagli) tutti succulenti e buonissimi ma non regalati. Vengono serviti spessi almeno due dita ed è veramente carne eccezionale, generalmente di Angus. Ricordatevi che qui si ha la tendenza a cuocerli un po' di più che da noi, quindi se lo chiedete con cottura medium (a punto) lo troverete già un po' stopposo, meglio chiedere medio sangre o jugosa. Tutta la carne viene preventivamente marinata per almeno un giorno e specialmente nelle grigliate miste l'asado è un po' duretto da masticare. 

Salmone con salsa di gamberetti
Grande scelta comunque anche di insaccati vari, salcicce e trippe a chi piacciono e soprattutto il famoso Cordero patagonico o fuegino cotto en cruce, l'agnello grigliato intero, magro e abbastanza tenero. Meglio comunque rimanere sui filetti e i bistecconi a mio parere. Tutto è servito con salse varie, in primo luogo il classico Chimichurri sempre piuttosto potente a base di olio, aceto, aglio, cipolla, peperone, chilli, origano e basilico o la salsa criolla con pimiento e chilli abbondante. Abbiamo poi tutta la serie di Milanesas, carne impanata di ogni tipo, incluso maiale e pollo, arricchita di varie salse come la variante alla Napoletana, con mozzarella prosciutto e pomodoro, oppure a Caballo con due uova sopra e Supremas, per quelle di pollo. Abbiamo poi tutte le varianti di Guisos, gli stufati. Una lavorazione della carne di maiale dà il piatto chiamato Matambre, che si mangia anche freddo. Contorni di patate fritte o in purée o batate, poca verdura, man mano che si scende verso sud. Naturalmente si trova anche polenta e tortillas in omaggio alla cultura preesistente. Come ho già detto la nostra tradizione ha portato anche ogni varietà di insaccati, dalle salcicce, al prosciutto cotto e crudi, ai salami, alla mortadella e al sanguinaccio e ai wurstel, con molto italian sound (longaniza, salamines, sopresada, codeguin e così via). Stessa cosa nei formaggi a partire dal sunnominato Regianito e dalla Provoleta, molto utilizzata per il Queso fundido.

Queso fundido
Vi ricordo che l'Argentina è tra i primi dieci produttori di formaggio del mondo. Molto pesce specialmente nella parte patagonica del paese, soprattutto molluschi di ogni tipo (cozze mostruose e vongoloni monstre), salmone (con grandissimi allevamenti), la corvina, il granchio e il merluzzo tra cui il famoso merluzzo nero cileno e la famosa trota delle Ande. Un piatto famoso da provare è il Curanto che si trova soprattutto sulla costa cilena, in particolare nell'isola di Chiloè e che si cuoce in una grande buca ricoperta di foglie in cui vengono adagiate pietre arroventate e successivamente ricoperte di ogni tipo di molluschi, poi carni varie, maiale, manzo, pollo, salcicce, patate e batate, quindi ricoperto di foglie aromatiche di Pingue e cotte per circa due ore. Trascuro la cucina regionale del nord e del centro ed i piatti di derivazione precolombiana che comunque difficilmente avrete occasione di incontrare. Passiamo poi ai dolci, altra parte molto ricca sempre presente a fine pasto, i Postres, molti a base di dulce de leche, i flan, i budin de pan, tanto per citare i più noti e di cui c'è una serie sconfinata ben presenti nelle molte pasticcerie, le famose confiterias, ma un cenno va fatto soprattutto alla produzione del cioccolato che ha una lunga tradizione di qualità, in particolare troverete una grande serie di produttori nella zona di Bariloche e di gelati artigianali all'italiana, davvero molto buoni dappertutto. Da notare che un altro dei dolci tipici argentini è il panettone. Ce n'erano gli scaffali dei supermercati pieni.

Trota con salsa
Famose anche le caramelle (golosinas) di cui ci sono negozi specializzati. Un cenno alle varie confetture in particolare quelle di una bacca chiamata Calafate che cresce su un arbusto frequentissimo in tutta la Patagonia. Di moda il cosiddetto Submarino in cui viene servita una tazza di latte bollente in cui viene sciolta una barretta di cioccolata amara. Per quanto riguarda le bevande, discreta la birra locale, meno cara dell'acqua minerale o delle varie bibite classiche internazionali, oltre all'Agua saporizada ai vari gusti (pomelo, naranja, limon ecc.), Poi aperitivi, liquados (frullati) e soprattutto l'onnipresente Mate, un infuso corroborante a base di un misto di erbe poste in un bicchiere di coccio o di metallo, su cui si versa acqua bollente, sempre fornita o che ci si porta dietro in thermos appositi e poi si succhia da una cannuccia con filtrante (bombilla). Questa è la bevanda nazionale e ne trovate varie versioni in ogni supermercato. Il consumo è così frequente che addirittura non viene impedito il trasporto dell'acqua anche sugli aerei. In Paraguay ne viene servita una versione fredda che si chiama Tereré. Un discorso a parte va fatto sul vino di cui sia Argentina che Cile sono grandi produttori, soprattutto nella zona centrale del paese. I vitigni sono principalmente francesi (pinot, sauvignon e chardonnay), ma anche italiani (bonarda) e spagnoli (tempranillo) che nel tempo hanno dato luogo a produzioni ormai tipicamente locali, vini bianchi fruttati come il Torrontès o il vino rosso (tinto) Malbec, molto vellutato che si differenzia dai cosiddetti vini della Costa più tannici ed aspri, dei quali potrete assaggiare bottiglie interessanti, servite anche a bicchiere. Poco interessanti i distillati. E con questo direi che vi ho dato un ventaglio abbastanza completo di quello che troverete in loco.

