sabato 13 gennaio 2024

Corea 41 - Spettacoli vari

Ballerina - Jeonju - Corea del sud - ottobre 2023


Sbandieratori

Intanto nel centro del villaggio è arrivata una folta processione di gente in costume. Per la maggior parte sono vestiti di bianco, con le sembianza di contadini, portano grandi bandiere che fanno roteare nell'aria, così che i draghi dipinti paiono correre nello spazio per raggiungere la meta. Il drago in Oriente non ha la valenza malefica delle nostre leggende, ma è un animale fantastico con una grande positività e il 2024, sarà proprio il suo anno, nella cosmologia zodiacale orientale e per questo è visto come un buon auspicio. I figuranti si prodigano in alcune scenette che fanno sbellicare dalle risa gli spettarori ed i bambini presenti, poi si prodigano in numeri di giocoleria varia, facendo roteare per aria i piatti su lunghe bacchette come da tradizione- Questi sembrano sempre sul punto di cadere, ma vengono ogni volta recuperati, tra i lazzi che fanno impazzire i bambini. Insomma la Proloco o come si chiamerà chi si occupa della comunicazione nel paese, vuole che ci sia sempre qualche cosa che susciti l'attenzione dei tanti turisti presenti in modo che ognuno se ne torni a casa raccontanto di quanto sia bello stare qui un paio di giorni. Quindi trovi continue attività di spettacolo in ogni angolo della cittadina, che poi sarà pure piccolina e completamente percorribile a piedi, ma la città vera, nuova, quella che sorge alle spalle della zona turistica ha raggiunto quasi i 600.000 avitanti, così per dire. 

Kimchi

Noi diamo ancora un'occhiata al museo del kimchi, questa specialità base della cucina coreana, presenza inalienabile ed evidententemente insostituibile di ogni tavola a cui vi avvicinerete quaggiù. Sembra che ogni coreano se ne pappi almeno 100 grammi al giorno, oltre 30 kg all'anno, diciamo che può rappresentare il loro pane quotidiano, l'icona fissa del pasto come la pastasciutta in Italia e quindi è giusto che lo si celebri in qualche modo. La base dell'alimento è il cavolo cinese o cappuccio (cultivar Napa che si trova poco da noi), anche se si possono usare altre verdure come quei rapanelloni grandi bianchi tipici dell'oriente, sembra infatti che ci siano almeno cento ricette diverse registrate. Questa verdura viene quindi messa in salamoia per alcuni mesi in grandi orci di terracotta marrone, dove subisce una sorta di fermentazione, mescolata ad una serie di spezie come il peperoncino in polvere, lo scalogno, l'aglio, lo zenzero e il geogtal, un prodotto ricavato in vari modi, che rimane comunque una conserva di pesce semisolida o brodosa, ricavata da residui di gamberi, molluschi vari e scarti di pesce fermentati, ricordatevi sempre il garum del latini. Assieme alle giare per la conservazione, che un tempo erano di comune proprietà di ogni villaggio, questo prodotto viene citàto negli scritti, già 2000 anni fa, con varie ricette, anche se il peperoncino, che è quello che conferisce la sua tipica piccantezza e quindi la personalità di questo cibo è stato inserito solo nel 1600 e addirittura, questo tipo specifico di cavolo che è l'icona del moderno kimchi, solo nel 1800. 

Damina

Durante la gurerra del Vietnam a cui parteciparono contingenti di soldati Coreani in appoggio alle truppe americano, il presidente richiese esplicitamente a Lindon Johnson di inserire nella razione gornaliera dei loro soldati, il kimchi, considerato "di importanza vitale per il morale del soldato coreano", naturalmente ottenendolo. E' così diventato un prodotto talmente specifico della cultura coreana che alla fine del millennio scorso, ci fu una diatriba internazionale in cui la Corea chiese la protezione dello standard produttivo e del nome contro le imitazioni giapponesi (sempre nemici) insomma una sorta di IGP per garantire il made in Korea. Andò anche nello spazio come compenente della dieta di un astronauta coreano ed ebbe una decina di anni fa lo status di patrimonio immateriale dell'Unesco, come la pizza o la dieta mediterranea. Per contro in Cina è stato rigorosamente proibito perché considerato concorrente di analogo prodotto del Sichuan e di conseguenza non si può importare. Insomma tutto questo per farvi capire l'importanza commerciale ma anche culturale di questo prodotto nella vita del paese. Quindi non stupitevi se in qualche angolo fresco e riparato di ogni paesino che visiterete, scoprirete un gruppo di orci marrone scuro debitamente siggillati dove i nostri cavoli riposano tranquilli, fermentando con la lentezza del più classico slow food, in attesa di maturare al punto giusto e di raggiungere la tavola quotidiana. 

