martedì 16 gennaio 2024

Corea 44 - Namsam park

Da Namsan park - Seul - ottobre 2023

 

La produzione artigianale dei kimchi

Oggi direi di prenderla con molta calma, in linea con la sensazione sempre più spiccata che ti dà questo posto. Usciamo di casa, andiamo al baretto dove eravamo stati nel giorno del nostro primo arrivo a Seul e ci gustiamo il nostro cappuccino senza cannella osservando il va e vieni degli avventori che vengono per prendere e portarsi via i bibitoni giganti di caffè americano, bollente o ghiacciato a seconda dei gusti e poi corrono via per andare al lavoro, con piglio decisamente statunitense, cultura che evidentemente ha pesantemente condizionato il paese per ovvi motivi. Poi ci facciamo un paio di fermate della metro fino a City Hall per vedere uno dei castelli minori, il Deoksugung, anch'esso al centro di un bel parco urbano, come ho imparato essere consuetudine. Qui ci dovrebbe essere anche un interessante cambio della guardia. Così raccogliamo il primo schiaffo della giornata. Ricordatevi sempre di informarvi prima, questa è la regola dell'attento turista, prevedete e regolate gli itinerari oltre che gli orologi, se non volete avere sorprese, certo non è la regola del viaggiatore, ma così eviterete di innervosirvi nutilmente. Infatti questo castello è chiuso il lunedì. 

Varietà di peperoncini
Saggiamente essendo diversi i monumenti di questo tipo, la municipalità effettua il giorno di chiusura in maniera alternata, alcuni il lunedì, altri il martedì, così da non lasciare il malcapitato, ma attento turista a becco asciutto, in modo che abbia sempre e comunque qualche cosa da vedere e allo stesso tempo far lavorare senza problemi, i vari negozi che affittano gli hanbok per le visite. Bisognava pensarci prima. Così, dopo aver girellato un po' sotto lo sguardo sinceramente dispiaciuto di qualche poliziotto di guardia all'ingresso, desolantemente chiuso, ce ne facciamo una ragione, traversiamo la piazza antistante, dove c'è una specie di fiera dell'agricoltura del benessere, sembrano i gazebo della Coldiretti, che vendono prodotti vari, funghi, erbe, alghe, kimchi e compagnia cantante. Ci fermiamo ad assaggiare il miele, assolutamente biologico, ma rifiutiamo gentilmente l'offerta di una vecchierella che sta preparando una montagna di kimchi, rossi come il fuoco; il pizzicore del peperoncino ti aggrdisce anche a distanza di un paio di metri e quindi ce ne andiamo verso il vicino mercato di Namdaemun, si dice il più grande di tutta la Corea ed anche il più interessante in assoluto. 

Trippe e salamini
Ci si arriva comodamente a piedi, percorrendo la Sejong-ro per qualche centinaio di metri verso sud. In effetti questa, che è una vera e propria città del commercio, occupa un intero quartiere ed è piuttosto interessante per considerare i gusti e le tendenze della gente di qua. Tutta la zona abbigliamento e calzature, forse la parte preponderante, è piena zeppa di negozietti che offrono prevalentemente robaccia di bassa qualità, dimenticatevi i lussuosi negozi delle griffe di Gangnam o di Myeongdong, tuttavia non vedi neanche il proliferare dei tarocchi come in molte capitali orientali. Per le scarpe trionfano sneakers di ogni tipo e scarpacce varie, senza farsi mancare le molte tipologie delle nuove Crocs. Naturalmente la parte più affascinante per il turista è quella alimentare, dove puoi scorrere tutta l'offerta della cucina coreana, dalla meravigliosa ed elefantiaca frutta, alla ordinata e pur rigogliosa verdura. Ci perdiamo nei meandri del sottosuolo dove si allarga un secondo chilometrico mercato fatto di tunnel segreti e ricchi di strambugi di ogni tipo. Qui anche la gastronomia del cucinato è ricca di offerte con capaci pentoloni da cui pescare e portarsi via la vaschette pret-à-manger direbbero a Parigi. 

Myeongdong

Infine riusciamo a trovare la strada per uscire all'aperto, tra collane di trippe e salcicce fumanti, ma non solo. Infatti noti anche una bella varietà di robe strane come alghe, funghi sconosciuti e altre cose di più difficile interpretazione. Tuttavia devo dire che non trovi quella gamma orientale così comune e gradita agli obiettivi dei visitatori, dei vari insetti o cibi anomali per la nostra mentalità, men che meno animali che cozzano contro il nostro animo sensibile, anche se generalmente questo non si agita più di tanto se vengono sterminati bambini o altro. Devo informarvi, per amor di cronaca, che anche qui, proprio in questi giorni è passata una legge che vieta la macellazione di cani e gatti ed altri animali di compagnia a scopo alimentare, così sarà contenta anche quella vecchina che ogni sera passeggiava a Myeongdong con cartelli che chiedono la salvezza alimentare per i cani. Si dice comunque che al momento questo consumo sia limitato a non più di un centinaio di ristoranti in tutto il paese, utilizzo proprio soltanto più di vecchi amanti delle tradizioni, ma già aborrito dalla popolazione giovanile e lo noti da come si coccolano i cagnolini al seguito.