Empanadas

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venerdì 27 dicembre 2024

Sudamerica - Come organizzare il viaggio badando ai costi

 

Come vi ho detto più volte uno dei punti critici nell'organizzazione di questo viaggio sta nei costi che negli ultimi due anni, complici le politiche economiche governative, in particolare quelle rivolte al turismo, almeno così mi è stato detto in loco, sono schizzati verso l'alto, fino a diventare decisamente esclusivi. In effetti sembra che l'afflusso turistico cominci a diminuire, proprio a causa di questo, al punto che ad esempio ad Ushuaia tutti gli esercizi esponevano cartelli che chiedevano al governo l'eliminazione delle cosiddette tasse turistiche. Se non avete altra scelta che rivolgervi ad una agenzia di viaggi di gruppo che vi venda il pacchetto completo preparatevi a spendere per 15/20 gg. non meno di 4/5000 più il volo internazionale, a seconda della qualità dei servizi e comunque con molte esclusioni da pagare in loco. Tenete conto tuttavia che con questo lasso di tempo, dovrete comunque saltare qualche tappa del giro classico che prevede almeno 4 settimane per vedere tutti i punti fondamentali del giro, incluse le cascate di Iguaçu. Anche utilizzando le agenzie locali i prezzi scendono di poco, considerando il fatto che una agenzia non può proporre servizi al di sotto dei due stelle, perché poi la gente si lamenta. Anche organizzandovi il giro in totale autonomia c'è la possibilità di spendere molto se non state attenti, in quanto molti costi sono imprescindibili e non è che siete andati fin là e poi rinunciate ad entrare in un parco nazionale per il costo abnorme (tipo 45 € per los Glaciares). Dunque bisogna morire? 

Non è detto, diciamo che dove si presentano una o più opzioni c'è qualche possibilità di ridurre al massimo l'esborso, tuttavia senza riuscire a scendere più di tanto. Non fatevi illusioni. E tenendo anche conto che in alcuni casi, per risparmiare si deve forzatamente perdere più tempo e alla fine questo incide sulla durata del viaggio. Partiamo pure da questo punto. Il giro patagonico sufficientemente completo, comprende, a mio parere, i seguenti stop: 1 - Cascate di Iguaçu da entrambi i lati con possibilità di spendere un giorno anche in Paraguay, la terza frontiera, tanto per rendersi conto di cosa sia questo trascurato paese. 2 - Bariloche - con i suoi laghi meravigliosi e la cerchia di montagne alpine. 3 - Primo traversamento andino per arrivare in Chile a Puerto Montt, fattibile via terra e laghi. 4 - Isola di Chiloé a cui dedicare almeno un giorno. 5 - Puerto Natales e visita della zona del parco Torres del Paine. 6 - Riattraversamento andino fino a El Calafate. 7 - Parco del Lor Graciares con il Perito Moreno e El Chalten. 8 - Ushuaia e zone circostanti. 9 - Penisola di Valdez e zone circostanti. 9 - Buenos Aires - minimo un paio di giorni. 10 Eventuale estensione di un paio di giorni in Uruguay per vedere Montevideo o almeno Colonia. Come ho detto per effettuare questo giro occorrono circa 4 settimane giorno più giorno meno. Come vedete per completare i punti topici quantomeno dell'Argentina (paese clou del tour) manca ancora la zona nord attorno a Salta che tuttavia necessita almeno di altri 5/7 giorni, che noi abbiamo giocoforza dovuto saltare posponendola ad esempio come facente parte di un altro viaggio comprendente allora anche il deserto di Atacama il Cile e i salares boliviani. 

Ma questa è un'altra storia. Dunque a questo punto bisognerà partire dai voli aerei che rappresentano una bella fetta di spesa e che ahimè non dipende dai governi locali. Intanto bisogna sempre partire con largo anticipo, almeno 4 mesi prima o più. La soluzione che ho trovato io in questo caso è stata Latam all'andata, sfruttando il fatto che il volo era diretto Milano- Sao Paolo (molto comodo peraltro) con prosecuzione a Foz do Iguazu (lato brasiliano) a 530 € incluso bagaglio in stiva, necessario per le quattro settimane, tenuto conto che ormai tutte le compagnie lo mettono come costo a parte. Questo volo consente di saltare uno spostamento interno per arrivare alle cascate con un risparmio di quasi 100 €. Per il ritorno, siamo ripartiti con Iberia, da Montevideo, via Madrid con 535 €. Non ho trovato a meno, ma cercate senza sosta, magari da un altro PC perché se no ad ogni ricerca l'algoritmo fa aumentare il prezzo. Per i voli interni (ben 5 perché le distanze sono notevoli e sono stati per circa 600 €) ho scelto tutti voli di Aerolineas Argentinas (tranne per quello interno in Cile) che erano i meno costosi, considerando che il peso del bagaglio stivato era massimo di 15 kg, per non avere un forte aumento del costo, quindi ricordatevi che questo vi limiterà il peso anche per il volo internazionale di andata. 

Ho naturalmente valutato se qualcuno di questi spostamenti poteva essere fatto con bus, che sono molto comodi anche per le lunghe percorrenze, ma anche questi hanno costi elevati e la perdita di tempo poteva allungare ancora la permanenza, quindi la sconsiglio. Gli altri spostamenti necessari sono i due attraversamenti andini ed il traghetto tra Buenos Aires e Montevideo, tutti costosissimi che a noi sono costati circa 500 €. Per gli alberghi ovviamente dipende dalla vostra capacità di adattamento, ricordandovi che, a mio parere i due stelle o anche gli ostelli con camera privata o le case private sono assolutamente accettabili e tutti facilmente prenotabili dall'Italia, anche con soluzioni di cancellazione. In questo caso i prezzi possono scendere ad una media di 40 € a notte per la doppia spesso con colazione. Quindi per circa 25 pernottamenti dovrete calcolare circa 1000 € (500 € a persona). Ricordatevi che gli hotel pagati con carta di credito (o anticipati alla prenotazione o sul posto) non si paga l'IVA del 22% che viene scontata sul posto. Anche per mangiare i prezzi sono esplosi. Considerate che se vi contentate di empanadas o hamburger, si può spendere attorno ai 5 € a pasto, mentre se volete un bel piatto di carne e una birra (la bottiglietta di minerale costa uguale o di più, anche 4 € al ristorante) dovrete arrivare attorno ai 20 € a botta. Quindi calcolando un pasto economico e uno costituito da un bel piatto di carne (asado o bisteccone) dovrete calcolare una media di 25 € a pasto, quindi circa 6/700 € a testa. Rimangono gli spostamenti necessari alle visite, le escursioni e gli ingressi. 