Monumento alle ragazze di conforto

Naturalmente, benché a mio parere completamente immangiabile per i gusti occidentali, viene anche spacciato come una mano santa per la salute, dato che la razione giornaliera contiene oltre la metà delle necessarie vitamine, di fibra e di un'altra marea di cose indispensabili all'alimentazione e alla vita umana, tale da poter essere considerato come un cosiddetto superfood, per i vari nutrizionisti che infestano il nostro panorama alimentare. Ma non sono tutte rose, infatti secondo altri studi, il kimchi potrebbe essere responsabile del rischio di cancro allo stomaco, che è comunque la forma di tumore più diffusa in Corea. La relazione vedetevela un po' voi. Noi intanto continuiamo a girolare in cerca di spettacoli vari, capitando prima nella zona del mercato, piccolino e senza grandi interessi, della porta della città, rimasta un po' isolata essendo ormai scomparse le mura. Qui, nella grande piazza antistante, è di nuovo pieno di gente in costume che si fotografa di fronte a personaggi dei cartoni animati o con la onnipresente statua in bronzo della "ragazza di conforto" seduta su una sedia con gli occhi bassi a perenne ricordo del sentimento antigiapponese. Certamente molti dei turisti in costume sono piuttosto ridicoli; vedi passare gruppi di anziani traballanti, damine graziose che esibiscono ai piedi pesanti anfibi o mentre divorano spiedini di seppie gocciolanti, attente a non macchiare l'ampia gonna di sugo, uomini grassocci travestiti appunto da damina, insomma ce n'è per tutti i gusti. 

Arpa coreana

Su un palco si alternano suonatori di strumenti tardizionali, tra i quali uno spettacolare quintetto di signore in nero che utilizzano solo l'ocarina in vari formati o quantomeno uno strumento similare. Le melodie sono molto accattivanti e gradevoli all'orecchio da ascoltare. In un cortile invece, si sta esibendo una ballerina che recita una sorta di balletto illustrante una storia che è di certo conosciuta e seguitissima dai presenti. La dama, che vista da vicino manifesta ampiamente una età importante, anche se ben occultata da spesse ditate di cerone bianco, rotea sul palco sull'onda di una musica di una orchestra di strumenti a corda antichi e alterna espressioni fortemente connotate di stupore, orrore, felicità o dolore intenso e si scuote e si contorce fino a cadere immota al suolo tra gli applausi frenetici. La sua grande veste bianca con sfumature di rosa sembra una nuvola in un chiaro tramonto sul mare e ondeggia a quelli che paiono come refoli di vento. In effetti è coinvolgente, anche se non conosci la storia, evidentemente è sufficiente la bravura dell'interprete a comunicare gli stati d'animo sui quali è basata la performance. 

Tipi

I suoni esotici della grande cetra orizzontale coreana, pizzicata con perizia da un serissimo orchestrale, di certo aiutano, così come l'ambientazione all'interno di un cortile di un hanok tradizionale, con le sue porte scorrevoli di tralicci in legno ricoperti di carta, che danno sui vari ambienti. Un poco un salto indietro nel tempo, dove tutto combacia e anche i bambini guardano incantati a bocca aperta i movimenti dell'attrice, come partecipando allo sviluppo dell'azione. Pure i cagnolini, rigorosamente bianchi che stanno nei porte-enfant in braccio alle loro padrone, non battono ciglio, conquistati dallo spettacolo. Poi è la volta di una attrice monologhista, ma qui bisognerebbe capire la lingua per partecipare al divertimento. Poco più in là, all'interno di un'altra casa storica, un gruppo di ragazze insegna a costruire meravigliose bambole di carta, altra consuetudine artistica. Insomma, oltre a quello della gente in strada, è un continuo spettacolo fino a quando scende la sera. Torniamo un po' stanchi anche se non abbiamo trottato molto e andiamo a buttare un occhio al vicino ipermercato che sta dietro alla nostra guesthose. 

I pirati

In ogni paese che visito, vado sempre a girare un po' per un supermercato, perché penso che molto dica dello stile di vita degli abitanti. Ci puoi leggere gusti, abitudini, esterofilia o conservatorismo, insomma anche questo mi sembra un modo per tentare di penetrare l'anima di un paese. Questo è davvero immenso, tre piani di prodotti di ogni genere, che non starò a raccontarvi, ma dai quali avrete un buon panorama dei gusti e delle necessità giornaliere degli abitanti di questo paese. I prezzi, comparati al normale costo della vita sono piuttosto alti, in particolare la frutta, che essendo come ho detto un prodotto considerato lusso di occasione, è assolutamente carissima, se pure meravigliosa nella qualità e nella dimensione, dai 5 ai 10 Euro al chilo a seconda dei tipi per capirci, a fronte della possibilità di mangiare in un normale ristorante con 10/12 €, corse in taxi da 3/4 e biglietti del tram a 80 centesimi. Finiamo quindi in un ristorante popolare dove fanno frittatone di ogni tipo, a me tocca formaggio e patate assolutamente edibile, con la birra appunto, 13 Euro a testa. Intorno facce da pirati della Malesia, di quelli che scannano i prigionieri attaccati all'albero di maestra della giunca, spellandoli vivi. Sulla parete, sui maxischermi, passano le immagini della televisione di stato e pensate un po', naturalmente si sta facendo un programma di cucina dove un presentatore zuzzurellone, una sorta di Clerici dagli occhia a fessura sottile, punzecchia vari cuochi che si esibiscono tra le padelle. E intanto è venuta notte.

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