La porta
Bisogna anche sottolineare come questo mercato sia certamente il più visitato dagli stranieri, prevedendo anche una zona per i souvenir e agli incroci principali, la presenza di apposite garitte che ospitano ragazzi vestiti di rosso vivo che sulla schiena portano la scritta Red angels, col compito di rispondere ad ogni richiesta di informazioni, anche se bisogna  rimarcare che basta fermarsi un attimo ad un angolo con in mano la mappa del mercato, per essere subito avvicinato da qualcuno che ti chiede cosa cerchi e se hai bisogno di aiuto. Facciamo un po' di spesette, incluso un paio di comodissime scarpe senza lacci per me, che sono a mio parere, indispensabili per viaggiare in Corea, dove ogni tre per due devi levarti le scarpe per entrare da qualche parte coi i piedoni sudaticci e puzzolenti dopo ore di cammino. Peccato che sia l'ultimo giorno, forse bisognava pensarci subito, ma verranno buone per un'altra volta o per altri luoghi similari. Noto anche che al contrario di quanto suggerito dalle guide e dagli esperti, qui nel  mercato i cambisti offrono un tasso più interessante che all'aeroporto: 1420 invece di 1390, che se cambi un millino, fa un po' di differenza, più di una ventina di Euro, che sarà pure poco ma alla fine, venti di qua, venti di là, cuba.

Verso la collina

Dall'altra parte del mercato c'è un'altra delle porte della città, restauratissima e pertanto esattamente uguale alle altre. Subito dietro vedi la sagoma incombente della collina di Namsan, il più grande parco urbano della città, con la guglia della torre che sulla cima punta verso il cielo. Sembra vicinissima ma ci tocca una bella scarpinata per raggiungere l'ascensore che conduce fino alla teleferica. Ci arriviamo verso l'una, ma guarda un po' ogni ludedì mattina, l'ascensore fa la programmata manutenzione, ordine ed efficienza innanzitutto. Qui non è come sulle metro in Italia, la manutenzione si programma e si fa, cascasse il mondo. Così apre solo all'1:30, dopo aver fatto un su e giù di prova al rallentatore, per cui aspettiamo sereni in coda con le vecchierelle, per non farci un centinaio di metri di dislivello di scale. Poi il cable car ti tira su in un attimo fino alla cima della collina; sotto scorrono le cime degli alberi di un bosco fittissimo le cui foglie hanno ormai preso i colori dell'autunno. E' un tappeto di sfumature bellissime, rosse e gialle, mescolate a qualche sempreverde, che si protrae fino alla cima, dove un grande spazio funge da vera e propria balconata sulla città, che si offre alla vista da ogni sua parte come una bellissima donna distesa ai tuoi piedi. Riconosci da qui ogni quartiere e poi i monti lontani verso nord che segnalano la vicinanza della frontiera dell'inquietante vicino che sta a meno di una cinquantina di chilometri. 

Gorgu pizza

Tuttavia fatichi un poco ad avvicinarti alle ringhiere, perché per tradizione pluridecennale, queste sono completamente ricoperte da milioni (non è una esagerazione) di lucchetti dell'amore di ogni forma e dimensione. molti con specifici messaggi. Una situazione incredibile che obbliga i nuovi innamorati che arrivano fin qui ogni giorno numerosissimi, a ricercare sempre nuovi spazi da invadere, in quanto i vecchi sono compeltamente intasati da più strati di materiale ormai arrugginito dalla impietosità degli eventi atmosferici. L'amministrazione lascia fare perché tutto quanto fa spettacolo, ma qua è un delirio. Non sai più da che parte voltarti, né tantomeno appoggiarti. Prima di dedicarci alla torre comunque bisogna mangiucchiare qualche cosa. Vengo morbosamente attratto dalle pizze che un localino non ancora crollato sotto il peso dei lucchetti che lo sovrastano, offre ai suoi avventori e, affascinati dalle foto e dal contesto, ordiniamo subito la Pizza Gorgu, indovinate un po', al gorgonzola verace, che è pure buona e sottile come piace a me. D'altra parte la pizza, ormai internazionalizzata, è buona sotto qualunque cielo e adesso anche a Napoli hanno sdoganato quella all'ananas, dunque, avanti Savoia, come si dice. Dalla vetrata mi godo tutta la città a nord fino ai grattacieli delle estreme periferie che appaiono azzurrini nella leggera foschia umida, poi è ora di procedere che il tempo stringe. 

Tiziana tra i lucchetti

SURVIVAL KIT

Parco di Namsan e dintorni - E' una vasta zona che si stende da City Hall verso sud, oltre Myeongdong e comprende la montagna parco con la Seul tower. Qui oltre a diversi musei, c'è il castello di Deoksugung, (ricordate chiuso il lunedì), il grande mercato di Namdaemun, il più frequentato dai turisti (possibilità di classici souvenir), poi superata una delle porte della città potete salire sulla montagnola di circa 250 metri di altitudine, parco molto frequentato dalla cittadinanza. Potete quindi decidere se mangiucchiare uno spuntino al mercato o sulla collina. Si prende prima un ascensore e poi il cablecar fino in cima (10.500 W per i senior, 14.000 normali). Qui molti punti di ristoro e varie attività, inclusa la salita alla torre panoramica di 225 metri. Scendete a piedi per godervi il parco e le sue molte attrazioni in particolare se siete nel periodo autunnale del foliage. 

Sulla cima di Namsan


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