Esaminate le escursioni a pacchetto, che sono le più care e vi intruppano in un gruppo, cosa credo sgradevole per tutti, vedrete che sono comunque molto care, mentre quelle individuali, sono quasi inavvicinabili. Si spende meno prendendo un taxi a disposizione per voi, cosa che, se siete in 4, consente di avere un prezzo pro-capite più accettabile e che è molto più flessibile alle vostre esigenze. Considerate comunque che per un giorno a disposizione arriverete facilmente a 100 $ o al doppio se i chilometri da percorrere sono molti. La soluzione assolutamente migliore sotto tutti i punti di vista, sia come prezzo che come flessibilità è l'affitto di un'auto, che troverete facilmente all'aeroporto o in città. I prezzi andranno dai 50 agli 80 € full insured per una macchina media, a seconda delle zone, quindi molto accettabile specialmente se si è in 4. La benzina per noi è molto economica attorno all'Euro a litro. Guidare è  molto semplice, il GPS del telefonino e google maps o Maps-me, funzionano egregiamente e non vi perderete, inoltre potrete fermarvi dove vi pare. Tenete solo conto che passare da un paese all'altro (da Argentina a Chile e viceversa) necessita di permessi più problematici e di costi molto superiori, per cui lo sconsiglierei. Calcolando l'ideale in 10/12 giorni di affitto auto e il resto (nelle grandi città ad esempio) con uso di taxi, dovrete calcolare, almeno altri 1000 €, se siete in 4 quindi 250 a testa. 

Rimangono a questo punto gli ingressi, molto cari ma non evitabili e quantificabili in almeno 500/600 € a persona. Ricordatevi se siete anziani di chiedere lo sconto per pensionati (Jubilados) che spetterebbe solo agli argentini, ma a volte lo fanno e non son pochi euro. Un'altra cosa a cui dovrete badare attentamente e che incide nel costo finale del viaggio è il cambio. In Argentina, dove passerete il numero maggiore dei giorni, esiste e funziona il cosiddetto cambio Blu, non è illegale e ha anche una valutazione ufficiale che trovate comodamente su internet. Inoltre da zona a zona il cambio differisce,  ovviamente in molti negozi se comprate in dollari il cambio è migliore almeno del 20%. Il dollaro di norma è preferito all'Euro. Nella maggior parte degli esercizi e ristoranti c'è uno sconto del 20% se si paga in contanti (en efectivo) evidentemente per non pagare le tasse. Quindi chiedete sempre prima di chiedere il conto, spesso ve lo chiederà il cameriere, quale sia la vostra preferenza di pagamento. Quindi valutate attentamente questo aspetto, i posti dove si cambia meglio (dai baracchini dei cambiavalute ma spesso per strada, quindi attenzione) mi sembra siano stati a Ushuaia e a Buenos Aires. Tutto questo porta, mal contati a 4000/4500 € più extra. Bella botta per un viaggio programmato low cost. Credo che non si possa fare di meno, di questi tempi. Ragione per cui personalmente consiglierei di rimandare questo viaggio a tempi (se ce li avete) migliori, in cui le condizioni economiche saranno più favorevoli. Questo è spesso accaduto in passato ed è dovuto principalmente al combinato disposto dell'inflazione interna e del cambio Euro/Pesos, oggi particolarmente sfavorevole per noi. Rimarrà comunque uno dei viaggi più costosi (se non il più costoso) della vostra vita. 




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giovedì 26 dicembre 2024

Tirando le somme

 

Ohibò, brutto diventare vecchi, ad un certo punto ti accorgi che ad ogni piè sospinto ti dimentichi di qualche cosa di essenziale, senza la quale non puoi fare quello che ti eri proposto di fare. Mi sono infatti spostato tra le nevi per il mio consueto periodo di meditazione invernale che mi consenta di preparare i prossimi spostamenti e avevo progettato di utilizzare le molte ore a disposizione che mi ritroverò nelle prossime due settimane tra i silenzi delle nevi eterne, gli squittii delle marmotte, silenziose perché in letargo e il frusciar delle volpi tra i cespugli, orsi invece da queste parti non ce ne sono (ancora) e se ci fossero starebbero già ronfando di brutto in fondo a qualche comoda tana, nel cominciare a buttar giù il materiale raccolto durante il lungo viaggio patagonico, per cui ero fiducioso del fatto che al termine di questo periodo sarei arrivato quasi a metà dell'opera, riuscendo poi magari a finire il libro prima della prossima ripartenza, Insomma cercare di non rimanere indietro col lavoro. Ma tirando fuori dallo zaino il materiale che mi sono portato appresso, mi accorgo con orrore di aver dimenticato di prendere proprio l'indispensabile calepino nel quale ho raccolto tutti gli appunti buttati giù durante il viaggio, senza i quali non ho la possibilità di raccogliere le idee e men che meno la capacità di scrivere alcunché. 

Non ditemi che devo perdere al completo questa quindicina! D'altra parte se sei ormai smemorato completamente ti devi rassegnare. Va bene cercherò di assemblare almeno i post finali, le considerazioni varie e così via, tanto per portarmi comunque un po' avanti. Non è che mi manchi il lavoro, tra sistemare le foto, alcune migliaia, editare il libro del Caucaso, approntare le due presentazioni che ancora mi aspettano all'UNI3 per non deludere troppo i miei ascoltatori; insomma il lavoro non mi mancherà certo ma insomma un po' comunque mi girano. Intanto approfitto della pausa per fare il consueto punto di fine anno sul blog, che nel frattempo ha superato di slancio i 4500 post nei suoi ormai oltre 16 anni e mezzo di vita. Quest'anno devo dire che ho rallentato un po', solo 246 post, ma tranquilli, intanto nessuno se ne è accorto e comunque l'attività si è concentrata sulla stesura dei libri, tre quest'anno, di cui due di prossima uscita. Intanto abbiamo superato di slancio le 1.630.000 pagine viste, con contatti da oltre 160 paesi, da una trentina dei quali ci sono stati oltre 100 visitatori unici. Quasi nessuno commenta purtroppo, leggono, si spera e poi passano oltre senza lasciar traccia, tranne i miei amici più cari, ma il mio non è un blog di polemica, quindi è comprensibile. Comunque prometto di continuare su queste basi, almeno ancora per un po' per toccare almeno i 5000 post e pertanto vi aspetto sempre numerosi anche per il prossimo anno.



mercoledì 25 dicembre 2024

Buon Natale

 

A tutti gli amici 

martedì 24 dicembre 2024

Sudamerica 2 - L'arrivo

Partiti
 


Così con lo zaino pieno più di fogli di prenotazioni che di masserizie, fiducioso come sono delle comunicazioni via telefonino (noi uomini del passato abbiamo, pur utilizzandole, poca fiducia nelle comunicazioni tecnologiche moderne), siamo finalmente partiti in una mattina nebbiosa e tristanzuola. Per la verità e per fortuna eravamo anche carichi di dollari in contanti, memori delle raccomandazioni raccolte sul web e consci di quello che ci si poteva aspettare, vista la situazione, ma sai com'è quando decidi di salire sul ballo poi bisogna ballare e nella terra del tango poi, questo è un imperativo assoluto. Dunque, riformato il solito quartetto dell'Ave Maria con cui sono solito girare per il mondo, nel senso che ci si rivolge al cielo nella speranza di superare la prova, di claudicanti aspiranti alle RSA, tra un ginocchio dolente e una schiena scricchiolante, siamo comunque riusciti ad arrivare fino a Malpensa, via parcheggio della Mariuccia che ormai ci conosce abbastanza bene. Nella spasmodica ricerca di un po' di risparmio (penserete che questo sia un chiodo fisso da braccino corto alessandrino, ma vi assicuro che questo è un viaggio impegnativo da questo punto di vista), abbiamo scelto un volo Latam, che presentava diversi vantaggi. Intanto il costo, poi il fatto di essere diretto, senza scali, fino a Sao Paolo ed infine considerando la prosecuzione ad Iguaçu, aveva anche il vantaggio di evitare il passaggio da Buenos Aires, dove abbiamo programmato di fermarci solo al ritorno. 

C'era, è vero, un po' di preoccupazione data dalla compulsiva lettura delle recensioni estremamente negative su questa compagnia, in particolare i tuoni e fulmini di un amico che aveva appena avuto una esperienza pessima con questo vettore, ma come sempre capita anche coi medici, fenomeni per quelli a cui va bene e portano a casa la ghirba, macellai per gli altri, devo dire che l'esperienza è stata ottima, anzi se devo proprio dire il vero, lo spazio per le gambe anche nella classe bestiame, che tocca a noi, era addirittura, apparentemente per lo meno, migliore che su altre compagnie più titolate e le cibarie distribuite ben tre volte sono state quasi accettabili e per una compagnia aerea questo è già fuori dall'ordinario, non avendo provocato nelle ore successive quella cosiddetta maledizione di Montezuma di cui sono di solito la causa principale, causa chissà, i successivi scongelamenti e ricongelamenti. Un problema però è subito saltato fuori però nei tempi della coincidenza, ma questo non per colpa di Latam. Avevamo infatti due ore e mezza tra i due voli cosa che mi sembrava più che sufficiente a fare tutto con estrema calma, ma non avevo considerato e vi prego di tenerlo presente, che passando da un volo internazionale ad uno domestico, non si tratta di un semplice transito, ma è obbligatorio ritirare i bagagli, fare dogana e rifare il check-in reimbarcandoli per il volo successivo, cosa che tra le code varie e la strada da fare, gli aeroporti ormai sono delle vere metropoli, ha richiesto quasi tre ore. 

Questo inghippo non previsto, ci che ci avrebbe creato un grosso problema, probabilmente di perdita del volo, se quello per Iguaçu non fosse stato anch'esso in ritardo, cosa che ce lo ha fatto acchiappare con grande affanno e corse, per la coda. Forse avrebbe aspettato perché c'era un sacco di gente che avrebbe avuto il nostro stesso problema, ma insomma un po' di patema d'animo, solo attutito dal fatto che eravamo bello che rincoglioniti per la notte passata a contare le pecore, ma che invidia per quelli che appena poggiano la testa sullo schienale sono già addormentati, l'abbiamo avuto e con gli occhi cisposi e le membra dolenti, quando le ruote hanno finalmente strisciato l'asfalto dell'aeroporto di Foz do Iguazu all'una di notte, visto il ritardo accumulato, in fondo non troppo, abbiamo tirato un respiro di sollievo. Il fatto poi che agli arrivi ci fosse anche il tizio promesso dall'albergo che ci aspettava col cartello in mano, ti fa ancor di più allargare il cuore. Il viaggio comincia bene insomma e senza sorprese. Già, questa cosa di vedere il tuo nome scritto su un cartello a migliaia di chilometri da casa ha sempre un effetto psicologico notevole, viaggiare insomma non è più come una volta e arrivando quasi sotto le cascate non trovi più un gruppo di selvatici Guaranì da civilizzare, con in mano arco e frecce, che ti guatano dubbiosi se infilzarti o meno, ma solo tassisti e guide ansiose di spillarti un po' di dollari, che ti aspettano invece graditissimo ospite pagante visto che su questo riescono a far campare le loro famiglie. 

Così varcare quelle sliding doors aeroportuali diventa davvero come entrare in un nuovo mondo. Un attimo prima sei in un non luogo internazionale, una terra di nessuno, dove la babele di lingue che avverti nell'aria te lo confonde con qualunque altro di ogni parte della terra, con le stesse caratteristiche e gli stessi marchi, le stesse bamboline nelle vetrinette tutte in arrivo dalle stesse fabbriche cinesi e che tuttavia ti dà la bella sensazione di essere padrone di un spazio comune, senza frontiere, dove cadono almeno per un momento i distinguo dei politici idioti che blaterano di barriere, invasioni e supremazie e dove ti puoi muovere a tuo piacere, almeno se hai in tasca passaporto e svanziche, naturalmente. Va beh, in ogni caso i piedi sono ormai posati sulla terra brasiliana, sentor di samba e fejoada incluse. Ti pare di avvertir nell'aria quel senso di festa che questo paese si porta con sé solamente a pronunciarne il nome o forse sarà solo uno dei tanti pregiudizi che ci portiamo da casa. Comunque siamo talmente stanchi che non appena arriviamo all'hotel, ascoltiamo con orecchio semichiuso le spiegazioni del concierge notturno e ci precipitiamo direttamente nel lettone dopo aver afferrato le chiavi, questa volta sì, addormentati non appena tocchiamo le federe col capoccione in attesa dell'alba ormai vicina.


SURVIVAL KIT

Parcheggio Malpensa - Ceriapark da Mariuccia - Malvaglio , Via Pozzi 43. E' leggermente più lontano degli altri (15 min), ma imbattibile sui prezzi per le lunghe soste (Scoperto, 45 Euro + 1 Euro al giorno, è aumentato dopo il Covid). Se dovete partire molto presto c'è anche la comodità dell'albergo adiacente con ristorante. Consigliatissimo.

Voli internazionali - Come sempre è consigliabile acquistarli con largo anticipo. Noi abbiamo comprato a luglio, scegliendo, dato l'itinerario previsto, all'andata Latam (diretto Malpensa San Paolo e poi Iguazu, lato brasiliano, Foz de Iguazu,) 580 € con bagaglio in stiva. Per il ritorno, da Montevideo via Madrid con Iberia a € 535.

Hotel ColonialAv. das Cataratas, 11237 - Vila Yolanda, Foz do Iguaçu  - Bellissimo albergo 3 stelle, in un grande parco molto vicino all'ingresso delle cascate lato Brasiliano. Belle camere spaziose e silenziose, TV, wifi, AC, buone dotazioni nel bagno, cassaforte, frigo. Il ristorante non è eccezionale, ma la colazione inclusa nel prezzo è ricchissima. Transfert all'aeroporto incluso. 2 piscine con sorgenti termali. Tutto per 39 Euro la doppia con cancellazione, inclusa cenna di benvenuto la prima notte. Possibilità di organizzare ogni tipo di escursione. Consigliatissimo per rapporto qualità/prezzo.



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lunedì 23 dicembre 2024

Preparare un viaggio complesso

Ghiacciaio Perito Moreno - Patagonia - novembre 2024

 

Tornato, ormai da quasi tre settimane, un tempo sufficiente a sedimentare le emozioni direi. Così, complice il fatto di aver terminato la disamina del viaggio di primavera ed aver esaurito gli infiniti compiti sociali prenatalizi, è ora di concentrarmi con questo approccio che, dopo tanti anni ho avuto finalmente con il cono a sud del mondo, quella terra così lontana da essere identificata anche come la fin del mundo, così estranea al mondo in generale, da avere sempre contato poco negli eventi geopolitici del pianeta, una parte marginale forse, eppure così fascinosa ed attraente. Io, lo sapete sono sempre stato morbosamente attratto dall'est, d'altra parte lo ribadisce anche la denominazione di questo blog, ma ho tuttavia maturato negli anni una sorta di morbosa curiosità per il Sudamerica, che me lo ha sempre fatto da un lato desiderare e allo stesso tempo temere. Così questo viaggio è stato a lungo sognato e sempre rimandato per le più varie ragioni. Già lo scorso anno lo avevo nel mirino, poi i costi indagati e giudicati molto alti rispetto ai miei normali standard, me lo avevano fatto posporre a tempi migliori e mal me ne incolse, ma di questo vi dirò più oltre. Quest'anno non me la sono sentita di continuare a rimandare, d'altra parte il tempo a disposizione diventa sempre più scarso e bisognava alfine decidersi e la sirena di quelle terre lontane e solitarie si faceva sempre più pressante, assieme con la voglia di riempire gli spazi bianchi di quel lato della carta geografica che lasciavano un vuoto sconfortante in quella parte del planisfero. 

Così ci siamo finalmente decisi e dopo aver a lungo ragionato, impressionati da proposte condite da prezzi decisamente al di fuori della mia portata, pur avendo scandagliato tutte le proposte locali alla ricerca di un aiuto, che come dovevo supporre in questi casi non può essere consono alle mie esigenze, abbiamo deciso di lavorare su un viaggio completamente fai da te, come si dice ahiahiahi. In realtà come sempre le cose sono molto più semplici di quanto si suppone, dato che si tratta di una parte di mondo che comunque vive e ragiona "all'occidentale", parla lingue comprensibili e ha modi di vita comuni a noi; il fatto è che non abbiamo più tanta voglia di sbatterci e in effetti preparare un viaggio è fatica, specialmente uno come questo, d'altra parte è proprio per questo che le agenzie se devono lavorare al posto vostro devono farsi pagare. Comunque diciamo che lo sbattone per partire a novembre è cominciato già dal mese di luglio, considerando che itinerari e idee di base erano già sulla carta dallo scorso anno. L'idea comunque era quella di fare un viaggio patagonico, che comprendesse la parte sud dell'America latina, abbastanza completamente, vedendo quasi tutti i luoghi fondamentali ed iconici dell'area, visto che è molto probabile, considerata l'anagrafe che da quelle parti difficilmente ci si ritornerà. 

Subito ho visto che difficilmente si riesce a farlo, pur per sommi capi e tralasciando con mestizia, punti importanti, in meno di quattro settimane, ipotesi, già questa che ormai non viene più presa in considerazione da nessun viaggio organizzato. Dunque il mio progetto patagonico ha preso le mosse da una idea circolare, la più tecnicamente logica possibile che portasse a coprire tutti i punti topici che alimentavano le mie fantasie, formatesi in letture, racconti di viaggiatori incalliti e scorribande sul web che fossero consone il più possibile al progetto di cui vi ho fatto cenno. Operazione questa che dovrebbe essere alla base di tutte le programmazioni di coloro che viaggiano alla mia maniera. Questo naturalmente, scandito dai vari condizionamenti tecnici ed economici dovuti alle situazioni contingenti, ad esempio le varie offerte di voli e di destinazioni. Dopo lungo studio sono arrivato a tracciare la seguente traccia. Con un volo combinato via San Paolo, sono arrivato direttamente alle cascate di Iguaçu, con puntata di un giorno nel vicino Paraguay, per poi spostarmi nella zona di Bariloche, la Svizzera del Sudamerica. Di qui effettuare la prima traversata andina attraverso laghi e foreste di montagna per arrivare al Pacifico a Puerto Montt e alla verde isola di Chiloè. La tappa successiva in aereo ci porta a Puerto Natales di fronte agli immensi ghiacciai patagonici e all'area mitica delle Torri del Paines. 

Quindi viene il momento del secondo attraversamento andino che ci riporta sul versante est questa volta in bus fino a El Calafate, dove la presenza del ghiacciaio Perito Moreno e del lago Argentino rappresentano uno dei clou dell'intero viaggio, senza naturalmente mancare una puntata a nord fino a El Chalten, la terra del Cerro Torre e del Fritz Roy, con le reminiscenze di italianità che queste cime portano con sé. Un ulteriore balzo ci porta alla terra del Fuoco, la mitica Ushuaia della fin del mundo e del canale di Beagle, che infiamma l'immaginazione solo a nominarla. Di qui non si può che risalire, sostando naturalmente nella penisola di Valdez, uno dei luoghi più interessanti per conformazione, isolamento e vita naturalistica. Finalmente poi sarà l'ora di arrivare nella capitale, Buenos Aires la tanguera e non solo, per fare le ultime considerazioni culturali e sociali di questa terra lontana. Dato che non puoi considerare questo paese a livello esclusivamente nazionale, già che sei arrivato fin qui, bisogna dare un'occhiata anche al di là del grande estuario e fermarti un attimo anche almeno a Montevideo, la capitale gemella  che le sta di fronte, riuscendo grazie a contatti locali a riuscire anche a toccarla dall'interno in maniera un poco più profonda. ed ecco qua che le quattro settimane sono belle e che passate e ti ritrovi a casa che il Natale già incombe, dopo aver toccato addirittura cinque stati: Brasile, Paraguay, Argentina, Cile e Uruguay. 

Una bella cavalcata che naturalmente avrebbe richiesto almeno qualche giorno in più per essere più completa ed accurata, ma come sempre tutto non si può avere. Un giro che mi ha chiarito molte idee, lasciandone altre più confuse ancora, con molte sorprese, alternando entusiasmi infiniti a qualche piccola delusione, sfatando come sempre accade i soliti pregiudizi che ti porti dietro e facendoti rimanere affascinato dalle bellezze che non ti aspettavi. Ribadisco comunque che si tratta di un viaggio impegnativo da organizzare in totale autonomia, in quanto dovendo prenotare in anticipo, soprattutto per avere buoni prezzi, sia gli aerei che gli hotel e trattandosi di un itinerario che presuppone comunque molti spostamenti interni, date le distanze, bisogna lavorarci parecchio cercando di valutare bene quanti giorni dedicare ad ognuna delle molte tappe e tenendo sempre presente la logistica degli spostamenti, la facilità degli stessi e soprattutto lasciando qualche spazio per gli eventuali imprevisti. Io sono partito dai voli internazionali, scegliendo giorni e itinerario più conveniente e poi ho pensato al quanto dedicare ad ogni luogo in base alle cose da vedere ed ai miei specifici interessi, infine sono passato a cercare i pernottamenti scegliendo soprattutto in base al loro posizionamento e ovviamente al costo. Non ho prenotato nessuna escursione, spaventato soprattutto dai costi e valutando che in novembre non ci dovesse essere un pienone tale di turisti da farmi avere dei problemi. Anche la decisione di scelta tra taxi, escursioni pronte e affitto macchina le ho lasciate da decidere sul posto ed è stata una buona decisione. 

Tuttavia la conclusione finale di tutto ciò è che, come speravo, il viaggio non ha presentato difficoltà organizzative ed è stato tutto sommato semplice, ma il punto dolente è che è stato oltraggiosamente, ingiustificatamente, incomprensibilmente caro. Il più caro della mia vita. E pensare che lo avevo rinviato a quest'anno perché nel 2023 i  livelli di prezzo mi sembravano troppo elevati e così ho finito di spendere almeno  un terzo  in più delle spese sul posto, così che, al di là dell'interesse intrinseco e della bellezza assoluta che mi ha appassionato e per la quale tornerei, in questo momento sono portato a sconsigliare questa meta, almeno fino a quando perdurerà questa situazione. In ultima analisi il combinato disposto di quanto è accaduto in questo paese e mi riferisco all'Argentina in questo ultimo anno, ha provocato un forte aumento dei prezzi interni dovuti ad una elevatissima inflazione e contemporaneamente, le politiche economiche del governo (tagli enormi alla spesa pubblica, tassazione aumentata e licenziamenti di massa) hanno portato a consolidare la posizione internazionale del paese, così da far diminuire considerevolmente il cambio Peso/Dollaro (da circa 1 contro 1500 a 1 contro 1000, quindi con ulteriore aumento dei costi per il turista. Se a questo si aggiunge l'aumento di tasse proprio sul turismo (ad Ushuaia, tutti i negozi esibivano cartelli che chiedevano al governo uno stop a queste imposte che stanno danneggiando pesantemente gli arrivi da tutto il mondo) si arriva a prezzi senza senso a cui tuttavia devi sottostare, in quanto non è che hai già speso un botto per arrivare fino là e poi rinunci ad una escursione perché costa esageratamente. Va beh, comunque quel che è fatto è fatto ed in ogni caso cerchiamo di valutare solo gli aspetti positivi del giro e sono stati davvero molti. I soldi d'altra parte non danno la felicità. 

Penisola di Valdez - Coppia di leoni marini


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martedì 17 dicembre 2024

Caucaso 37 - 75 Motivi +1 per andare nel Caucaso

Ushguli . Georgia - maggio 2024

 

A conclusione del giro di sensazioni che spero di essere riuscito a trasmettervi sul Caucaso entrando un po' più a fondo nei suoi aspetti storici, naturalistici e culturali, mentre penso che tra le righe sia passato il sottile e pervasivo desiderio di riuscire un giorno a visitare anche tutte le altre zone che, per varie motivazioni, soprattutto logistiche, ho dovuto forzatamente tralasciare e che indubbiamente  valgono la pena di essere più a fondo indagate, stimolandovi comunque al viaggio, vorrei fare, come al solito, un piccolo elenco di cose imperdibili di questo paese o che, se la volete mettere giù in altro modo, valgono la pena di sobbarcarsi le ore di volo che sono necessarie a raggiungere quella terra non così lontana nello spazio, ma così differente ed intrigante.

  • Arrivare all'alba a Tbilisi cogliendo la città addormentata
  • Fare colazione in un piccolo caffè turco apprezzando i dolcetti tradizionali
  • Camminare nel quartiere georgiano apprezzando le costruzioni storiche
  • Rifare la colazione all'ostello Fabrika tra frikkettoni e lusso incombente
  • Guardare un panettiere che mette le forme di pane nel forno tradizionale e le estrae calde e fragranti e mangiarne un pezzo
  • Ammirare i bovindi e i balconi in legno tradizionali delle case più antiche
  • Guardare le acque limacciose e tumultuanti del fiume Kura dalle mura della città
  • Guardare all'insù per apprezzare meglio la cupola dorata della cattedrale nel quartiere armeno
  • Bere un bicchiere di Kidzmarauli profumato e sorridere alle belle ragazze con le coroncine di rose che visitano la chiesa di Metheki
  • Spaziare sulla città dall'alto del castello e della cittadella sotto la statua della madre Georgia
  • Scendere il canon che porta alle antiche terme ammirando gli arabeschi della facciata
  • Mangiarsi un gelato al vino nel tunnel del mercato dopo aver visto chiese e sinagoghe
  • Mangiare khinkali e khachapuri in una trattoria con un calice di vino bianco
  • Visitare il santuario di Santa Nino e assistere all'adorazione della sua tomba da parte dei fedeli
  • Degustare vini e chacha in una cantina di un allegro produttore di Sighnaghi
  • Bere un succo di melagrana spaziando dalle mura sulla valle del Kakheti
  • Aggirarsi nella fortezza di Anamuri tra torri e chiese
  • Stupirsi davanti all'incontro di due fiumi Aragvi che non vogliono mescolare le loro acque
  • Superare alti passi innevati per arrivare al confine con l'Inguscezia
  • Rimanere a bocca aperta davanti alla chiesa della Trinità di Girgeti dietro il massiccio del Khazbek
  • Mangiare il più buon pane del mondo in una trattoria di Stepantsminda
  • Camminare sulle lunghe mura della fortezza di Rabati visitandone il ricco museo
  • Perdersi tra le grotte della città sotterranea di Vardzia
  • Cercare di individuare gli affreschi sbiaditi che raccontano la grandezza della regina Tamara
  • Percorrere le valli solitarie e nascoste dello Javakheti per arrivare a Kutaisi
  • Camminare sul selciato del centro storico bagnato di pioggia  tra vecchie case e ristorantini accattivanti
  • Visitare la bella città tra chiese antiche, mercati e parchi
  • Sgranocchiare una churchkhela mentre si passeggia sul lungo fiume senza rompersi un dente
  • Visitare il monastero di Gelati anche se i preziosi e famosissimi affreschi sono in restauro
  • Affascinarsi davanti alle foreste infinite che circondano il piccolo monastero fortezza di Motsameta
  • Prendere parte ad una cooking class nell'agriturismo preparando con kla signora Shoreka e poi sbafandosele, ricche badrijani e succulente khacharuri
  • Risalire le valli montagne verso Mestia su una marshrutkha chiacchierando con una turista di Shenzen col traduttore del telefonino
  • Transitare a pochi chilometri dal confine con l'Abkhazia e non poterci entrare
  • Percorrere le strade ed i sentieri tra i paesi più isolati dello Svaneti tra antiche torri e musei contadini
  • Cercare di salirne una e camminare nel fango tra maiali e ghiacciai
  • Suonare la campanella della chiesetta di Ushguli 
  • Guardare stupito le pareti del monte Dzhangi- tau coperte di neve
  • Ammirare nel museo le vecchie foto di Vittorio Sella passato di qui quasi cento anni fa che raccontano la valle quasi uguale ad oggi
  • Scendere dalla montagna al mare fino a Batumi, la sedicente Dubai georgiana
  • Percorrere tutta la passeggiata tra improbabili palazzi, finte torri di Pisa e Colossei volenterosi
  • Commuoversi davanti al monumento all'amore di Ali e di Nino
  • Percorrere le spettacolari grotte di Prometeo
  • Entrare nel recinto dell'imponente monastero di Mtskheta alla ricerca della tunica di Gesù
  • Guardarlo anche dall'alto della collina cercando di non farsi portare via dal vento che soffia tra gli androni del piccolo monastero
  • Prendere il treno notturno che ti porterà da Tbilisi e Yerevan senza sbagliare binario
  • Aprire il finestrino all'alba a trovarsi di fronte allo spettacolo del monte Ararat incappucciato di neve rosata
  • Girare per il centro di Yerevan risalendo la gradinata della Cascade e apprezzandone le opere d'arte esposte
  • Girare per il GUM cercando di resistere all'acquisto compulsivo di frutta secca, fragole, ciliegie e formaggi
  • Guardare le rovine di Erebuni e il suo museo imparando la storia antica armena
  • Sedersi tra le rose del giardino della moschea blu respirando aria di pace
  • Rimanere attoniti davanti alla perfezione del tempio di Garni
  • Percorrere la strada sotto la volta naturale di basalto nero della Sinfonia delle pietre
  • Stupirsi davanti al fondovalle di pietra rossa che circonda il monastero di Novarank
  • Meravigliarsi davanti alla bellezza delle antiche khrachkhar scolpite nella pietra
  • Spiare il confine turco dal monastero di Khor Virap con lo sfondo dell'Ararat
  • Stupirsi davanti alla sfilata dei pali della luce con in cima i grandi nidi delle cicogne
  • Percorrere il Vorotan pass e gli spazi infiniti degli altipiani che portano alla Persia
  • Camminare tra gli inquietanti menhir bucati del sito di Zorats Karer
  • Osservare gli strapiombi della valle dalla funivia del Tatev per arrivare al monastero 
  • Scavallare il solitario passo di Selim e prendere il caffè davanti al caravanserraglio di Orbelliani, immaginando che qui sia passato Marco Polo
  • Stupirsi della bellezza del lago Sevan tra le croci antichissime del cimitero di Noraduz
  • Guardare l'arcobaleno sul lago dopo la pioggia dalla collina della penisoletta del monastero di Sevanavank
  • Trascorrere una sera tra le vecchie case di Dilijan
  • Godersi la sfilata di monasteri lungo la valle che scende verso Debed
  • Bere una chacha da 62° distillata da un insegnate in pensione che non ti lascia più andare via
  • Percorrere tutta la valle dei villaggi dei Molokhans discendenti dei deportati russi 
  • Conoscere l'archeologia industriale delle miniere abbandonate di Alaverdi
  • Godersi il centro di Gyumri con le sue bellissime case di tufo nero
  • Visitare gallerie d'arte e la cattedrale ricostruita dopo il terremoto
  • Mangiarsi un paio di deliziosi ponchik sulla piazza principale
  • Ammirare ancora una volta la città dal castello nero
  • Aggirarsi tra i giardini e le costruzioni del Vaticano armeno a Echmyadzin
  • Ritornare a Yerevan per visitare i quartieri non ancora visti e brindare visitando la storica fabbrica del brandy Ararat
  • Visitare con grande commozione il museo del genocidio sulla cima della collina e guardare per l'ultima volta la città dall'alto
  • Gustarsi ancora il meraviglioso e ricchissimo museo della storia dell'Armenia 
  • Assistere ad una festa in costume di tutte le regioni del paese

ed infine
 
  • Dare l'addio a Yerevan dopo avere finalmente mangiato la colossale fetta di torta millefoglie del famoso ristorante Lavash.



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7 -  Kazbegi

lunedì 16 dicembre 2024

Caucaso 36 - Come andare

Georgia - grotta di Prometeo - maggio 2024

 

Cittadella di Tbilisi

La preparazione di un viaggio nel Caucaso, secondo me non presenta particolari difficoltà. E' una meta vicina, dove le comunicazioni non sono problematiche, dalle abitudini prossime a quelle europee e tutto sommato a basso costo anche per un paese il cui potere d'acquisto è in continuo calo, come il nostro. Naturalmente a parte la situazione geopolitica al momento in bilico, in particolare in Georgia, che potrebbe anche avere bruschi mutamenti in tempi veloci e che quindi deve essere monitorata durante la programmazione, senza tuttavia fasciarsi troppo la testa in quanto le notizie che arrivano sono sempre ampliate anche troppo e considerando che fin che non si spara per le strade, i paesi sono abbastanza sicuri e visitabili. Intanto arrivarci in aereo è piuttosto agevole per quanto riguarda i prezzi, approfittando delle varie low cost che propongono voli nelle varie capitali attorno ai 50 Euro a tratta e anche meno, basta approfittare delle occasioni monitorando i vari siti. Solo Baku, al momento mi sembra penalizzata, ma le cose possono mutare rapidamente. Certo si è sottoposti alle varie tagliole di queste compagnie ballerine che possono sballare tutto cambiando orari o annullando voli, ma comunque meno male che ci sono. Poi bisogna preparare itinerari confacenti alla situazione, come ho detto in continuo divenire. Ad esempio al momento mi sembra ci siano problemi a unire Azerbaijan e Georgia e men che meno Armenia. 

Tbilisi Chiesa armena

Per l'Abkhazia, bisogna richiedere speciali permessi, come vi ho detto da parte di qualcuno del posto, almeno un paio di mesi prima, mentre per l'Ossezia. al momento non c'è possibilità di accesso da sud e anche il Nagorno Kharabagh, che per la verità ormai non esiste più, è ugualmente chiuso e impercorribile. La parte nord del Caucaso poi, è tutto territorio russo e al momento è piuttosto complicato da organizzare se non partendo da Mosca o arrivandoci coi propri mezzi e traversando il Caucaso ad esempio al valico di Vladikavkaz, raggiungendo così l'Inguscezia e da lì procedere nelle altre repubblichette parzialmente autonome. Quindi per chi se la sente c'è anche la via di terra dall'Italia, che implica tempi lunghi, ma durante il nostro giro abbiamo incontrato un sacco di gente che ha percorso la via greco-turca, attraversando il confine georgiano per poi percorrere coi propri mezzi magnifici itinerari, quando non proseguire in Russia per arrivare ad altre più lontane mete, ma qui si tratta di viaggi di lungo corso che implicano disponibilità e tempistiche diverse, se pur fattibilissimi e che io per primo sognerei di fare. Per i tempi direi che da due a tre settimane consentono di avere una buona visione di Armenia e Georgia; per l'Azerbaijan calcolate almeno una settimana in più. Spostarsi nei diversi paesi presenta molte soluzioni, incluso l'affitto dell'auto molto comodo ed economico. 

Se invece vi appoggiate a qualcuno o decidete di spostarvi in autonomia ci sono diverse possibilità. Il più economico naturalmente è quello dei mezzi pubblici con le marshrutkhe, minibus da circa 15 posti che collegano ogni punto dei paesi, sono frequenti, ma naturalmente impediscono di fermarsi a vedere cose durante il percorso. E' la classica soluzione da backpackers giovani o finti tali, con tutti i suoi vantaggi e svantaggi, tuttavia in molti casi utilissima. In città o nelle vicinanze ci sono i taxi o la versione locale di Uber che si chiama Yandex, scaricate l'app, molto economici, in alcuni casi se siete in quattro concorrenziali con la metro o i bus cittadini. Poi c'è la soluzione più comoda ma cara della macchina con autista con cui concordare un itinerario personalizzato. Anche qui bene se potete dividere i costi, ma siamo sempre tra i 50 e i 100 $ al giorno. Certamente però è il sistema con cui si vede di più e si evitano le perdite di tempo, per cui se fate un conto preciso che tenga conto anche dei giorni effettivi che si vanno a risparmiare, è un modo ragionevolmente concorrenziale. Tra Georgia e Armenia, il consiglio è quello di passare in treno, comodo ed economico, che consente anche di guadagnare una notte di albergo. Rimangono da decidere le soluzioni abitative. Come ovvio ci sono alberghi di tutti i livelli, ma anche i 2/3 stelle sono generalmente ottimi con prezzi assolutamente abbordabili. 

Basalti a canne d'organo

Al momento vanno anche molto gli appartamenti, anche per una notte, che hanno prezzi ancora inferiori e che funzionano un po' come gli Airbnb, naturalmente non presidiati, quindi con qualche problema logistico in più. Sotto c'è ancora una vasta scelta di ostelli con sistemazioni più precarie. Per mangiare, molte opzioni offrono la colazione; per il pranzo, al fine di ottimizzare i tempi, suggerirei le molte soluzioni offerte dai cibi di strada presentissimi nei vari mercati che troverete per le vie della città o le moltissime food court che sono sorte lungo le strade di comunicazione. Alla sera vasta scelta di ristoranti per tutte le tasche. Per l'organizzazione generale del viaggio non rimane che seguire le vostre esigenze. Certo se non volete sbattervi e lavorarci su smanettando su internet per un bel po', rimane l'agenzia tradizionale sotto casa, che ovviamente ha viaggi standard e ha logicamente i suoi costi e che oggi offrono generalmente viaggi dalla settimana ai 10 giorni tutto compreso, oppure dell'agenzia in loco che generalmente è più disposta a offrirvi tour tailor made, dopo che gli avete descritto le vostre esigenze ed i vostri punti imperdibili da inserire nel giro. Io come vi ho detto mi sono affidato all'amico Gianluca, armeno di adozione e grande conoscitore del Caucaso e non solo, sia dal punto di vista storico-culturale che turistico, che vi consiglio caldamente (Le coordinate  per contattarlo sono: https://www.facebook.com/gianluca.alex.proietto - Gianluca Proietto  e Su Istagram: Haikmedia. Poi rimane il fai da te completo, fattibilissimo naturalmente ora che con i vari supporti telematici, si può investigare, fissare, prenotare qualunque cosa e dovunque in giro per il mondo. Altri suggerimenti generici non ne ho, salvo che augurarvi un buon viaggio in questa interessantissima parte di mondo.

Al confine russo


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